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In "Ode To The West Wind" le tendenze declamatorie acquistano echi ieratici: il poeta omologa la
propria creazione all'impegno del vento d'autunno che prepara la rinascita primaverile. Significativi
sono stati anche i poemi "Prometheus Unbound" e "Adonais". Il primo tratta di una profezia di
liberazione intellettuale, in cui la rigenerazione universale risulta fondata sulla ribellione
intellettuale, sociale e morale; il secondo è un'elegia pastorale composta in morte di Keats, fatta di
versi duri contro i critici accusati di aver provocato la morte prematura dell'amico. Infine, in
"Defency of Poetry" esalta la supremazia dell'immaginazione sulla ragione. La poesia è per
Shelley la forma artistica in grado di sollevare il velo della "bellezza nascosta del mondo".
John Keats
Per Keats ciò che l'immaginazione afferra come bellezza deve essere verità. Conobbe Shelley
tramite Leigh Hunt e scoprì la traduzione elisabettiana di Omero che gli ispirò il primo sonetto "On
first looking into Chapman's Homer". Del 1819 sono le sei odi cui è consegnata la fama di Keats,
tra cui: "To a Nightingale" (è tra le più famose del poeta per la forza delle immagini pittoriche. Si
chiude con un dubbio che è quintessenza della visione romantica: "Was it a vision or a walking
dream? Fled is that music - Do I wake or sleep?") e "To a Grecian Urn". La dolorosa esperienza
dell'assistenza al fratello moribondo, la consapevolezza della propria fine conferiscono un
particolare contrasto tra: bellezza dell'arte e pena di vivere e caducità della vita è immortalità del
canto. La bellezza è l'unica fonte di verità (così come conclude Ode to a Grecian Urn, Nella "Ode
To Autumn" contrappone ai canti della primavera la musica autunnale per la sua stessa intrinseca
bellezza. Anche nei poemi narrativi la materia tradizionale romantica esce trasfigurata
nell'atmosfera di stanze giocate sul contrasto di sensazioni, mentre poco è lo spazio narrativo
ridotto alla solita storia di due amanti provenienti da famiglie rivali.
Lamb, Hazlitt, De Quincey
Charles Lamb lo ricordiamo per gli "Essays of Elia": capolavoro di leggerezza stilistica in cui, sotto
lo pseudonimo di Elia, l'autore narra ricordi infantili dal sapore onirico ed episodi di ordinaria
quotidianità con brio e delicatezza. Nulla tradisce i drammi che laceravano la sua vita privata
(impiegato della Compagnia delle Indie con a carico una sorella folle matricida insieme alla quale
compose "Tales from Shakespeare" trame shakespeariane rielaborate come racconti per l'infanzia.
William Hazlitt era alla costante ricerca di uno stile familiare sul ritmo della conversazione. Di lui
ricordiamo "My first Acquaintance with Poets" un memoriale relativo all'incontro con i poeti di prima
generazione romantica. Egli esalta i loro capolavori giovanili condannandone però le posizioni
reazionarie politiche (Wordsworth) e religiose (Coleridge).
Thomas De Quincey è noto per le "Confessions of an English Opium Eater" in cui offre una serie
di immagini allucinate che sembrano descrizioni di stati paranormali provocati dagli allucinogeni,
non solo, tenta inoltre interpretazioni freudiane "ante litteram" di quelle stesse visioni.
Scott, Austen, Mary Shelley
Walter Scott è il più popolare romanziere inglese, compositore di poemi narrativi a sfondo
medievaleggiante. Passò dalla poesia al romanzo quando il successo di Byron con Childe Harold
gli tolse il primato. Il suo più grande successo è "Ivanhoe". La sua importanza risiede nella
capacità di rielaborare a livello narrativo i più tipici valori romantici (il gusto per il paesaggio, il
recupero del passato, l'attenzione alle figure marginali e la scoperta di elementi folcloristici. Scott,
inoltre, è l'inventore del romanzo storico: egli crea narrando vicende intellettuali sullo sfondo di
grandi eventi storici. Il romanzo storico di Scott veicola un'estetica realistica che vede la letteratura
menzognera contrapposta alla storia. L'autore esprime un certo rammarico post-rivoluzionario
narrando un mondo in cui il denaro e i rapporti economici sono aboliti e l'eroismo è la più alta
espressione individuale in quanto somma delle differenze tra età eroiche ed età borghese. L'eroe
di Scott è un mediatore all'interno della crisi sociale. Accanto ai personaggio fittizi appaiono quindi
personaggi storici che comprendono le reazioni della massa e le mettono in relazione con gli
avvertimenti. Scott dimostra così una certa padronanza di linguaggio, abilità nell'uso dei dialetti e
maestria nella drammatizzazione. È considerato il primo tra i romanzieri occidentali.
