vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Semivocali
Si tratta di suoni a metà strada tra consonanti fricative e vocali, chiamate precedentemente
approssimanti, prodotte da un iniziale restringimento del canale orale (ostacolo appena
percettibile) e quindi un inizio di avvicinamento tra organi contrapposti. Questi suoni sono chiamata
semiconsonanti nel caso in cui il fruscìo provocato dall’avvicinamento è più marcato (vicinanza con
consonanti fricative) mentre semivocali quando questo fruscio non è affatto marcato e quando
sono affiancate proprio a delle vocali e costituiscono con loro un dittongo o trittongo se più di una;
di differenziano dalle vocali perché non possono essere l’apice di una sillaba. L’unica
classificazione possibile per le semivocali è la distinzione tra anteriori (palatali) e posteriori (velari).
Trascrizione fonetica
I sistemi di scrittura delle lingue rendono la realtà fonica nel mezzo grafico. Negli alfabeti ogni
suono viene reso da un certo grafema (ossia la lettera dell’alfabeto), esistono allo stesso tempo
grafie sillabiche in cui i simboli rappresentano le sillabe ed addirittura grafie originariamente
ideografiche (basate sui segni). Le lingue alfabetiche formate per convenzione non sono
comunque univoche e coerenti in quanto il rapporto tra grafema e suono non è buonivoco. Ad uno
stesso suono possno corrispondere più grafemi , ad uno stesso grafema possono corrispondere
diversi suoni (come la lettera c nella parola cane ha un suono iniziale diverso rispetto a quello nella
parola cena, nel primo caso è accostata a vocali posteriori o centrali mentre nel secondo a vocali
anteriori), un certo suono singolo può anche essere reso da più grafemi come nel caso del
trigramma sci nella parola scienza o del digramma ch in parole come chitarra o poche. Può anche
succedere che ad un grafema non corrisponda alcun suono come nell’italiano la lettera h non ha
un proprio suono ma si usa accostata ad altri (nel verbo avere: ha,hai.hanno si pronunciano tutte
senza il suono h). L’ortografia italiana è comunque abbastanza fedele alla fonologia ma ci sono
lingue come il francese e l’inglese che non lo sono affatto. Si deve sempre ricordare che la realtà
fonica è prevalente a quella grafica della lingua e ciò che conta è la fonia e non la grafia. Per
rappresentare in modo scientifico ed uniforme i vari suoni linguistici di tutte lingue si sono studiati
sistemi di trascrizione fonetica in cui ci fosse corrispondenza biunivoca tra suoni e segni grafici, il
più importante di questi sistemi è l’Alfabeto Fonetico Internazionale (IPA). Una parte dei grafemi
IPA corrispondono all’alfabeto latino mentre altri hanno forme speciali . la trascrizione fonetica si
pone per convenzione tra parentesi quadre e l’accento si indica con un apice preposto alla sillaba
accentata. L’allungamento della vocale si indica con i due punti dopo di essa.
