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Caratteristiche del linguaggio

Trasponibilità di mezzo: caratteristica del significante che può essere realizzato sia per mezzo del canale dell'aria (fonico), sia per quello visivo (segni) sia per quello scritto (lettere-segni).

Linearità e discretezza: la prima è caratteristica del significante che viene prodotto e si sviluppa nello spazio in una maniera coerente, la seconda identifica che la differenza fra gli elementi unitari è assoluta (p-ollo, b-ollo).

Omnipotenza semantica: caratteristica secondo la quale con la lingua è possibile dare forma a qualsiasi contenuto accezione dell'onnipotenza, che specifica come la lingua possa adempiere ad una lista di funzioni.

Plurifunzionalità: funzioni emotiva (emittente), metalinguistica (codice), referenziale (contesto), conativa (ricevente), poetica (messaggio), fàtica (canale).

Riflessività: proprietà associata alla funzione metalinguistica, caratteristica del linguaggio che parla di sé.

connessa alla doppia articolazione ed all'onnipotenza, che

Produttività: concerne il fatto che con la lingua è sempre possibile creare messaggi nuovi su nuove esperienze; prende il nome di creatività regolare quando ad essa vengon associate regole ricorsive di scrittura od enunciazione (regole riapplicabili al prodotto cui danno luogo).

Distanziamento: possibilità della lingua di formulare messaggi relativi ad avvenimenti lontani nello spazio e nel tempo. caratteristica dei segni linguistici come frutto di un'elaborazione della realtà svincolata da

Libertà da stimoli: stimoli che inducano l'emittente alla comunicazione.

eventuali

Complessità sintattica: trama plurima dei rapporti fra gli elementi e le parti di un segno linguistico

Equivocità: caratteristica dei codici come quello linguistico che non pongono corrispondeze biunivoche ma plurinivoche fra gli elementi di una lista ed un'altra, nel nostro caso fra

significante e significato. Lingua: codice che organizza un sistema di segni dal significante fonico-acustico fondamentalmente arbitrari, capaci di esprimere esperienze mediante la produzione di infinite frasi partendo da elementi finiti. – aspetti differenti mediante i quali si può guardare alla lingua lungo l'asse del tempo, la Sincronia diacronia: prima guarda ad essi a prescindere dall'evoluzione temporale, la seconda considera lo sviluppo temporale (come l'etimologia). – il primo è inteso come l'insieme di conoscenze personali nella Sistema astratto realizzazione concreta: costruzione di un messaggio, il secondo come la realizzazione concreta del messaggio. – Asse paradigmatico asse sintagmatico: sul primo troviamo elementi riguardanti le relazioni a livello del sistema (verbi, nomi ecc...) sul secondo troviamo invece le relazioni a livello delle strutture che realizzano il sistema stesso (successione di paradigmi). 1 Fonetica e

fonologia

Fonetica articolatoria: studia i suoni del linguaggio in base al modo di articolazione

Fonetica acustica: studia i suoni del linguaggio in base alla consistenza fisica

Fonetica uditiva: studia il suono del linguaggio in base al modo di percezione uditivo

Fono: realizzazione concreta di qualunque suono del linguaggio (foni producibili in una qualsiasi lingua).

Fonema: unità minima di seconda articolazione, classe astratta di foni dotata di valore distintivo

Allofoni: foni diversi che costituiscono realizzazioni foneticamente diverse ma prive di valore distintivo [n] e [s] sono allofoni del fonema /n/, poiché non costituiscono tratti distintivi in una parola.

[ɛ] Coppia minima: coppia di parole uguali in tutto tranne che per la presenza di un fonema al posto di un altro. Una coppia minima identifica sempre due fonemi ['pare] ['kare]

altro  una

Rendimento funzionale: numero di coppie minime generate da fonemi

Raddoppiamento fono-sintattico: allungamento della consonante

iniziale di una parola quando questa è preceduta da una delle parole di una serie che provoca il fenomeno (es parole con accento su ultima sillaba)

Sillaba: minima combinazione di fonemi funzionante come unità pronunciabile, è costruita attorno ad una vocale che è suo apice → eventuale parte precedente a vocale è inizio, vocale è nucleo e successiva consonante è coda.

Dittongo: combinazione di una semivocale ed una vocale in cui vocale è apice sillabico → dittongo ascendente (au-to) o dittongo discendente (pie-no) concernono l'aspetto melodico della catena parlata e determinano l'andamento ritmico.

Fatti prosodici: l'intensità di pronuncia di una sillaba, la sua posizione può esser fissa in lingue come il turco ed il francese oppure libera come in Italiano → parola tronca se è sull'ultima sillaba, piana se è sullapenultima, sulla terzultima si dice sdrucciola.

Tono:

Altezza relativa di pronuncia di una sillaba, in alcune lingue può avere valore distintivo pertinente come in cinese in cui [ma] a diverse tonalità ha diversi significati.

Intonazione: andamento melodico con cui è pronunciata una frase od un intero gruppo tonale, in molte lingue come l'Italiano essa distingue il valore degli enunciati (interrogativi, imperativi ecc...).

Lunghezza: riguarda l'estensione temporale relativa con cui foni e sillabe sono prodotti, in alcune lingue può avere valore distintivo (come in Latino malum/malanno o ma(a)lum/mela).

