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CARLO LAVAGNA
Parte dal presupposto che l’interpretazione della legge è compito riservato alla magistratura, mentre quella della
cost è compito della corte cost. -> nel caso in cui le interpretazioni concretamente fatte nei confronti di una
disposizione non escludono delle interpretazioni incostituzionali, il giudice dovrò optare per le interpretazioni
concrete. Quindi conclude dicendo: la manifesta infondatezza potrà essere dichiarata in base alla communis opinio,
anche se il giudice dubiti della sua esattezza.
GROTTANELLI E PACE
Il giudice può scegliere tra diverse interpretazioni possibili di una norma, quella che meglio si conforma alla cost->
non può, invece operare tale scelta quando anche una sola tra queste interpretazioni non sia conforme alla cost: in
questo caso, se operasse la scelta, invaderebbe la sfera di competenza della corte cost rinvio della questione alla
corte è imposta ogni volta in cui c’è anche solo un remoto dubbio che la norma sia suscettibile di una interpretazione
non conforme alla cost. -> in questo modo l’interpretazione adeguatrice finisce x essere riservata alla corte cost.
Quindi: da un lato contesta che il giudice comune possa effettivamente ricorrere all’interpretazione conforme a
costituzione, dall’altro dubita anche che la corte abbia il potere di interpretare liberamente le disposizioni di legge le
sentenze interpretative di rigetto finiscono x lasciare nel sistema delle norme incostituzionali.
Secondo Pace, il principio di “conservazione dell’atto”, che è sotteso alla logica dell’interpretazione conforme, non
può trovare applicazione x leggi e atti con forza di legge (cioè atti ad effetti generali)-> potrebbe operare solo se le
sentenze di rigetto della corte avessero efficacia erga omnesa meno che si riesca a dare un carattere vincolante
all’interpretazione conforme, la disposizione va dichiarata incostituzionale. Pace compie una distinzione: -giudizio
di costituzionalità delle disposizioni (spetta alla corte); -giudizio di costituzionalità delle interpretazioni (spetta ai
giudici)-> quindi le disposizioni sono illegittime se c’è anche una sola norma astrattamente ricavabile dal testo
incostituzionale.
A partire dagli anni 70-> giudici cominciano ad adeguarsi alle sentenze interpretative della corte-> tale risultato si
ottiene con diversi gradi:
− primo punto di partenza-> dottrina afferma che il nostro ordinamento non vieta ai giudici di sindacare la
costituzionalità delle leggi, ma proibisce solo di disapplicarle giudici sono liberi di interpretare la legge,
salvo rivolgersi alla corte quando l’interpretazione conforme alla cost risulti impossibile.
− secondo punto di partenza-> corte, in una sent 56, afferma che una costante interpretazione giurisprudenziale
è “diritto vivente”: non significa che la corte perda il suo potere autonomo d’interpretazione, ma solo che non
possa prescinderne. quindi, il diritto vivente costituisce un limite all’interpretazione conforme alla cost.
− giudici riconoscono valore superiore della cost e iniziano ad applicare i principi costituzionali
Restano comunque perplessità: sull’opportunità del ricorso e sull’efficacia delle sentenze interpretative di rigetto
(richiedono la collaborazione dei giudici).
INTERPRETAZIONE CONFORME A COSTITUZIONE
Corte cost “le leggi non si dichiarano incostituzionali perché è possibile darne interpretazioni incostituzionali, ma
perché è impossibile darne interpretazioni costituzionali” quindi, come diceva Crisafulli, la corte può anche
dichiarare infondata la questione, dando alla disposizione impugnata una interpretazione diversa da quella data dal
giudice a quo.
Per quanto riguarda tale giudice deve valutare la “non manifesta infondatezza della questione”, tentando di dare
un’interpretazione conforme alla cost-> altrimenti la questione sarà inammissibile. Giudice deve:
a) vagliare eventuali indirizzi giurisprudenziali che propongano soluzioni interpretative diverse da quella da
lui ricavata
b) evitare di proporre nella motivazione del ricorso, due opposte soluzioni interpretative
c) fornire una esauriente motivazione sulle ragioni che l’hanno indotto a pensare che la sua soluzione
interpretativa sia l’unica praticabile
Quindi: giudice deve indicare la sola interpretativa che ritiene incostituzionale, dimostrando di aver vagliato altre
possibili interpretazioni presenti in giurisprudenza Corte ha affermato che il giudice deve compiere questa operazione
facendo riferimento anche ai principi costituzionali es: sentenza sul caso Englaro: Corte ha affermato che il giudice
può autorizzare la disattivazione delle macchine che tengono in vita artificialmente il paziente solo se il suo stato
vegetativo è irreversibile e se la richiesta sia desumibile dalla volontà certa del paziente-> se mancano questi
presupposti -> diritto alla vita è prevalente e questo si ricava dall’interpretazione costituzionalmente orientata della
legislazione vigente cost deve essere usata anche x colmare lacune.
Quindi: tentativo di interpretazione conforme deve sempre precedere la valutazione della non manifesta
inammissibilità della questione-> si pone come “momento” dell’ordinario esercizio dei poteri interpretativi del
giudice che precede quello di valutazione sulla rilevanza e non manifesta infondatezza.
