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Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA)

Il Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA) include più disturbi relativi alla lettura e alla scrittura. La dislessia superficiale corrisponde a un disturbo della via visiva-lessicale per cui risulta difficile distinguere stringhe omofone (es. l'ago e il lago). La dislessia fonologica porta ad una lettura difficoltosa di sequenze di lettere prive di significato mentre lascia intatto il riconoscimento visivo-lessicale (cioè di parole regolari e irregolari). La dislessia profonda compromette entrambe le vie, per cui il bambino avrà difficoltà a leggere sia le parole regolari, sia quelle irregolari e le non-parole.

Il dibattito sul gene FOXP2 ha avuto un ruolo decisivo, essendo collegato con alcuni aspetti del linguaggio. L'individualizzazione di questo gene si deve alle ricerche eseguite sul DNA dei membri di una famiglia affetta da disturbi linguistici ereditari. Il gene in questione appartiene ad una sottofamiglia.

di geni identificati come geni che controllano la replicazione del DNA. La famiglia comprende diverse generazioni nelle quali metà dei membri soffre di disordini del linguaggio e della parola. Furono sottoposti al test standard IQ e fu possibile vedere che i membri con un disordine linguistico avevano punteggi più bassi rispetto ai membri 'normali'. Quindi il disturbo si leggerebbe a limitazioni cognitive di carattere generale piuttosto che al DSL. I membri con disturbi hanno difficoltà anche ad identificare suoni basici, nel capire le frasi e nei giudizi di grammaticalità, per cui il disturbo non può essere ridotto solo a problemi nel controllo motorio (aticolatorio e controllo delle sequenze di movimenti). 5.0 La comunicazione umana non verbale Gli esseri umani hanno sistemi di comunicazione non linguistica che includono i gesti, i movimenti e le espressioni del viso, che hanno stretta corrispondenza con quelli dei primati. La sfera dellacomunicazione non verbale include non solo la gestualità, ma tutti i comportamenti che si manifestano nelle diverse situazioni in cui gli esseri umani interagiscono all'interno del gruppo sociale o di contesti più elementari. Tutto ciò che gli esseri umani sono e fanno trasmette informazioni sulle persone, il loro sesso, il loro status sociale, il loro stato d'animo e sulle loro emozioni. - esibitori di sentimenti (espressioni facciali) - adattatori (gesti e movimenti) - emblemi (atti non verbali sostitutivi di espressioni linguistiche) - illustratori (gesti che accompagnano e illustrano ciò che viene detto) - regolatori (regolano i turni della conversazione) 5.1 I segnali espressivi La comunicazione non verbale umana comprende: - contatto fisico (presenta forti variazioni interculturali) - prossimità (la misura in cui le persone stanno vicine) - orientamento (faccia-a-faccia o fianco-a-fianco) - aspetto (abbigliamento, capelli e pelle sono sotto

controllo intenzionale e danno informazioni sullo status sociale, l'attività svolta, religione...)- postura- cenni del capo (la distribuzione dei turni della comunicazione)- espressione del viso (è l'area di comunicazione specializzata)- gesti (quelli delle mani possono comunicare molti contenuti strettamente connessi col linguaggio)- sguardo (guardare l'altro è un importante segnale che comunica atteggiamenti interpersonali e instaura relazioni, più lungo è lo sguardo più c'è intimità)- aspetti non verbali del parlante (sono le proprietà di altezza melodica, intensità, durata e ritmo degli enunciati)Questi diversi tipi di segnali si combinano nelle interazioni comunicative.

Uno dei segnali espressivi esaminati da Eibl-Eibesfeldt è il colpo di sopracciglia ottenuto con un rapido movimento della durata di circa un sesto di secondo. In molte culture, il saluto include oltre al sorriso anche

i cenni con la testa. Il colpo di sopracciglia nasce come riutilizzazione di diversi segnali di attenzione. Le componenti non verbali dell'interazione comunicativa hanno un ruolo preponderante nella trasmissione di contenuti affettivi ed emotivi. Ad esempio il movimento della mano verso parti del corpo rinvia a schemi rappresentazionali interculturali che sono soggetti a differenti interpretazioni culturali. Le parole contano solo il 7%, il tono della voce 38% e il linguaggio del corpo 55%. Tre principali funzioni sono associate alla comunicazione non verbale:
  1. funzione di controllo della situazione sociale immediata, cioè la situazione di interazione
  2. funzione di sostegno alla comunicazione verbale
  3. funzione comunicativa sostitutiva di quella verbale segnali emotivi,
Vi sono segnali fonici che introducono contenuti indipendenti dalla verbalizzazione: segnali come aspetti dell'andamento intonazionale non regolati da restrizioni linguistiche; paralinguistici, come lavelocità dell'eloquio, il tono della voce, le pause e tutti i mezzi fonici non linguistici che introducono messaggi non verbali contemporaneamente al messaggio linguistico; l'insieme delle informazioni che derivano dalle proprietà della voce. stereotipi I membri di un gruppo sociale associano al modo di parlare, alla personalità e all'identità del parlante sulla base di un collegamento tipico per cui chi ha certe caratteristiche sociali ha anche un certo modo di parlare. La velocità di eloquio e l'organizzazione ritmica del parlato varia sia in dipendenza della situazione comunicativa sia in corrispondenza di regole. Maggiore 'concitazione' e velocità complessiva (ritmi più veloci) corrisponde una sintassi più semplice, quindi meno bisogno delle pause (linguaggio più semplice -> informazione più ridotta/criptica). Un'altra componente paralinguistica pause nonsilenti, dell'emissioni orali è costituita dalle intonazioni nelle quali cioè il parlante continua a emettere articolazioni non lessicali, come sequenze vocaliche o consonantiche, sillabe... Ciò che chiamiamo intonazione di un enunciato corrisponde allo schema di variazioni in altezza/frequenza fondamentale F0 melodica della (cioè della frequenza dell'onda emessa dalle vibrazioni delle corde vocali). L'intonazione delle domande è di tipo ascendente, un andamento che distingue nettamente da quello discendente delle dichiarative. Anche il contrasto tra topic focus è registrato da proprietà prosodiche di enunciato. La prosodia dell'enunciato introduce proprietà pragmatiche indipendentemente dalla loro eventuale rappresentazione di natura morfo-sintattica. 5.2 I gesti comunicativi Possiamo pensare alla relazione tra linguaggio orale, segnali espressivi, gesti e linguaggio dei segni come una sorta di continuum.

