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RIMBAUD
La sua attività poetica comincia nella fanciullezza e s'interrompe dopo quattro anni. Poi andò nel vicino oriente e
nell'Africa centrale. Nel primo periodo vi è una poesia non ermetica e dal 1871 la poesia diventa oscura e 3
esoterica. La sua poesia è da intendersi come la realizzazione di quegli abbozzi teorici di B. Le tensioni non risolte
dei Fleurs du mal diventano dissonanze assolute, i temi presentano molte fratture e si intrecciano confusamente.
Dal 1871 non produce più trame di senso compiuto ma frammenti, linee spezzate, immagini irreali.L'atto lirico si
sposta sempre di più dall'espressione contenutistica in un modo di vedere dittatoriale e quindi in un'insolita tecnica
dell'espressione. Questa tecnica non ha più bisogno di frantumare l'ordine sintattico, a R basta stendere i contenuti
caotici in periodi semplici e primitivi. L'effetto è di disorientamento. È una poesia oscura che dal mondo
spiegabile del pensiero scientifico fugge nel mondo enigmatico della fantasia.R può ancor meno di B essere
interpretato come cristiano, anche se la sua poesia racchiude forze che sono imparentate all'estasi religiosa.
Nel 1871 R scrisse due lettere in cui abbozzò il programma della poesia del futuro. Il programma coincide con la
seconda fase della sua poesia. Sono chiamate lettere del veggente. Il tema di veggente fu affrontato da Platone e
Montaigne, ma R da questo pensiero una svolta moderna: la meta della poesia è giungere nell'ignoto, scrutare
l'invisibile, udire l'inaudito. In R come in B l'ignoto resta privo di contenuto. Lo sguardo poetico penetra
attraverso la realtà frantumata fin nel vuoto mistero. Il soggetto vero di questo sguardo non è l’ io empirico, L'io
sprofonda verso il basso e viene disarmato da strati profondi collettivi (l'anima universale).
La poesia comincia a farsi offrire dal caos dell'inconscio nuove esperienze, che la materia del mondo non concede
più. I surrealisti vedono R come un loro antenato. L'autodisarmarsi dell’io deve essere raggiunto mediante un atto
diretto da volontà e intelligenza. L'esecuzione di esso consiste nel disordine di tutti i sensi.
Lo stimolo poetico viene messo in moto con l'autolesione, col volontario imbruttimento dell'anima. La poesia che
nasce da tali operazioni si chiama nuova lingua o lingua universale. Il suo valore supremo è costituito dalla
musica, che desta eccitazione.
Egli esprime un odio per la tradizione. Il mito viene degradato mediante il collegamento a ciò che è ordinario.
Attacca la tradizione, la bellezza, il suo attacco è mosso per sfogare una tendenza alla deformazione che imprime
sulle bruttezze la forza di una logica stilistica. In uno R vi è un duplice rapporto con la modernità: da un lato
avversione per il progresso scientifico, dall'altra attaccamento alla modernità perché portatrice di nuove esperienze
la cui tenebrosità esigono una poesia dura e nera. Nelle poesie dedicate alla città egli canta con un ammasso di
immagini incoerenti, la città della fantasia o del futuro, superando tutti i tempi e sconvolgendo ogni ordine
spaziale. Il loro senso è riposto nella loro stessa confusione.
R si rivolta contro il cristianesimo ma poi capirà di non poter sfuggire all'eredità cristiana. I componimenti della
prima fase contengono attacchi più aperti e sfociano in una decomposizione dell'anima cristiana. In Une saison en
enfer è contenuta l'ultima parola di R sul cristianesimo. Il testo consta di sette grandi passi in prosa. La sua lingua
presenta movimenti molteplici, senza formule di passaggio, avvii che iniziano un'espressione senza condurla a
termine, domande che non ricevono risposta, e in mezzo a tutto ciò la folle melodia, magica e inquietante, dei
periodi. Dal punto di vista del contenuto l'opera è una revisione di tutte le fasi precedenti di R. E tuttavia questa
revisione lo porta a respingere fasi passate, ne risulta uno sconcertante andirivieni: ciò che ha amato ora lo odia, di
nuovo lo ama, poi lo riodia. Solo la fine trascina tutto nell’addio ad ogni esistenza spirituale. L'eccitazione diventa
smorfia, è insieme attaccare e cadere. Essere nell'inferno significa per lui proprio questo. Nel testo aleggia la
domanda se lo smarrimento del mondo moderno, come quello della propria interiorità, non sia un perverso destino
cristiano. Il secondo motivo fondamentale nel testo è quello di lasciare il continente, fuggire dalla pazzia
dell'Occidente. Il maggiore ostacolo è per lui l'eredità cristiana, che non bastava alla sua sconfinata sete del sovra
reale e che gli appariva ristretta come ogni cosa terrena.B poteva fare della sua dannazione un sistema, con R
diventa caos e infine silenzio.
Come in B l’io, nelle poesie di R, sparisce, portando all'accelerazione del processo di disumanizzazione. L’Io del
poeta può assumere tutte le maschere, estendersi a tutti i modi di esistenza, a tutti i tempi e popoli. C'è quasi
sempre fantasia e non autobiografia. C'è distacco del soggetto poetico dell'io empirico. Si percepisce una
indefinibile intensità. Il tutto va in una vertigine dell'indeterminato. I sentimenti come noi li intendiamo sono
liberati dei normali lineamenti della vita sentimentale. Quando egli parla di uomini essi appaiono come stranieri
senza patria o come maschere. L'eventuale commozione del cuore resta esclusa.
