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GEOECONOMIA MONDIALE DELL'UNIONE EUROPEA
1.1 Le nuove strutture di riferimento della
geografia economica
La geoeconomia indica la competizione economica fra gli stati. Viene effettuata con
l'ausilio di strumenti economici, ed il suo obiettivo è il rafforzamento dell'economia di
uno stato, in modo che questo possa essere competitivo.
Nella seconda metà del novecento, sono diversi gli avvenimenti che cambiano gli
scenari della geografia economica. Ad esempio, non si parlerà più di terzo mondo, il
Sud mediterraneo perderà forza e potere a causa dalla concorrenza dell’Est Europa,
avremo una crescita instabile del sud-est asiatico, e la frammentazione etnico-
linguistica frenerà l’India dal poter assumere un ruolo da leader. Saranno tre le forze
contrapposte alla fine degli anni '90: Giappone, Europa e USA.
Centro e periferia: crescita o sviluppo?
1.2
Nella seconda metà del Novecento, i numerosi accadimenti di cui abbiamo parlato
sopra andranno a determinare dei nuovi poli politici, finanziari ed economici, e fra
questi quelli su cui l’Unione Europea si incentra maggiormente sono le città. I poli
rappresentano i luoghi dove si concentra lo spazio economico.
Ad esempio, l'Europa è un classico esempio di Modello Centro-Periferia (Top-Down)
dove il centro è il luogo dove la classe politico-economica esercita le proprie funzioni
decisionali, e con Periferia indichiamo immensi territori dominati e poveri.
Per poter definire l’organizzazione di un territorio si fa riferimento al COREMA:
questo è un’unità fondamentale le cui caratteristiche sono il movimento, reti, nodi,
gerarchie, superfici. Vediamo però, come sia necessario includere anche altri aspetti,
come i flussi finanziari e gli scambi di informazioni immateriali all'interno del Corema
attualmente. Questo permette di individuare nuovi luoghi strategicamente importanti
come i paesaggi, e l'Europa individua sempre nuove tipologie di Corema per poter
individuare nuove spazialità, riaccordandole alla struttura della popolazione.
Recenti indagini hanno individuato 1595 FUA (Aree Urbane Funzionali) tra cui 149
aree metropolitane e 76 Megas, che permettono di delineare il centro dell'Europa,
sotto forma di un Pentagono comprendente Parigi, Monaco, Milano, Londra e Berlino
andando a sostituire la Banana Blu.
1.3 Lo sviluppo e l'approccio dal basso
L'internazionalizzazione dell’informazione ha intensificato le relazioni fra territori
una volta separati da enormi distanza, portando ad una riduzione di Località centrali,
ovvero le aree capaci di distribuire beni e servizi di rango elevato. Di conseguenza il
modello Top-Down ha perso gran parte del suo potere organizzatore, basato sulla
capacità di garantire alla periferia una crescita. Da qui la divisione fra strategia basata
sulla crescita e quella basata sullo sviluppo.
Una parte dell'Unione è infatti convinta che sia bene puntare sulla prima strategia,
mentre un'altra parte crede sia necessario misurare le performance di una città in
termini di sviluppo.
La strategia delle crescita è la più in uso, tanto da poterla definire come
convenzionale, ed è riassumibile nei seguenti punti:
non c'è differenza tra sviluppo e crescita, perché una società si sviluppa se la
–
sua economia cresce
gli indicatori sono di natura quantitativa come PIL, tassi di occupazione;
– il comportamento sociale e l'ambiente sono esternalità nel calcolo di crescita.
–
La seconda visione, invece, imperniata sullo Sviluppo si basa su aspetti congiunti
come la popolazione, la produzione alimentare e l'uso delle risorse alimentari,
l'industrializzazione e l'inquinamento.
La teoria dello sviluppo procede dal basso, ovvero dalla unità minima entro cui
operare che è la Terra, più il territorio, l'economia, la società e l'ambiente che formano
un sistema, che si evolve e che interagisce con l'ambiente esterno. E' necessario
integrare ecologia, etica, economia e politica per sviluppare una spirale evolutiva.
Ad esempio il modello economico di Keynes è un esempio di strategia della crescita,
quindi dall'alto perché fornisce una chiave analitica e pratica per gestire l'insieme del
sistema economico. Al contrario, quello di Hirschman, è un esempio dal basso perché
pone attenzione alle risorse e alle condizioni particolari da valorizzare generalizzabili
nel lungo periodo.
Dal 1990 si tenta di integrare i due approcci, avendo compreso che i problemi
ambientali riguardano tutti i territori. Il PIL è da sempre ritenuto un indicatore di
benessere ma non è completo in quanto non considera tutti i suoi aspetti materiali e
immateriali che determinano la qualità della vita.
1.4 Dove si misura lo sviluppo in Europa:
regioni, cittA', reti. Fuori e dentro i confini
nazionali.
Secondo Van Der Velde, geografo olandese, i criteri fondamentali di una regione
sono l'omogeneità e la coesione. Vediamo come si differenziano vari tipi di regioni:
FORMALE: basata sull’omogeneità (caratteristiche ricorrenti tra luoghi di una
regione);
FUNZIONALE: basata sulla coesione (integrazione e collegamenti fra luoghi centrali
di una regione);
REALE: basata su ricorrenti caratteri sociali;
ARTIFICIALE: basata su dati statistici e mappe mentali.
