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PROCREAZIONE NATURALE

Largamente diffusa è la posizione che rifiuta in blocco il ricorso a forme di fecondazione artificiale per privilegiare le vie naturali di procreazione. Si tratta di posizioni che argomentano partendo da una sorta di santificazione della natura in quanto frutto di un disegno provvidenziale divino. Si potrebbero avanzare numerose critiche e ci sono interrogativi che non ricevono risposta adeguata: ad esempio perché si dovrebbe sostenere che ciò che è naturale è migliore? E perché l'artificiale è di per sé negativo? Tra l'altro, sottolinea Mill, la natura si può intendere in due modi: come intero sistema di cose oppure come sistema di cose che prescindono dall'intervento umano. In entrambi i sensi, il ricorso a questo concetto non è privo di problemi: nel primo senso infatti l'intervento dell'uomo è solo una tra le tante possibilità della natura e nel secondo senso,

In fondo tutte le azioni umane alterano il corso della natura, allora sono tutte da considerare negative? Quindi possiamo concludere che è impossibile usare in modo adeguato il concetto di natura come criterio per ciò che è eticamente accettato e ciò che non lo è. Un'altra argomentazione contro la fecondazione artificiale in vitro, sta nella protezione dell'embrione fin dal concepimento. L'idea è che la fecondazione in vitro mette in pericolo la tutela della vita umana nascente rendendo l'embrione prodotto in vitro più indifeso e debole e distruggendo alcuni altri embrioni. Contro questa obiezione si può rilevare innanzitutto che anche la procreazione naturale porta ad una distruzione di embrioni dopo il concepimento in quanto semplicemente non si annideranno; il problema comunque si può risolvere rendendo questi embrioni adottabili. Dunque non sembra che la fecondazione in vitro porti necessariamente a delle

tecniche riproduttive non possono essere considerate terapie in senso stretto. - circostanza di tipo etico: l'utilizzo di queste tecniche solleva questioni etiche riguardo alla manipolazione della vita umana. Ad esempio, la fecondazione in vitro comporta la creazione di embrioni in laboratorio, alcuni dei quali potrebbero non essere utilizzati e quindi destinati alla distruzione. Questo solleva interrogativi sulla dignità e il valore della vita umana. In conclusione, sebbene le nuove tecniche riproduttive possano offrire soluzioni a problemi di sterilità o infertilità, è importante considerare attentamente le implicazioni etiche e mediche prima di definirle come terapie.tecniche di riproduzione non possono essere considerate terapie ma sia più produttivo possono considerarle nuove forme di riproduzione, il che equivale a dire che le persone possono riprodursi nel modo convenzionale oppure con queste nuove tecniche. Sganciarle dal contesto medico terapeutico apre a considerarle possibile oggetto della libertà riproduttiva.

- distinzione naturale/artificiale: si basa sull'idea che alla riproduzione convenzionale debba essere assegnato un determinato status in via della sua naturalità mentre alla riproduzione artificiale uno status diverso. Questa distinzione viene seguita dalla chiesa cattolica. La discriminante per valutare l'appropriattezza di qualsiasi tecnica riproduttiva è che questa sia conforme al progetto iscritto nella natura umana rispetto alle vicende della sessualità e riproduzione umana. In questa visione l'atto sessuale è sempre procreativo quindi qualsiasi atto sessuale (sempre eterosessuale e

all'interno del matrimonio) deve essere aperto alla possibilità del concepimento, e inoltre qualsiasi evento riproduttivo deve avvenire attraverso un rapporto sessuale. Quindi se le tecniche facilitano questo sono permesse, altrimenti sono proibite. Di fatto significa che nessuna di quelle menzionate è consentita: tutte realizzano la scissione dei due atti sessuale e procreativo. Coloro che rinviano alla sterilità come unica base in grado di giustificare le pratiche dell'fecondazione assistita, incorrono in alcune incoerenze: ad esempio quasi tutti rifiutano la possibilità di ricorrere alla maternità surrogata, anche se spesso è richiesta da donne che hanno ovuli fecondi ma non possono portare avanti una gravidanza (è una forma di sterilità). Altre difficoltà nascono dal decidere quali sono le coppie che in quanto sterili possono accedere a questo tipo di cure (sposate? Conviventi? Ecc.). Ancora una volta l'unico

criterio eticamente adeguato dovrebbe essere la considerazione delle ragioni morali e dunque delle responsabilità che chi vi ricorre si assume di prendersi cura della persona che nascerà contribuendo a rendere dignitosa la qualità della sua vita. Ogni tentativo di risoluzione di un problema etico facendo appello a qualche criterio naturale o biologico fallisce. Alla base della moralità c'è solo la responsabilità individuale di tutti noi.

NUOVI METODI COME FORME DI RIPRODUZIONE

Lecaldano discute la questione della riproduzione umana come un problema alla luce di due polarità: il diritto degli esseri umani di riprodursi e le responsabilità connesse.

