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I capelli sono il corpo che toccando se stesso fa nascere in ella la consapevolezza del potenziale erotico racchiuso
nella sua fisicità e quindi il timore di un possibile incontro. La poetica nuovissima si prolunga in Monologue d'un
faune 1865 che ci proietta nel calore di una mediterranea sensualità pagana, un dormiveglia della coscienza che si
abbandona alle proprie fantasie come se fossero reali. Se in Herodiade il sesso fa paura, qui è sintesi vitale. Nel
poema un fauno dice che vuole perpetuare le ninfe, egli con il suo flauto è metafora dell'artista, e la sua musica
potranno rendere durevole nel tempo quell'incontro erotico.
Crisi e spersonalizzazione della poesia: Con la stesura nel 1866 dell' Overture ancienne d'Herodiade fece un
passo ulteriore verso una più compiuta definizione della sua poetica. Il brano tratteggia lo scenario del dramma
evocando elementi esteriori come il castello, i vestiti.. mediante una fitta serie di suggestioni legate al ritmo e alla
sonorità delle parole. Il frammento doveva rappresentare un overture musicale e procurare al lettore l'impressione
di un incantesimo, di una magia. M scardina la sintassi attraverso l'inversione tra soggetto e predicato, nella
ripetizione ossessiva di alcuni termini o sonorità. Trionfa l'ellisse, cioè la soppressione di ogni elemento che possa
orientare il lettore nel tempo nello spazio. Sul piano lessicale ci sono parole inconsuete e metaforiche. La frase
diventa talmente ardua da divenire una sorta di enigma che elude l'intelligenza. Dall'esperienza di scrittura
dell'Overture ancienne d'Herodiade nasce una crisi intellettuale che dura fino al 1871 a causa della fatica insita nel
perseguire un disegno così ambizioso. Nel 1860 si interessa alla filosofia di Hegel da cui ne scaturisce il pensiero
di una sorta di autocoscienza dell'attività poetica, in quanto la poesia moderna non può nascere se non dopo aver
compiuto una riflessione totale su se stessa. Lo scrittore deve interrogarsi come dinanzi a un metaforico specchio
per cogliere il divenire entro cui si colloca il suo difficile compito. Da qui prende l'avvio un processo di
spersonalizzazione che consiste nell'eliminare dall'opera qualsiasi riferimento alla verità soggettiva dell'autore. Il
poème diviene un oggetto che una volta costruito risulterà del tutto indipendente dal suo creatore. Il linguaggio è
così restituito a se stesso, alla forza comunicativa insita nelle parole, cancellando ogni traccia di soggettivismo. Le
parole non esprimono più un'idea o un concetto che le precede, ma puntano a innescare autonomamente una fitta
rete associativa che procura un effetto quasi ipnotico (vedere poesia con rima in yx). L'atmosfera notturna e
misteriosa del sonetto in yx torna in un racconto incompiuto del 1869 Igitur: in entrambi i casi la scena si svolge a
mezzanotte in un interno, il centro del quadro è percorso da un fremito di un pensiero che attraversa mobili oggetti
alla ricerca di risposte impossibili da trovare. Igitur è il nome del protagonista, ma la congiunzione latina ha lo
scopo di designare un eroe ridotto a una pura e impersonale tensione intellettuale. Il suicidio appare a Igitur l'unica
risorsa suprema, l'unica possibilità razionale per eliminare il caso. È proprio il caso infatti ciò che per M
contraddistingue in senso negativo l'esistenza. È il caso che determina gli incontri, le unioni, le nascite, i lutti e le
separazioni. Abolire il caso vuol dire purificarsi dall'insensato, per questo nella creazione poetica deve essere
bandito tutto ciò che appartiene alla vicenda personale e la poesia lirica non è più ammissibile. Nella concezione
del Livre l'opera suprema vagheggiata per molti anni, il caso è stato eliminato grazie una struttura ispirata alla
matematica.
L’opera pura: In Crise de vers 1897 sancisce la scomparsa del poeta, in quanto la poesia può aspirare all'assoluto
e cogliere i nessi segreti fra le cose (le corrispondenze baudeleriane) solo a patto di sganciarsi dall'esistenza
individuale dello scrittore. La parola fiore non avrà più la funzione di riferirsi all'oggetto reale ma diverrà nozione
pura. L'opera pura nasce da uno scarto estremo fra lingua poetica e lingua d'uso. M oppone alle parole della tribù,
consumate dall'uso quotidiano, l'esigenza di uno Stato essenziale della parola. Gli oggetti evocati non hanno
bisogno di esistere nella realtà per suscitare un'impressione di sconcerto nel lettore. Per questo M ricorre spesso
alla negazione grammaticale oppure al verbo abolir: ciò che viene negato, abolito, è automaticamente reso assente.
Ma è proprio grazie questa sparizione o assenza che si attiva il pensiero del lettore. Nelle poesie più tarde
sopprime la punteggiatura per aumentare ulteriormente l'ambiguità della frase. Poco prima di morire riprende il
progetto di Igitur in cui confluisce il tema del caso, la sintassi nuova, l'elogio dello spazio bianco della pagina, la
poesia come musica, e a cui darà il nome Un coup de dés jamais n'abolira le hasard. L'opera è un incontro fra
scrittura e visione, quasi uno spartito musicale in cui le parole sono disposte sullo spazio di entrambe le pagine a
comporre filamenti e piccoli gruppi.
