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DUE DEFINIZIONI DI LINGUAGGIO

Il fondamento comune delle lingue naturali

La linguistica ha messo in evidenza che le molte lingue naturali, al di là delle differenze superficiali,

sono simili. Le varie lingua vengono analizzate per trovare una struttura comune. Ad attirare

l'attenzione su questa logica che accomuna le lingua naturali è il linguista statunitense Noam

Chomsky, che prospetta una grammatica universale dovuta ai meccanismi della mente umana. Al

mondo si parlano migliaia di lingua diverse (in base alle varianti considerate). Tutte le lingue

conosciute da oggi a ieri, analizzate a un livello astratto, mostrano la stessa architettura e gli stessi

principi di funzionamento. C'è una base universale e perenne sotto la grande varietà di forme: il

linguaggio. Buona parte della linguistica ha per oggetto il linguaggio: si distinguono una linguistica

descrittiva (studia le singole lingue) e una linguistica generale (studia il linguaggio).

Lo speciale sistema di comunicazione dell'uomo

Gli studi sulla comunicazione animale e non verbale dell'uomo hanno indotto a considerare il

linguaggio un sistema di comunicazione tra gli altri presenti in natura per due caratteristiche.

-E' tipicamente umano. Gli animali dispongono di sistemi di comunicazione a volte complessi, ma

“il linguaggio” è uno specifico possesso umano. Nel '900 l'idea dell'unicità dell'uomo ha cominciato

a incrinarsi, con la scoperta che l'uso di strumenti, la conoscenza e forse anche l'intenzionalità e

l'autoconsapevolezza si ritrovano in altri animali. C'è chi ha provato a contestare la tesi dello

specifico possesso umano sostenendo che alcuni animali hanno analoghi del linguaggio che ci

sfuggono, perché non siamo abituati a decifrarli (fantasia). Più seri sono gli sforzi di ridimensionare

la tesi cercando di dimostrare che certi animali possono imparare a farne uso, ma sono deludenti:

l'uomo si conferma l'unico naturalmente predisposto a servirsi del linguaggio.

-E' speciale. Il linguaggio appare un sistema di comunicazione fuori dell'ordinario, che si stacca

dagli altri. Hockett (linguista americano) ha messo a confronto i sistemi comunicativi naturali con

l'intento di individuare i tratti costitutivi (design features) del linguaggio. Ne ha individuati 16. Non

sono esclusivi del linguaggio ma possiamo rintracciarli anche nella comunicazione non verbale

umana e nella comunicazione animale. I più significativi fuori dal linguaggio non compaiono o

sono presenti in versioni minori, solo il linguaggio li possiede tutti e nella forma più elaborata:

Canale uditivo-vocale; Trasmissione a distanza e ricezione direzionale; Rapida evanescenza;

Intercambiabilità (emittente ricevente); Feedback completo; Specializzazione; Semanticità;

Arbitrarietà; Carattere discreto; Distanziamento; Apertura; Tradizione; Dualità di strutturazione o

doppia articolazione; Prevaricazione; Riflessività; Apprendibilità.

L'ipotesi dell'unico evento originario

Le due definizioni evidenziano due aspetti diversi del linguaggio. Le cose sono più chiare

guardando al passato storico-evolutivo dell'umanità e ammettendo che gli uomini abbiano

incominciato a parlare in seguito ad un evento unico. Il linguaggio sembra essere nato una volta per

tutte in un unico centro. Non si può usare il linguaggio se non usando una specifica lingua naturale.

I primi uomini ad acquisire il linguaggio devono aver avuto una loro lingua: la protolingua

mondiale, a partire dalla quale si sono formate le altre lingue fino ad arrivare a quelle che oggi

conosciamo. Nonostante il moltiplicarsi delle lingue, la base è rimasta la stessa. La cosa si può

spiegare pensando che il linguaggio è una dotazione evolutiva e quindi permanente dell'uomo,

mentre le varie lingue nascono nella storia culturale. Ci sono degli elementi a sostegno.

-Forse esiste un albero genealogico delle lingue. Il linguista tedesco Schleicher ha introdotto il

concetto di albero linguistico, l'idea cioè che le lingue derivino da ceppi comuni attraverso

diversificazioni successive (influenzato dalla teoria di Darwin). È stato criticato ma l'idea di albero

linguistico è diventata centrale nelle ricerche successive e ha trovato conferme empiriche. La

differenziazione è il processo abituale di formazione di una lingua. È estremamente difficile

ricostruire l'albero linguistico, ma si è riusciti a ricostruire l'origine delle lingue della famiglia

indoeuropea arrivando ad individuare il ceppo di appartenenza, il protoindoeuropeo. La lingua

originaria è stata chiamata nostratico e si ritiene fosse parlata almeno 14 mila anni fa.

-Non esistono lingue primitive. Le lingue sono tutte allo stesso livello. Messe a confronto si

rivelano alla pari per complessità della struttura grammaticale e ricchezza del lessico. Se mettiamo a

confronto i patrimoni lessicali individuali di gente comune, le dimensioni sono all'incirca le stesse

indipendentemente dal livello di complessità della società di appartenenza. Tutte le lingue hanno la

stessa potenzialità espressiva. Le lingue sono plastiche: “differiscono essenzialmente per ciò che

devono esprimere, non per ciò che possono esprimere”.

-Le differenze sono adattamenti culturali. A produrre la differenziazione linguista è la

differenziazione culturale. Le lingue cambiano continuamente in rapporto ai cambiamenti culturali.

