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Lovato Lovati: -poeta mediocre, ma nella sua poesia mostra di aver conosciuto con una

generazione d’anticipo: Catullo (cinquant’anni prima della resurrezione a Verona),

le Odi di Orazio, tutto Tibullo, Properzio, Marziale, le Silvae di Stazio, Lucrezio e

Valerio Flacco (prima che fossero scoperti dal Poggio) e anche opere poco note

come l’Ibis di Ovidio

-al circolo erano note le Tragedie di Seneca nell’esemplare Etrusco; Lovati ne ha

lasciato appunti sulla metrica senecana, interessanti perché non derivati dai

manuali medievali ma originali

Geremia da Montagnone: -florilegista didattico: Compendium moralium notabilium

-sembra che citi gli autori di prima mano e fa una precisa distinzione

fra autori classici e medioevali

Albertino Mussato: -notaio di professione

-successore spirituale di Lovato, da lui influenzato legge gli stessi autori latini

e continua lo studio della tragedia senecana

-Ecerinide: -tragedia ad imitazione di Seneca

-vuole metter in guardia i Padovani sul pericolo costituito dal signore di

Verona Cangrande della Scala

-narra ascesa e caduta del tiranno padovano Ezzelino III

-prima opera del genere scritta in metro classico nella modernità, fa di

Mussato il pioniere del moderno dramma classico

Benvenuto Campesani: -Verona, grazie alle risorse offerte dalla Capitolare, alleva una

tradizione di umanesimo più filologico

-possedeva il Veronese perduto delle Epistole di Plinio

Giovanni de Matociis: -Brevis adnotatio de duobus Pliniis: primo lavoro di critica letteraria

del Rinascimento

-basandosi su Svetonio e sul Plinio veronese poté distinguere di

nuovo l’opera del Vecchio e del Giovane, che nel Medioevo erano

diventati un’entità unica

Petrarca:

-la sua influenza si estese alla maggior parte dell’Europa occidentale

-per l’attività umanistica del Petrarca fu particolarmente significativa la sede del Papato ad

Avignone, punto di contatto fra cultura del sud e del nord Europa italiana e francese divenne inoltre

luogo di incontro di una congerie di personalità di ogni nazionalità

-possedeva il Livio migliore per lezioni e più completo del suo tempo, conteneva i libri I-X, XXI-

XL, all’epoca la quarta deca era particolarmente rara; il manoscritto fu tutto corretto e postillato da

Petrarca, in seguito venne alle mani del Valla che vi pose in margine i famosi emendamenti

-Petrarca costruisce una biblioteca classica che al suo tempo non aveva eguali né per qualità, né per

quantità; di Cicerone da ricordare: Pro Archia, scoperta a Liegi nel 1333

Pro Cluentio, trascritta per lui dal Boccaccio

Epistole ad Atticum, scoperte nella capitolare di Verona nel

1345

-un’idea precisa dei gusti letterari dell’autore ci è data da una classifica degli autori e delle opere

preferite, ritrovata in un foglio di guardia di un manoscritto di Parigi: per primi gli scrittori morali

Cicerone e Seneca, al secondo posto gli storici Valerio Massimo e Livio, poi i poeti Virgilio,

Lucano, Stazio, Orazio (praesertim in odis, capovolgimento del gusto medievale), Ovidio,

Giovenale; Sant Agostino ha una lista a lui dedicata; l’unica opera greca è l’Etica di Aristotele

Boccaccio:

-sotto la protezione di Roberto d’Angiò Napoli divenne un centro culturale importante

