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Quando si parla di flosofa e letteratura si intendono almeno 4 prospettive:
• Inquadramento della letteratura nel contesto di un sistema flosofco
• la distinzione specifca e i rapporti tra le due attività, quella della letteratura da un lato e
quella della flosofa dall'altro
• Un pensiero normativo e programmatico per una qualche pratica letteraria
• Lo studio del pensiero flosofco nella letteratura
Kant ed Hegel: hanno come obiettivo quello di tenere separate le sfere artistiche e poetiche dalla
flosofa che ritengono essere superiore
Rorty---flosofo statunitense del 900-2000
• Si pone in posizione di continuità rispetto a Derrida. Dedica due sagi al rapporto tra
flosofa e letteratura e in Decontrazione e circonvenzione fssa i capisaldi del loro
rapporto
1. Bisogna limitare la distinzione tra flosofa e letteratura a quella tra il familiare e il non-
familiare abbandonando quella tra il letterale e il metaforico
2. Non si devono attribuire a termini come defferance o trace un ruolo esplicativo
3. Ogni generazione flosofca fa emergere alcuni presupposti inconsci incorporati nel
vocabolario dei propri predecessori, allargando così la metaforica disponibile
4. Pensare che la tradizione ontoteologica abbia permeato la scienza, la letteratura, la
politica signifca dare alla flosofa un'importanza che non ha
5. Derrida è importante perché ha proseguito una certa attività accademica e non perché ci
ha insegnato a vedere il flosofco come letterario e il letterario come flosofco
6. Il problema di oltrepassare la tradizione ontoteologica o quello di allontanarsene deve
essere sostituito con problemi minori
• La flosofa in sostanza è da intendersi come uno scritto che possiede dei margini. Il ruolo
della flosofa non va enfatizzato. Essa non è altro che un genere letterario dove risulta
predominante la contrapposizione tra classico e romantico con la consegna della flosofa
alla letteratura
Derrida---lo collochiamo nel 900
• Ha approfondito maggiormente le affermazioni di Nietzsche.
• Non affronta la tematica del rapporto tra flosofa e letteratura in modo esplicito, ma
soprattutto in modo indiretto e non una la trattazione sistematica.
• Un suo saggio è dove si affronta il rapportro tra flosofa e letteratura.
La Mitologia Bianca
Qui sostiene che il concetto di metafora non è estraneo alla metafsica ma le appartiene. Il
discorso metafsico deriva da una metafora.
• A La Mitologia Bianca sono state mosse diverse critiche:
1. Tutto è linguaggio
2. In teoria secondo la teoria di Derrida che nessuna espressione ha signifcato allora niente
ha signifcato
3. Assenza di concezione realistica
4. Tradimento dell'impegno illuministico verso la ragione
• La flosofa condivide una parte della fnzione della letteratura. Prendiamo in esempio gli
e cioè la prima sezione del volume Leggendola il lettore si sente
Envois le carte postali.
spaesato e anche Derrida ammette ciò, ma non fa niente per eliminare questa sensazione,
anzi la enfatizza. Si presenta come frammenti di una corrispondenza, ma l'autore afferma
di non avere idea né del mittente e né del destinatario. Le lettere sono state scritte su
cartoline e quindi vi sono anche elementi oltre il testo come le immagini. L'uso della
cartolina evidenzia la volontà di spingersi al di là dei limiti della letteratura e della
flosofa. La non chiarezza della destinazione indica assenza di direzione. La destinazione
vi è solo quando essa può essere mancata. Envois si trova a cavallo tra la flosofa e la
letteratura, è avviato in entrambe le strade
• Derrida non si defnisce né flosofo né scrittore.
• Ci si chiede se ci possa essere una distinzione tra epistolari flosofci dal carattere privato
ed epistolari flosofci dal carattere pubblico. Secondo lui non vi è confne tra il pubblico e
il privato perché niente di scritto è destinato a rimanere segreto.
L'idea di flosofa e quella di letteratura mutano nel tempo. Per analizzare tutta la questione è
necessario spingersi oltre ai limiti del flosofco e ciò si può fare seguendo due approcci:
• Ripercorrere o ricostruire alcuni passaggi del processo in cui la flosofa pone la
letteratura come diversa da sé domandandosi come pensare il letterario in termini nuovi
senza appiattire la forma letteraria su quella flosofca o viceversa
• Aprire l'indagine ai testi che dimostrano di possedere contenuti flosofci in una forma
letteraria
Montaigne
• L'io narrante coincide con il proprio io e l'oggetto di rifessione principale diventa il
proprio sé
• Egli può essere considerato inventore del saggio grazie agli Il saggio si confgura
Essais.
come un nuovo genere letterario con la capacità di trattare argomenti vari e con il
confgurarsi in testi di diverse lunghezze. Gli Essais hanno un intento descrittivo e non
normativo. Vi è l'unione tra autobiografa e sperimentazione infatti vi è una parte
autobiografca e una parte immaginativa.