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Valery:prima produzione, crisi di Genova: Ebbe come maestri Mallarmè, Baudelaire e Poe. Come M da
giovane subì il fascino del Parnasse e nutrì un grande rispetto per la tradizione poetica francese: sia a livello
formale per cui non praticò mai il verso libero, sia a livello di temi prediligendo immagini tratte dalla classicità e
del mondo pagano. In Valery però non troviamo la medesima ambizione che aveva posseduto M nel riferirsi al
Livre, opera suprema e inattingibile,o più in generale, a una pratica della letteratura come ricerca dell'assoluto. Per
V la poesia non può essere la chiave per comprendere l'universo e le ragioni della presenza dell'uomo sulla terra.
Egli si distanzia dal simbolismo poiché per lui non esiste una verità nascosta da poter rivelare attraverso la poesia.
Il mondo naturale, il piano dei fenomeni è di per sé fonte di enormi ricchezze per il poeta. La poesia ai suoi occhi
è fatta di parole che, mediante particolari combinazioni, possono si riferirsi alla realtà sensibile, senza tuttavia
penetrarla né rivelarne l'essenza.V si distanzia dal Parnasse già verso il 1890, l'incontro che ebbe nel 1891 con M
era quindi all'insegna di un'affinità elettiva. Se un'influenza parnassiana rimane percepibile al livello di temi e
immagini, è l'eco di M, l'idea di una parola rarefatta e allusiva a contrassegnare la sua prima produzione che darà
vita all' Album de vers anciens pubblicato nel 1920. Si nota l'influenza dello stile di Herodiade o del Faune. Egli
era contagiato da una concezione della poesia come attività a cui consacrarsi come fosse una vocazione spirituale.
La notte tra il 4 e 5 ottobre 1892 vi è la cosiddetta crisi di Genova innescata da una delusione sentimentale che
provocò un mutamento radicale nel suo approccio con la letteratura. Vi fu poi un lungo silenzio che sarà interrotto
solo nel 1917 con la pubblicazione del poemetto La jeune parque. A partire da quella notte decise di intraprendere
una battaglia intellettuale contro tutto ciò che sfugge al dominio della ragione e rischia pertanto di trascinare
l'uomo verso l'irrazionalità e la fede. Tra le cose vaghe, tra gli idoli da rifiutare vi è principalmente l'amore e la
poesia, così come tutto ciò che appartiene alla metafisica: le domande cui è impossibile rispondere, le idee che
riposano su assunti indimostrabili, la spiritualità. Vuole soprattutto contrastare l'aspetto emotivo e sentimentale
che spesso guida l'artista.
Il metodo di Leonardo e il silenzio poetico: Negli anni tra il 1893-94 trasformò la sua attività poetica in
un'attività di prosatore-saggista puntando l'attenzione su Leonardo da Vinci, artista dall'atteggiamento disincantato
nei confronti dell'arte. Egli aspira a uno scrivere lucido, freddo, libero da condizionamenti esterni all'opera,
Leonardo era quindi un personaggio da imitare. Lo studio, la disciplina nello scomporre e ricomporre gli elementi
di un problema, questa è per V la strada che l'intelligenza deve seguire. Egli è affascinato dal modo in cui
Leonardo si rapporta al mondo naturale. Leonardo mostra infatti di avere un profondo senso di familiarità con le
cose della natura, fondato sull'osservazione delle peculiarità e delle differenze reciproche. Da questo lavoro di
analisi e dallo studio di un universo disseminato di linee rette, curve e di intersezioni, discende una logica al cui
centro sta l'idea stessa di forma. Tale concetto, secondo cui l'immaginazione opera razionalmente sulla scorta di
quanto esiste in natura, fu fondamentale per V. Grazie a questo metodo l'artista non rischia di perdere contatto col
mondo reale nel momento stesso in cui si accinge a costruire un oggetto irreale quale la poesia. Negli ultimi anni
dell'ottocento s'interessa a tutto fuorché la letteratura (matematica, logica..) lavorando nelle prime ore del mattino,
quando l'intelligenza è più vigile ma non ha ancora perso del tutto contatto con il sogno, tema svolto nella poesia
Aurore (raccolta charmes). Di queste meditazioni mattinali abbiamo testimonianza nei Cahiers, gli appunti che
redasse lungo tutta la vita. Il tema della coscienza è inteso come facoltà umana che mentre ci pone in contatto col
mondo esterno al tempo stesso che permette di osservare noi stessi, tema del racconto La soirée avec monsieur
Teste. Il protagonista è insieme testimone di ciò che gli accade intorno e padrone dei meccanismi della sua vita
mentale, la sua coscienza può dirsi pura perché senza desideri e passioni. La morte di M fu per lui un evento
traumatico perché non solo veniva a mancare il maestro e l'amico, ma anche il polo opposto di una dialettica
intellettuale che era stata decisiva per la sua formazione.
Il ritorno alla poesia: Intorno al 1912 decide di ripubblicare i suoi versi giovanili con qualche correzione e pensò
di aggiungere un nuovo componimento come una sorta di addio a quei giochi dell'adolescenza, comincia a
scrivere La jeune parque. Utilizza gli alessandrini imponendo a se stesso costrizioni severe sul piano metrico e
lessicale in quanto si ritiene interessato solo alla ricerca in senso formale, ma in realtà il tema del poemetto
coincide con le ricerche di tanti anni. Dietro la figura evanescente della protagonista vi è l'allegoria della
coscienza che appare viva, che si sdoppia,