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Riassunto esame Letteratura per l'infanzia, prof. Giancane, libro consigliato Eroi di carta Pag. 1
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Possiamo anche ricordare una versione francese in cui Pinocchio vive una dimensione fantascientifica, vola su astri.

Rispettoso del testo è “Un burattino di nome Pinocchio” realizzato da Giuliano Cenci che ha cercato di penetrare a

fondo nel mondo collodiano,un mondo incantato, sottratto ai sentimenti e alle passioni realistiche, il cui fascino è

basato sulla dinamica ingentilita dalla fantasia. In questi anni sono state realizzate altre versioni teatrali, una romena

e una italiana la quale riesce a condensare in due ore l’opera collo diana mettendo in scena l’essenziale, con bella

musica e costumi sgargianti. Ne fuoriesce uno spettacolo dedicato esclusivamente ai bambini (mentre di solito le

opere teatrali di Pinocchio si rivolgono a bambini e adulti insieme, sconfinando nell’adultismo). Anche Carmelo Bene

ha rappresentato Pinocchio in maniera irriverente; c’è un’altra versione con particolari invenzioni, quella di Pinocchio

Bazaar portata in scena da Teatro dell’Elfo di Milano: qui Mastro Ciliegia addestra i giovani alla criminalità e

Pinocchio è il simbolo del diverso rispetto alla società in cui domina la logica del profitto. C’è poi Pinocchio alla corte

di Carlo Magno, con Pinocchio alla corte di Mangiafuoco, odiato dalle marionette e i pupi siciliani. Il miglior Pinocchio

è quello di Luigi Comencini ambientato nella Toscana sottoproletaria, fredda e povera, accentuando la realtà e

riducendo la fantasia: la povertà di Geppetto non è poetica ma drammatica perché è estremamente povero e la

fatina è la moglie morta di Geppetto. Un’altra versione è quella di Manfredi nella parte di Geppetto, Franchi e

Ingrassia la versione comica del gatto e la volpe che sono due saltimbanchi che appaiono ricorrendo ad ogni tipo di

astuzia, per la bravura della regia e del bambino che rappresentava Pinocchio.

Pinocchio è un libro che può essere valorizzato anche dal linguaggio dei fumetti: rapido susseguirsi delle azioni, i

colpi di scena, nuovi personaggi. Il primo in Italia è stato realizzato da Giobbe, in cui il disegno è essenziale, basato

solo su contorni senza ombre, lontanissimo dal primo illustratore dell’opera collodiana, ma alcune cose restano,

come l’evitare alcune scene di folla. Un’altra versione è quella di Jacovitti, nemico degli spazi vuoti: durante la

guerra egli disegnò la sua versione di Pinocchio senza utilizzare le vignette (vietate durante la guerra perché

espressione diretta della cultura americana), ma disegnando personaggi brutti, idioti, mettendoci così un po’ di

umorismo e caricature. Un’interpretazione diversa è quella di Rodari che non è una rilettura di Pinocchio ma un

invito al libro. Vi è ancora l’edizione della Mondadori che si rifà al Pinocchio disneyano e non collodiano, in cui

Mangiafuoco si chiama Stromboli e il paese dei balocchi “Isola dei divertimenti”(Disneyland); Pinocchio è un

pupazzo di carta. Nel 1953 Bonelli e l disegnatori si dedicano alla storia di Pinocchio, rappresentato come piccolo e

antipatico. Nei Classici a fumetti, Manca rappresenta Pinocchio dai movimenti sciolti, sino a sembrare un normale

bambino. Uno degli ultimi tentativi è Pinocchio Story del 1971 in cui echi disneyani snaturano il libro di Collodi e

Pinocchio sembra un bambino di gomma più che di legno. In altri casi Pinocchio è utilizzato per far passare

messaggi pubblicitari: una versione fu distribuita dal laboratorio farmaceutico di Milano, produttore della Magnesia

San Pellegrino che, tra una vignetta e l’altra, inseriva una vignetta pubblicitaria. Anche la politica, ovvero la

Democrazia Cristiana intitolò una campagna pubblicitaria “ Le disavventure di Pinocchio”. Pinocchio è aiutato dalla

fatina per votare per bene. Partì subito la replica dal Psi che distribuì un opuscolo in cui era rappresentato Pinocchio

come un bambino vero, che quindi aveva capito per chi votare, non più sottoforma di burattino. Pinocchio viene

utilizzato per le pubblicità dell’Olivetti, Roberta e della Lavazza ma anche in Russia per pubblicizzare l’acqua più

bevuta. Pinocchio viene strumentalizzato da tutti per la sua popolarità, però bisogna tener conto che è pur sempre

un pezzo di legno che non si lascia modellare dagli stereotipi della società, meno che mai si lascia strumentalizzare

dalla pornografia. C’è stato un caso in cui la strumentalizzazione di Pinocchio ha avuto una finalità seria: è stata

realizzata una falsa copertina di Pinocchio per mascherare un volume Hitleriano scritto da un ex ufficiale delle SS,

resoconto agghiacciante dei crimini commessi dal dittatore nazista. L’autore del trucco fu arrestato, come anche chi

era in possesso del libro.

Carlo Lorenzini che scelse lo pseudonimo di Collodi (nome del paese d’origine): suo padre era cuoco del feudatario

di Collodi. Era il primo di undici figli e non di certo uno scolaro modello, anzi impertinente e inquieto come afferma

nell’opera “Storie allegre”, in cui parla dello scimmiotto Pipì, intelligente, furbo e monello, molto simile a Pinocchio.