• Per Montaigne la flosofa è una poesia sofsticata e una scienza del verosimile, ma non del
vero in quanto incapace di dire l'essenza delle cose. La flosofa è in parte poesia e in parte
discorso sulla morale. Come poesia dispone di un punto di vista individuale e soggettivo,
come morale ci insegna a vivere
• Da una parte critica la ragione: i prodotti del ragionamento sono incerti e discutibili, ma
l'insuffcienza delle nostre conoscenze razionali è ben vista perché mette freno alla nostra
innata tendenza a varcare ogni limite. È necessario un corretto uso della ragione
• Dall'altra critica i senti perché anche se ogni conoscenza penetra dentro di noi tramite i
sensi, essi sono prova della nostra ignoranza
• La flosofa è utile per far fronte al pensiero della morte che è imprevedibile e la flosofa ci
invita ad attenderla ovunque (cap XX del 1° libro degli Essais). Il vero tormento si trova
nella preparazione alla morte e non nella morte in sé, quando la flosofa enfatizza la
morte commette un errore ( cap XI del 3°libro degli Essais)
Nel 700 la flosofa si è servita della letteratura. Un esempio è Therese philosophe che è uscita nel
1784 in forma anonima e ha avuto parecchio successo. I riferimenti flosofci non sono molto
originali, ma il romanzo è unico nel suo genere in quanto riesce a combinare diversi temi tra cui i
vizi dei confessori, l'apologia del piacere, il libertinaggio femminile e un dialogo con il
cristianesimo.
Di spicco è la fgura di Therese che rappresenta la flosofa ed è caratterizzata da una profonda
lucidità razionale che si contrappone con le scene scabrose del romanzo. Ella compie un viaggio
nel territorio del piacere sia come uditrice che come spettatrice.
Da sfondo al romanzo fanno l'epicureismo e lo stoicismo. Viene proposta una teoria del piacere
che esalta il piacere solitario che è superiore a quello di coppia. È una forma di godimento che
asseconda la natura umana senza esporre l'individuo ai rischi della perdita della capacità di
autogovernarsi
Maine de Biran
• È uno dei fondatori del diario intimo. Inizia a comporlo regolarmente dal 1814, ma vi
sono già frammenti risalenti al 1811 e alcuni tentativi in giovane età. Continuerà a
scriverlo fno alla sua morte. Questo suo diario si pone a cavallo tra la flosofa e la
letteratura
• Nel suo diario vi è una perfetta omogeneità tra rifessioni flosofche e politiche e il tema
che collega tutto è quello della sovranità visto come governo di se stessi e governo dello
Stato
• Non si sa di preciso chi sia il destinatario, afferma di scrivere per pochi amici intimi, ma
non per i flosof, non è un'opera per far divertire
• Il lettore deve attribuire pari dignità alla sfera esteriore e alla sfera interiore che sono
oggetto del diario. Il primo corrisponde con la sfera pubblica dell'individuo e il secondo
con la sfera privata
• Prima del diario ci fu una parentesi precedente nel 1974: Vieux cahier. Questo progetto
riprendeva quello di Rousseau. L'obiettivo di Rousseau era quello di occaprsi della natura
cangiante dell'io mentre per de Biran essa è un ostacolo alla virtà. Nella sua opera vi è
una doppia valenza scientifca (studio teorico e sperimentale) e morale (studio delle
evidenti fnalità pratiche). Lo scopo di de Biran è quello di dare vita a una nuova
medicina morale secondo la quale il corpo è più forte della volontà ed è necessario trovare
dei punti di appoggio al di fuori del sé per far fronte alla situazione. Gli uomini sono più
passivi che attivi e lo stato morale è subordinato a quello fsico. Secondo questa teoria non
sarebbe possibile alcun infusso dell'anima sul corpo e così de Biran cerca un nuovo punto
d'appoggio. Per molto tempo è rimasto indeciso se trovarlo fuori di sé approfondendo una
tendenza religiosa
• Negli anni antecedenti alla morte la religione assorbe la morale, la volontà diminuisce la
sua funzione e perde interesse per le questioni politiche, ma il concepirsi come osservatore
dell'uomo resta un tema importante, L'osservazione avviene dall'interno e non
dall'esterno
• Il suo fare flosofa è strettamente legato al linguaggio che è molto di più che un insieme di
segni codifcati. Il linguaggio non può essere schiacciato dal pensiero e la pratica della
flosofa impone il governo dei segni che vanno tenuti in movimento grazie alla parola
interiore
Leopardi---Lo collochiamo nel 700-800
• Fu un poeta e un pensatore. Noto soprattutto come poeta ma con opera con un alto
contenuto di rifessioni flosofche: Zibaldone, Operette morali e Pensieri. I temi più
trattati sono il ruolo della natura, delle illusioni, dell'immaginazione e del piacere.
Possiamo dire quindi che egli appartiene sia all'universo letterario che a quello flosofco
• Leopardi accusa la modernità di aver fatto scomparire la varietà individuale, le illusione e
di condannare gli uomini all'infelicità. Abbiamo tre fasi nel suo pensiero:
1. Pessimismo storico: essa si basa sulla teoria delle illusioni. Leopardi indaga sulla causa
dell'infelicità umana e, seguendo la spiegazione di Rousseau, afferma che gli uomini
furono felici solo nell'età primitiva quando vi era un contatto molto stretto con la natura.
Quando entrò in gioco la ragione tutto cambiò e si passò da un'inconscia felicità naturale
a una consapevolezza dolorosa. La natura in questa fase è generosa, mentre la ragione