NAZIONALE.
3. CRITICA DELLO SCIOVINISMO E APPRODO ILLUMINISTA
La critica dello sciovinismo e della teutomania stimola, sul piano più propriamente
filosofico, una PRESA DI POSIZIONE A FAVORE DELL’ILLUMINISMO, che si presenta
come l’unico strumento in grado di contrastare la POLITICA DI OSCURANTISMO e
l’accecamento sciovinistico che si vanno diffondendo in Europa. La rottura coi
teutomani è anche la rottura con il mito della semplicità germanica e col culto della zolla.
C’è più MORALE nello sviluppo dei traffici e del COMMERCIO, che UNISCE i popoli
abbattendo le frontiere e liquidando la xenofobia, che non nei comandamenti cristiani. E di
nuovo risuonano accenti illuministici, sia nella configurazione della campagna come luogo
dell’oscurantismo, sia nella denuncia della carica di FANATISMO E INTOLLERANZA
propria del cristianesimo.
La Germania viene ora a trovarsi in una situazione di svantaggio rispetto all’Italia e alla
Francia: non rappresenta più la civiltà che fronteggia la civilizzazione, ma la CAMPAGNA
che annaspa faticosamente dietro la città. Assieme alle passioni plebee, il conflitto città-
campagna gioca un ruolo importante anche nell’analisi della RIFORMA. In sintesi, la
Riforma Tedesca è “un’energia protesta di SPIRITI ARRETRATI, che non s’erano ancora
saziati della visione MEDIOEVALE del mondo e che avvertirono i sintomi del suo
dissolversi, la straordinaria SUPERFICIALIZZAZIONE ED ESTERIORIZZAZIONE DELLA
VITA RELIGIOSA
. Il grande compito del Rinascimento non potè essere portato a termine;
lo impedì la protesta della Germanicità.”
Alla Riforma tedesca si contrappone il RINASCIMENTO ITALIANO, letto in CHIAVE
ILLUMINISTICA, caratterizzato com’è dallo sforzo di LIBERAZIONE DEL PENSIERO, dal
disprezzo dell’autorità, dall’ENTUSIASMO PER LA SCIENZA e per il passato scientifico
degli uomini. “La riforma di Lutero testimonia del fatto che nel suo secolo tutti i moti di
libertà dello spirito erano ancora incerti, teneri e giovanili, la scienza non poteva ancora
alzare la testa. L’intero Rinascimento stesso appare come una primavera precoce che
viene quasi di nuovo sepolta sotto la neve.” Oltre che di ARRETRATEZZA, la Riforma è
sinonimo anche di FANATISMO E INTOLLERANZA. Come si vede, rispetto alla
“Nascita della tragedia”, il giudizio di valore si è completamente ROVESCIATO.
Essere germanico (o nordico) e protestante non è più un titolo di merito, non è più
sinonimo di visione seria e tragica della vita, bensì di MEDIOEVO CRISTIANO E
BARBARICO.
4. LA DECOSTRUZIONE DEL MITO GENEALOGICO CRISTIANO-
GERMANICO
“Crudo cristianesimo” e “crudo germanesimo”: sono i due elementi costitutivi del mito
genealogico cristiano-germanico, il quale alimenta la PASSIONE SCIOVINISTICA che sta
mondando in Germania. Agli occhi di Nietzsche, i nazional-liberali esprimono un’ideologia
INSOSTENIBILE sul piano storico e doppiamente bacchettone: essi sono TEUTOMANI E
CRISTOMANI: “La nazione si atteggia a teutomane e cristomane, avendo di mira un
duplice obiettivo: si esige un germanesimo per preoccupazione di POLITICA IMPERIALE,
al fine cioè di legittimare il ruolo mondiale attribuito al Secondo Reich, e un cristianesimo
per PAURA SOCIALE, nella speranza cioè di stimolare la RASSEGNAZIONE TRA LE
MASSE POPOLARI .” Sennonché, il mito genealogico germanico-cristiano è in stridente
contrasto con la storia reale: il cristianesimo ha ORIGINI EBRAICHE e, con la sua
vicinanza, ovunque percepibile, del deserto; la religione ebraica è ben DIVERSA da
quella germanica, che invece rinvia al bosco selvaggio.
Lutero scatenò la Riforma in nome della difesa della purezza del cristianesimo originario,
ma qual è il risultato reale della sua azione?
Il mito genealogico cristiano-germanico ama indicare nella Germania, pia e timorata di Dio
e protagonista della Riforma, il baluardo provvidenziale contro l’ondata rovinosa
proveniente dalla Francia dissoluta, illuministica e atea; senonché è proprio Lutero che
finisce con mettere in moto il processo di secolarizzazione. Oltre che ai francesi (e ai
latini), cristomani e teutomani amano CONTRAPPORSI ALL’EBRAISMO. E di nuovo
balza agli occhi l’ASSURDITA’ delle loro costruzioni ideologiche e mitologiche. Essi
ignorano o rimuovono il terreno storico in cui affonda le radici la religione da loro stessi
professata con tanto ardore.
Gli antichi germani non possono certo costituire un modello. Non solo c’è una
contraddizione di fondo tra il cristianesimo, con le sue ORIGINI EBRAICHE, da un lato e il
germanesimo dall’altro; ma, nel confronto tra questi due elementi ad uscire vittorioso è
quello odiato dai teutomani. Pur esprimendo un’ideologia inaccettabile, gli antichi ebrei
rivelano comunque uno sviluppo civile ben più AVANZATO che non gli antichi germani:
all’altissima sottigliezza morale affinata ad un intelletto da rabbino, si contrappone un
“INTELLETTO BARBARICO, quello dell’uomo germanico, che è INDOLENTE,
BELLICOSO, AVIDO DI RAPINA”.
