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7. SETTORE PRIMARIO: MATERIE MINERARIE ED ENERGETICHE

Le materie prime sono situate alla base di molte attività produttive: con l’avvento delle rivoluzioni

industriali, il loro utilizzo si è intensificato rispetto a quello dell’età preistorica. Si riteneva, inoltre, che le

materie fossero illimitate e che, in caso di esaurimento, sarebbe stato possibile sostituirle con altre, grazie

alle nuove tecnologie e la maggior parte dei materiali impiegati erano non rinnovabili. Di fatto dagli anni

Settanta del secolo scorso, le società industrializzate hanno tentato di limitare i consumi delle risorse non

rinnovabili, anche se ancora non sono considerate di primaria importanza.

7.1 Le fonti energetiche

Le fonti energetiche possono essere impiegati in due modi differenti, distinguiamo fonti usate come

combustibile e fonti di energia naturale, fonti rinnovabili e fonti non rinnovabili. Le fonti di energia

rinnovabile, chiamate anche fonti di energia alternativa, sono divenute più conosciute negli ultimi anni, ma

gli utilizzi da parte della popolazione sono scarsi. Tra queste energie troviamo quelle solare e geotermica,

che sfruttano il calore, quella eolica e marina, che sfruttano rispettivamente le correnti dei venti e quelle

delle maree, e infine la materia organica (biomassa) vegetale e animale.

7.1.1 Gli spazi energetici

Per individuare gli spazi energetici si deve far riferimento dei luoghi di estrazione e dei luoghi di consumo.

Si possono individuare quattro tipologie:

Energia idroelettrica. Austria, Svezia, Québec, Ontario e alcune aree del continente africano e

dell’America latina, sono le maggiori produttrici.

Energia da carbone. USA, Siberia centrale, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e India, sono le

maggiori produttrici: questi Stati esportano i loro materiali principalmente verso l’Europa e il Giappone.

Energia da idrocarburi. Esportazione verso quasi tutto il globo da parte dei Paesi fornitori, quali: Medio

Oriente, alcune zone costiere del Mediterraneo, USA, Indonesia e Australia, aree del Mare del Nord.

Energia nucleare. Nel Mondo i maggiori detentori di reattori nucleari sono USA, Francia, Giappone e

Russia. I tempi lunghi di costruzione e i gravi rischi che queste creano, hanno portato molti Paesi a

chiudere alcune centrali in funzione e a cancellare la progettazione di nuove.

7.2 Le materie prime minerarie

Si distinguono in:

Metallici (minerali di ferro, alcuni metalli preziosi, metalli non ferrosi).

Non metallici (o industriali) quali il potassio, lo zolfo e il sale.

Per risorse minerarie s’intende la quantità di minerali che hanno un’utilità economica e sociale.

Le riserve comprendono solo una parte delle risorse, quelle sfruttabili prontamente.

Per le materie prime minerarie, in quanto non rinnovabili, si stanno attuando dei progetti di riciclaggio, ma

le spese di riciclo superano quelle dell’acquisto di nuovi minerali, indirizzando di fatto l’orientamento verso

una politica del non-riciclo. Al problema delle energie non rinnovabili, per quanto riguarda le prospettive

future, si è risposto con la fiducia nel progresso tecnologico.

Con l’aumento dei consumi, negli anni si è teso a sostituire una fonte con un’altra: per esempio il petrolio e

il gas naturale hanno sostituito il carbone. Inoltre i prezzi bassi degli idrocarburi hanno diretto lo sviluppo

economico verso un modello a consumo energetico estensivo, cioè all’utilizzo di un gran numero di energia.

7.3 Regioni di produzione e consumo

Per quanto riguarda lo spazio, ne si individuano due: quello dei luoghi di estrazione e quello delle zone di

distribuzione dell’energia. Questi spazi possono essere connessi tra loro tramite flussi fra luoghi di

estrazione e luoghi per la trasformazione dei minerali o luoghi di distribuzione del prodotto semilavorato.

Nel globo non tutti i materiali sono consumati egualmente, ma c’è una forte disomogeneità del consumo,

possiamo dividere in quattro gruppi gli Stati, secondo i loro consumi e le loro esportazioni:

L’Europa occidentale e il Giappone sono regioni con alti livelli di consumo ma scarsamente dotate di

materie prime.

L’America settentrionale è una regione con alti livelli di consumo e di esportazione di alcuni materiali.

La Russia e l’Est europeo costituiscono la percentuale più alta di esportazioni di materie prime.

I Paesi sottosviluppati sono esportatori di materie prime, ma l’esportazione non riguarda tutti i Paesi

facenti parte di questa categoria, poiché la distribuzione delle fonti minerarie non è uguale in tutti gli

Stati, anzi, in alcuni, è del tutto assente.

Una regione mineraria deve avere un’efficiente sistema di trasporti e di infrastrutture specializzate per

avviare i minerali estratti verso i paesi e le aree industriali, per abbassare i costi delle esportazioni e delle

importazioni, per agevolare il trasporto delle materie dai giacimenti agli ambienti di lavorazione di questi e

per trasportarli, ovviamente, in modo rapido. Le migliorie apportate ai sistemi di trasporto delle materie,

hanno avuto un riscontro positivo nei guadagni di quei giacimenti minerari lontani dalle aree di consumo.