Jane Austen: la sua genialità è stata subito compresa da Scott il quale recensì molto
positivamente la sua "Emma" (in cui la polemica anti-romantica trova la sua massima espressione
ed è giocato intorno a personaggi tratti in inganno dalle apparenze e dalla propria immaginazione)
al tempo ignorato dalla critica. Antiromantica ed augustea nello spirito esordì con una parodia del
gotico "Northanger Abbey". Si ricorda per il suo sguardo accurato alla realtà sociale e per il suo
linguaggio tale da rendere le sue "comedies of manners" autentici spaccati di vita morale del suo
tempo. Per Jane la scelta del marito è la più difficile e deve essere portata a termine non sulla
base del sentimentalismo e dell'amore romantico, ma secondo una scelta razionale che guarda
alla stima reciproca e all'interesse economico tanto che quest'ultimo occupa un posto d'onore nei
suoi scritti definendo la modernità della sua scrittura. Moderazione, dignità e ironia sono gli
elementi principali dei suoi romanzi, inoltre la Austen scrive solo di ciò che conosce e trova spazio
per descrivere tutte le questioni che agitano la vita quotidiana dei suoi simili. "Sense and
Sensibility" dimostra come per raggiungere la maturità in maniera di sentimenti occorre mitigare la
sensibilità romantica, mentre "Pride and Prejudice" sottolinea come le persone vadano giudicate di
là delle apparenze. Entrambi offrono insegnamenti dettati dal common sense, ma nel passaggio
dalla severità di Sense alla spensieratezza di Pride si manifesta un'evoluzione nella tecnica
narrativa. È in "Mansfield Park" che si rivela l'appartenenza della Austen al suo tempo: è la storia
di una donna che nel proprio immobilismo (dettato dall'innato conservatorismo dell'autrice) figura il
cambiamento della piccola società di campagna che rappresenta la spina dorsale dell'Inghilterra.
Appare come il primo romanzo ottocentesco in cui l'autore sostiene l'impresa coloniale britannica.
Importante è rilevare la tecnica del double talk attraverso cui crea equivoci e ambiguità.
Mery Shelley è la creatrice del più grande mito gotico di tutti i tempi: la creatura mostruosa che lo
scienziato Frankenstein assembla mettendo insieme pezzi di cadaveri. Frutto di una scommessa
letteraria proposta da Byron, racconta una sfida seguendo una macchinosa tecnica epistolare
attraverso la voce di tre narratori: un esploratore polare, lo scienziato Frankenstein e la sua
stessa creatura. Il tema che emerge è quello dell'uomo isolato che deve affrontare da solo le
insidie di un destino avverso. È una horror story of maternity in cui il tema della creazione si fa
inquietante rielaborazione narrativa di esperienze autobiografiche (orfana di madre, un figlio morto,
tre gravidanze, una sorellastra suicida e una abbandonata incinta da Byron). La Shelley rivoluzionò
la narrativa gotica attraverso il mito della nascita.
L'Età Vittoriana
Durante il regno della regina Vittoria l'Inghilterra si trasformò nella massima potenza imperiale
mondiale consolidando la ricchezza derivata dalla rivoluzione industriale e dall'espansione verso
nuove terre e nuovi mercati e mettendo a frutto le nuove scoperte scientifiche. Questi anni vedono
l'ascesa della classe media che portò all'esplosione del capitalismo e del libero mercato e nel
privato dell'appiattimento dei valori romantici (in letteratura vi è una censura dello spirito eroico del
romanticismo; Bowdler voleva riscrivere Shakespeare nel segno del decoro borghese e Dickens
sostituisce la passione col sentimentalismo familiare). Londra divenne la capitale del mondo
moderno, metafora di alienazione metropolitana. Alla soddisfazione dei traguardi raggiunti, però, si
sovrapponeva l'immagine di un universo senza Dio ed un certo senso di insicurezza e
provvisorietà. I movimenti femministi ponevano l'accento sulla condizione femminile vittoriana;
sindacalismo, socialismo e marxismo ponevano l'accento sulla situazione delle classi operaie.
Thomas Carlyle in Past and Present fece un'analisi dei mali della società capitalista proponendo
un ritorno al feudalesimo. Nel 1859 la pubblicazione di The Origins of Species di Charles Darwin
sconvolse il panorama scientifico, filosofico e religioso, ma già pochi anni prima elaborava la teoria
evoluzionistica affermando la non scientificità delle Sacre Scritture. Stuart Mill fece una riflessione
sulla subordinazione femminile nella società vittoriana, ma pur essendo così all'avanguardia, si
dimostra favorevole allo sfruttamento economico dei possedimenti coloniali che conferivano
autorità all'Inghilterra di quel tempo. Le colonie, nella narrativa, appaiono il regno delle possibilità
in cui vi si poteva trovare fortuna e migliori opportunità. A fine secolo, la reazione all'ipocrisia
borghese e al materialismo industriale si tradusse come rifiuto di qualsiasi intento morale all'opera
d'arte. Walter Pater ad esempio esortava a perseguire la bellezza fine a se stessa così come
anche Wilde nella sua propaganda all'estetismo e affermazione secondo cui la creazione artistica
è una bugia ben articolata.
Il Romanzo
Il romanzo vittoriano illustrò l'avanzata delle classi medie rivolgendosi ad esse nella ricerca di un
rapporto diretto con il pubblico, anche attraverso la pubblicazione seriale. In questo modo il
romanzo era costretto a sottostare alle leggi del mercato, gli autori dovevano tener conto delle
regole imposte dalle biblioteche che reclamavano opere passibili di esser lette ad alta voce la sera
davanti al capofamiglia ed in più, vivendo moltissimi autori della propria penne, si assistette ad una
forte inflazione letteraria. La letteratura divenne così strumento di controllo delle masse volto a
favorire l'alfabetizzazione, ma anche a conservarne l