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Riguardo il processo di ominazione, Mayr mostra il semplicismo del racconto secondo il quale, a
determinare tale processo, sarebbe stata l’acquisizione della stazione eretta da parte di alcune
orde di ominidi, che avrebbe permesso l’uso di strumenti. L’uso degli strumenti da parte degli
scimpanzè, infatti, lascia intendere che il loro utilizzo da parte degli ominidi fosse un’abilità
acquisita prima della stazione eretta. La stazione eretta non ebbe conseguenze significative
sull’accrescimento del volume del cervello.
All’origine del processo di ominazione non c’è l’affermazione di una logica strumentale, bensì di un
modello culturale. All’origine del prove cesso di ominazione non c’è l’abilità tecnica di forgiare
l’ascia di pietra, bensì al costituzione di prodromi di ciò che pii sarà la diade madre-figlio. Per Mayr
fu la realizzazione di vasti accampamenti ai fini della caccia a richiedere lo sviluppo del linguaggio.
Questo nuovo stile di vita, conclude Mayr, richiedeva l’elaborazione di un efficiente sistema di
comunicazione il linguaggio che è un strumento del pensiero strategico.
-Lacan: il simbolico e il normativo-
Un primo nesso che emerge dal discorso di Lacan è quello tra la figura paterna, la legge, intesa
come comando originario, e il linguaggio. Il secondo nesso è tra la religione, con il suo tema del
Nome di Dio, il padre come ruolo simbolico e il linguaggio come lavoro sul significante. Lacan
attribuisce al nome del padre la stessa valenza originaria che il nome di Dio ha per i mistici. Dio è
un essere linguistico dotato di autorità, cui se deve rispetto assoluto. E’ questo il modello che ha in
mente Lacan quando enuncia il tema del Nome - del- Padre: il padre come una figura
linguistica(nel senso di ente linguistico e di soggetto enunciatore) dotata di autorità legiferante cui
si deve un rispetto assoluto. La diade madre-figlio in Lacan acquista rilievo in connessione con il
tema del Nome -del- Padre. La Madre è il lato percepibile di quel significante assoluto e originario
che è il padre. Per Lacan c’è l’esigenza di rendere percepibile il significante paterno (a questa
funzione è chiamata la Madre). In conclusione funzione della Madre è di iscrivere il Nome -del-
Padre nel discorso che lei tiene con il figlio. La madre lacaniana è l’articolazione discorsiva del
Nome-del-Padre inteso come essere linguistico dotato di autorità legiferante. In quanto tale, la
madre lacaniana rende possibile l’instaurarsi della struttura del rispetto, in cui il padre è dotato di
prestigio ed è oggetto di timore. E’ questo l’ordine simbolico che ingloba e umanizza la diade
madre-figlio resa possibile dalla deambulazione eretta. E in quest’ordine, etica diritto e linguaggio
formano un tutto unico.
-Dalla costrizione della lingua alla libertà del discorso-
La prospettiva da cui siamo partiti è quella di Della Volpe, di una filosofia dell’espressione che deve
tramutarsi in una filosofia dell’esistenza. Questa filosofia, per quanto riguarda il molteplice e il
contingente intraprende la via dell’accordo della discordia, che fa del dialogo la struttura interna del
pensare. Questo sforzo è reso possibile dalla parola che è irrequietezza e equilibrio espressivo. E’
però anche impossibilità di contraddirsi. L’altra prospettiva è quella della natura affettiva del
rispetto, dove abbiamo affrontato il problema dell’ordine simbolico originario da cui scaturisce la
diade madre-figlio, e nel quale etica, diritto linguaggio appaiono marcate dal principio di autorità.
Cap.3 -Sistema linguistico e eccedenza normativa
-Mayr: processi teleomatici e processi teleonomici-
Mayr opera una distinzione tra processi telematici e processi teleonomici. Un fiume che scorre
verso il mare, una pietra che precipita a terra, sono tipici processi telematici. In questi processi c’è
un cambiamento di stato che obbedisce a delle leggi naturali(forza di gravità)(2°legge
termodinamica), ma si tratta di processi che si dirigono verso il loro fine in modo più passivo e
automatico, regolati da forze o condizioni esterne. I processi teleonomici tipici del mondo organico,
in particolare dei processi di sviluppo cellulare e del comportamento degli organismi, come le
migrazioni, la ricerca del cibo, il corteggiamento, le fasi di riproduzione. Per Mayr un processo
teleonomico, ovvero un comportamento, è un processo che deve la propria direzione finalizzata
all’azione di un programma cioè una informazione codificata. Questi programmi possono essere
chiusi o aperti, a seconda che incorporino o meno informazione durante il loro tempo di vita.
Riconosce l’esistenza di distinti programmi semantici, quali per esempio i singoli stadi
dell’ontogenesi. Scopo delle distinzioni di Mayr circa il concetto di teologia è di dimostrare da un
alto che l’adattamnto evolutivo non è un processo finalistico, dall’altro, che non esiste una teologia
cosmica.
