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A LETTERATURA TRA LE DUE GUERRE

IL DADAISMO

Il movimento dadaista nasce a Zurigo nel 1916 durante la prima guerra mondiale con la fondazione del caffè

letterario Cabaret Voltaire. I protagonisti principali del movimento sono il poeta Tristan Tzara, il pittore Janco,

lo scultore e pittore Arp, lo scrittore e filosofo Hugo Ball, I francesi Picabia e Duchamp che entrano a far parte

del gruppo zurighese nel 1918 quando viene pubblicato il manifesto programmatico del dadaismo. Al Cabaret

Voltaire alcuni di questi artisti sono protagonisti di serate dedicate all'arte russa e francese, a canzoni, danze,

poemi simultanei, musiche negre. Tra le avanguardie storiche del primo Novecento il dadaismo è quello che

ha vita più breve, però il suo grande valore è quello di aver scardinato con la provocazione norme e valori

tradizionali e aver preparato il terreno per altre esperienze, quali per esempio il surrealismo.

IL SURREALISMO

Gli ultimi anni della prima guerra mondiale furono caratterizzati, in Francia, Germania, Svizzera e Stati Uniti,

dal movimento dadaista, cui aderirono giovani poeti e pittori in rivolta contro tutte le tradizionali forme

artistiche del passato. Attorno al 1923, alcuni membri di questo gruppo, guidati da André Breton, diedero

vita a un nuovo movimento che chiamarono, con un termine ideato da Apollinaire, Surrealismo. Leader e

portavoce del movimento fu Breton. Breton fu influenzato dalla lettura dell'interpretazione dei sogni di

Freud; dopo averlo letto arrivò alla conclusione che era inaccettabile il fatto che il sogno (e l'inconscio) avesse

avuto così poco spazio nella civiltà moderna e pensò quindi di fondare un nuovo movimento artistico e

letterario in cui il sogno e l'inconscio avessero un ruolo fondamentale. Nacque così il surrealismo. Il

surrealismo è quindi un automatismo psichico, ovvero quel processo in cui l'inconscio, quella parte di noi che

emerge durante i sogni, emerge anche quando siamo svegli e ci permette di associare libere parole, pensieri

e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati. Il pensiero surrealista si manifestò spesso come ribellione

alle convenzioni culturali e sociali.

Breton

André Breton è stato un poeta e critico francese. Fu tra i fondatori del movimento surrealista. Breton fu un

esponente di rilievo dell'avanguardia letteraria e artistica del primo dopoguerra, nata nel clima di generale

rifiuto della tradizione. Le sue teorie surrealiste furono influenzate dalla lettura delle opere di Sigmund Freud

e dagli esperimenti di scrittura automatica, ossia libera da ogni controllo razionale o da preoccupazioni

estetiche o morali. Il racconto Nadja, esempio di antiromanzo con riferimenti autobiografici, è considerato

la sua migliore opera narrativa accanto al più lirico e filosofico L'amore folle.

Aragon

Louis Aragon, passato dal dadaismo al surrealismo nel 1924, è stato anche autore di raccolte poetiche. Nel

1930, passato al comunismo, fu espulso dal movimento surrealista. Divenne famoso in patria e all'estero con

i romanzi Le campane di Basilea e Les beaux quartiers (I bei quartieri); tornò alla poesia in occasione

dell'occupazione tedesca della Francia nella seconda guerra mondiale.

Paul Eluard

Il surrealismo ebbe forse il suo maggiore poeta in Paul Eluard. Dopo un'iniziale esperienza dadaista, egli

elaborò un atteggiamento più distaccato, che si espresse nelle poesie di Les Necéssités de la vie et les

Conséquences des rêves (Le necessità della vita e le conseguenze dei sogni). Dopo la sua adesione al

movimento surrealista, Eluard scrisse poesie che esaltavano l'amore, inteso come parte di uno spirito

universale. 7

AI MARGINI DEL SURREALISMO

Fargue

Leon-Paul Fargue si distingue soprattutto per l'estrema musicalità delle sue poesie in versi o in prosa, per il

sottile umorismo e per la semplicità dei suoi componimenti poetici.

Max Jacob

Max Jacob fu un personaggio di spicco nella bohème letteraria dell'inizio di secolo. Amico di Picasso, di

Apollinaire e dei cubisti, era di origine ebraica, ma si convertì al cattolicesimo nel 1914. Nella sua scrittura,

caratterizzata da un singolare virtuosismo verbale, si mescolano realismo e fantasia, humour e misticismo.

La sua opera è considerata un collegamento tra il simbolismo e il surrealismo.

Jean Cocteau

Jean Cocteau fu un sostenitore dell'avanguardia in tutte le sue forme. Si cimentò con i più vari generi letterati

e artistici, dal balletto alla poesia, dal teatro al romanzo, dal cinema alla pittura, dando prova di un eclettismo

capace di utilizzare i registri del reale e del surreale e i più diversi mezzi di espressione. Tra le opere si

ricordano i romanzi Thomas l'imposteur e Les enfants terribles, lucida analisi del conflitto tra adolescenti e

adulti.

IL ROMANZO DEGLI “ANNI VENTI”

L'inizio del nuovo millennio è segnato da un ritorno a un romanzo di impianto tradizionale, anche se non

privo di contaminazioni e sperimentazioni. Si torna quindi al naturalismo e al romanzo realista. La maggior

parte dei narratori del dopoguerra saranno spesso dei romanzieri saggisti. Si ripresenta però il problema della

definizione del romanzo. In questo senso, gli scrittori del dopoguerra hanno il merito di aver fornito delle

soluzioni in proposito rispetto ai loro predecessori. In particolare, si cerca di distinguere il romanzo dai generi

vicini. A questo proposito, Gide stabilisce una distinzione tra "roman" e "recit". Il romanzo in questo periodo

tende inoltre a seguire l'esempio di James Joyce e del suo monologo interiore.

