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B , B , B , B … = la prima mano, la stessa mano che si corregge e le altre mani.
1 2 3
B, B , B , B … = come sopra.
1 2
m e m = manus prior e manus altera
1 2
m , m … = manus prior, manus secunda…
ac pc
B a.c. (o B ) e B p.c. (o B ) = ante correctionem e post correctionem à non si capisce però se la correzione sia opera
dello stesso copista o di un altro copista o correttore
Ω spesso indica l’archètipo
à
Σ spesso indica gli scholia
à
Π spesso indica le testimonianze su papiro
à
Ο spesso indica le testimonianze su òstraka
à
ϛ o Itali lezioni o congetture anonime dell’età dell’Umanesimo.
à
Dopo i sigla dei testimoni, si indicano i sigla delle note (conspectus notarum) cioè dei segni diacritici e delle
abbreviazioni adoperati nel testo e nell’apparato critico. I segni diacritici furono fissati nel 1933 da J. Bidez e da A. B.
Drachmann, e poi nel 1938 da A. Delatte e A. Severyns i più frequenti sono:
à
-‐ *** asterischi: in prosa, sospetto di lacuna o lacuna non sanabile;
-‐ ᴗ o – quantità: in poesia, sillabe mancanti;
-‐ ( ) parentesi tonde: x sciogliere le abbreviazioni;
-‐ [ ] parentesi quadre: integrazione di una parte del testo perduta x un danno fisico;
-‐ { } parentesi graffe: espunzione x sospetto di interpolazione;
-‐ parentesi uncinate: integrazione congetturale dell’editore moderno;
-‐ | iato ( hiare, “tenere la bocca aperta”): fine di un manoscritto o di un’edizione;
-‐ — anacoluto: se il testo mostra una sintassi spezzata;
-‐ ⃝ (corrispondente dell’antica coronide x fine libro/capitolo/scena): nei FR., l’inizio o la fine di un carme;
-‐ † crux desperationis: una parola o un passo (in questo caso 2 cruces) ritenuti dall’editore irrimediabilmente guasti
à i passi cui si riferiscono sono detti loci desperati.
Alcune tra le abbreviazioni più frequenti sono:
a.c. o p.c. ( ante correctionem o post correctionem)
add. → addidi(t) → "ho/ha aggiunto"
adn. → adnotatio "annotazione",
cett. → ceteri → "gli altri"
cod. → codex → "codice"
codd. → codices → "codici"
con. → coniecit → "ha congetturato"
corr → corrector → "correttore (di un certo manoscritto)"
def. → deficit → "è privo (di una sezione importante di testo)"
del. → delevi(t) → "ho/ha cancellato"
des. → desinit → "termina, smette"
ed. → editio/editor → "edizione/editore"
ed.pr. → editio princeps → "prima edizione a stampa"
edd. editiones/editores → "edizioni/editori"
excl. → exclusi(t) → "ho/ha eliminato"
inc. → incipit → "comincia"
interp. → interpunxi(t) → "ho/ha distinto con un segno di interpunzione"
iter. → iteravit → "il copista ha ripetuto"
om → omisit → "ha omesso”
prop. → proposuit → " ha proposto"
recc. → recentiores → "codici più recenti"
rell. → "reliqui" → "i rimanenti"
secl. → seclusi(t) → "ho/ha posto tra parentesi"
suppl. → supplevi(t) → "ho/ha fornito (questa aggiunta)”
vett. → veteres editores/editiones → "edizioni/editori antichi"
Testo
•
Il testo occupa la parte superiore della pagina, mentre la traduzione (se c’è) è posta a fronte (= nella pagina accanto) o
sotto. Le righe sono numerate sia in poesia che in prosa (in poesia: la numerazione è continua, in prosa: solitamente
ricomincia ad ogni pagina) e va di 5 in 5. Talvolta, accanto ad una nuova numerazione (x diverse interpretazioni
metriche o diverse divisioni in paragrafi e capitoli dell’editore) a margine e tra parentesi o scritta più piccola, si
affianca la numerazione di un’edizione precedente divenuta autorevole. All’interno del testo vengono posti dei segni
diacritici (vd.Conspectus siglarum) x indicare interventi di correzione o supposizioni di guasto, il cui significato è
indicato nel conspectus.
Preapparato
•
Può esserci o meno. È uno spazio dedicato ad informazioni di vario genere (ad es. può citare i vari tipi di tradizione
indiretta).
Apparato critico
•
È il settore nevralgico dell’edizione critica, che:
1. illustra luoghi e modi in cui il testo stampato diverge da parte della tradizione (se è una lezione scelta tra più
varianti) o da tutta la tradizione (se è una congettura dell’editore);
2. motiva il lavoro dell’editore e ne palesa i dubbi.
Fino all’Ottocento queste informazioni si trovavano nell’introduzione critica prima del testo o nelle adnotationes
criticae (appendice critica dopo il testo). In seguito l’apparato critico è stato collocato in calce ad ogni pagina del testo
x facilitarne la consultazione (è coordinato al testo attraverso la numerazione delle righe). È r