-La morfogenesi del segno-
La problematica del segno in Piaget e quella dell’equilibrazione cognitiva prende corpo nel
parallelismo tra psicogenesi e sociogenesi. Se così non fosse non si spiegherebbe la sua
insistenza sulla presenza e progressione gerarchica, tanto nella dimensione psicogenetica, di
quella che egli chiama le strutture fondamentali della vita psichica, cioè i ritmi, le regolazioni e i
raggruppamenti. Un esempio significativo della presenza di queste strutture è quello che conduce
alla costituzione del gruppo degli spostamenti. Il livello dei ritmi è rappresentato dagli spazi tattile,
visivo. Il livello delle regolazioni è costituito dalla integrazione progressiva di questi diversi
spazi(esempio struttura affettivo-morale del rispetto, dalla politica alla scuola) Il livello dei
raggruppamenti è dato dalla coordinazione degli spazi e dalla loro unificazione in uno spazio
totale(si riferisce al diritto morale, allo scambio discorsivo). Nella psicogenesi allo stadio senso
motorio seguono poi le regolazioni delle operazioni cocerete e i raggruppamenti delle operazioni
formali, che costituiscono altrettanti grandi stadi dello sviluppo. Nella sociogenesi le tre strutture
dei ritmi, delle regolazioni e dei raggruppamenti vengono a coincider con l’intero sviluppo sociale,
senza l’intermediazione degli stadi. Le tre strutture fingono anche da principio di classificazione.
Per quanto riguarda i ritmi, Piaget fa riferimento ai ritmi biologici incorporati nelle forme più
elementari di economia, nonché al susseguirsi delle generazioni. Per le regolazioni, cita l’esempio
dell’opinione pubblica, e quello delle varie forme di coercizione, dalla politica alla scuola. Per i
raggruppamenti, infine, si riferisce al diritto, alla morale razionale. Si tratta di
suggestioni,osservazioni che assieme alla ricerche psicogenetiche maggiori, formano un quadro
d’insieme coerente, intorno al quale si può osservare che:
1)nella dimensione psicogenetica, la sequenza dei ritmi, delle regolazioni e dei r aggruppamenti
sembra avere due cicli, uno minore che conduce al gruppo degli spostamenti e l’altro maggiore
che conduce dallo stadio senso motorio allo stadio delle operazioni concrete sino allo stadio finale
delle operazioni formali.
All’origine del ciclo maggiore c’è l’emergere della funzione semiotica e quindi del linguaggio che è
una risorsa evolutiva ma anche un ostacolo per il pensiero proiettato verso la logica.
2)al contrario, nella dimensione sociogenetica, lo sviluppo appare come un processo debolmente
strutturato.
Se la totalità scoiale appare meno strutturata ciò non vuol dire che manca di una sua complessa
organizzazione. Piaget suggerisce la presenza in essa di mediatori tra processi probabilistici e
strutture logiche. Psicogenesi e sociogenesi benché differenti, sono entrambi processi di
generazione di forme. In Piaget, forma è apertura, mobilità, possibilità- al contrario, contenuto è
invece chiusura, dipendenza dal contesto, necessità. Allora psicogenesi e sociogenesi appaiono
come processo morfogenetici e i mediatori sono regolatori di tali processi.
-L’imitazione come mediatore morfogenetico-
Uno degli argomenti di Chomsky per avanzare la sua ipotesi di una facoltà linguistica universale e
innata, è l’apparente contraddizione fra la complessità della struttura grammaticale delle lingue e la
facilità con cui qualsiasi parlante le padroneggia. La conclusione riguardo al rapporto tra linguaggio
e logica è che il linguaggio non costituisce la fonte della logica, ma è invece da essa strutturato. In
altri termini le radici della logica vanno cercate nella coordinazione generale delle azioni. Egli infatti
sostiene che tutta la funzione semiotica procede dall’imitazione. A un livello primario, il significato
coincide con l’azione ed è mentalmente cieco. Nel caratterizzare la coscienza come un sistema di
significati, Piaget le attribuirà oltre all’operazione di implicazione, anche quella di designazione. Ma
prima che la coscienza si installi come pensieri, egli riconosce che il segno, più che
designare,evoca, suggerisce, vive cioè in stretta simbiosi con lo psichismo proprio del simbolo.
Nella morfogenesi del segno, l’imitazione assume la funzione di mediatore o fattore di crescita
speciale, le cui varie espressioni, avvengono nel quadro di processi di decentramento conoscitivo.
Lo sviluppo psicogenetico indagato da Piaget può essere posto in stretta continuità con le
dinamiche sociogenetiche dell’imitazione. Per quanto concerne l’imitazione, Lukàcs mostra la sua
funzione morfogenetica nel passaggio dal sistema di segnalazione animale al linguaggio vero e
proprio, sottolineando come una delle espressioni principali di tale crescita morfologica sia la
fantasia motoria, sorta di sistema semiotico intermedio.
-Tipologia dei segni e natura semiotica dell’intelligenza-
La tipologia dei segni(indice, simbolo, segno) operata dalla semiologia di Piaget, si ricollega alla
tipologia di Pierce e Saussure. Saussure distingue l’indice(che partecipa casualmente del suo
significato); il simbolo(motivato) e il segno(arbitrario), il quale è dunque necessariamente sociale
perché convenzionale, mentre il simbolo può essere individuale. Peirce opponeva all’indice l’icona
e il simbolo. La convenzionalità è interpretata come l’effetto del grado di astrazione raggiunto dal
pensiero sociale. Di qui il giudizio di maggiore profondità sulla classificazione di Saussure rispetto
a quella di Peirce.
-Tipologia dei segni in Pierce e Saussure-
Secondo Pierce un Segno può esser