Spesso, però, la corte ha abusato dello strumento dell’ordinanza di inammissibilità, in tutti quei casi in cui riteneva
non sufficiente lo sforzo interpretativo del giudice spesso anche ORDINANZE INTERPRETATIVE-> contengono
l’interpretazione conforme ma lo strumento più idoneo sarebbe la sentenza, perché più efficace nei confronti degli
altri giudici:
interpretative di rigetto prive di efficacia erga omnes, ma comunque persuasive, richiedono collaborazione
o dei giudici. Danno l’interpretazione conforme alla cost, in positivo
interpretative di accoglimento hanno efficacia erga omnes-> hanno come fine quello di eliminare
o dall’ordinamento l’interpretazione non conforme alla cost sarebbe da usare in 2 casi: -quando si sia radicata
un’interpretazione non conforme; -quando la sent interpretativa di rigetto non sia stata seguita-> sarebbe da
usare in questi soli 2 casi perché è formulata in negativo: non indica quale sia l’interpretazione conforme, ma
si limita a eliminare quella difforme.
Corte ha spesso preferito le seconde, in ragione dell’esigenza di certezza del diritto però in questo modo le
disposizioni sarebbero illegittime anche se sia incostituzionale solo una delle norme deducibili dal testo.
La scelta tra i due tipi di sentenza deve rispondere a considerazioni “ di carattere tecnico-giuridico”:
− se c’è una lacuna nell’ordinamento che risulta colmabile con il ricorso ad altre disposizioni vigenti o a
principi generali-> sentenza interpretativa di rigetto
− nell’ipotesi opposta-> accoglimento
− se sono praticabili entrambe le vie, perché dal testo appare immediatamente ricavabile una norma
incostituzionale, ma anche una conforme-> scelta politica: corte può adottare sentenza di rigetto e poi
successivamente quella di accoglimento, se la prima non venisse seguita dai giudici.
Tuttavia, Ruotolo pensa che la corte potrebbe adottare la sentenza interpretativa di rigetto in entrambi i casi Pace ha
obiettato: la corte cost ha una funzione diversa rispetto alla corte di cassazione-> se c’è una disposizione ambigua,
perché dovrebbe limitarsi a “suggerire” l’interpretazione corretta, invece di eliminare quelle incostituzionali?
Ruotolo risponde: l’interpretazione conforme si collega al principio di presunzione di legittimità costituzionale
delle leggi le disposizioni vanno interpretate in modo conforme dai giudici, ma la corte è pur sempre un giudice,
perché dovrebbe esserle preclusa tale interpretazione?
Questa diversità delle posizioni di Pace e Ruotolo, trova il fondamento nella concezione secondo cui ci sarebbe una
netta distinzione tra:
• giurisdizione ordinaria = ha compito di interpretare le leggi ed ha al vertice la corte di cassazione
• giurisdizione costituzionale = ha compito di interpretare la cost
Tuttavia tale distinzione è entrata in crisi, nel momento in cui la stessa Corte Cost ha iniziato a invitare i giudici
ordinari a collaborare alla correzione della legislazione vigente, invito che è implicito nelle sentenze interpretative di
rigetto.
Però la preferenza x collaborazione porta a sacrificare la certezza del diritto bilanciamento di queste esigenze
(collaborazione e certezza) è stato tentato da Crisafulli: afferma che se un testo può essere interpretato in modo
costituzionalmente conforme, corte deve rigettare la questione di illegittimità costituzionale. nel caso in cui una
disposizione offre più interpretazioni (una conforme e una no) la sentenza della corte deve avere un doppio contenuto:
• accoglimento-> elimina con efficacia erga omnes la norma y che risulta incostituzionale
• rigetto-> suggerisce l’applicazione della norma x conforme alla costituzione
Se, nella prassi, trova applicazione una norma z se non è conforme alla cost: la corte dovrebbe adottare una nuova
decisione di accoglimento nei confronti di z e confermare la norma x. Se, invece, z è conforme alla cost: la corte
adotterà una decisione di rigetto, essendo sia x che z applicabili.
Se z diventa diritto vivente l’avallo della corte porta a preferire tale significato alla norma x.
In ogni caso, questo sistema sarebbe difficilmente applicabile in concreto:
− dovrebbe superarsi il principio secondo cui le leggi si dichiarano illegittime solo quando non sia possibile
trovare interpretazioni costituzionalmente conformi
− eventuale norma z potrebbe essere sindacata dalla corte solo se sia diventata diritto vivente-> prima di
allora la questione sollevata sarebbe inammissibile, perché la corte aveva già indicato la norma x come
interpretazione conforme il giudice non dovrebbe avere dubbi a riguardo e, inoltre, che interesse avrebbe a
porsi il dubbio di costituzionalità dell’altrui interpretazione?-> risposta potrebbe essere: per evitare che tale
interpretazione si diffonda, ma non potrebbe comunque sollevare la questione di legittimità costituzionale, in
quanto non intende in realtà applicare tale interpretazione al giudizio a quo verrebbe meno la rilevanza
Quindi, tra le 2 esigenze, quella di certezza va preferita a quella della collaborazione.
Riguardo le sentenze della Corte, va tenuta presente l’inerzia del legislatore-> spesso