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I requisiti costitutivi del consenso sono:

mettere il malato in condizioni di scegliere ciò che è meglio per la sua salute e per se stesso.

• la comprensione dell'informazione

• la capacità decisionale

• la libera decisione

Il consenso informato costituisce legittimazione e fondamento dell'atto medico e allo stesso tempo strumento per realizzare quella

ricerca di alleanza terapeutica e di piena umanizzazione dei rapporti tra medico e paziente. Quindi:

in caso di malattie importanti e di procedimenti diagnostici e terapeutici e prolungati il rapporto curante-paziente non può

• essere un solo veloce incontro

il curante deve possedere sufficienti doti di psicologia per comprendere la personalità del paziente e la sua situazione

• ambientale per sapere come fornire le informazioni

le informazioni devono essere fornite con circospezione usando terminologie non traumatizzanti e sempre correlate con l'idea

• di di possibilità di successo

le informazioni del programma diagnostico e terapeutico devono essere veritiere e complete ma limitare a ciò che il paziente

• può capire ed accettare

la responsabilità di informare il paziente grava sul primario

• la richiesta dei familiari di fornire al paziente informazioni non veritiere non è vincolante

• il consenso informato in forma scritta è dovere morale in tutti i casi in cui la particolarità delle prestazioni diagnostiche e

• terapeutiche rende opportuna una manifestazione inequivoca e documentata della volontà del paziente

alla richiesta di consenso informato in forma scritta è un dovere morale del medico

Sul problema della comunicazione , Engelhardt afferma con perspicacia che occorre distinguere:

standard professionale si presume che i pazienti debbano ricevere la quantità di informazioni abitualmente fornite dai medici

• standard oggettivo si basa sul dovere di spiegare al paziente la procedura che verrà seguita e di avvertirlo su tutti i rischi

• inerenti o collaterali al trattamento.

standard empatico basato sulla condivisione e sulla compassione.

Il problema dl consenso informato risiede nei sui modelli applicativi clinici e partici:

modello evento: considera la decisione medica come un atto collocato in un periodo di tempo circoscritto e breve,

• generalmente prima della cura, nel quale il medico fornisce al paziente tutte le informazioni circa la cura in modo che questo

possa accettarla o rifiutarla. Esso enfatizza l'idea di un'informazione completa e accurata. Si occupa quindi solo della

protezione della responsabilità legale poiché i pazienti so la partecipazione dei pazienti è solo meramente formale.

Modello processo: implica un'attiva partecipazione del paziente alla decisione medica. Bisogna rispettare queste condizioni:

• modificare le aspettative di ruolo di entrambi i protagonisti

◦ esplicitare i valori sia del medico che del paziente

◦ richiedere un dialogo continuo fino a sfociare in un certo senso in un reciproco controllo.

Cap.3: Etica della comunicazione ed educazione ai valori ambientali

3.1. Per un'etica della sostenibilità

Bisogna distinguere due tendenze nell'ecofilosofia: correnti di matrice anglo-americana e una continentale. La prima si muove

nell'ambito dell'ecologia l'altra elabora una riflessione sulla crisi tra uomo e natura prescindendo dall'ecologia.

La questione ambientale si fonda quindi sulla configurazione degli ideali umani, il nostro stile di vita e i relativi comportamenti alla

luce di una più adeguata esperienza tra uomo e natura. Bisogna preservare la natura poiché è anche espressione dei valori, simboli

storico-culturali ed estetici attinenti alle tradizioni nazionali, regionali o locali, che rappresentano un patrimonio della stessa civiltà

umana. La sostenibilità è anche un problema filosofico perché oramai è quasi sempre l'essere umano a creare situazioni insostenibili;

lo sviluppo allude di fatto l'umana civiltà ma un uomo è più civile quando più organizza bene una comunità politica.

3.2. La prospettiva antropocentrica e dell'ecologia profonda

Quali sono le cause della crisi ambientale? Alcuni accusano la tradizione ebraico-cristiana, imperniata sull'antropocentrismo, che

avrebbe condotto allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali, altri vedo la ragione nell'approccio mercantilistico alle nostre

interazioni con la natura favorite dal neocapitalismo e dalle conquiste scientifico-tecnologiche.

Possiamo vedere due correnti nell'affrontare la questione ecologica:

Chi rifiuta il dominio dell'uomo sulla natura e vorrebbe una nuova etica che attribuisca valore morale agli oggetti naturali

• sulla base dell'interdipendenza tra tutti i viventi, umani e non.

Chi sostiene che un approccio così non sarebbe necessario se si applicassero i principi etici che tengono conto della posizione

• dell'uomo nel mondo e li estendessero fino a includere il rispetto per le altre specie non umane e i nostri doveri verso le

generazioni future. Questa è divisa in altri indirizzi a seconda che si considerino gli oggetti naturali come dotati di valore

intrinseco o solo visti come mezzo. In questo caso ci sono impostazioni che privilegiano i “principi orientati verso il

bisogno” con la considerazione della natura come bene da preservare perché può soddisfare interessi degli umani e “principi

orientati verso l'ideale” che individuano nella natura l'espressione di simboli necessari per la vita umana.

