Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 156
Riassunto esame Diritto penale 2, professore Catenacci, libro consigliato Reati contro la pubblica amministrazione Pag. 1 Riassunto esame Diritto penale 2, professore Catenacci, libro consigliato Reati contro la pubblica amministrazione Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 156.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto penale 2, professore Catenacci, libro consigliato Reati contro la pubblica amministrazione Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 156.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto penale 2, professore Catenacci, libro consigliato Reati contro la pubblica amministrazione Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 156.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto penale 2, professore Catenacci, libro consigliato Reati contro la pubblica amministrazione Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 156.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto penale 2, professore Catenacci, libro consigliato Reati contro la pubblica amministrazione Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 156.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto penale 2, professore Catenacci, libro consigliato Reati contro la pubblica amministrazione Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 156.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto penale 2, professore Catenacci, libro consigliato Reati contro la pubblica amministrazione Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 156.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto penale 2, professore Catenacci, libro consigliato Reati contro la pubblica amministrazione Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 156.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Diritto penale 2, professore Catenacci, libro consigliato Reati contro la pubblica amministrazione Pag. 41
1 su 156
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

I PRESUPPOSTI DELLA CONDOTTA: IL POSSESSO O LA DISPONIBILITA DEL

DENARO O DELLA COSA MOBILE.

Il primo presupposto della condotta di appropriazione nel delitto di peculato è quello del

possesso o nella disponibilità, per ragione di ufficio o servizio, del denaro o cosa mobile

altrui. Con riferimento al possesso, dottrina e giuri sono concordi nel ritenere che la

nozione non possa ridursi alla mera detenzione materiale ma debba comprendere anche

la situazione di disponibilità indiretta del pu in quanto corrispondente a una disponibilità

giuridica. Secondo tale impostazione sarà compresa l ipotesi della disponibilità mediata

del denaro pubblico che si ha es quando sussiste la facoltà di disposizione della cosa

mediante ordini mandati ecc, e una concezione autonoma e piu ampia di possesso.

LA RAGIONE DI UFFICIO O SERVIZIO

Problemi si sono posti in conseguenza di un interpretazione estensiva in base alla quale

per la sussistenza di tale nesso del possesso per ragioni di ufficio o servizio, sarebbe

sufficiente che il possesso sia frutto di occasionale coincidenza con la funzione esercitata

o con il servizio presunto. La dilatazione e stata discussa dalla dottrina che ha evidenziato

come cosi non venga in rilievo il rapporto di dipendenza tra possesso e pubblica funzione

o servizio. secondo una piu condivisibile impostazione deve invece richiamarsi l attenzione

sulla necessaria individuazione di un legame tra il possesso e la specifica competenza

funzionale del pubblico agente orientata a escludere la sussistenza del presupposto in

caso di mera occasionalità o di caso fortuito.

Rimarrebbe ferma l idea di una competenza da definirsi in senso sostanziale da

ammettersi cioè anche quando l affidamento della cosa al soggetto sia facoltativo, derivi

da atto illegittimo o commesso in violazione di doveri dell agente, e nell ipotesi in cui il

possesso derivi dall esercizio di funzioni di altro funzionario.

LA CONDOTTA, IL CONCETTO DI APPROPRIAZIONE.

Secondo un orientamento unanime di dottrina e giur la condotta appropriativa che fonda la

fattispecie di peculato si realizza attraverso l interversio possessionis ossia il compimento

di atti che corrispondono a quelli del proprietario del bene e che sono incompatibili con il

tutolo detenuto dall agente: in tal senso si afferma che il soggetto si appropria del denaro o

della cosa di cui abbia il possesso o la disponibilità allorché si comporti rispetto ad essi uti

dominus. La condotta di appropriazione e caratterizzata da un elemento psicologico quale

la volontà dell agente di appropriarsi della cosa, elemento che si aggiunge al dato

oggettivo del comportarsi come proprietario. Tale nozione puo dirsi invariata anche a

seguito della riforma del 1990. La dottrina ha considerato come forme di appropriazione la

consumazione, l alienazione la ritenzione la dissipazione e il nascondimento. Problematica

e la possibilità di ricondurre nell area dell appropriazione la condotta di distrazione.