Il monologo interiore è una tecnica narrativa costituita da un discorso introspettivo che il personaggio fa,

appunto, tra sé e sé. Cambia anche la modalità del punto di vista all'interno del romanzo. Mentre prima il

punto di vista era generalmente quello del narratore onnisciente che analizzava il comportamento dei

personaggi mostrando la loro psicologia, ora la storia è presentata sia attraverso la coscienza del personaggio

centrale, sia attraverso al coscienza di un personaggio esterno. Altri autori, invece, optano per la

moltiplicazione del punto di vista: quello del narratore onnisciente, quello del protagonista e quello dei vari

personaggi.

IL ROMANZO DEGLI “ANNI TRENTA”

In questo periodo il pubblico del romanzo resta fondamentalmente borghese. Per la borghesia, invece, il

romanzo è sostanzialmente una letteratura di consumo che serve a nutrire la sua pigrizia spirituale. Il

romanzo degli anni Trenta riflette anche l'impegno personale dello scrittore. Ad esempio Malraux partecipa

alle rivoluzioni che scuotono il mondo, Aragon si iscrive al partito comunista mentre altri si avvicinano al

nascente fascismo.

IL ROMANZO “FIUME”

Per romanzo "fiume" si intende un traghettamento del vecchio verso il nuovo. Romanzi di questo tipo

saranno quelli di Maurice Du Gard, Romain Rolland, ecc. Questi tipi di romanzi erano una sorta di epopea di

certe famiglie francesi che avevano operato una ascesa sociale. Questo tipo di romanzo è importante perché

fa avvicinare alla lettura il pubblico borghese e lo mette di fronte a uno specchio del privato e del sociale.

Non è più solo il romanzo a decidere i personaggi e l'evolversi della storia, ma per la prima volta i romanzieri

si cimentano con una materia (quella del romanzo) che, sotto più punti di vista, gli riguarda molto da vicino.

Le loro storie saranno basate non su fatti di fantasia ma su eventi concreti. 8

IL SAPORE DELLA VITA: COLETTE, BERGANOS E MAURIAC (Caratteristiche comuni)

Colette, Mauriac e George Berganos saranno tutti e tre impegnati inizialmente nell'attività giornalistica e poi

nella scrittura. Li ricordiamo insieme perché tutti e tre sono stati bravi giornalisti ma anche attenti conoscitori

della coscienza umana. A differenza dei romanzi fiume che non si soffermarono sull'esistenza dell'uomo, al

centro dell'opera di questi tre autori ci sarà l'uomo e la sua esistenza. L'importanza di questi romanzieri è

quindi quella di aver dato voce alle problematiche umane e alle angosce e inquietudini di questo periodo.

Colette fa questa affermazione: "Io mi presto a tutto". Ciò vuoi dire che la sua sensibilità era aperta a qualsiasi

personaggio e a quant'altro potesse dare motivo di materia di romanzo. Colette è aperta alle problematiche

di tutti, indistintamente. In particolare, più di ogni altro scrittore, è stata proprio Colette la più sensibile al

mondo che stava cambiando. Con Colette i punti di vista sono diversi da quelli del romanzo ottocentesco, in

quanto i suoi romanzi si basano soprattutto sulle inquietudini dell'uomo e sul cambiamento esistenziale

determinato dai destini di quelle persone di cui, fino ad allora, non si era interessato nessuno. Colette, quindi,

insieme a Mauriac e Berganos sdogana alcune problematiche. Berganos, invece, scriverà un gran numero di

pamphlet dove accuserà in toni leggeri la sua classe, ovvero l'alta borghesia, mentre Colette illustrerà la classe

degli emarginati. Con i suoi romanzi Colette dà voce a un nuovo ruolo della donna nella famiglia e nel sociale,

e inoltre avrà il coraggio di mettere i lettori di fronte a realtà che fino ad allora si era preferito ignorare. Allo

stesso modo, Colette ha cominciato a dare origine all'anticonformismo, in quanto non ha avuto paura di

andare contro la sua classe sociale. II pregio di questi tre scrittori è quello di aver dato voce a tematiche che

non erano mai state trattate fino a quel momento e questo può essere spiegato probabilmente per via della

loro comune attività giornalistica, grazie alla quale avevano potuto approfondire queste realtà. Di

conseguenza, si assisterà a un cambiamento radicale del romanzo francese, sia nella forma che nella

sostanza, nel contenuto e nel rapporto con i lettori. Anche Berganos era un romanziere per versi "scomodo",

inoltre, insieme a Mauriac era un profondo cattolico. Entrambi furono attenti conoscitori dell'uomo.

ROMANZIERI CATTOLICI

MAURIAC (1885-1970)

François Mauriac è stato uno scrittore e giornalista francese, premio Nobel per la letteratura nel 1952; fu

anche membro dell'Académie française, giornalista e critico letterario per Le Figaro e decorato con la Legion

d'onore. Di famiglia borghese ricca e conservatrice, orfano di padre, François Mauriac viene allevato dalla

madre nella più stretta osservanza cattolica. Egli è autore di un gran numero di romanzi, saggi, diari e amava

autodefinirsi "un cattolico che scrive". Al centro dell'opera di Mauriac c'è il cattolicesimo e il moralismo: egli

critica il grigio mondo borghese in nome

Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
16 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Valja di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Fiore Ester.