La possibilità di estendere l'attribuzione del valore morale alle specie non umane e agli oggetti naturali è questione di disputa. Kant

stabiliva i confini nel rispetto morale che è sempre solo dedicato alle persone; Leopold ribalta l'idea kantiana che sostiene che l'uomo

sia sempre solo fine e mai mezzo considerando che la vita, qualsiasi vita, debba essere sempre fine e mai mezzo.

Una nuova forma di saggezza è l'ecosofia che, alla luce della stretta interdipendenza tra le diverse forme di vita, implica l'impegno

dell'uomo ad identificarsi profondamente con gli altri esseri.

3.3. Ambiente: quale educazione?

Puntare sull'educazione per la soluzione dei problemi o considerarla come strumento neutrale è illusorio perché è essa stessa parte del

problema. Anche sul pano dell'etica ambientale portata sul piano educativo, occorre confrontarsi sia con un'impostazione volta ad

ignorare l'esistenza della crisi o comunque a confidare i un suo superamento grazie al progresso inarrestabile di scienza e tecnologia in

senso ottimistico e utopico.

Per costruire un programma di educazione ambientale è fondamentale prima prendere posizione e quindi decidere cosa fare.

Cap.4: Il cambiamento demografico. Prospettive etico-sociali

4.1. Troppi o troppo pochi?

Ora c'è un'inversione della crescita demografica accompagnata da una fase di stagnazione e di drammatica crisi economica ed

occupazionale. La riduzione della popolazione avviene a causa della forte diminuzione dell nascite.

La vera sfida concerne modalità e strategie tese a modificare le tendenze in corso. Una prima ipotesi potrebbe consistere nell'opzione

migratoria che permetterebbe di compensare in modo algebrico il deficit delle nascite ma dovrebbe essere un flusso di una mole

immensa. L'intervento pubblico può correggere solo parzialmente l'insieme delle decisioni individuali. Sotto l'aspetto della

dimensione economica del fenomeno, la bassa natalità si può ricondurre al fatto che i costi dei figli sono cresciuti rispetto ai benefici

che essi arrecano. Nella società post-industriale, l'equilibrio costi benefici si raggiunge ad un livello molto più basso di fecondità.

L'intervento pubblico dovrà fare quindi una serie di interventi diretti:

alleviare il carico del lavoro domestico che grava soprattutto sulla donna e che permetterebbe la conciliazione del lavoro con

• la cura della prole

coordinamento dei tempi degli orari di lavoro, scuola, tempo libero

• fruizione di servizi per l'infanzia

• eliminazione delle distorsioni dei carichi contributivi e fiscali per chi ha figli e per chi non ne ha

• interventi che accelerino l'autonomia economica dei figli

• sostegni economici e monetari a famiglie con prole numerosa

In passato la produzione serviva ad assicurare la sopravvivenza nella vecchiaia. Le generazioni erano legate fra loro da un doppio

vincolo biologico ed economico. Nello stato moderno invece è lo Stato che preleva dagli adulti lavoratori per dare agli anziani sotto

forma di pensioni quindi va a cadere il patto trasversale con i figli. L'adulto quindi che opta per non avere figli non deve mantenerli e

comunque verrà mantenuto in vecchiaia dallo stato, finendo per guadagnarci. È quindi fondamentale correggere la deriva

demografica con un'azione normativa sociale e finanziaria per coloro che vogliono avere figli e fare una politica dell'immigrazione

che dovrà comportare adeguati flussi d'ingresso con un preciso iter di integrazione e un investimento sociale a favore degli immigrati.

4.2. La città media: virtualità e identità

Ogni città ha una sua anima che è fatta di storia, arte, cultura, abitudini vita quotidiana. La complessità della città non costituisce sono

un elemento qualitativo bensì anche quantitativo: è come se la città visibile fosse la somma di molte città perché ci sono le case, le

vie, delle comunicazioni interpersonali, ecc. Ognuno di questi aspetti è la città al ci centro per occorre situare l'uomo che è l'uomo

essere che è in grado di definire, progettare e costruire la qualità di queste molteplici città. Di qui l'imperativo morale di anteporre le

questioni della tutela ambientale e della qualità della vita delle conservazione delle risorse e dei patrimoni culturali e paesaggistici

all'obiettivo di conseguire il massimo aumento possibile della produzione e quindi dei consumi.

4.3. I paesi occidentali di fronte all'invecchiamento

L'invecchiamento della popolazione costituisce una novità nella storia perché non ci sono precedenti. La condizione di vecchiaia

costituisce di per sé un valore e una risorse piuttosto che una situazione a cui guardare con diffidenza. Bisogna quindi promuovere la

solidarietà intergenerazionale e recuperare quel ruolo di memoria storica da mettere a disposizione delle future generazioni.

Le popolazioni dei paesi industrializzati sono di fronte ad un dilemma: aumentare rapidamente e quindi restare giovani o rallentare la

crescita e quindi invecchiare. Quasi tutti hanno optato per la seconda quindi il ritmo della cres

Dettagli
A.A. 2013-2014
6 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ChiaraBrusadin di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trieste o del prof Savignano Armando.