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DAL MEDIUM ALL’IMMAGINE
Dalla fine del ‘900 il problema dell’immagine si estende a quello dei media. L’iconico ha una parte
essenziale nella cultura: anche le scienze esatte dipendono dalle immagini in quanto si servono di una
strumentazione iconica.
Le immagini sono suscettibili di definizioni in termini di medium ma sono necessarie specifiche condizioni
affinché medium e immagine si determinino reciprocamente. I media sono in generale permeabili e
l’indeterminatezza serve a renderli supporti.
transitori, distinti dai singoli particolari e indeterminati: La
differenza tra medium e forma è analoga alla concettualizzazione teoretica della relazione sostanzaaccidenti:
non sono separati da una cesura di principio ma da differenze caratteristiche. La visibilità è una
permeabilità garantisce la trasparenza in
circostanza del medium ma non una condizione necessaria. La
favore delle cose che in essa si mostrano. invisibili,
I media sono in linea di principio se già i loro elementi
si sottraggono allo sguardo: possono anche concepirsi in termini puramente cognitivi (mezzi matematici).
MEDIUM VS IMMAGINE
La genesi dell’immagine presuppone l’esistenza di media: non è però la disponibilità di un medium a
artistica) a
generare le opere, quanto è un interesse produttivo storicamente condizionato (decisione
determinare sia immagine che medium. I media possono essere naturali (argilla, gesso, legno, pietra:
substrati da cui dipende la scultura) ma anche religiosi, culturali o sociali: la loro potenzialità formale si
sviluppa alla luce di determinate costellazioni storicoantropologiche che rappresentano il medium
comunicativo. La realtà dell’immagine non diviene comprensibile nell’interazione tra medium e forma, ma
la ricerca dell’immagine è legata a un’arte dei confini e ciò ha effetto
nella delimitazione di un campo:
anche sui media, la cui materialità produce conseguenze sulla costruzione dell’immagine. La delimitazione
si schiude lo spazio della rappresentazione:
di una superficie implica un fissarsi della materialità e si ha un
differenza tra media e forma,
medium di secondo grado. In questo caso si può cogliere con lo sguardo la
che si rappresenta come un’immagine. Le regole della rappresentazione, cioè i modi in cui i media si
uniscono a forma e contenuto non sono fissate: nel processo di concretizzazione confluiscono perizia
artigianale, ingegno artistico, desiderio del committente, norme iconografiche e materialità del medium.
I dispositivi mediali condizionano le immagini ma non sono mai essi stessi immagini, le quali realizzano le
produzione
proprie possibilità nella misura in cui superano la medialità delle loro condizioni di partenza. La
di senso dipende esclusivamente dalla differenza iconica tra i presupposti mediali e le decisioni formali.
MEDIUM E RIPRODUZIONE
I cambiamenti storici dell’arte sono stati sempre accompagnati da mutamenti nelle premesse mediali: il
processo di
cambiamento più importante non portò a una nuova materialità ma a un nuovo procedimento:
razionalizzazione dei metodi di rappresentazione figurativa con fondamento nelle dottrine pitagoriche
e nella geometria euclidea, il quale rende possibili le immagini senza essere esso stesso immagine (nuovo
prospettiva in quanto metodo
genere di medium fino ad allora sconosciuto). La forma una nuova medialità
indipendente da un certo substrato materiale, dal momento che segue solo regole matematiche che
consentono di verificare ogni oggetto visibile sulla base delle sue condizioni di apparenza e di rappresentarlo
in conformità a una regola. Il visibile viene spogliato di molte proprietà naturali e concepito come un
prospettiva in quanto medium
costrutto dimensionale di superfici. La consiste in un processo cognitivo che
uniforma il mondo visibile in quanto totalità di corpi costruibili: diviene possibile parlare in generale del
mondo visibile.
È comunque evidente la differenza tra medium e immagine: gli artisti che inaugurarono la prospettiva
(Masaccio, Piero della Francesca) pur padroneggiandola non assoggettarono mai completamente le immagini
L’immagine prospettica assoggettò il medium prospettico.
ad essa, riconoscendo loro i diritti. Il
procedimento stesso della prospettiva centrale tratta la superficie dell’immagine come un puro piano di
l’immagine
proiezione e la correttezza che il medium prospettico garantisce si basa sull’illusione, quindi
illusionistica e prospettica è paradossalmente iconoclasta. della
Il medium prospettico implica l’estetica
copia e consiste nella razionalizzazione che consenta di far coincidere il piano del vedere reale con quello del
vedere la realtà rappresentata.
NUOVI MEDIA
La nuova tecnologia digitale è caratterizzata da un’invisibilità diversa da quella della prospettiva: risiede in
codice digitale
un (processi di calcolo messi in moto dentro l’apparecchio). Quella che noi percepiamo come
immagine non si sarebbe potuta produrre senza il codice del software. Le immagini digitali possono
i nuovi media sono condizioni di possibilità delle immagini,
assumere qualsiasi configurazione: capaci di
riproduzioni ininterrotte ma ciò che viene ora riprodotto è il codice che regola l’elaborazione digitale. Le
immagini dei nuovi media sono immagini di immagini, quindi non sono propriamente immagini ma
simulazioni il cui intento è assumere l’aspetto di qualcosa: la loro utilità è puramente strumentale.
