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Capitolo 3 TIPI DEL PARLARE (E DEL NARRARE) IN TELEVISIONE.

Le diverse declinazioni delle componenti del quadro comunicativo e partecipativo di un format

vanno a formare differenti tipi di talk show che Isabella Pezzini classifica a partire dal tipo

conversazionale dominante, definito dal dizionario italiano Devoto Oli che permette di distinguere

alcuni elementi:

• conversazione: colloquio amichevole o familiare diretto a un pubblico;

• discussione: esame approfondito di una questione da parte di due o più persone;

• dibattito: pubblica discussione su argomenti prestabiliti;

• colloquio: scambio di idee e opinioni con fine di raggiungere un accordo;

• incontro: relazione casuale o volontaria di avvicinamento e contatto;

• intervista: colloquio tra una persona ritenuta importante e un giornalista.

Maria Luisa Bionda e Alberto Burlot analizzano la struttura di un programma in una griglia

attraverso:

- l’individuazione di tre grandi snodi strutturali: incipit, sviluppo del corpo del testo e

conclusione del programma;

- l’assunzione di centralità del conduttore;

- il quadro comunicativo costruito dal setting dello studio;

- il quadro partecipativo costruito dal sistema di premi e sanzioni riguardanti la performanza

dell’ospite da parte del conduttore.

Dall’incrocio di questa griglia con i tipi di talk show individuati da Pezzini emerge la possibilità di

identificare un modello analitico comune. In questo modello i due nodi strutturali ossia incipit e

sviluppo risultano sovradimensionati, il primo rappresenta il momento in cui il talk emerge

attraverso il setting e lo statuto dei partecipanti, il secondo sviluppa l’interazione tra conduttore e

ospiti e ospiti tra loro. Il terzo nodo strutturale riguarda il ruolo del conduttore e il modo di costituire

la conclusione.

I talk appartenenti al tipo incontro/conversazione marcano la propria natura di immediatezza e

informalità svolgendosi in setting che riproducono un salotto. Può essere un salotto borghese

sovraccarico di oggetti di scena come Tappeto volante, issue oriented format condotto da Luciano

Rispoli dal ’93 al 2009 o il salotto stilizzato posto al centro di una scena teatrale del Maurizio

Costanzo Show.

Il quadro temporale “esterno” della trasmissione è inserito in fascia tardo pomeridiana o prima o

seconda serata, quello “interno” è il tempo della discussione distesa e libera.

La conduzione è in tutti i casi forte; scopo della conversazione è parlare e intrattenere.

In Porta a Porta l’incipit sottolinea la centralità delle capacità spettacolari del mezzo televisivo, la

loro superiorità rispetto alla politica. Infatti la presenza degli elementi che introducono il conduttore

è legata all’ambiente televisivo e giornalistico e Vespa è il massimo rappresentante della

trasmissione, è ospitale e lascia le domande ai giornalisti; il modello narrativo prevede un

confronto tra protagonista e antagonisti e la decisione del pubblico (voto).

Porta a porta innalza l’importanza della performance televisiva del politico al di sopra del piano dei

contenuti da esso veicolati.

I talk appartenenti al tipo “faccia a faccia” innanzitutto hanno una componente polemica; le due

figure possono avere ruoli complementari , invece in Italia il conduttore ha una funzione mediatoria

perchè gestisce l’incontro facendo domande per salvare il patto comunicativo.

Qui lo studio è asettico e il quadro temporale presenta un forte effetto-diretta. Le scelte di regia

hanno grande importanza. In Funari leader la telecamera ha come soggetti preferiti il conduttore e

l’ospite mentre gli altri ospiti sono in un punto imprecisato.

Mixer è caratterizzato dalla compresenza nell’inquadratura di intervistatore, intervistato e della

gigantografia di quest’ultimo alle loro spalle.

Il fatto di Enzo Biagi ricerca l’oggettività attraverso una sorta di sparizione della figura

dell’intervistatore di cui è presente solo la voce.

Lo scopo della trasmissione è offrire allo spettatore informazione e verità, la caratterizzazione di

Mixer è di macchina della verità in ogni elemento e qui il conduttore rappresenta una guida. A

livello visivo la sua presenza non è magnificata, l’attenzione è rivolta più all’ospite.

Simile ma più personalizzato è Linea3 dove Lucia Annunziata esplicita un forte legame con la carta

stampata fin dall’incipit: il titolo in sovrimpressione è sfogliato come una pagina di giornale; una

macchina della verità che funziona grazie al lavoro della redazione; lo studio stesso sembra una

redazione. La conduttrice rappresenta l’occhio indagatore della trasmissione ai politici fornendo

informazioni che sono il lavoro della redazione.

Nonostante la connotazione fortemente agonistica del talk “faccia a faccia” è nel tipo dibattito che

avvengono le maggiori mutazioni individuate dalla Pezzini.

Il quadro comunicativo genera spettacolarità non solo nel richiamare luoghi reali come la piazza e

quindi stili conversazionali non regolati, ma anche introducendo diverse gerarchie di partecipanti

ratificati, fisicamente dislocati a distanze diverse dal centro dell’attenzione.

Le gradinate de Il Rosso e il Nero rendono possibile al conduttore di introdurre nel dibattito gli

spettatori; l’emiciclo a più livelli de Il Raggio Verde disloca gli ospiti su piani diversi a seconda del

luogo a loro riservato. Il quadro partecipativo è animato dalle diverse gerarchie attribuite agli ospiti,

dall’uso della diretta, dalla scelta del moderatore di assumere un ruolo d’opinione.