Consonanti
Occlusive:
• Bilabiale sorda [p] in pollo ['pollo]
• Bilabiale sonora [b] in bocca ['bokka]
• Dentale/alveolare sorda [t] in topo ['topo]
• Dentale/alveolare sonora [d] in dito ['dito]
• Velare sorda [k] in cane ['kane]
• Velare sonora [g] in gatto ['gat:o]
• ʕ
Uvulare sorda [q] in arabo Iraq [ i'raq]
• ʔ ʔ
Glottidale [ ] in tedesco in tutte le parole che iniziano per vocale come ein Apfel [ ajn
ʔ ə
' apf l]
Fricative:
• ɸ ɸ
Bilabiale sorda [ ] in parole fiorentine come tipo ['ti o]
• Bilabiale sonora [β] in spagnolo cabeza [ka'βeθa]
• Labiodentale sorda [f] in filo ['filo]
• Labiodentale sonora [v] in vino ['vino]
• ɧ
Interdentale sorda [θ] in inglese think [θi k]
• Interdentale sonora [ð] in inglese that [ðæt]
• Alveolare sorda [s] in sano ['sano]
• ʎʎ
Alveolare sonora [z] in sbaglio ['zba o]
• ʃ ʃ
Palatale (post alveolare) sorda [ ] in sci [ i]
• ȝ ȝ
Palatale (post alveolare) sonora [ ] in fiorentino valigia [va'li a] (non esiste in italiano
• Velare sorda [x] in spagnolo hijo ['ixo]
• ɣ ɣ
Velare sonora [ ] in spagnolo agua [a' wa]
• ʃ
Uvulare sorda [χ] in arabo shaykh [ æj χ]
• ʁ ȝ ʁ
Uvulare sonora [ ] in francese jeur [ u ]
• ʕ ʕ
Faringale sonora [ ] in arabo Iraq [ i'raq]
• ɔ
Glottidale sorda [h] in inglese have [hæ:v] (in fiorentino poco ['p ho] gorgia toscana) si
chiama aspirata
Affricate:
• ʔ ə
Labiodentale sorda [pf] in tedesco Apfel [' apf l]
• ʦ
Dentale sorda [ ]in pazzo ['pattso]
• ʣ ʣɔ
Dentale sonora [ ] in zona [ na]
• ʧ ʧ
Palatale sorda [ ] in cibo [' ibo]
• ʤ ʤ
Palatale sonora [ ] in gelo [' elo]
Nasali:
• Bilabiale sonora [m] in mano ['mano]
• ɱ ɱ
Labiodentale sonora [ ] in invito [i 'vito]
• Dentale (alveolare) sonora [n] in nave ['nave]
• ɲ ɲɔ
Palatale sonora [ ] in gnocco [' kko]
• ɧ ɧ
Velare sonora [ ] in fango ['fa go]
Laterali:
• Dentale (alveolare) sonora [l] in lana ['lana]
• ʎ ʎ
Palatale sonora [ ] in figli ['fi i]
Vibranti:
• Dentale sonora [r] in riva ['riva]
• ɾ ɾ ɾə
Dentale sonora [ ] in spagnolo toro ['to o] o inglese matter ['mæ ]
• ʀ ʀ
Uvulare sonora [ ] in francese rose [ oz]
Vocali
Anteriori:
Non arrotondate:
• [i] alta in vino ['vino]
• ɪ ɪ
[ ] fra alta e medio alta in inglese bit ['b t]
• [e] medio alta in meno ['meno]
• ɛ ɛ
[ ] medio-bassa in bene ['b ne]
• [æ] bassa in inglese bad ['bæd]
Arrotondate:
• [y] alta in tedesco kuhl [ky:l]
• [ø] medio-alta in francese peu [pø]
• ʁ
[œ] medio-bassa in francese peur ['pœ: ]
Centrali:
• ə
[ə] medio-alta in inglese the [ ð ] chiamata neutra o indistinta,prende il nome di schwa
(ebraico)
• [a] bassa in mano ['mano]
Posteriori:
Arrotondate:
• [u] alta in muro ['muro]
• [ʊ] fra alta e medio-alta in inglese full [fʊl:]
• [o] medio-alta in bocca ['bokka]
• ɔ ɔ
[ ] medio-bassa in uomo ['w mo]
Non arrotondate:
• ʌ ʌ
[ ] medio-bassa in inglese but [b t]
• ɑ ɑ
[ ] bassa in inglese car [c r]
Fonologia
Foni, fonemi,allofoni
Ogni suono che può essere trascritto in IPA rappresenta un possibile suono del linguaggio ossia un
‘fono’, esso è la concreta realizzazione di un suono del linguaggio. Nella gamma di foni possibili
ogni lingua ne pertinentizza un certo numero e ognuno di essi ha valore distintivo: quando i foni
hanno valore distintivo da altri foni prendono il nome di fonemi che sono le unità minime di
fonologia o fonematica (mentre i foni sono le minime unità di fonetica) che studia il
funzionamento dei suoni nel sistema linguistico. La parola [‘mare] è costituita da quattro foni diversi