  1. Diritto alla libertà riproduttiva > in Lecaldano si trova un'articolazione di questo diritto a partire dal fatto che non possa essere inteso come un semplice diritto all'autodeterminazione sul proprio corpo. È un diritto che ha una doppia estensione: come

diritto positivo (possibilità di far nascere qualcuno); nel secondo senso invece il diritto si amplia perché non riguarda solo le donne, ma anche gli esseri umani maschi che possono reclamare ad un diritto alla libertà riproduttiva nel momento in cui accedono a tecniche di riproduzione. Che giustificazione si può portare a questo diritto? Ritenere che il diritto a questa libertà possa essere ricondotto al più generale diritto umano al libero sviluppo di sé.

2) Questione della responsabilità > quali doveri, responsabilità, obblighi si hanno quando si mette al mondo un nuovo essere umano. Come può essere articolata questa responsabilità?

- approcci deontologici: ritengono che ci sia un principio o diritto a cui fare appello quando si mette al mondo un nuovo essere umano. Ad esempio si fa appello ai diritti del nascituro, come il diritto alla doppia figura genitoriale e quello a conoscere i propri genitori genetici.

Il primo è, secondo D'Agostino, il diritto che ogni essere umano, fin dal momento della nascita, avrebbe ad avere due genitori, un uomo e una donna. Si può obiettare il fatto che non tutti coloro che vengono al mondo possono avere due genitori: questo però secondo loro non mina la validità dell'argomento perché un conto è affermare un diritto, riconoscerlo come tale, e un altro è fare i conti con il fatto che le circostanze reali non rendano sempre possibile questo riconoscimento. Un argomento simile si ha nel secondo diritto, quello di conoscere l'identità di coloro che sono biologicamente responsabili della propria nascita. Il ragionamento e la conclusione sono gli stessi. Approcci consequenzalistici: mettono al centro non tanto eventuali diritti di chi nasce o modi più o meno appropriati di riproduzione, bensì la qualità della vita di chi nascerà. In questo caso quindi laresponsabilità consiste nel cercare di garantire il miglior grado di qualità indipendentemente dal modo in cui questa nascita viene realizzata. - diritto al caso: nell' bioetica di inizio vita c'è un ulteriore definizione di diritto del nascituro chiamata in causa soprattutto in quei casi di interventi sul feto per determinarne l'identità, come quelli sul patrimonio genetico o quelli di screening e selezione degli embrioni nella fecondazione in vitro. Del diritto al caso ha parlato molto Hans Jonas ed è stato ripreso recentemente da Habermas il quale sostiene un diritto di chi viene al mondo a nascere con una identità genetica non alterata. Il succo dell'argomento di Habermas a sostegno di questo diritto al caso, che qui fa propria un'argomentazione di tipo kantiano, è l'idea che dal fatto di nascere con interventi di tipo eugenetico deriverebbe la violazione della libertà fondamentale che ogniuno avrebbe di

Nascere in modo imprevisto e non progettato, ovvero di essere, kantianamente, un fine in sé stesso e non uno scopo per qualcos'altro.

DIAGNOSTICA PRENATALE

Evitare malformazioni o malattie genetiche > lo sviluppo della diagnostica prenatale ha permesso di individuare una serie di anomalie a base genetica che possono essere evitate ricorrendo alla fecondazione artificiale. L'argomentazione chiama in causa una responsabilità dei genitori nei confronti dei diritti del nascituro e più precisamente il fatto di salvaguardare il diritto del nascituro ad una vita con qualità minima garantita. D'altra parte coloro che si oppongono a questa linea di giustificazione obbiettano che in questo modo si favoriscono delle pratiche abortive o comunque delle forme di selezione a sfondo eugenetico in quanto si tende ad impedire la nascita di neonati portatori di certe malattie. Questo equivarrebbe a legittimare una discriminazione nei confronti di alcune vite senza che

si possa realmentesapere se saranno felici o meno. In parte questa giustificazione è vera perché non possiamo effettivamente sapere se il nascituro sarà infelice, ma allo stesso modo non possiamo neanche sapere se non lo sarà. È un dato di fatto che le vite della maggior parte delle persone con gravi malformazioni sono spesso drammatiche ed infelici. In questi casi dunque i genitori dovrebbero essere lasciati liberi di fare le loro valutazioni. Non c'è un unico comportamento eticamente accettabile, dipende dalla situazione singola. C'è anche un altro discorso: secondo Mill la questione del concepimento e della nascita di nuovi esseri umani va ricondotto e integrato nell'ambito delle decisioni responsabili di uomini e donne, a differenza dei fautori della sacralità che affidano questo momento alle mani di una cosiddetta benevola provvidenza. In quest'ottica il dovere dei genitori diventa quello di garantire unamigliore qualità di vita ai nascituri: la vita a cui si ha diritto infatti è molto più della sola sussistenza. FECONDAZIONE ASSISTITA Il pun
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
22 pagine
SSD Scienze mediche MED/43 Medicina legale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 0_fede_81 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Bioetica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Donatelli Piergiorgio.