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NOME LATINO DELLA CITTÀ IN CUI C’È/C’ERA LA BIBLIOTECA DI CONSERVAZIONE;

Pagina 12 di 31

NOME DEL LORO ANTICO POSSESSORE;

NOME DELLA REGIONE;

FORMA.

Altre caratteristiche del codice:

a) Scriptio;

b) pochi segno diacritici e di interpunzione;

c) passaggio alla minuscola. - EDIZIONI A STAMPA-

"

I classici più pubblicati furono Lattanzio e Cicerone per la letteratura latina, mentre

Constantino Lascaris e il Manuale di Crisolora furono in cima alla lista dei più pubblicati

in ambito greco. Le EDITIO PRINCIPES nate dall’Umanesimo furono pubblicate nelle più

importanti tipografie, come quelle di:

MANUZIO a Venezia

Roma

Firenze

Le edizioni a stampa furono citate secondo criteri ordinari, ma venivano indicate anche

con il nome dell’autore o l’aggettivo del nome del tipografo.

" Pagina 13 di 31

LA CRITICA DEL TESTO

La critica del testo nasce dall’esigenza di restituire a un’opera scritta la forma originaria.

Pisistrato si vede attribuire il tentativo di fissare per iscritto i poemi omerici, fino a quel

momento tramandati oralmente e per questo oggetto di numerose modifiche.

In un momento successivo, quando gli attori cercavano di assecondare i gusti del pubblico,

venne iniziata la stesura di un testo ufficiale dei tre tragici al quale gli attori dovevano

attenersi, voluta proprio da Licurgo. GRAMMATICI ALESSANDRINI,

Il passaggio a scienza è attribuito ai che tentarono di stabilire il testo

più corretto di Omero, dei Lirici, dei prosatori e di interpretarli, utilizzando i passi

CRITICOI

autentici; e ai loro rivali i di Pergamo.

Le due scuole lasciarono un’eredità a Roma, dove in età repubblicana per opera di

Varrone sorse una filologia romana fondata su quei modelli.

Il modo in cui i testi ci sono stati tramandati dal IV a.C al XVI d.C - attraverso la

riproduzione manoscritta e il passaggio da una copia all’altra - hanno comportato un

accumulo di errori di vario genere, interpolazioni e guasti subiti dai supporti.

Il filologo, oltre a ciò, deve misurarsi con la fortuna del testo, nella quale concorrono

diversi fattori:

elementi interni;

1. elementi esterni.

2. CAMBIO DI FORMATO DA

" ROTOLO A CODICE

PASSAGGIO DA UNA

SCRITTURA MAIUSCOLA A

UNA MINUSCOLA.

"

Per il filologo moderno, la critica del testo consiste in:

liberare gli antichi dagli errori commessi da copisti;

riconoscerne l’antichità e la paternità;

ripercorrerne il cammino;

interpretarli. Pagina 14 di 31

Egli opera sulla TRADIZIONE, ossia sull’insieme dei testimoni di uno scritto antico in due

fasi:

RECENSIONE consiste in un esame articolato della tradizione;

EMENDAZIONE consiste nella correzione dei passi guasti.

"

Adesso andiamo ad analizzare l’allestimento di un testo critico.

RACCOLTA DI FONTI DI TRASMISSIONE DEL TESTO;

Ci sono tre tipi di testimoni:

1. incisi o graffitti o scolpiti su materiali duri;

2. scritti a mano o dipinti a mano;

3. stampati a mano [prime edizioni a stampa].

"

" L’editio princeps fu la

Poteva essere la trascrizione di un codice

trascrizione del TEXTUS umanistico approntato

RECEPTUS o VULGATA, per l’occorrenza o di

Questa suddivisione non è funzionale al lavoro

del filologo e si preferisce tra: sono testimoni destinati alla

TRADIZIONE DIRETTA conservazione di un testo, come

manoscritti o libri a stampa, più

TRADIZIONE INDIRETTA raramente OSTRAKA ed epigrafi.

in origine non sono finalizzati

alla conservazione o

trasmissione di un testo, ma per

motivi diversi lo fanno.

TESTIMONI INDIRETTI

"

CITAZIONI = sono passi più o meno estesi di un testo letterario menzionati da altri

scrittori antichi. Chi cita sono:

• grammatici; Pagina 15 di 31

• retori;

• lessicografi;

• epitomatori [chi riassume un’opera selezionandone parti significative e componendole

insieme]

Non sono i soli, perché anche Cicerone abbonda di citazioni poetiche, tra cui parecchi

versi di Ennio. In molti casi, chi cita non indica la paternità, il titolo e la collocazione delle

parole riportate e questo rende difficile l’attribuzione e la identificazione.

Le caratteristiche delle citazioni sono:

è molto ricca soprattutto la cultura greca rispetto a quella latina;

consentono di farci un’idea di opere o autori andati perduti;

nel caso di autori conosciuti, le citazioni possono coincidere come no;

devono essere vagliate con cura e usate con attenzione;

non si sa se siano più o meno esatte, perché si citava a memoria.

COMMENTI ANTICHI = sono in forma di commentarium o di scholium. Originariamente

furono appunti, presi in aula dalle lezioni di un autore, in forma di note a passi scelti,

redatte in forma autonoma, a noi giunte con papiri.

procedimento:

"

a. consisteva nel riportare un passo dell’originale e poi commentarlo;

b. la citazione o il LEMMA era accuratamente diviso dal commento con

accorgimenti [PUNTEGGIATURA; FARLA SPORGERE SUL MARGINE SINISTRO;

SEPARARLA CON SPAZIO BIANCO];

c. il commentario era collegato ad un libro che conteneva il testo letterario

commentato, corredato di segni critici di richiamo.