Questo descrive meglio i programmi di Santoro, ne Il Rosso e il Nero l’elemento della diretta viene

sfruttato per alimentare il dibattito come anche in Moby Dick, atmosfere che servono a coinvolgere

lo spettatore.

Qui il conduttore assume un ruolo autoriale e di orientamento delle opinioni. Le informazioni offerte

agli spettatori servono per situare l’argomento e formare l’opinione. Questo modello degenera

spesso in un dibattito esacerbato tra parti avverse, che è uno degli elementi del giornalismo

spettacolo.

I tre tipi di talk show che hanno rappresentato la telepolitica nel ’96 sono variati dopo la Seconda

Repubblica.

Per la campagna elettorale del 2001 un gruppo di ricerca con a capo Paolo Mancini nota che

persistono il salotto e la piazza. Cinque anni di legislatura non hanno cambiato molto il salotto di

Vespa; puntata simbolo della campagna è quella dell’8 maggio. Per la firma del Contratto con gli

italiani, Vespa snatura il setting portando al centro la scrivania su cui Berlusconi prende posto.

Un media event costruito con cura, annunciato per tempo in modo da suscitare la funzione di

traino dei telegiornali del tardo pomeriggio e della sera.

Nella piazza di Santoro invece il setting è stravolto e il conduttore deve compiere più movimenti

per coinvolgere il pubblico nel dibattito; l’importanza degli ospiti è data dalla posizione che questi

assumono più o meno vicini al centro della scena; ci sono riferimenti multimediali altamente

tecnologici; la presenza di Marco Travaglio e la presenza di un’orchestrina. Si usano anche mezzi

tradizionali come il telefono, con una telefonata divenne media event la puntata 16 marzo 2001 in

cui Berlusconi si difese da Di Pietro.

Persiste il modello faccia a faccia, dell’intervista tra giornalista e politico ne Il Fatto di Enzo Biagi.

La trasmissione è fondata sul carisma del suo conduttore; egli lancia l’ospite e nel corso

dell’intervista lo scambio è rilassato ma serrato.

La “grigezza” della trasmissione è animata dalle occasionali interviste a grandi uomini di spettacolo

come Alberto Sordi o grandi firme del giornalismo come Indro Montanelli. In questi casi Biagi

cambia radicalmente il setting trasferendosi in un ambiente domestico e riservato.

Durante la campagna elettorale del 2006 la crisi del giornalismo tocca il punto più alto; l’incontro-

scontro tra Berlusconi e Lucia Annunziata segna la rottura del patto di mediazione. Nel 2005

Annunziata lancia infatti un nuovo format basato sull’intervista profonda. La gestione

dell’interazione è a tratti conflittuale per far emergere un orientamento valido per lo spettatore non

attenendosi alle issues proprie della campagna elettorale, ma nella puntata del 2006 in cui

Berlusconi abbandona lo studio perché non sottostà al fuoco di domande, emerge chiaramente

che questo tipo di intervista non è più congeniale.

Il faccia a faccia decede a favore del salotto e dell’arena. Porta a porta non cambia neanche

quando Matrix lo guida Mentana, i due programmi scelgono di non competere ma di essere

complementari.

In questo scenario la novità è rappresentata da Ballarò, arena di Giovanni Floris ( il nuovo

conduttore dal 2014 è Massimo Giannini), inaugurato nel 2005. In linea con il registro della politica

pop anche questo talk fa uso di un comico (Maurizio Crozza) posizionando il suo monologo in

apertura ( a differenza di Annozero che lo usa come conclusione); altro elemento pop sono i

disegni e le animazioni di Lorenzo Terranera che caratterizzano la sigla e accompagnano l’intera

puntata; il pubblico rappresenta la piazza elettronica (o meglio il mercato) infatti gli ospiti sono

disposti su due file di poltrone. La conduzione evita ogni tipo di rissa ; tratta argomenti legati alla

politici ma anche al’economia, all’attualità.

Le elezioni politiche del 2008 vedono la nascita dei macro partiti di centrodestra e centrosinistra la

mancata innovazione dei talk.

Al salotto di Rai uno di Vespa continua a contrapporsi idealmente l’arena di RaiDue di Santoro

anche se solo alla prima trasmissione sono concessi ospiti di spicco come Veltroni e Berlusconi.

A questo apparente declino della ideocrazia in risposta nascono due nuovi format: Agorà e L’ultima

parola.

Agorà nasce come piazza elettronica, condotta da Andrea Vianello è posizionata in fascia

mattutina. Lo studio è buio finchè non compare il conduttore per sottolineare che è lui a chiarire i

fatti, la sua prima inquadratura è a un tavolo da redazione per una rassegna stampa da cui

individua il fatto del giorno di cui parlare con gli ospiti, questi siedono su due file di poltroncine

rosse e il pubblico su una gradinata.

La conduzione è molto più movimentata e spesso i politici sono introdotti da canzoni ironiche.

L’ultima parola si configura come talk del tipo piazza, richiama Servizio Pubblico. L’editoriale del

conduttore è sempre accompagnato da una musica atipica per un talk.

C’è un grande schermo old style e sotto un palco sul quale si muove il

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
15 pagine
3 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ladycroft17 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Formati e stili del giornalismo radiotelevisivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Morcellini Mario.