7.3.1 Punto di vista economico

Dopo la Seconda guerra mondiale e fino al 1973 i prezzi dei minerali erano relativamente bassi, questo

comportò, come già detto (vedi inizio cap.8) ad un grande afflusso delle risorse minerarie verso i Paesi più

industrializzati e un utilizzo estensivo. Nel corso degli anni Settanta i prezzi aumentarono perché l’Opec

(organizzazione dei Paesi esportatori) riuscì ad imporre prezzi alti, grazie al contenimento programmato

della produzione dell’offerta. Questo portò ad una riduzione dei consumi da parte dei Paesi importatori. I

prezzi si riabbassarono alla fine del decennio stesso. I prezzi delle materie prime sono determinati secondo

la rarità, più è raro un prodotto più è alto il prezzo e la concorrenza tra Stati, dai mercati di borsa e da

manovre speculative da parte degli Stati e dalle imprese che operano in quel settore.

8. SETTORE SECONDARIO: L’INDUSTRIA

In seguito delle Rivoluzioni industriali, la società e gli ambienti subirono una forte trasformazione. Queste

Rivoluzioni non interessarono tutto il Globo ma solo alcune aree e, anche attualmente, la collocazione delle

industrie nelle aree globali è disomogenea.

L’industria è l’insieme di tutte quelle attività che riuniscono le materie prime (approvvigionamento), le

lavorano, trasformandole (produzione), e le collocano sul mercato (distribuzione).

8.1 Storia dell’industria manifatturiera

I primi insediamenti industriali si formarono nel XVIII secolo in Inghilterra, nella Renania, in Belgio, Slesia,

Austria e Svezia. Erano industrie tessili e siderurgiche. Erano localizzate vicino a giacimenti di materie prime

ed energetiche, mercati per la distribuzione dei prodotti e bacini di forza lavoro, per ridurre i costi di

trasporto.

In seguito alla II Rivoluzione industriale si affermò la diffusione dei beni standardizzati, la produzione a

catena (Ford) e il taylorismo, ovvero l’organizzazione dei lavori dell’impresa mediante la divisione del

processo produttivo. Le grandi imprese iniziarono a concentrarsi così nei pressi degli agglomerati.

I primi agglomerati industriali attirarono flussi migratori dalle campagne, favorendo l’urbanizzazione: vicino

a questi agglomeramenti si instaurarono abitazioni, infrastrutture, favorendo l’istituzione di relazioni con

l’ambiente esterno. Queste relazioni portano a profondi cambiamenti sia all’interno dell’industria (aumento

delle dimensioni dell’impresa, standardizzazione dei prodotti, divisione del lavoro aumentano la

produttività), sia all’esterno (l’intensificazione delle relazioni con le imprese della stessa area porta ad

un’agglomerazione tra le imprese e ad un risparmio di costi).

Il modello ford-taylorista ha consentito la formazione delle città industriali moderne e lo sviluppo delle

relazioni verticali delle imprese.

I prodotti industriali, prima di essere standardizzati passano attraverso tre processi: sperimentazione

(innovazione) del prodotto, progressiva immissione (maturità) nel mercato e, una volta che le tecniche

divengono diffuse, il prodotto viene standardizzato.

Agli inizi degli anni Settanta del secolo scorso, ci furono ulteriori rivoluzioni: fu il decennio del

microprocessore, una vera e propria rivelazione, perché al contrario delle altre macchine, svolgeva

differenti funzioni logiche.

8.2 Relazioni funzionali

Esistono tre tipi di rapporti:

Verticali. I processi produttivi sono legati l’uno all’altro. Se le fasi di produzione del prodotto sono

attuate tutte nello stesso ambiente, si parla di integrazione verticale, al contrario, se le fasi di

produzione vengono realizzate da diversi impianti si parla di disintegrazione verticale.

Laterali. I componenti prodotti dalle aziende convergono in un’unica impresa di assemblaggio.

Di servizio. Si ha quando le imprese usano servizi comuni forniti da un’area determinata.

Tramite questi rapporti, si forma una rete d’interscambi, necessarie per il reperimento delle materie prime

e per la vendita sul mercato.

8.3 Decentramenti

Spesso, le aree industriali non dispongono di terreni illimitati, quando la domanda supera l’offerta si ha un

aumento notevole dei prezzi delle aree, portando le imprese a cercare altre locazioni (decentramenti) più

economiche. Si possono avere tre effetti diversi:

Decentramento territoriale (Rilocazione). Si ha quando le imprese spostano le proprie sedi in altri

territori, per far fronte all’aumento dei costi dei terreni. Si parla di suburbanizzazione quando la

rilocazione avviene nelle aree periferiche. Esempi di questo tipo si sono avuti in USA durante le guerre

mondiali.

Decentramento produttivo. Si ha quando i progressi tecnologici rendono inutili le strutture delle

imprese o quando si ha una forte sindacalizzazione della forza lavoro. Le imprese dividono i propri

impianti e li assegnano ad altre imprese, formando una rete di piccole e medie imprese che hanno costi

minori rispetto a quelle grandi.

Sistemi industriali periferici. Si formano a seguito dei decentramenti o in modo autonomo. Un esempio

di crescita delle periferie nelle aree industriali è il centro e il nord dell’Italia.

8.4 I soggetti industriali

L’impresa è il soggetto che, con le sue decisioni in merito ai processi di produzione, di produzione ed

immissione nel mercato, influenza lo sviluppo di una regione o di un Paese.

Le imprese si dividono in:

E' l'ultimo stadio globali

del sistema di

evoluzione Nate in seguito

dell'impresa. multinazionali

alle condizioni

Persegue tecnologiche del

l’obiettivo di Imprese Ingenti

dopoguerra, che imprese

ridurre i costi e potenzialit

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
18 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Charliemme di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia economico - politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Sassari o del prof Mariotti Gavino.