APPROPRIAZIONE E DISTRAZIONE

La questione si è creata con la soppressione dell ipotesi di peculato per distrazione attuata

col la riforma del 1990. Il legislatore ha avuto come obiettivo quello di ricondurre entro

parametri piu ragionevoli e rispondenti al significato offensivo della fattispecie l

interpretazione della norma fornita dalla giurisprudenza, la quale aveva fino ad allora

inteso estenderne la portata sino a ricomprendervi le condotte di distrazione per finalità

pubbliche. Tale orientamento era stato avversato nella misura in cui consentiva di punire a

titolo di pevulato condotte che avrebbero potuto offendere il buon andamento della pa ma

non il patrimonio della stessa, ne l imparzialità. Perciò dopo la riforma si e sostenuta l

estraneità della condotta distrattiva da quella dell appropriazione e dunque dal peculato.

Per il peculato, si e escludo dal suo ambito operativo almeno le condotte di distrazione per

finalità pubbliche. L intento del legislatore e stato colto dalla giuri, la quale ha cominciato a

trattare come abuso di ufficio le ipotesi di distrazione a finalità pubblica.

L OGGETTO MATERIALE DEL REATO: IL DENARO O LA COSA MOBILE ALTRUI

L appropriazione nel delitto di peculato deve avere ad oggetto il denaro o la cosa mobile

altrui. Non si pongono problemi per la nozione di denaro che rientra in quella di cosa

mobile. Quanto a questa va intesa come entità materiale suscettibile di essere trasportata

da un luogo a un altro e deve possedere un valore economico o economicamente

valutabile. Il problema riguardo alla cosa che abbia un valore minimo, secondo l

orientamento maggioritario e sufficiente per la configurabilità del peculato che la cosa

abbia anche un minimo valore.

Per quanto concerne l altruità della cosa il solo dato rilevante e quello della non

appartenenza della cosa al soggetto agente, priva di rilievo e la circostanza che essa

appartenga alla pa o a un soggetto privato. E ricompreso nel concetto di appartenenza la

proprietà e altri diritti di godimento sulla cosa medesima.

L’ELEMENTO SOGGETTIVO

Il delitto di peculato e un tipico delitto doloso. Si e chiarita la natura di dolo generico di tale

fattispecie quale coscienza e volontà di appropriarsi del denaro o della cosa mobile che si

possiede per ragioni d ufficio o servizio.

ESIMENTI E FOMRE DI MANIFESTAZIONE

Secondo la dottrina non sono applicabili al delitto di peculato le esimenti dell esercizio del

diritto e dell adempimento del dovere. L esercizio di un diritto esclude il significato di

appropriazione della condotta, esempio è quello della compensazione. Cosi non si

pongono problemi in relazione alla configurabilità dell adempimento del dovere.

Maggiori riserve si sono espresse in relazione all ipotesi di escludere la responsabilità

attraverso il consenso dell avente diritto sulla base della considerazione che nessun

soggetto e legittimato a consentire a un indebita appropriazione di una cosa da finalità

pubblica e privata. Si e ritenuta configurabile la scriminante in esame quando la cosa

appartenga al privato che puo acconsentire all appropriazione.

Per quanto concerne le circostanze, al peculato sarà applicabile l attenuante speciale del

323 bis che prevede una diminuzione della pena quando il fatto commesso sia di

particolare tenuità. Questa potrà applicarsi insieme a quella comune prevista dal 62

quando altre circostanze connotino di particolare tenuità il fatto criminoso posto in essere

dal soggetto. Il tentativo è configurabile. Quanto al concorso di persone si esclude il

concorso del soggetto estraneo alla pa quando questi si sia limitato a chiedere prima, e a

ricevere poi le somme di denaro da parte del pu che le abbia deliberate.