Uno scimmione assai

equilibrato dice a Pipì di non scimmiottare tanto gli uomini, altrimenti diventerà come loro e se ne pentirà

amaramente: gli dice quindi di restare sempre sé stesso. Una morale presente anche in Pinocchio, ma capovolta:

Pinocchio alla fine matura e diventa uomo, imparando a tenere sotto controllore pulsioni. Pipì un giorno cade nelle

acque di un fiume e viene salvato da un ragazzo, Pinocchio cresciuto. Collodi non lo dice esplicitamente ma molti

indizi portano a lui: ha un fazzoletto ala collo con una spilla d’oro ed una perla su cui è raffigurata una bambina dai

capelli turchini. Questo ragazzo lo accoglie ma poi infastidito dalle sue burle lo caccia, per poi pentirsene

chiedendosi cosa ne penserà la sua buona fata. Qui inizia l’andare e venire che è fondamentale in Pinocchio: Pipì

va via ma poi torna e di due si giurano amicizia eterna, ma poi va nuovamente via per poi ritornare e farsi un viaggio

con Pinocchio. Collodi era già famoso per altre opere come Minuzzolo e Giannettino: quest’ ultimo era un ragazzo

da capelli rossi, molto monello che non voleva studiare; venne affidato a Boccadoro e con lui iniziò a studiare dal

vero, studiando la Geografia girandosi l’Italia. Giannettino piaceva perché per la prima volta nei libri compariva un

bambino modello, studente somaro, e non più un o studioso e attento, come accadeva nei libri precedenti.

Minuzzolo ha i capelli biondi ed ha solo voglia di giocare. Collodi non se ne sta mai con le mani in mano: si arruola

nel Battaglione Toscano quando l’Italia dichiara guerra all’Austria, fonda un giornale satirico di politica, scrive altri

giornali e libri; è considerato coerente nei fatti e nelle idee, un tipo malinconico che ha trovato appagamento nel

vedere gli altri divertirsi; dopo aver divertito i grandi sceglie di divertire i piccoli, per poter fuggire dal suo essere

50enne, senza famiglia ormai e senza speranze per un Italia diversa.

RODARI

Rodari inserisce nella scrittura per ragazzi problemi, ideali, personaggi delle nuove classi emergenti: operai,

impiegati, studenti. Nel libro Cuore infatti egli propone una nuova immagine dell’infanzia, non più legata ai paradigmi

di serenità e disimpegno, ma luogo di nascita di una nuova e giusta coscienza nazionale. In tutte le tre classi sociali

l’infanzia gioca un ruolo importante per sé ed è strumento di trasformazione umana e sociale. La concezione del

bambino è più riflessa e legata all’ideologia: il bambino acquista un significato filosofico, parlare del bambino è

parlare dell’uomo possibile; sul bambino si giocano le sorti della trasformazione della società. Il bambino non è una

categoria immutabile, ma in movimento ed è essere attivo nel sociale che vive in un contesto storico e culturale

determinato (materialismo storico che salda assieme storia e natura, valori ideali e contesto socioculturale). Con la

sua ideologia Rodari rompe la tradizione narrativa piccolo-borghese, moralista, nazionalista diventando populista.

Fino al ’66 propone la società del dopoguerra profondamente mutata e una inedita interazione tra infanzia e società.

Rodari nei suo scritti come “Pioniere” e “La vita migliore” fa riferimenti e commenti, dando informazioni su quelli

argomenti che prima erano esclusi sui libri per bambini: il tema della guerra e della pace, della libertà, le cose e i

problemi del mondo. Rodari con la sua fantasia e al suo stile propone a chi scrive per ragazzi e si occupa di

letteratura per l’infanzia di rompere conformismi e vecchi moralismi di non aver paura di parlare di tutto, di temere di

sembrare di parte. Rodari cambia i protagonisti storici della lettera infantile italiana: nelle pagine irrompono

l’esperienza, le fantasie, le speranze, i sentimenti delle famiglie di lavoratori. Si tratta di una scelta umana e poetica,

ma anche di indirizzo ideologico nel senso di concezione del mondo. Rodari considera il bambino non un piccolo

uomo ma un essere a sé stante, con propri bisogni psichici e fisiologici, bisogni spirituali e sociali, esigenze tipiche e

individuali che interagiscono con lo svolgimento biopsichico, nel contesto familiare, ambientale,sociale e culturale.

Egli parte dalla coscienza dei tabù esistenti nella società riguardo al bambino. La nascita deve essere un atto

d’amore perché è solo così che anche il neonato ha diritti inalienabili e che si può impostare un dialogo tra adulti e

bambini. La condizione di non accettazione dei bambini, molto diffusa nella nostra società, mostra lo stato

d’alienazione dell’intera società: per questo molte opere di Rodari non appartengono solo alla letteratura per

l’infanzia ma alla letteratura per tutti, perché i temi svolti sono validi per tutte le età: i bambini, attraverso il senso

dell’humour, vengono formati a questi valori mentre gli adulti possono cogliervi anche altri significati e riferimenti, in

un percorso che collega l’ideologia alla favola, il tutto sempre dalla parte dei bambini. Rodari ha una visione del

mondo utopistica: i suoi scritti non si abbandonano quasi mai al gioco, all’invenzione e al paradosso, ma vi è sempre

l’insegnamento diretto ai bambini e agli adulti, a volte sottile, altre evidente. Di conseguenza il libro per l’infanzia non

può essere puro oggetto di consumo, divertimento fine a sé stesso: l’impegno, la moralità, la formazione umana

sono sempre in primo piano. Rosari però non si pone come precettore, ma si mette alla pari con i lettori. Il mondo di

Rodari è concreto quando si immerge nella favola ed anc

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
5 pagine
7 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Felistor95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Giancane Daniele.