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PREISTORIA DELLA FILOLOGIA GRECA: DAL VIII AL V SECOLO

La filologia è l’arte di capire, spiegare e ricostruire la tradizione letteraria. Come disciplina nasce nel III secolo a.C. ma ci furono importanti contributi anche prima dell’età ellenistica.

È stato spesso detto che Omero deve essere considerato come interprete di sé. Egli non solo inventò il linguaggio poetico ma lo interpretò nel corso del poema tanto che si può pensare includesse una specie di “elemento filologico”. Quando il poeta epico aggiunge parole delucidative, emistichi e versi ad espressioni ambigue o a nomi propri, questo può essere dovuto tanto al desiderio di rendersi chiari quando al piacere di giocare sulle parole e di dilettarsi con la somiglianza di suoni. Così, ad esempio, i nomi delle divinità non solo deliziano l’orecchio del poeta ma creano anche accostamenti sonori e paraetimologici. L’esempio più famoso è il nome Odisseo che richiama όδύσσομαι (odiare – odiato dagli dei).

e dai nemici) e όδύρομαι (lamentarsi – colui che si lamentò a lungo per le sue sventure). (altri esempi sono il nome di Achille o di Apollo). A partire dall’VIII secolo, dopo che i poemi epici furono sostanzialmente conclusi, l’attività dei poeti epici è raccolta e continuata nei secoli successivi dai rapsodi. I poemi epici erano stati scritti in una lingua greca comune e i rapsodi, molto spesso applicarono alle loro esibizioni delle aggiunte o delle modifiche non soltanto per rendere più chiare parole antiche o rare ma anche (si è pensato) in un primo tentativo di interpretare il testo omerico. A partire dal VI secolo questi cominciarono ad esibirsi in delle competizioni dove era richiesto loro di cominciare a recitare dal punto in cui si era interrotto il precedente rapsodo (Platone, Diogene Laerzio). Per poter rispettare una norma di questo tipo era necessario che vi fosse un testo tradizionale a cui i rapsodi dovevano attenersi, un limite alla loro capacità.

creativa e interpretativa dei testi omerici. Ad oggi non esiste una prova attendibile e inequivocabile di una raccolta di poemi omerici redatta e composta in un luogo e tempo ben preciso. La tradizione secondo cui Pisistrato per primo fece mettere per iscritto i poemi omerici è stata oggi ampiamente rivalutata. Le prime testimonianze risalgono infatti al I secolo a.C (Cicerone – Asclepiade) e sembrano essere modellate sulle figure dei sovrani ellenistici “raccoglitori di libri”. Per lo stesso motivo è messa in discussione la tradizione che vuole Pisistrato come il primo fondatore di una biblioteca pubblica ad Atene (Varrone, Gellio, Isidoro, Svetonio). Ma è assai improbabile che esistessero biblioteche pubbliche ad Atene nel VI secolo quando la scrittura non era ancora così diffusa (Pasquali). Nell’età successiva l’attività dei rapsodi si unì a quella dei poeti lirici e i poemi epici, in virtù della loro auctoritas vennero sentiti come “classici”, e i nuovi

rapsodi n

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Publisher
A.A. 2021-2022
24 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/05 Filologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Easley di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia classica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Pellè Natascia.