La comunicazione umana coinvolge sistematicamente il ricordo a gesti delle mani, del corpo e della faccia. La gestualità spontanea introduce significati sia negli enunciati orali sia nelle sequenze gestuali delle lingue dei segni. I gesti convenzionali sono denominati 'emblemi' e ricorrono al posto di interi enunciati. Ricordano le espressioni denominate 'interiezioni' in grammatica tradizionale (ahimè), che non si combinano in maniera sintatticamente governata con la frase ma introducono un'interpretazione indipendente. Le 'pantomime', cioè quei gesti che sostituiscono o completano la descrizione linguistica di eventi e stati di cose, ricorrono in maniera sequenziale con l'enunciato. I gesti non sono standardizzati, nel senso che presentano molta più variabilità di quanto non avvenga per le forme linguistiche (non vi è legame stretto tra la tipologia di gestire la lingua parlata). I gesti ricorrono solo

durante l'emissione di enunciati, coincidendo con la semantica e la pragmatica dell'enunciato stesso. L'eliminazione dei gesti aumenta la fiducia nei mezzi linguistici da parte dei decodificatori, anche se i gesti veicolano l'informazione più accuratamente e nel caso dei parlanti italiani più efficacemente. Solo un disturbo della concettualizzazione influenza negativamente anche la risposta dei gesti espressivi. Appare quindi più adeguata una soluzione che, pur prevedendo una corrispondenza di livello profondo tra semantica dei gesti e semantica della frase, separa i due processi. Un atto comunicativo include il riconoscimento dell'intenzionalità da parte dell'emittente e dell'interlocutore, ciò include anche i gesti che trasmettono significati (i gesti espressivi denotano eventi, relazioni e oggetti) anche se non soddisfano in maniera esplicita le proprietà della comunicazione intenzionale. 5.2.1 Le lingue deiLe Lingue dei Segni (LS) sono usate dai sordomuti e costituiscono un sostituto della comunicazione verbale. Presentano tipi di variazione non diversi da quelli delle lingue parlate. I segni, per quanto in parte iconici, hanno un rapporto arbitrario con il significato che trasmettono, della stessa natura che lega una sequenza fonica al significato. Le lingue dei segni sono soggette sia alla modalità di acquisizione delle lingue orali sia ai disturbi che interessano il linguaggio orale, come i disturbi specifici del linguaggio nel caso dei bambini e le afasia nel caso di danni cerebrali subiti da adulti. L'organizzazione interna delle lingue dei segni corrisponde alle caratteristiche fondamentali delle lingue naturali, cioè comprende un insieme di configurazioni manuale/facciali che combinandosi danno luogo a segni. Essi sono rappresentati dalle parole della lingua orale dotate approssimativamente con lo stesso significato. Il linguaggio dei segni ha proprietà e

Categoriemorfo-lessicali e sintattiche analoghe a quelle delle lingue orali: distinguono classi di segni (nomi, verbi, aggettivi e pronomi) identificabili per le loro caratteristiche visive e semantiche, trasmettono informazioni relative al contesto de discorso per mezzo di modificazioni sistematiche dellamorfologica’‘flessione (la forma di base viene modificata).

La combinazione dei segni in enunciati è governata da regole di combinazione che danno luogo a strutture interpretabili. I segni includono proprietà di tipo funzionale/relazionale, cioè proprietà flessive (nelle lingue orali sono gli articoli, preposizioni e flessioni).

Per quanto riguarda l’accordo tra argomenti e verbo, si distinguono tre classi verbali: verbi come CONOSCERE, che non modificano la loro forma citazione per esprimere gli argomenti, verbi come REGALARE/DARE, con due luoghi di articolazione argomentale, e verbi come CRESCERE, con un solo luogo di articolazione argomentale.

In questi casi il verbo seleziona punti di articolazione fissati condittico

Dettagli
A.A. 2018-2019
36 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ilariabrandolini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguaggio e comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Savoia Leonardo.