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FILOLOGIA CLASSICA

Wilamowitz esprime la sua concezione di lavoro filologico e il primo insegnamento di questa Storia

è che l'esercizio della filologia esige la conoscenza della personalità dei maestri del

passato.Oggetto della filologia è la civilità greco-romana nella sua essenza e in tutte le espressioni

della sua vita e il suo compito è quello di far rivivere quella vita scomparsa.Wilamowitz concepisce

la filologia come una scienza autonoma e distinta dalle discipline parallele o ausiliarie e la fa

derivare dalla grammatica greca,vedendo in Varrone il grammatico più che l'iniziatore delle ricerche

storico antiquarie e diventa vera storia dell'antichità nella Germania del primo Ottocento,periodo in

cui essa diventa una scienza storica. Lo storicismo filologico di Wilamowitz comporta il

mantenimento della distinzione tra filologia e storiografia,in quanto questa ha per oggetto specifico

l'esistenza esteriore e collettiva dei greci e dei romani,inoltre la storiografia politica dell'Ottocento

aveva il merito di dissipare molte astrazioni classicistiche e di soddisfare il desiderio di concretezza

del W.Anche se avverso al classicismo deteriore,vede però nell'età goethiana della poesia tedesca

non solo il luogo di nascita della filologia moderna ma anche il momento della felice coniugazione

tra spirito greco e spirito tedesco come garanzia di scientificità nell'interpretazione del mondo

classico.Oltre alla Germania W.fa riferimento anche ad altri paesi europei come L'Inghilterra in cui

non trova nessun filologo degno di attenzione fino agli anni 70 dell'800,ma si potevano citare i

commenti di Conington su Virgilio e di Munro per Lucrezio o i lavori storiografici di Grote;i giudizi

sugli studi francesi invece sono più severi,tuttavia proprio dalla storiografia illuministica prende le

mosse quel tipo di ricerca sui fattori economici e culturali della civiltà che ravvivò l'erudizione

antiquaria :infatti dalla seconda metà del Settecento in Francia vengono coltivati la

paleografia,l'epigrafia,il diritto e la linguistica e si possono citare studiosi come il Reunach e il

Croiset per la letteratura greca e Havet per la critica del testo.Per quanto riguarda l'Italia per la

critica testuale e la papirologia si possono citare Comparetti e Vitelli mentre per la storiografia Pais

e De Sanctis.

La filologia classica è determinata dal suo oggetto:la civiltà greco-romana nella sua essenza e in

tutte le espressioni della sua vita e il suo compito è quello di far rivivere con la forza della scienza

quella vita scomparsa.La storia della filologia ha lo scopo di mostrare come dalla grammatica greca

derivi questa scienza il cui sviluppo si è compiuto secondo il corso della storia spirituale

moderna.Tra le storie della filologia bisogna soprattutto menzionare la History of Classical

Scholaship di Sandys .Non è giusto far cominciare la storia della filologia con il Rinascimento in

quanto nella scuola la tradizione non si era mai interrotta e per la conservazione dei manoscritti

erano stati decisivi proprio i secoli precedenti:la divisione dell'impero romano in due metà,orientale

e occidentale,impone di seguire due correnti separate che poi tornano ad unirsi dopo la caduta di

Costantinopoli;la fonte comune è la scienza ellenistica della grammatiche che per l'etimologia e per

la dottrina delle parti del discorso risale all'età dei sofisti,per l'esegesi dei poeti ha origini più

antiche e che giunge alla perfezione ad opera di filosofi e di critici e grammatiche come

Eratostene,Aristofane e Aristarco.Altro personaggio importante è Filosseno il quale compì un altro

passo in avanti nella comprensione della lingua perchè prese in considerazione il latino.:afferrò il

concetto della radice verbale monosillabica;sotto Augusto invece Trifone scrisse il primo

onomastico,cioè un vocabolario della lingua scritta e fu anche il primo a scrivere di sintassi. Due

secoli dopo Erodiano diede una sistemazione definitiva in senso rigorosamente classicistico

all'ortografia e alla prosodia.La tradizione dei grandi classici come Omero o Euripide non si

interruppe mai almeno fino a quando l'Islam distrusse gli antichi centri di cultura in Siria,Palestina

ed Egitto e fino al conflitto degli iconoclasti.Eppure con il patriarca Fozio (morto nell' 891) lo

studio della letteratura antica viene ripreso e questo vale anche per Areta di Patre che fu arcivescovo

di Cesarea in Cappadocia (morto nel 934) e le cui curie hanno conservato un gran numero di

principali prosatori come Platone,Aristide,Luciano,Dione,FIlostrato,Euclide e Pausania.Areta e gli

altri ecclesiastici riempirono i margini delle loro copie personali con note e congetture sul

testo,spesso modificandolo e dando vita così agli scolii.Con l'adozione della minuscola come

scrittura vengono introdotte la divisione delle parole e i segni prosodici che presuppongono un

intenso lavoro grammaticale e a questa grammatica servono grosse compilazioni anonime o

pseudonime,estratti di Erodiano o lessici di Fozio.A questo periodo riale anche la compilazione

della Suida il cui autore ci è ignoto e che presuppone gli ampi estratti di storici che furono raccolti

per iniziativa di Costantino Porfirogenito.Aquesti Excerpta appartiene anche la Biblioteca di Fozio

e per i poeti l'Antologia di Costantino Cefala.Molto più importante fu anche il fatto che M.Psello

ridestò la filosofia platonica,condannata come eretica dalla Chiesa;a questo platonismo erano però

mescolati elementi impure,perchè Psello vi inserì anche il Poimandres,un'opera inestimabile per la

conoscenza della religione mistica della tarda antichità.A questo proposito molto importanti furono i

principi della Chiesa Eustazio di Tessalonica,Michiele Acomiato di Atene e Gregorio di Corinto