che possono distinguere questa parola da altre: [‘mare] oppure [‘pare]; [‘mare] o [‘mɔre]; ancora
[‘mare] o [‘male]; [‘mare] o [‘mari]. Quindi la parola [‘mare] è formata da quattro fonemi /m/ /a/ /r/
/e/: in trascrizione fonematica infatti si usano le barre oblique. Mentre la trascrizione fonetica può
essere larga o stretta quindi a seconda di quanto essa sia dettagliata, la trascrizione fonetica tiene
conto solo delle caratteristiche pertinenti e trascura invece le particolarità che non hanno valore
distintivo quindi è soltanto ‘larga’. La prova di commutazione consiste nel confrontare un fono
con altri per verificare se si tratta o meno di un fonema (vocali e consonanti non sono mai
confrontate tra loro: vocali opposte a vocali, consonanti o semivocali opposte a consonanti o
semivocali. Tra vocali e consonanti c’è opposizione sintagmatica invece tra oggetti della stessa
classe c’è opposizione paradigmatica). Il fonema è l’unità minima di seconda articolazione della
lingua ed è una classe astratta di foni con valore distintivo. Gli allofoni (varianti) sono foni diversi
che costituiscono realizzazioni foneticamente diverse di uno stesso fonema senza avere però
valore distintivo come nel caso di [n] e [ɧ] che se compaiono nella stessa posizione non danno
luogo a parole diverse. Un fonema che ha più allofoni si identifica col più frequente tra loro. Una
coppia di parole uguale in tutto tranne che per la presenza di un fonema al suo interno al posto di
un altro costituisce la coppia minima che quindi identifica solitamente due fonemi distinti: [‘mare]
e [‘pare] ecc. Il concetto di coppia minima serve quindi a dimostrare che un fono è fonema di una
lingua poiché un fonema per essere tale deve trovarsi in almeno una coppia minima della lingua in
questione che lo oppone ad un altro fonema. Tuttavia il fonema non è un segno in quanto non ha
significato.
Fonemi e tratti distintivi
Essendo i fonemi unità minime di seconda articolazione non sono ancora scomponibili ma
possono essere analizzati sulla base delle caratteristiche articolatorie che hanno: /t/ occlusiva
dentale sorda e /d/ occlusiva dentale sonora. Un fonema si può quindi definire costituito da un
fascio di proprietà articolatorie realizzate simultaneamente e le caratteristiche articolatorie
diventano quindi proprietà che servono ad analizzare i fonemi in base alle combinazioni che si
realizzano in ognuno di essi. Due fonemi sono differenziati da almeno un tratto pertinente fonetico
binario (= a due valori dove + indica presenza, - indica assenza) e basta un solo tratto a
differenziarli pertinentemente. La presenza del tratto ‘sordità’ o ‘sonorità’ è importante perché in
molti casi distingue molte coppie di fonemi uguali per tutti gli altri tratti. Da qui si sviluppa la teoria
dei tratti distintivi che permette di rappresentare economicamente tutti i fonemi come un fascio di
tratti distintivi utilizzando il segno + o -. Dal punto di vista fonetico i tratti distintivi binari sono
movimenti e atteggiamenti muscolari dell’apparato fonatorio mentre dal punto di vista fonologico si
parla di proprietà astratte. I tratti distintivi aiutano a rappresentare ad esempio le ‘assimilazioni’,
ossia due fonemi contigui tendono ad assumere l’uno qualche caratteristica dell’altro; ad esempio
in italiano una fricativa dentale o alveolare è sempre sonora davanti ad un’altra consonante sono