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-UTILIZZO DELLO STEMMA
Eliminatio codicum descriptorum: -codici descripti: sono codici che derivano esclusivamente
da un altro testimone conservato
-il termine descriptus non richiede che la discendenza sia
diretta, ma che il testimone-fonte sia conservato
ex. Annales: -conservati solo parzialmente grazie a un solo testimone
-per i libri 11-16 il testimone è quello Cassinese
-i libri sono riportati anche da un manoscritto di Leida che presenta in alcuni
punti lezioni migliori del Cassinese
-tuttavia gli studiosi sembrano concordare sul fatto che il manoscritto di Leida
sia comunque descriptus del manoscritto Cassinese, in quanto le lezioni
migliori si dovrebbero attribuire a congetture emendative di epoca umanistica
Dialogi di Seneca
Eliminatio lectionum singularium: -lo stemma permette di eliminare le lezioni che, data la
posizione assunta dai testimoni che le riportano, sono
riconoscibili come innovazioni
-si basa sul concetto di economia e sul calcolo delle probabilità
(non si può escludere che una lezione si sia prodotta più volte
in linea indipendente, ma statisticamente è possibilità più
remota)
-L’ARCHETIPO E I SUBARCHETIPI
-la tradizione può partire dall’autografo dell’opera, ossia dall’originale (O)
-la tradizione può partire da un testo che era già una copia, ossia un archetipo (α)
-l’esistenza di un archetipo può essere dimostrata grazie alla presenza di una
innovazione presente in tutti i testimoni
-la non esistenza di un archetipo non può essere dimostrata, ma viene dedotta
secondo un ragionamento in negativo: poiché non si può dimostrare l’esistenza di
un archetipo, allora se ne deduce che probabilmente non è esistito
-oggi non è più valida l’idea secondo cui all’inizio della tradizione un archetipo
debba necessariamente essere esistito
ex. Rerum natura: -testo con archetipo non conservato
-Lachman riuscì a ricostruirne l’archetipo
confrontando i due testimoni dell’opera
rimastici (oblungus e quadratus)
-subarchetipi: sono i succedanei diretti dell’archetipo
La CONSTITUTIO TEXTUS: -le lezioni dei singoli testimoni sono eliminate o annotate a
seconda della posizione nello stemma del codice che le riporta
-le lezioni selezionate sono quelle attestate ai piani più alti dello stemma,
cioè quelle dei subarchetipi
-LA SELECTIO: TRADIZIONI BIPARTITE E TRADIZIONI MLTIPARTITE
-la selezione delle varianti è automatica se i subarchetipi sono tre o più (tradizione multipla), non è
automatica invece nel caso di una tradizione bipartita
Bedier: -nota in maniera provocatoria la presenza statisticamente elevata delle tradizioni
bipartite, come dati falsati dagli editori, che si riservavano così, forse
inconsciamente, la possibilità di intervenire ope iudicium nella constitutio textus
-ma si deve anche notare che le tradizioni bipartite sono le uniche che si possono dimostrare
positivamente, mentre quelle multipartite si basano su una prova negativa
Bellum civile: -conservato insieme ad opere come il Bellum Alexandrinum, Bellum
Africum, Bellum Hispaniense, in antichità attribuite sempre a Cesare
-la tradizione sembra essere tripartita
-per alcune innovazioni minime comuni a due rami della tradizione
alcuni studiosi ipotizzano la possibilità che lo stemma sia bipartito
-la soluzione del problema potrebbe venire da uno studio filologico
delle opere che sono state trasmesse insieme al Bellum civile
-LECTIO DIFFICILIOR: -ossia si deve accordare preferenza a utrum in alterum abiturum erat
-elaborata primariamente sui testi dell’antichità classica
-si basa sul principio che una modifica migliorativa a testo d’autore
appare ingiustificata
-Contini lega il concetto di lectio difficilior a quello di diffrazione
diffrazione in presenza: se una delle varianti presente nella
tradizione si rivela quella originaria
diffrazione in assenza
-USUS SCRIBENDI: -fra due varianti concorrenti quella originaria sarà quella che risponde
meglio alle abitudini stilistiche dell’autore
-è metodo analogico: si basa sul confronto con materiali esterni alla
variante stessa, ma appartenenti al medesimo autore
-LOCI PARALLELI: -si basa sul confronto col materiale di altri testi affini
-problema: vi è la possibilità che qualche copista colto abbia
ricondotto una forma anomala ad una normale nella
tradizione
-quindi non sono affidabili gli autori usati nella scuola e
che venivano imparati a memoria
-SELEZIONE SU BASE STATISTICA: -criterio da utilizzare come ultima risorsa quando gli
altri metodi non abbiano potuto risolvere il problema
delle varianti adiafore
-L’EMENDATIO: -il fatto che a capo della tradizione si trovi un archetipo e non l’originale
concede che il testo possa essere emendato
-emendatio/divinatio
-in fase di emendatio si possono usare alcuni dei principi che si sono già usati
in fase di selectio
emendatio ope codicum: -si basa su un codex optimus
-il codex optimus può essere virtuale, ossia
frutto di un confronto fra vari testimoni
-se si può supporre che l’archetipo sia un testo molto vicino all’originale si
emenderà meno possibile, viceversa l’emendatio sarà più estesa