Ci sono alcuni elementi utili in questo contesto:

LEMMI: consentono di fare confronti con la tradizione diretta

COMMENTO: prevede anche riferimenti a passi paralleli e ci informa su contenuto e

significato dell’opera. Può riportare anche VARIANTI ANTICHE.

L’uso del COMMENTARIUM si è diffuso anche nel mondo romano. Un esempio è il passo

perduto di SOMNIUM SCIPIONIS, che non avremmo mai avuto senza i commentari di

Macrobio.

SCHOLIUM deriva dal greco e significa “breve disquisizione” o “breve spiegazione” e si

trova per la prima volta in Cicerone. Indica la breve compilazione anonima sui margini

dei manoscritti medievali e destinata a fornire ai lettori una spiegazione dettagliata. Sono

Pagina 16 di 31

commenti non sporadici come le glosse e non completi come gli Hypomnemata, dai quali

derivano.

[la glossa designava in origine presso i Greci i vocaboli rari, dialettali, arcaici, difficili in

quanto studiati da grammatici o ricercati dai poeti]

Tutti gli elementi sono utili alla ricerca, ma devono essere adoperati con cautela:

perché sono il prodotto del conglutinamento di materiali di epoche diverse;

i lemmata sono soggetti a corruzioni da parte degli amanuensi;

il commento dà spiegazioni senza relazioni con il lemma.

"

EPITOMI: sono i riassunti di un’opera, ottenuti mediante una giustapposizione di sezioni

ritagliate dall’opera stessa.

TRADUZIONI: le versioni in un’altra lingua. Alcune risalivano all’epoca antica, come

alcuni lavori di Cicerone.

PARAFRASI: ripresa in forma più semplice dell’opera di un altro autore.

IMITAZIONI: è necessario tenere in considerazione la variato inimicando, tipica della

teoria e della pratica letteraria antica, ossia la scelta di variare grammaticalmente il

modello.

CENTONI: sono un tipo singolare di imitazione, che consistono nella giustapposizione di

parole, frasi, emistichi di un poeta illustre [CENTONE DI PROBA].

PARODIE: possono servire alla ricostruzione del testo.

VOCI PARALLELE: ossia i passi che trattano argomenti identici o affini a quello del

testo studiato.

ICONOGRAFIA

Fatta eccezione per l’iconografia, tutte le altre fonti sono indirette in relazione al testo che

citano, ma dirette per il testo che tramandano in prima istanza. La tradizione indiretta è

conservata sui medesimi materiali e nelle medesime tipologie librarie e non di quella

diretta.

CRITICA DEL TESTO Si articola in diverse fasi, secondo quanto argomentato da

" Karl Lachmann. Le due principali sono:

• RECENSIO: designa i processi di ricognizione dei

" testimoni disponibili e di ricostruzione del testo

consegnatoci dalle fonti.

" • EMENDATIO: tentativo di correggere i passi corrotti

per risalire alla forma originaria più vicina

Pagina 17 di 31

all’originale.

L’originale fu soggetto sin dal nascere a modifiche sia volontarie, che da parte di terzi.

Questi due processi devono mirare a recuperare la forma più attendibile del testo

impostosi storicamente.

"

" RECENSIO

È l’accertamento della tradizione e consiste nella valutazione della qualità di tutti i

testimoni utili alla ricostruzione di un testo e nel confronto tra essi.

" RECENSIO MISTA=

=

Quando un testo è tramandato da una tradizione mista, l’operazione incomincia dalla

tradizione diretta principale, ossia da tutti quei manoscritti e dalle edizioni a stampa che

hanno tramandato in prima istanza quell’opera. Il manoscritto può essere conservato da:

a) un editio princeps;

b) solo nella collazione di un testo perduto.

Spesso, tuttavia, la tradizione è rappresentata da numerosi testimoni, in questo caso la

recensione ne prevedeva l’esame comparativo. In linguaggio tecnico, l’opera è detta

COLLAZIONATA, ossia sottoposta a un confronto prendendo un

ESEMPLARE DI COLLAZIONE.

" La collazione consiste nel confrontare con il testo di

" riferimento le altre fonti manoscritte o a stampa e

" nell’individuare in quali lezioni tali fonti se ne

" allontanino, ossia le VARIANTI.

"

"

Per lezione, si intende la forma in cui si legge, si presenta un luogo del testo in uno o più

testimoni, mentre per VARIANTE, si intende la forma in cui un luogo di uno o più

testimoni diverge nel luogo di un altro testimone. Le varianti sono adoperate solo in

termini di raffronto, che non vale solo tra lezioni diverse dei manoscritti, ma anche tra

Per congettura, vale a dire le correzioni

lezioni dei manoscritti e CONGETTURE.

recate da studiosi o dai copisti stessi nei passi corrotti o ritenuti tali.

Pagina 18 di 31

La collazione dovrebbe essere condotta su tutte le fonti e per tutta l’estensione dell’opera,

ma ciò è reso impossibile dalla mole del materiale.

ELIMINATIO CODICUM DESCRIPTORUM

I codices descripti devono essere eliminati, anche se con una certa cautela. Oggi si

stabilisce la discendenza diretta di un codice basandosi sulle caratteristiche

dell’ANTIGRAFO, che spieghino il modo di essere dell’APOGRAFO, ossia la presenza di un

danno meccanico e in corrispondenza di esso un vacuum o:

testo privo di senso;

trasposizione di porzioni di testo;

omissione di una porzione di testo dal presunto originale.

L’omissione potrebbe spiegarsi con un errore frequente di lettura, ossia il salto del copista

dalla lettura di un’unità di testo dell’antigrafo a

Dettagli
A.A. 2014-2015
31 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/05 Filologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jessicabortuzzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia greca e latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Tedeschi Gennaro.