La regionalizzazione è uno dei grandi obiettivi dell’UE, e diversi sono stati i tentativi
di elaborare un modello condiviso per l’Europa delle regioni:
BANANA BLU EUROPEA: individua le regioni più dinamiche in un sistema
-
transnazionale che va dal sud-est dell’Inghilterra al nord dell’Italia secondo criteri di
crescita economica e struttura industriale. In seguito la banana è diventata un fungo
includendo Parigi e Berlino. E' stata criticata per il suo eccessivo aspetto conservatore
e nella sua prima versione escludeva incredibilmente Parigi.
EDIFICIO CON SETTE APPARTAMENTI: pensato allo scopo di estendere
-
l’orizzonte Europa a est, includendo paesi dell’Europa centrale e orientale, secondo
criteri sociopolitici e geografico-economici, enfatizzando le principali attività regionali.
GRAPPOLO D’UVA ACERBO: ogni acino rappresenta una piccola o grande
-
agglomerazione urbana, hinterland compreso, e tutti insieme gli acini formano i nodi
dell’economia a rete europea.
Il modello di studio in atto (Schema di sviluppo spaziale europeo), ha evidenziato
due caratteri peculiari nelle Regioni:
POLARIZZAZIONE SPAZIALE: dominanza delle grandi metropoli e polarizzazione
lungo la rete dei trasporti;
SPECIALIZZAZIONE FUNZIONALE: tipica delle città del sud che registrano una
crescita incontrollata.
La struttura delle città si modifica sempre più ed iniziano a formarsi le RETI DI
CITTÀ, ovvero due o più città indipendenti (complementari dal punto di vista
economico) che cooperano tra loro.
1.5 L’attenzione si sposta verso il sistema
urbano
Il sistema urbano diventa quindi il fulcro dell’analisi geo-economica, e si
determinano diversi modelli come:
- DISTRETTI METROPOLITANI: idealizzati sin dagli anni '30 allo scopo di poter
distinguere l’area urbana da quella rurale;
- AREA METROPOLITANA: è determinata da indici legati ad attività economiche,
reddito;
MEGALOPOLI: insieme di territori altamente sviluppati che includono più aree
–
metropolitane e centri più piccoli altamente integrati fra loro. Si caratterizzano per
l'alta densità, la prevalenza di attività terziarie e quaternarie ed un alto tenore di vita.
Quando il centro della città si differenzia più dalle aree rurali, ecco nascere la
MEGALOPOLI. Ed esempi di megalopoli sono BosWash (l'area comprendente Boston e
Washington) ed il Triangolo d’oro (Bruxelles, Amsterdam, Francoforte).
La megalopoli si caratterizza per la sua funzione di cerniera, perché al suo interno
avvengono svariati scambi commerciali ed è per questo che le città sono più esposte a
competizioni internazionali. Vengono quindi a definirsi accordi e alleanze come:
RETI FUNZIONALI: alleanze strategiche cross-border;
RETI STRATEGICHE VIS A VIS: sistema di città interrelate all’interno di un’area
funzionale.
Gli accordi di Nizza, Lisbona e Göteborg hanno imposto un’accelerazione dei
processi evolutivi economici e sociali per evitare squilibri dovuti alla saturazione di
beni standardizzati sul mercato e per quanto riguarda i processi di frammentazione del
sistema produttivo. A tal proposito saranno determinanti aspetti come l'innovazione
tecnologica, una giusta integrazione fra locale e globale, come anche l'uso efficiente di
risorse e fondi destinate alle politiche di sviluppo.
CAPITOLO 4
L'INTERPRETAZIONE CLASSICA E LA MODELLISTICA PER
FUNZIONI E STRATEGIE
Poiché ogni realtà territoriale è il susseguirsi di tutti gli interventi umani sul
territorio, essa è così complessa da dover essere semplificata attraverso modelli per
poterne studiare le caratteristiche principali. Vengono classificati in:
Modelli delle attività primarie (agricoltura)
- Modelli localizzativi delle attività produttive secondarie (industriali)
- Modelli localizzativi delle attività terziarie e quaternarie (servizi avanzati)
- Modelli di interazione intersettoriale
-
Modelli semplificati delle attivitA'à primarie o
dell'uso agricolo del suolo
MODELLO DELLO STATO ISOLATO (VON THUNEN)
Ideato da Von Thunen, padre delle moderne teorie della localizzazione delle attività
agricole, nel 1826. Gli assunti semplificativi del modello sono:
Grande pianura isolata, tagliata da possibili relazioni con il resto del mondo
-
(stato isolato)
all'interno dello Stato isolato troviamo un Unico centro (città) che riveste il ruolo
-
di mercato di riferimento (luogo di incontro della domanda e dell'offerta per la
formazione del prezzo dei beni)
il territorio ha Fertilità uniforme, quindi si hanno costi di produzione e
-
spostamento costanti
Gli agricoltori riforniscono la città di prodotti agricoli, in cambio di altri prodotti
- il trasporto avviene a cura dei produttori che utilizzano strade convergenti (dalla
-
periferia al centro) con uguali caratteristiche di viabilità
Concorrenza perfetta, vengono prodotti solamente quei beni che hanno una
-
domanda ai prezzi stabiliti dal mercato e tutti cercano di massimizzare i profitti
risparmiando sul costo di movimento dei beni prodotti.
Von Thunen afferma che la distribuzione delle colture agricole e delle atti