-si rivolge al latino e agli studi eruditi per influenza di Petrarca, che conosce a Firenze nel 1350; dal

punto di vista dell’erudizione rimase molto al di sotto del proprio modello

-fu soprattutto raccoglitore di fatti di vita e letteratura antica, trattati enciclopedici, opere che ebbero

un discreto successo durante il Rinascimento

-nutriva una forte passione per la poesia che lo portò a conoscere opere minori della latinità,

sconosciute anche al Petrarca, come l’Ibis di Ovidio, l’Appendix Vergiliana, i Priapea, di cui il

codice più antico conservato è proprio autografo boccacciano

Zanobi da Strada: -umanista, conosciuto sia dal Petrarca sia dal Boccaccio, che ebbe il merito di

divulgare diversi dei codici conservati a Montecassino, unici esemplari di

diverse opere latine

Coluccio Salutati (1331-1406):

-scarso talento letterario e filologo mediocre

-tenne corrispondenza col Petrarca e conobbe bene il Boccaccio

-suoi discepoli saranno: Poggio Bracciolini e Leonardo Bruni

-dalla morte del Petrarca alla propria morte fu a capo del movimento umanista

-lesse gli autori classici con passione e di prima mano, unì lo spirito umanistico ai principi di

filologia classica; fu collazionatore di manoscritti: esiste una copia autografa delle Tragedie di

Seneca, possedeva il Tibullo più completo in circolazione all’epoca, e uno dei tre dei testimoni

principali per Catullo

-fu il primo dopo secoli a possedere entrambe le raccolte di lettere di Cicerone: le Ad familiares

furono scoperte nella biblioteca capitolare di Vercelli che aveva intrapreso la ricerca (in realtà delle

Epistole ad Attico) spinto da Coluccio

-fu lui ad invitare nel 1397 il Crisolora a Firenze

Poggio Bracciolini (1380-1459):

-segretario papale, si trasferisce a Costanza insieme a tutta la corte papale durante il Concilio (1414-

1417)

-a Cluny (manoscritto Vetus cluniacensis), in Borgogna, nel 1415 scopre due orazioni ciceroniane

inedite: Pro Roscio Amerino, Pro Murena

-a Montepulciano nel 1416 scopre: -un Quintiliano completo

-il Commentario di Asconio a cinque orazioni di Cicerone

-quattro libri delle Argonautiche di Valerio Flacco

-nel 1417 muniti di un incarico ufficiale Poggio e l’amico umanista Bartolomeo da Montepulciano

compirono ricerche a San Gallo e in altri monasteri della regione, scoprirono:

-Lucrezio, Silio Italico, Manilio, Ammiano Marcellino

-durante una serie di viaggi in Francia e Germania scopre: otto orazioni di Cicerone, le Silvae di

Stazio, testo rarissimo, tutti i codici a noi giunti derivano dalla copia approntata da Poggio

-terminato il Concilio Poggio trascorre alcuni anni in Inghilterra

-in Inghilterra scopre gli excerpta vulgaria di Petronio, da cui derivano tutti i manoscritti del XV

sec.

-a Colonia scopre il frammento della Cena Trimalchionis

-si può considerare l’inventore della grafia umanistica: durante il medioevo la minuscola carolina

era degenerata nella gotica, Poggio scegli di utilizzare una forma più antica di carolina (vi forse

l’influenza di Niccolò Niccoli)

-coll’avvento della stampa la libraria generò il carattere denominato tondo, la corsiva conservò il

medesimo nome anche in tipografia

Ultime scoperte:

1421 -De Oratore e Orator, che prima si possedevano solo in forma mutila

-Brutus, prima sconosciuto

1429 -Niccolò da Cusa portò a Roma un manoscritto di Plauto dell’undicesimo secolo che

conteneva le dodici commedie fino ad allora sconosciute

Tacito -l’unico codice contenente le opere minori di Tacito era noto a Poggio dal 1425 ma arrivò a

Roma solo nel 1455

-Annales I-VI sottratta da Corvey arrivò a Roma nel 1508

-Cornelio Nepole, Celso, De acquae ductibus di Frontino, Panegyrici Latini

-fra il 1501 e il 1504 Sannazzaro reperì gli Halieutica pseudo-ovidiani e i Cynegetica di Grattio