(1200).Attraverso Acominato sappiamo che i monumenti di Atene erano già distrutti,ad eccezione

dell'Acropoli,mentre Eustazio si occupò di esegesi omerica.Con l'avvento della quarta crociata le

perdite furono irreparabili,solo circoli strettissimi e spesso di monaci,cercarono di salvare gli ultimi

resti.A questo proposito bisogna citare Massimo Planude,il quale raccolse tutto ciò che ci rimane di

Plutarco.Nel XIV secolo la richiesta italiana di libri greci fa nascere una massa di copie buone

scritte in brutta corsiva e molti maestri di greco si trasferiscono in occidente come Crisolora e

Calcondilla.Grandiosa è l'azione compiuta da Adamandios Korais di Chio (1748-1833) che lavorò

su Strabone,apportando emendamenti felici e gettò le basi per lo studio storico dell'evoluzione dal

geco antico alla lingua viva.Oltre all'impero di Bisanzio va ricordato che parte dell'eredità ellenica

conservata nelle province che caddero sotto l'Islam e che quindi fu perduta per la lingua greca in

realtà fu conservata in traduzioni nella lingua nazionale soprattutto in Siria già a partire dal II

secolo.Dalla Siria gli arabi portarono fino in Spagna le opere riprese e prodotte e tra l'altro la

cronaca di Eusebio non fu tradotta da Girolamo perchè ritenuta troppo erudita per i latini.Per quanto

riguarda la lingua latina,la lotta della scuola con la lingua volgare ha soprattutto valore per le lingua

romanze che si sono formate dal latino volgare, a questo proposito è bene citare traduzioni dal greco

come la Mulomedicina di Pelagonio,gli scritti medici di Sorano e la cronaca Barbarus Scaligeri il

cui nucleo risale ad Ippolito..Un influsso inestimabile sull'erudizione medievale esercitarono le

traduzioni di Boezio (De consolatione philosopihiae → Dante ne il Convivio). Altra figura di rilievo

fu Cassiodoro che quando si ritirò dalla vita politica al servizio dei goti fondò nel suo possedimento

di Vivario presso Squillace un monastero ,lo dotò di una biblioteca e nelle Istitutiones rerum

divinarum et saecularium litterarum fissò i doveri e i lavori per il monastero,dei quali faceva parte

anche la copia dei libri antichi.Inoltre aveva relazioni con i centri di cultura orientali.La biblioteca e

lo stesso Vivario non sopravvissero all'età longobarda ma una parte considerevole dei libri arrivò

alla Biblioteca Capitolare di Verona.Lo spirito di Cassiodoro sopravvisse in quanto i monaci di San

Benedetto si attennero alle sue Istitutiones.Nel frattempo i massimi centri di cultura lo diventarono i

monasteri del regno franco in cui esercitò un forte influsso la figura di Isidoro di Siviglia che aveva

raccolto in forma enciclopedica le forme del sapere (Le Etimologie)e questo tipo di letteratura

rimase duratura.Inoltre salvò anche vari scritti di origine africana come l'Antologia Latina.Un fatto

di importanza incomparabilmente maggiore fu che gli irlandesi e gli anglosassoni portarono nel

regno franco il loro sapere;infatti fondarono nuovi monasteri su terre che avevano conquistato al

cristianesimo: Luxeuil sui Vosgi,Bobbio sul Trebbia,San Gallo e Fulda. Così dopo le terribili

devastazioni dell'età merovingia si arrivò a quel rinnovamento dell'antica cultura che prende il nome

da Carlo Magno.La poesia e la prosa imitavano nuovamente i modelli classici e la letteratura viene

salvata in copie eleganti,ma questa cura non ebbe seguito. Nell'Italia meridionale la grecità non era

scomparsa del tutto e sia la posizione geografica che l'alternarsi di sovrani avevano determinato un

intreccio di influssi greci,latini e arabi.I principi normanni e i loro successori Federico II e Manfredi

parteciparono a questa cultura tanto che la Scuola di Salerno ne ricevette lustro.Per quanto riguarda

il Rinascimentol'apetto negativo fu che nella ricercha e nella diffusione della letteratura antica non

ebbe parte l'interesse storico-filologi e tra i vari centri di cultura si ricordano Roma e

Firenze,Milano e Napoli,Ferrara e Rimini ma chi voleva veramente imparare il greco antico doveva

anzitutto andare a Cotantinopoli come fece Guarino Veronese.Alla ricerca dei manoscritti si erano

dedicati due umanisti Francesco Filelfo e Giovanni Aurispa il quale scovò un deposito di

manoscritti e salvò opere come quella di Ateneo.La cultura greca ebbe efficacia solo attraverso le

traduzioni e pertanto la poesia restò finora esclusa:attraverso la geografia di Tolomeo si seppe della

sfericità della terra,cosa che venne sfruttata da Colombo per il suo viaggio per le Indie,La Politica e

l'Etica di Aristotele vennero fatte conoscere dal Bruni e particolare importanza ebbe il fatto che

papa Niccolò V,umanista proveniente dalla cerchia di Cosimo dei Medici avviò le traduzione degli

storici greci ;lo stesso fece Lorenzo Valla che tradusse Erodoto e Tucidide e che spesso dovette

proteggersi dall'Inquisizione e dalla Chiesa in quanto smascherò la falsa donazione dello Stato

ecclesiastico da parte di Costantino,cosa che ne

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
13 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/05 Filologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ostakista di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia classica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Ronchey Silvia.