5. LA RILETTURA DELLA STORIA DELLA GERMANIA: CONDANNE E
RIABILITAZIONI
Quanto più radicale e più esplicita diviene la condanna del cristianesimo e della
teutomania, tanto più severo e impietoso finisce col diventare il giudizio sulla
Germania. L’ombra di Lutero, del contadino che insorge in ultima analisi in difesa del
Medioevo cristiano e della nazione oppressa da Roma-Babilonia, sembra pesare sulla
storia della Germania nel suo complesso. Nietzsche prende le distanze dal suo passato
prossimo, allorchè anche lui era stato un patito dell’essenza la più originaria possibile della
germanicità. Ora invece il filosofo osserva polemicamente, è necessario correggere subito
la questione teorica: “Che cos’è ora un tedesco?”.
Alla luce della coscienza storica, ora acquisita, gli dei e gli eroi che animano le leggende
dell’antico suolo patrio, risultano ESTRANEI ALLA GERMANIA MODERNA , rinviano ad
un mondo assai remoto che è assurdo voler riesumare. Le diverse essenze non possono
più essere contrapposte l’una all’altra: “Tesi capitale: quelle che si chiamano differenze
nazionali sono abituali, diversi GRADINI DI CIVILTA’ , sui quali un popolo si trova prima,
l’altro dopo”.
La cultura tedesca si rivela povera e ancora fondamentalmente bacchettona, se messa a
confronto col Rinascimento italiano e con l’Illuminismo francese. A ben guardare, KANT ha
sottolineato i limiti della ragione al fine di “APRIRE LA STRADA ALLA FEDE”, e dunque è
da collocare tra gli OSCURANTISTI secondo Nietzsche, è infatti “l’espressione di un
oscurantismo estremamente raffinato e pericoloso, anzi dell’oscurantismo più pericoloso”.
Ad essere preso di mira da Nietzsche è l’autore che reintroduce per la finestra dei postulati
morali il contenuto METAFISICO apparentemente cacciato dalla porta della ragion pura:
disgraziatamente, Kant “fu accalappiato dall’imperativo categorico, e con quello in cuore
rifece il cammino all’indietro smarrendosi in Dio, anima, immortalità”. Il recupero della
metafisica in Kant non può non influire profondamente sull’immagine del filosofo in
precedenza assunto e venerato come Maestro.
Nietzsche, a proposito di SCHOPENHAUER, scrisse: “L’uomo di Schopenhauer mi spinse
alla scepsi verso tutte le cose rispettate, tenute in onore, fino a quel momento difese. Per
questa via indiretta giunsi alla vetta dove spirano i venti più freschi. Epperò, questo
illuminismo si rivela pavido e in-conseguente. A ben guardare, Schopenhauer era solo un
discepolo troppo docile dei maestri della scienza del suo tempo, i quali osannavano tutti al
romanticismo e avevano tutti abiurato lo spirito dell’illuminismo.” Si spiega così il tentativo
di attribuire alla religione un qualche significato, con riguardo all’intelligenza della massa.
Forse si tratta di un errore da mettere più sul conto del CONTESTO STORICO E
CULTURALE, che di Schopenhauer: “Se egli fosse nato nel nostro tempo, non avrebbe
assolutamente potuto parlare del sensus allegoricus della religione, avrebbe invece
certamente reso onore alla VERITA’, come era solito fare”, pronunciandosi in modo
esplicito per l’ATEISMO.
Un rovesciamento del giudizio di valore si è verificato anche per quanto riguarda il
termine “METAFISICA”. Nietzsche ora guarda agli anni alle sue spalle come ad un
“periodo metafisico” felicemente superato dalla sua evoluzione. Non fa più parte e non
intende più far parte di quei “metafisici di nobile o bassa lega” che sono “i filosofi nebulosi
e gli oscuratori del mondo”. La Germania continua ad essere il PAESE METAFISICO per
eccellenza, ma ciò sta a significare solo il suo OSCURANTISMO e la sua
IRRIMEDIABILE ARRETRATEZZA .
Le dure critiche rivolte ad autori precedentemente celebrati vanno di pari passi con alcune
significative RIVALUTAZIONI. E’ il caso in particolare di GOETHE. “La nascita della
tragedia” l’aveva escluso dal pantheon degli autori chiamati a ridar vita alla grecità tragica
in terra tedesca. Ora, però, la radicale rilettura della storia della Germania getta una luce
completamente diversa su Goethe, l’autore spesso accusato di paganesimo e di distacco
e di ostilità nei confronti della resistenza nazionale antinapoleonica, e dunque ESTRANEO
SIA ALLA CRISTOMANIA SIA ALLA TEUTOMANIA . A questo punto, risulta in qualche
modo obbligato l’incontro di Nietzsche con Goethe.
L’insieme di condanne e di riabilitazioni non mirano a edificare un nuovo pantheon della
Germania in sostituzione di quello in precedenza innalzato nella “Nascita della tragedia”.
Ora, le grandi personalità della cultura tedesca rinviano all’Europa, più che al loro paese di
origine. La grandezza di Goethe sta proprio nel fatto di appartenere ad un genere di
LETTERATURA SUPERIORE ALLE LETTERATURE NAZIONALI.
In conclusione: non solo non è più la Germania, bensì L’EUROPA ad essere
PARAGONATA ALLA GRECIA; ma, nella misura in cui può essere indicato un singolo
paese europeo come erede in particolare di quella splendida stagione, esso è semmai la
FRANCIA. I libri europei per eccellenza sono quelli di autori francesi, perché “si
ELEVANO al di sopra del variare del GUSTO NAZIONALE e sono dunque essi a
rappresentare la CONTINUITA’ CON L’ELLADE e con l’ANTICHITA’ CLASSICA in
generale”.
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