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Commissione Rodotà, è quella dei beni sovrani che comprende tutti quei beni
riconducibili ai servizi pubblici essenziali. Sono beni che soddisfano interessi
generali fondamentali, sono di appartenenza pubblica e dunque non
privatizzabili e erogano servizi di interesse economico-generale. E infine vi è
la categoria dei beni sociali, destinati a soddisfare bisogni corrispondenti ai
diritti civili e sociali delle persone. Tali beni tutelano diritti fondamentali
garantiti dalla Carta Costituzionale, come la salute, la casa, l’istruzione, la
giustizia. Lucarelli sostiene allora che sia necessario immaginare una nuova
forma del diritto pubblico che tuteli e valorizzi quei beni funzionali all’effettiva
tutela dei diritti fondamentali, come beni di appartenenza collettiva e sociale,
andando oltre le dicotomie pubblico-privato e proprietà-gestione. La discesa
del soggetto pubblico nell’arena mercantile, attraverso società per azioni
pubbliche o miste e attraverso scelte che hanno orientato servizi e beni
pubblici verso il profitto, ha ignorato quella parte della Costituzione che
disegnava lo Stato come espressione e strumento della collettività e non di
gruppi particolari. Bisogna quindi procedere per la costruzione di un diritto
pubblico in grado di rapportarsi alla nuova categoria dei beni comuni, un
diritto pubblico ben consapevole del nuovo insieme di comitati, movimenti e
associazioni rappresentative di interessi generali. Questo nuovo diritto
pubblico deve tener conto anche della nuova categoria della
cyberdemocrazia, ovvero l’insorgere di nuovi spazi pubblici nei quali tutti
possono esprimere on line la loro opinione, con la realizzazione di forum e
gruppi di discussione. Uno dei punti critici del “vecchio” diritto pubblico è stato
il lento declino della pubblica amministrazione e soprattutto la sua
progressiva soggezione al potere politico: la pubblica amministrazione
piuttosto che continuare a perseguire gli interessi pubblici, è diventata parte
del potere politico, dei partiti politici, abolendo la sua funzione costituzionale.
Sono stati nominati ai posti più alti della pubblica amministrazione personaggi
selezionati in base alla lealtà di partito, piuttosto che alla competenza
posseduta, pur essendo presenti leggi che affermavano chiaramente il
principio di distinzione fra politica ed amministrazione. Si sono concretizzati
fenomeni di feudalizzazione della pubblica amministrazione, come già
accennato all’inizio del 900 da Michels e Weber, che affermavano come tale
processo avesse nel suo complesso offuscato il concetto di interesse
pubblico. Nel 2002 Lucarelli si pose il problema di affrontare, in una
dimensione europea, i temi classici del diritto pubblico, quali la forma di
governo, la contrapposizione tra democrazia di indirizzo e democrazia di
investitura, l’organizzazione e la distribuzione di funzioni e competenze, la
gestione dei servizi e dei beni pubblici e la protezione dei diritti fondamentali.
In particolare, l’autore avvertiva l’esigenza di riflettere in merito alla
costruzione di un diritto pubblico europeo. Si auspicava che il principio della
coesione economico-sociale potesse essere considerato progressivamente
un vero e proprio principio costituzionale europeo. In una sentenza del 2010
si smentisce che il diritto europeo imponga agli stati di privatizzare i servizi
pubblici, si riconosce l’esistenza di un diritto pubblico europeo dell’economia,
e si riconosce ai comuni la possibilità, di seguito ad un referendum, di rifarsi
al diritto comunitario che prevede la gestione pubblica e diretta dei servizi di
interesse generale. Il diritto pubblico europeo dell’economia prevede che la
gestione e l’erogazione dei servizi pubblici essenziali possano costituire un
intenso collegamento con i diritti fondamentali, quale fattore di coesione
sociale e territoriale. Lucarelli è adesso assessore ai beni comuni del comune
di Napoli, l’unica città attualmente ad avere attualmente un tale assessorato.
Nelle varie tappe del suo percorso sui beni comuni egli si concentra
particolarmente sul bene comune per eccellenza: l’acqua. Il principale atto
legislativo adottato dall’Unione Europea in materia di disciplina delle acque
afferma che l’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri bensì un
patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale. Il Laboratorio di Napoli
per i beni comuni attraverso le assemblee del popolo e le consulte tematiche
coinvolgono la cittadinanza attiva a processi decisionali imponendo
all’amministrazione trasparenza e informazione. Il 26 ottobre del 2011 il
Consiglio Comunale di Napoli ha votato affinché l’acqua di Napoli passasse
dalla gestione privata alla gestione pubblica e Lucarelli è passato dalla teoria
all’azione politica con una rivoluzionaria battaglia in campo. Lucarelli infatti è
stato uno degli ispiratori delle tre domande del referendum abrogativo del