obelus = crux desperationis
pareri sull’emendatio: -una ipotesi è sempre bene formularla, poiché
accende il dibattito e fa progredire la ricerca
CASI PARTICOLARI DI DOCUMENTAZIONE
-TRADIZIONI A TESTIMONE UNICO: -il testimone unico è l’archetipo dell’opera (o in rari
casi è l’originale stesso)
-le fasi di recensio e selectio sono azzerate, resta
invariata la fase di emendatio
-TRADIZIONI SOVRABBONDANTI: -in caso di tradizioni molto vaste si deve operare una
selezione a priori dei testimoni
-si dovrà avere un occhio di riguardo per i codici più
antichi, seppur tenendo presente la norma recentiores
non deteriores (Pasquali)
-la distinzione fra recentiores e antiquiores è molto netta per i testi dell’antichità classica,
considerato anche il fatto che la distinzione temporale si accompagna alla distinzione di forma (da
volumen a codex); al contrario è una distinzione molto più sfumata per i testi medievali
-metodo dei loci critici: -si definiscono come “luoghi critici” i passi del testo che presentano
innovazioni e varianti, e che sono dunque significativi al fine
dell’apparentamento dei testi
-si costruisce lo stemma codicum sulla base dei testimoni considerati
migliori a priori, gli altri codici vengono esaminati prendendo in
considerazione solo quei passi che sono stati utili per la ricostruzione
dello stemma
-l’impiego del metodo dei loci paralleli è particolarmente utile nel
caso l’opera sia una compilazione, un florilegio, una traduzione
Legenda aurea di Iacopo di Varazze: -l’edizione è stata preparata per mezzo
della campionatura del testo e dei loci
critici
Commedia: -il metodo dei loci critici è stato sviluppato proprio sulla Commedia
-Sanguineti basandosi sui loci critici ha individuato il manoscritto Vaticano
Urbinate 366 come unico rappresentante di uno dei due rami dello stemma
-nell’edizione tale manoscritto viene assunto come testo di collazione
-LA TRADIZIONE INDIRETTA: -caso tipico: citazione di un’opera all’interno di un’altra opera
-problema: possibile imprecisione di citazioni a memoria
-la tradizione indiretta è importante per capire la fortuna di
un’opera
Catullo (17,19): -la tradizione diretta deriva da un codice medievale
-riporta: superata securi
-la tradizione indiretta è la citazione del verso da parte del grammatico
Pompeo Festo, come esempio dell’eccezionalità del verso utilizzato
-riporta: suppernata securi “abbattuta”
Pompeo Festo: -opera: raccolta di parole latine rare
-tradizione diretta: tradizione unitestimoniale, codice dell’XI sec.
-tradizione indiretta: riduzione fatta da Paola Diacono (VIII sec.)
-DECLASSAMENTO E RIQUALIFICAZIONE DEI TESTIMONI:
-il valore testimoniale di un determinato manoscritto può variare nelle diverse parti dell’opera che
esso riporta a seconda del variare della consistenza della documentazione
Vitae di Cornelio Nepote: -presenta una tradizione ora a due ora a tre rami
-l’archetipo è stato copiato tre volte: due dei testimoni sono
tutt’ora esistenti, il terzo è perduto, ma se ne ha una collazione
affidabile
-lo stemma è a due rami per quella parte di testo che non è
riportata da uno dei testimoni
I LIMITI DEL METODO STEMMATICO:
recensioni chiuse: tradizioni a cui si può applicare in modo rigoroso il metodo stemmatico, così
da costruire il testo in maniera meccanica
recensioni aperte: tradizioni in cui l’editore è costretto ad intervenire perché:
-lo stemma è bipartito
-si è verificata contaminazione
-sono conservate varianti d’autore
-LE INNOVAZIONI IRRICONOSCIBILI:
-si hanno nel caso in cui i sistemi linguistico-culturali di autore e copista siano particolarmente
affini -testi antichi per i quali si siano prodotte innovazioni già in epoca antica
-testi prodotti e copiati nel medioevo
-testi di qualsiasi epoca scritti in una lingua poco regolata
-testi totalmente stilizzati
-testi che nel corso della tradizione sono stati oggetto di studio filologico (vd. umanesimo)
-LA CONTAMINAZIONE:
-quando un contatto fra due o più testimoni abbia prodotto un terzo manufatto che accoglie lezioni
provenienti da fonti differenti
-il termine presuppone una forma “pura” di tradizione che procede soltanto in modo univoco e
verticale
-infatti la contaminazione è detta anche trasmissione orizzontale
-la difficoltà a procedere davanti a tradizioni contaminate è uno dei limiti maggiori della stemmatica
-la contaminazione ha due motivazioni d’origine principali:
causa pratica: il testo da cui si stava copiando presentava delle lacune
causa filologica: il copista voleva trascrivere il testo nella forma migliore e per questo
non si accontentava di copiare il testo da un solo antigrafo
-è facile individuare la contaminazione solo se essa è esplicita
-se la contaminazione è avvenuta in un solo punto della trasmissione per rimediare ad una lacuna vi
sono buone possibilità di riuscire a isolare il fenomeno
-ma nella maggior parte dei casi la contaminazione è fatto seriale e non si produce sincronicamente
ma diacronicamente
-il manoscritto tende a divenire un collettore di varianti o editio variorum
Commedia: -presenta una tradizione contaminata fin dalle origini
-il copista del codic