vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CHRETIEN DE TROYES
1 Erec et Enide
2 Cligès
3 Lancelot
4 Yvain
5 Conte du graal
2 Cligès. Fra il ’70 e il ’73 viene collocato uno dei più bei testi ispirati alla leggenda di Tristano
e Isotta di Thomas d’Angleterre. Il Cligès è sicuramente posteriore, visto che ne costituisce
una polemica risposta, databile quindi fra il 1176 e il 1177. Mancano, come del resto anche
nell’Erec, precisi riferimenti alla committenza dell’opera, ma si può forse ritenere che già
Chrètien fosse già entrato in contatto con la corte di Maria di Champagne.
3 e 4 Lancelot o Chavalier de la charrette. La composizione di quest’opera segue quasi
immediatamente quella del Cligès, per di più una serie di richiami interni fa capire che
contemporaneamente al Lancelot Chretién veniva ideando anche l’Yvain (o Chevalier au lion).
5 Conte du Graal. Più corretemente citato come Perceval dal nome del giovane protagonista,
opera composta tra il 1179 e il 1182, fa parte a sé, non solo per il soggetto o per il messaggio
ideologico che veicola, ma anche ad esempio per il dedicatario. Filippo d’Alsazia, conte di
Fiandra.
Chrétien non sembra più interessato a mettere in risalto i presunti legami fra il regno
arturiano e il mondo classico. Egli ha ignorato i significati e simbolismi mitico-‐fantastici propri
della
matière cui proclamava di rifarsi e di aver dotato di un nuovo sen quei racconti
tradizionali che tanto piacevano al suo pubblico. Leggende di rivalità amorose e guerriere, di
combattimenti contro esseri fantastici nella chiave di storie dell’autoaffermazione personale e
sociale del protagonista attraverso le avventure. Investiti di nuovi significati, i materiali
tradizionali dovevano anche venir montati in maniera nuova, ossia essere ordinati secondo
una particolare conjointure. Costante tratto di spicco dell’organizzazione narrativa dei suoi
romanzi è la bipartizione del racconto. Chrétien ha sempre costruito le sue opere in modo che
esse dibattessero il cruciale problema del rapporto tra: milizia cavalleresca amore.
à
-‐ L’Erec e l’Yvain sono contrassegnate dal tentativo di conciliare questi due termini.
-‐ Cligès e Ancelot è l’amore che genera le avventure, in questi romanzi tutto può accadere in
funzione e per conseguenza del fatale rapporto che lega i protagonisti.
-‐ Perceval Nel corso della quete Perceval si sforza di mettere a frutto gli insegnamenti morali e
cortesi che la madre gli ha impartito. Ma questi insegnamenti assimilati troppo in fretta,
spingono il giovane a erronee interpretazioni degli avvenimenti nei quali si trova coinvolto
che spesso lo hanno portato a inadeguate e buffe reazioni.
Il graal: misterioso recipiente dai poteri salvifici custodito dal Re Pescatore. Col graal il
giovane eroe si trova a dover fare i conti, rivelandosi decisamente non all’altezza: per un
malinteso senso della discrezione evita infatti di porre domande che gli avrebbero consentito
di chiarire i misteri legati al sacro talismano. Ci troviamo davanti a un antico mito celtico
dell’abbondanza, recuperato in modo allusivo e connesso al sacramento eucaristico.
LA LEGGENDA DI TRISTANO E ISOTTA IN BEROUL E IN THOMAS
La sorte ha voluto che la tradizione antica di una delle più belle leggende d’amore ci sia
pervenuta in uno stato deplorevole. La leggenda di Tristano e Isotta è una storia di adulterio
(Tristano è nipote ed erede presuntivo di re Marco, marito di Isotta, e i vassalli che
denunciano al re i due amanti lo fanno in primo luogo per invidia del grande potere di Marco).
Questa leggenda affonda le sue radici nel terreno mitico della Gran Bretagna e dell’Irlanda:
esistono prove dell’esistenza sia di racconti che parlano della liberazione di un popolo da un
pesante tributo umano per mano di un eroico guerriero, sia da racconti di aithed (= rapimento
della moglie di un capo, talora da parte di un nipote del capo stesso). Non possiamo affermare
con sicurezza quando questi nuclei leggendari abbiano trovato per la prima volta una
sistemazione coerente, un’estoire nella quale fossero già presenti i tratti fondamentali della
vicenda;
-‐ Versione di Eilhart von Oberg: questa estoire che ormai quasi concordemente si tende a
immaginare come piuttosto vicina alla cosiddetta version commune della leggenda,
testimoniata dal poema di Béroul, dal Tristrant del cavaliere tedesco Eilhart von Oberg. Dal
poema di Eilhart, l’originario romanzo doveva abbracciare tutto l’arco dell’esistenza di
Tristano, dalla nascita avventurosa alla morte, causata dalla menzogna di Isotta dalle Bianche
Mani (moglie mai amata).
-‐ Versione di Bèroul: pur accogliendo, nelle linee generali questo quadro della leggenda
Bèroul vi apporta alcune interessanti modifiche. In primo luogo, nel suo romanzo non appare
traccia della storia dei genitori di Tristano, poi Bèroul limita a tre anni l’effetto del filtro, e
infatti puntualmente allo scadere dei triennio, come se una benda cadesse dai loro &nbs