Le poesie sono spesso enigmi che non possono essere decifrate ne con l’aiuto del titolo ne dei contenuti. Fame e
sete sono due termini che ricorrono spesso, per sottolineare l’inappagabilità.
Quando scrisse la poesia Le bateau ivre non conosceva quei mari e paesaggi esotici di cui parla. Sfocia nella
distruttiva libertà di un uomo solitario e naufrago. Vi è un’elevazione del limitato tramite l’illimitato. Protagonista
degli avvenimenti è il battello. Quanto più estranee e irreali diventano le immagini, tanto più sensibile diventa il
loro linguaggio. Usa la tecnica poetica che costruisce il testo esclusivamente come metafora assoluta, non
parlando mai dell’io simboleggiato dal battello. La metafora non è piu strumento di comparazione ma diviene
identità. La poesia è un atto di dilatazione che porta in alcuni momenti a una caotica esplosione. La
rappresentazione comincia con una certa calma, dapprima solo per lasciarsi andare nella corrente, ma questa
calma era preceduta da un urto: il battello non si preoccupa più del suo equipaggio ucciso in riva. Poi
improvvisamente tutto si sfascia, il galleggiare secondo corrente diventa una danza nella tempesta, passando via 4
dinanzi a tutte le terre. C'è putrefazione, pericoli, segni di morte, finché arriva la svolta: la nostalgia per l'Europa.
Ma la nostalgia non conduce più in nessuna patria. Il battello ha respirato le lontananze dei mari e delle stelle e sa
di essere viziato per la meschinità dell'Europa. Come nella tranquillità dell'inizio l'urto era già stato assorbito, così
nella stanca tranquillità della chiusa è assorbita l’espansione annientatrice delle strofe precedenti. E’ la tranquillità
del non poterne più, del naufragio nello sconfinato, dell'inettitudine per ciò che illimitato. La struttura periodica è
molto semplice. L'esplosione avviene non nella sintassi ma nella rappresentazione. Le immagini sono incoerenti
tra loro. La dinamica della poesia consente alle immagini di presentarsi incoerentemente poiché sono soltanto
veicoli dei movimenti autonomi, che procedono in tre atti: ripulsione e rivolta, fuga nel sovradimensionale e
sprofondamento nella quiete dell’annientamento.
La poesia ha sempre avuto la libertà di spostare e riordinare il reale, quelle trasformazioni tengono però conto, chi
più chi meno, di rapporti oggettivamente esistenti. Da R in poi la lirica non si cura più di tener conto di queste
cose. Essa si preoccupa sempre meno del rapporto delle parti del discorso fra di loro e del loro ordine di valore nel
discorso stesso. L'ignoto ambito da R non può essere riempito dalla fede, dalla filosofia, è il polo di una tensione
la quale, poiché il polo è vuoto, si ripercuote sulla realtà. Questa realtà distrutta costituisce il segno caotico che
indica l'insufficienza del reale e l'irraggiungibilità dell'ignoto. La realtà passa attraverso una dilatazione, uno
smembramento, abbrutimento, ad un grado tale che essa viene ad essere un passaggio dell’irreale. Tra gli elementi
primordiali del mondo concreto di R sono l'acqua e il vento. Le tempeste spezzano ogni ordine temporale e
spaziale.
Vi sono nelle sue poesie dei passi belli, poco dopo altri brutti. Bello e brutto non sono più valori ma stimoli
opposti. La loro differenza oggettiva è accantonata, come la differenza tra vero e falso. Lo stretto accostamento
del bello e del brutto produce una dinamica di contrasto. Nella poesia precedente la bruttezza era prevalentemente
il segno burlesco o polemico per indicare inferiorità morale. Il brutto diventa poi dal XVIII secolo interessante
nella sua intensità e espressività. In R assume il compito di servire a un’energia sensitiva che aspira alla più
violenta deformazione del reale sensibile. Il brutto produce inoltre una drammaticità tra lettore e testo. La
bruttezza non è copiata dalla realtà, ma ne è prodotta.Anche in B c’è il brutto, ma è sempre moderato in se stesso e
coordinato in spazio, tempo, effetto. In R non ci sono orientamenti, (differenza poesia Les Assis di R e Les 7
viellards di B).
L’immagine evocata non rinvia più alla realtà ma costringe lo sguardo a fissare l’atto stesso che l’ha prodotta. È
l’atto di una fantasia dittatoriale. Siamo in un mondo la cui realtà esiste solo nella lingua.
La fantasia dittatoriale non procede osservando e descrivendo ma con una libertà creativa illimitata. Il mondo
reale si scinde per imposizione di un soggetto che non vuole ricevere i suoi contenuti ma li vuole creare da sé. La
fantasia dittatoriale sconvolge l'ordine spaziale, combina le cose più distanti tra loro- il sensoriale con
l'immaginario- tinge di colori irreali, pluralizza cose che esistono solo al singolare. Le cose vengono così
intensificate e sottratte alla reale.
Les illuminations, letteralmente rischiaramenti, ma il titolo non giova alla comprensione del testo. La tematica
oscilla tra un guardare indietro e un guardare in avanti, tra l'odio e la gioia, la profezia e la rinuncia. Cose distanti
si incontrano, cose unite si scostano fino a perdere ogni contatto. I testi sono frammenti, scheg