Bilabiali labiodentali dentali palatali velari

Sr Sn Sr Sn Sr Sn Sr Sn Sr Sn

Occlusive p b t d k g

Fricative f v s z θ ð

Affricate ts dz tʃ dʒ

Nasali m n ŋ

Laterali l

Vibranti r ɾ

Morfologia

Morfologia: studio della struttura della parola nelle sue unità minime di prima articolazione

Parola: minima combinazione di morfemi che possa costituire isolatamente un segno

Il linguistico compiuto è un ordine di morfemi al suo interno che è rigido e fisso. I suoi confini sono determinati dalle pause nel discorso. Essa è separabile nella scrittura in sillabe e foneticamente ha un unico accento primario.

Morfema: è l'unità minima di prima articolazione, ovvero la minima associazione di un significante e un significato. Il morfema può essere inteso come la forma del primo piano del significante. Ad esempio, il morfema del singolare “e” è il morfo “e”.

Morfo: è ciascuna delle forme più semplici in cui si può presentare un morfema, realizzando quindi lo stesso significato. Ad esempio, il morfo “abil” può essere realizzato come “abil”, “ubil” o “ibil” nel caso del morfema “potenzialità”.

Classificazione funzionale: è la classificazione dei morfemi in base alla funzione che svolgono per il significato.

Parole funzionali: sono gli articoli, le preposizioni e i pronomi, che appartengono alla classe grammaticale chiusa.

Morfemi liberi: sono prevalentemente morfemi lessicali, che possono anche rimanere isolati.

Morfemi legati: sono i morfemi grammaticali, sia flessionali che derivazionali.

che posson comparire solo se legati ad altrimorfemi Derivazione: dà luogo alle parole regolando i processi di formazione Flessione: dà luogo a forme di parole regolandone il modo di attualizzazione nelle frasi Affissi: morfemi grammaticali che si combinano con la radice e posson esser prefissi (prima) suffissi (dopo), isuffissi flessionali in ultima posizione in italiano prendono il nome di desinenze Infissi: affissi particolari in cui il morfema è dentro la radice ( in / samahan, s-in-amahan ) Circonfissi: affissi particolari in cui il morfema circonda la radice (ge-en / sehen, ge-seh-en) Transfissi: affissi particolari in cui i morfemi si incastrano alternativamente nella radice Morfemi sostitutivi: morfemi non isolabili segmentalmente perché si manifestano con la sostituzione di foni Morfemi cumulativi: morfemi grammaticali che recano più di un significato (buon-e, e = sing, femminile) Amalgama: particolare caso di morfema cumulativo dato dalla fusione di

morfemi non + scindibili

vocale iniziale della desinenza dell'infinito nei verbi

vocale tematica:

alterazione: suffissi che aggiungono al significato della base lessicale un valore valutativo (diminutivi, peggiorativi ecc...)

marcatura di morfemi: sono i valori delle categorie grammaticali realizzate dai morfemi nominali e verbali

categoria nominale: ha come gruppi fondamentali quelli di genere e numero, di caso (es tu e te), di grado (comparativo e superlativo)

categoria verbale: vi sono categorie di modo (come si pone parlante, indicativo/condizionale), categorie di tempo (es presente/futuro), di aspetto (maniera di presentazione eventi osservati da verbo incorso/compiuta), di diatesi (rapporto in cui è vista l'azione rispetto al soggetto attivo/passivo) e di persona (indica chi compie l'azione, singolare/plurale)

marcatura di accordo: lingue che prevedono che gli elementi suscettibili di flessione in un costrutto prendano la marca di categoria in cui è marcato

l'elemento cui si riferiscono (es il gatto miagola)

Sintassi:

Sintassi: livello di analisi che si occupa della struttura delle frasi - come si combinano fra loro le parole

Frase: entità linguistica che costituisce un messaggio comunicativo autosufficiente nella comunicazione e che contiene una predicazione (affermazione riguardo a qualcosa)

Analisi in costituenti immediati: analisi che individua i diversi sotto livelli di analisi di una frase

Indicatore sintagmatico: alberi o schemi che danno luogo ai rapporti fra i vari sotto livelli di una frase

Sintagma: minima combinazione di parole che funzioni come unità della struttura frasale

Testa: elemento attorno al quale sono costruiti i sintagmi, rappresenta il minimo elemento che da solo può costituire sintagma - SN avrà come testa N ed SV avrà come testa il V. Testa di F è ritenuto solitamente l'SV

Funzioni sintattiche: riguardano il ruolo assunto dai sintagmi nella struttura sequenziale della frase

frase possono essere considerate quelle di soggetto (chi fa l'azione), di predicato verbale (l'azione) e di oggetto (chi subisce l'azione). Si possono considerare anche in base alle valenze dei verbi, ovvero in base a quanti oggetti chiama in causa un verbo (correre = soggetto; dare = soggetto ed oggetto + cosa).

Circostanziali: sono gli avverbi, fungono da modificatori e non fanno parte delle funzioni sintattiche.

Ruoli semantici (o tematici): visione della frase dal punto di vista del significato e non più del significante come nelle funzioni sintattiche. Agente (parte attiva che agisce), paziente (parte passiva che subisce), sperimentatore (parte toccata dall'azione), beneficiario (parte che trae vantaggio dall'azione), strumento (parte inanimata mediante la quale si compie l'azione) e destinazione (parte dell'entità che è la meta dell'azione).

Organizzazione pragmatico-informativa: organizzazione che si affianca ai livelli semantici.

e sintattici, fatto di ogni frase) ed il rema (l'elemento nuovo che viene portato ai

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
6 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher diotrepiro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica Generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Benvenuto Maria Carmela.