CRESCITA NELL’ESSERE
DOMINIO DEL LINGUAGGIO? linguaggio delle cose,
Gadamer assegna un ruolo particolare al che non si può scrivere né esprimere ma in
ogni caso viene compreso. Chi ascolta la parola non è superiore di chi ammira la vista del bello, in cui
emerge anche una qualità iconica. Ciò che ha carattere d’immagine si fonda su quel che Gadamer chiama la
nondifferenziazione estetica, esperienza in cui contenuto e forma in cui appare si fondono completamente.
La bellezza è qualcosa che emerge, qualcosa che accade con carattere processuale, e in modo simile si
rappresentazione e rappresentato
comportano le immagini: quando esse realizzano le loro possibilità forti,
si intrecciano.
IMMAGINI FORTI E DEBOLI riproduzione:
La quintessenza delle immagini deboli è la queste immagini sono prodotto dei mass media
visivi e la loro funzione è diffondere informazioni attraverso la vista. La loro condizione è caratterizzata dallo
sforzo di replicare il rappresentato con mezzi visivi ed equipararsi ad esso, ma in questo modo la loro logica
debolezza delle
consiste nell’autonegazione, nel rendersi totalmente trasparenti in favore della cosa. La
immagini tecniche riproduttive consiste nella negazione del loro valore proprio e nella loro
assimilazione figurale alla cosa rappresentata. La prospettiva centrale e la meccanizzazione
dell’immagine ottocentesca fecero sì che l’immagine riproduttiva venisse definitivamente promossa a
paradigma dominante della storia delle immagini.
DIFFERENZIAZIONE ESTETICA
Gadamer spiega la moderna coscienza dell’immagine attraverso il concetto di “quadro”, con cui designa il
prototipo del dipinto mobile dotato di cornice, racchiuso in se stesso e non vincolato ad alcun luogo
(affermatosi con successo in età moderna e rafforzatosi a partire dallo storicismo): con la distruzione di
vecchie chiese e palazzi e la sottrazione delle opere al luogo d’origine per metterle in musei, le opere
sembrano entità isolate e il visitatore apprende il percorso storico attraverso le singole opere.
Dal Romanticismo si sviluppa una nuova pittura autonoma: col venir meno di istituzioni vincolanti ed
l’occhio si concentra sull’autoreferenzialità dell’immagine, sul suo essere
esigenze iconografiche,
proprio. differenziazione estetica,
Si crea così la ovvero la separazione della rappresentazione dal
rappresentato, dell’immagine dal suo contenuto. Si fonda una coscienza estetica che fonda un rapporto
percettivamente immediato con l’oggetto e le immagini esigono il rispetto che spetta al rappresentato. Questo
le immagini
essere proprio dell’immagine diventa un’immagine forte solo quando la realtà vi si infonde:
forti rendono visibile qualcosa della realtà che senza di esse non potremmo conoscere. L’immagine così
estetica).
rimanda a se stessa ma allo stesso tempo anche al rappresentato (nondifferenziazione
RAPPRESENTAZIONE, OVVERO IL VIVENTE chiama evento ontologico:
L’immagine in quanto oggetto si trasforma in un processo che Gadamer
vista come zoon,
l’immagine viene come la vita stessa. La processualità propria dell’immagine è una
dialettica di immagine e originale (Urbild): l’originale viene pensato come un a grandezza esterna e
intangibile, identificabile con l’oggetto da rappresentare o come qualcosa di ideale, indipendente da tempo e
spazio, un’essenza del reale.
L’immagine riproduttiva produce un riferimento unilaterale in quanto rende visibile unicamente il
rappresentato minimizzando il proprio valore. L’immagine forte invece conferisce al rappresentato il suo
valore iconico e la realtà rappresentata presta all’immagine il suo contenuto ontologico. L’immagine quindi
evento ontologico che codetermina il valore dell’essere del
appartiene all’essere del rappresentato: è un
rappresentato che, nella rappresentazione, subisce una crescita dell’essere. La rappresentazione si
basa quindi su uno scambio reciproco: la realtà dell’immagine diventa l’originale, si trasforma in
rappresentazione. È solo attraverso l’immagine che l’originale diventa immagineoriginale e solo in virtù di
essa il rappresentato diventa qualcosa che si dà in un immagine.
ERMENEUTICA E ARTE MODERNA
Anche alle condizioni poste dalla modernità la realtà si traspone nell’immagine e l’essere perviene a una
manifestazione visibile dotata di senso. Le immagini astratte non si assimilano alla realtà ma si connettono ad
metaforicità delle opere astratte
essa, rivelandosi sempre diversamente come aspetti della realtà stessa. La
concerne la costruzione di un mondo che genera visioni nuove e sconosciute prodotte dalle immagini:
Gadamer definisce mimetico questo potere dell’arte astratta. Quando le immagini astratte sono forti riescono
a trasformare in un unico evento l’equivalenza tra rappresentante e rappresentato (nondifferenziazione).
CONCETTI E IMMAGINI
DOMANDA SOCRATICA E ARTE FIGURATIVA
Gusto estetico/senso dell’unicità