-la maggior parte delle scoperte all’inizio del XVI sec. sono legate all’attività filologica incentrata a

Basilea, ove risiedevano Erasmo e Beato Renano e stampatori come Froben e Cratanden

Perdita e corruzione di manoscritti:

-gli umanisti una volta copiato il testo non valutavano i codici archetipi che spesso andarono

perduti, la situazione peggiorò ulteriormente nel XVI sec. quando molti manoscritti presero la via a

senso unico della tipografia

-in molti casi i testi classici esoterici o corrotti vennero falsamente emendati dagli editori umanisti

ansiosi di produrre quel testo leggibile che il pubblico si attendeva, da qui la cautela con cui si

devono trattare i testimoni di questo periodo

Biondo Flavio: -si occupò di archeologia, numismatica, epigrafia, studio delle istituzioni

romane

Lorenzo Valla (1407-1457):

-istruito in latino e greco dai migliori insegnanti del suo tempo fra cui l’Aursipa e Leonardo Bruni

-ingaggiò velenose polemiche con Poggio e con il Panormita, ma fu salvato dalla protezione prima

di Alfonso V e poi di Martino V che gli aprì le porte dei fondi curiali

-Elegantiae latina lingua: -sua maggior opera

-diviene la maggior auctoritas in latino fra Quattro e Cinquecento

-dimostra falsi: la donazione di Costantino, il carteggio fra San Paolo e Seneca

-Emendationes sex librorum Titi Livi: -scritto per screditare due filologi di corte il Panormita

e il Facio

-studiava sul grande manoscritto appartenuto al

Petrarca che postillò a margine

-emendò la Vulgata basandosi sull’originale greco, operazione apprezzata da Erasmo che stampò

l’opera nel 1505

Poliziano:

-fu il miglior poeta del suo tempo sia in italiano sia in latino

-rigettò il ciceronianismo a favore di un eclettismo che attingesse all’intero patrimonio linguistico

del latino classico

-fu il primo ad interessarsi alla lingua argentea

- conosceva benissimo anche il greco che imparò da autodidatta studiando sulla Bibbia in greco e

usando la vulgata come chiave per dilucidarne il testo

-esaminò e collazionò uno sterminato numero di testi classici

-Miscellanea: -gruppo di cento capitoli su questioni filologiche differenti

-lo stile si avvicina a quello delle Noctes Atticae di Gellio, quindi evidente è l’influenza di autori

tardi

-è il primo ad applicare sistematicamente il principio dell’eliminatio codicum descriptorum

-nutre un vivo interesse per gli scritti più tecnici dell’antichità, lo testimonia una monumentale

edizione di Plinio il Vecchio per la quale si basò anche sulle Castigationes Plinianae di Ermolao

Barbaro

Lo studio del greco:

-Petrarca ebbe la possibilità di prendere lezioni ad Avignone dal monaco Barlaam che però si rivelò

un pessimo insegnante; Petrarca non riuscì mai ad impadronirsi abbastanza della lingua per poter

leggere in versione originale Omero

-nel 1360 Boccaccio blocca a Firenze una allievo di Barlaam, Leonzio Pilato, che si fermerà però

pochi anni e fornirà traduzioni molto rozze di passi di Omero, Euripide e di alcune Vite di Plutarco

-contatti con Costantinopoli: -un bagaglio di letteratura latina fu resa disponibile ai Bizantini per

opera di Massimo Planude, che aveva fatto parte di un’ambasceria

inviata a Venezia

-il maestro più importante in Italia fu Manuele Crisolora; la sua

grammatica Erotemata fu il primo testo di questo genere ad essere

stampato e venne adoperata da personalità quali Erasmo e Reuchlin

-vennero approntate molte traduzioni di testi greci grazie in particolare

a Niccolò V

-fra i letterati che si recarono a st

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A.A. 2014-2015
6 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Karenina3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia medievale e umanistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Albanese Gabriella Giuseppa Maria.