Ogni lingua è adatta per la cultura che la parla: in quel contesto, per quel tipo di vita, è la migliore

possibile. Il patrimonio lessicale di un individuo è più o meno sviluppato in questo o in quel

dominio a seconda delle esigenze della cultura cui appartiene.

LE ORIGINI DEL LINGUAGGIO

Le origini del linguaggio sono nel nostro passato evolutivo. Nel corso della seconda metà del '900

c'è stata una ripresa di questi studi e a dividersi il campo sono due modelli interpretativi. Secondo il

modello emergentista, che fa riferimento a Chomsky, il linguaggio è un'emergenza evolutiva, un

fenomeno qualitativamente diverso che compare all'improvviso, e va collocato in tempi

relativamente recenti della nostra storia evolutiva. Per il modello evoluzionista, che fa riferimento

a Steve Pinker, il linguaggio è stato modellato lentamente dall'evoluzione e verosimilmente è antico.

Fatti certi

Nel corso dell'evoluzione del genere Homo sono comparsi il linguaggio e una serie di adattamenti

anatomo-fisiologici correlti: la discesa della laringe, la specializzazione della sensibilità uditiva, lo

sviluppo cerebrale con la lateralizzazione e la differenziazione delle aree di Broca e di Wernicke.

Dobbiamo cercare nella lunga storia evolutiva del genere Homo, che risale a tre milioni di anni fa.

Prodotto dell'evoluzione o dell'intelligenza umana?

Per gli evoluzionisti a produrre sia gli adattamenti anatomo-fisiologici che il linguaggio è stata la

selezione naturale. Cambiamenti anatomo-fisiologici e costruzione del linguaggio sono andati

avanti in parallelo, influenzandosi reciprocamente con la circolarità tipica dei processi attraverso i

quali nell'evoluzione nascono fenomeni nuovi. Quando hanno cominciato a parlare gli organi

implicati si sono perfezionati, l'enorme sviluppo del cervello è una conseguenza del fatto che l'uomo

parla. Gli emergentisti sostengono che prima si sono avuti gli adattamenti antomo-fisiologici e che

solo parecchio tempo dopo, all'improvviso sarebbe emerso il linguaggio. A produrre i cambiamenti

anatomo-fisiologici sarebbero state pressioni selettive indipendenti dal linguaggio che sarebbe un

sottoprodotto di questi cambiamenti e sviluppi cerebrali. La teoria emergentista si accorda

facilmente con l'ipotesi dell'evento unico originario e di conseguenza con tutto ciò che sappiamo

sull'unità di fondo delle lingue, ma è poco credibile che cervello e intelligenza abbiano avuto uno

sviluppo simile indipendentemente dal linguaggio. Oggi c'è l'ipotesi della mente sociale, si tende a

pensare che l'evoluzione della mente sia stata condizionata soprattutto da una vita sociale sempre

più impegnativa. Vita sociale, linguaggio e cervello devono essere cresciuti assieme.

Come colmare il salto evolutivo?

Anche la teoria evoluzionista ha i suoi punti deboli. L'evoluzionista ha bisogno di riempire il salto

individuando precursori del linguaggio. I ricercatori che hanno provato a insegnare il linguaggio ad

animali speravano di scoprire elementi di continuità tra le loro abilità comunicative e il nostro

linguaggio, ma non è emerso nulla. Circa i precursori del linguaggio la teoria dei gridi istintivi

sostiene la tesi alquanto ovvia che i suoni del linguaggio derivano da suoni emessi per altre ragioni.

Più ingegnosa è la teoria oro-gestuale. Le articolazioni linguistiche sarebbero sostituiti orali dei

gesti. In difesa della teoria evoluzionistica si può sostenere che le antropomorfe sono un ramo

evolutivo che è andato in una direzione diversa da quella dello sviluppo del linguaggio e che gli

stadi intermedi del nostro ramo devono esserci stati nella storia del genere Homo.

Quando?

Gli emergentisti tendono a considerare il linguaggio un fatto recente collocandolo in genere nella

storia di Homo sapiens moderno. Gli evoluzionisti pensano che il linguaggio sia antico, che le

prime forme risalgono a Homo habilis e che da queste siano nate forme più perfezionate lungo la

storia del genere Homo. A riprova dell'origine recente del linguaggio ci sono le conoscenze sulle

abitudini di vita dei nostri antenati che si possono inferire dai reperti archeologici. A favore

dell'origine antica del linguaggio ci sono i dati sugli adattamenti anatomo-fisiologici. Dai resti ossei

risulta che il cervello di Homo habilis era lateralizzato ed aveva le aree di Broca e di Wernicke.

IL SISTEMA DEL LINGUAGGIO

Un codice digitale

Il linguaggio è un sistema di segni, cioè di cose che rappresentano altre cose. Esistono due modi

fondamentali di rappresentare le cose, ai quali corrispondono due tipi di codici. Il codice analogico

si basa sulle somiglianze strutturali tra aspetti della rappresentazione e dell'oggetto rappresentato,

mentre il codice digitale (digit=cifra) o numerico prescinde dalla somiglianza e sfrutta le proprietà

combinatorie di sistemi come i numeri. Il linguaggio è un codice digitale, e alcune tra le

caratteristiche più importanti individuate da Hockett dipendono da questo.

La struttura gerarchica

Il linguaggio ha una struttura gerarchica, a strati sovrapposti. Partendo dal basso, dal livello dei

suoni, si passa al livello morfologico, degli elementi dotati di significato (morfemi e parole), poi al

livello sintattico, dove le parole vengono combinate in frasi

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
49 pagine
10 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlexVolpe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguaggio e comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Colombo Lucia.