RAPPORTI CON ALTRI REATI

Il peculato si pome ai confini di diverse fattispecie:

Rispetto all appropriazione indebita aggravata commessa cioè con abuso dei poteri

- o violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio, la

distinzione si pone in base al nesso funzionale tra possesso della cosa e esercizio

delle funzioni: nell appropriazione indebita la cosa puo essere posseduta dal

soggetto agente alla base di qualsiasi titolo e non necessariamente per ragione

d’ufficio o servizio. alla luce dell ultima considerazione, viene anzi a risolversi piu

agevolmente l ipotesi in cui il possesso o la disponibilità della cosa sia dipeso da

una mera occasione configurandosi in tal caso senz’altro un ipotesi di

appropriazione indebita aggravata e non un peculato.

Rispetto alla truffa aggravata il peculato si distingue in ragione delle modalità del

- possesso: nel secondo caso il possesso gia sussiste per ragioni d ufficio e servizio,

nella truffa invece esso e ottenuto mediante una condotta fraudolenta del pubblico

agente

Il peculato si distingue a maggior ragione dal furto per l assenza del presupposto

- del possesso.

IL PECULATO D’USO

Secondo opinione prevalente in dottrina e giuri, tale ipotesi costituisce una fattispecie

autonoma e non una semplice attenuante del delitto di peculato. La fattispecie richiama

quella del furto d uso sebbene rispetto a questa il peculato d uso presenti delle peculiarità

proprio in virtù della condotta appropriativa, contraddistinta dalla volontà di comportarsi

come proprietario definitivamente. In tal senso si è anche rilevato che la condotta di

appropriazione momentanea potrebbe ricondursi piuttosto a una forma di distrazione.

Il dato sostanziale consiste nella verifica dell effettiva incidenza che l appropriazione

momentanea abbia avuto sull’uso della cosa da parte della pa. Non si configura il peculato

d uso quando l uso stesso avvenga con caratteri di sporadicità ed episodicità. La linea di

confine tra il peculato d uso e quello ordinario. Simile problema viene risolto dalla giuri nel

senso di ammettere la prima quando l uso momentaneo si sia protratto per un tempo tale

da comportare una sottrazione della cosa alla sua destinazione istituzionale, ma

comunque non al punto da compromettere seriamente la funzionalità della pa. La

specificità della condotta costitutiva del peculato d uso porta inoltre a escludere la

sussistenza della fattispecie quando oggetto dell appropriazione momentanea siano cose

fungibili, compreso il denaro o quando si tratti di cose non restituibili.

Dal punto di vista dell elemento soggettivo si prevede un dolo intenzionale e non specifico,

infatti lo scopo di usare momentaneamente la cosa viene a corrispondere con l elemento

materiale del reato.

LE ALTRE IPOTESI DI PECULATO: IL PECULATO MEDIANTE PROFITTO DELL

ERRORE ALTRUI.

Riguardo all art 316 e emerso un orientamento volto a considerarla quale reato

plurioffensiva il cui disvalore sarebbe incentrato sull’offesa al regolare funzionamento

della pa nel suo duplice aspetto di buon andamento e imparzialità oltre che sul offesa agli

interessi patrimoniali e non del soggetto. Residua una prospettiva che identifica nel dovere

del pubblico funzionario di proibita e correttezza il bene tutelato attraverso la previsione

del 316. Si ritiene di poter affermare che anche per il peculato mediante profitto dell errore

altrui oggetto di tutela sia l imparzialità, quale parità di accesso a risorse e oneri di

carattere pubblico.

Rispetto all ipotesi del 314 il distinguo consiste nel fatto che il pubblico ufficiale si

appropria di una cosa di cui egli non ha preventivamente il possesso o la disponibilità il

quale viene appunto acquisito giovandosi dell errore altrui. Inoltre sul piano dei

presupposti della condotta non si richiede per l ipotesi di cui 316, l esistenza di un nesso

funzionale rigoroso quale quello della ragione d ufficio o servizio, essendo richiesto che il

pubblico agente abbia operato nell esercizio delle sue funzioni o servizio. se ciò non

renderà necessario che la condotta di ritenzione o ricezione sia avve

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
156 pagine
14 download
SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dafne.91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Penale II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Catenacci Mauro.