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23.2 ATENE. POLITICI E MILITARI: LO SVILUPPO DEL PROFESSIONISMO
Atene non riuscì più a recuperare il suo ruolo egemonico del V secolo.
Mantenne però il primato culturale che nel IV secolo si scinde dal primato politico.
Si sviluppa il professionalismo, soprattutto in politica, che diventa un mestiere.
Gli uomini politici vengono chiamati rhetores, alludendo all’importanza della parola.
Anche il comando delle spedizioni militari diventa un’attività da affidare a professionisti.
La professionalizzazione del comando militare è spesso stata associata a una maggiore
complessità della guerra.
In realtà è più il mondo della politica che si professionalizza e si separa dal mondo militare, non
viceversa.
La partecipazione attiva degli Ateniesi alla vita politica però resta.
Si diffonde il mercenariato, ma come fenomeno complementare alla partecipazione dei cittadini
alla guerra, non come fenomeno sostitutivo.
23.3 LE TENSIONI SOCIALI
Nella prima metà del IV secolo ci sono molte staseis = guerre civili.
I Greci ne avevano paura perché sapevano che i conflitti interni erano più violenti di quelli esterni.
La divisione del corpo sociale è in genere descritta come opposizione ricchi/poveri.
- Ricchi: proprietari terrieri
- Poveri: non-proprietari rivendicazioni principali sono la redistribuzione delle terre e
l’azzeramento dei debiti
Questo era il gioco politico di un’entità debole come la polis.
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La polis era debole perché era basata su un equilibrio precario.
Per i Greci si è parlato di patriottismo per bande perché l’amore per la propria fazione superava
quello per la propria polis.
Sparta e Atene conobbero pochissime guerre civili.
Durante il IV secolo vengono evidenziate le debolezze delle poleis, anche se probabilmente quelle
contraddizioni esistevano anche prima.
23.4 ASPETTI DELL’ECONOMIA GRECA NEL IV SECOLO
In campo economico si è parlato di crisi a causa dei continui conflitti.
Le guerre antiche però avevano ripercussioni più a breve termine di quelle moderne.
Ad Atene la documentazione a questo proposito è ricca.
La realtà ateniese: ad Atene nulla indica una crisi. La campagna dell’Attica non sembra soffrire
nessuna recessione. Il porto del Pireo sviluppa un’attività straordinaria grazie alla diffusione del
commercio a lungo raggio. In relazione a queste attività commerciali nascono le prime attività
bancarie.
Riprende lo sfruttamento delle miniere d’argento del Laurio quando Atene, deluse nelle sue
aspettative imperialistiche, ripiega su una politica di consolidamento interno.
Una delle poche opere economiche: Entrate di Senofonte. Nomina le miniere come una delle
risorse più importanti per Atene.
Quando Demostene parla di difficoltà economiche si riferisce alla fatica del bilancio pubblico nel
sovvenzionare una politica imperialistica.
23.5 UNA CULTURA IN TRASFORMAZIONE
Platone e Aristotele: IV secolo è caratterizzato dalla nascita ad Atene di due scuole filosofiche
molto importanti:
- Accademia di Platone (diretta da lui nel periodo 387-347)
- Liceo di Aristotele (335-322)
Esse hanno un ruolo fondamentale nella storia dello sviluppo culturale dell’Occidente.
Filosofia platonica ha gettato le basi per la filosofia occidentale.
Filosofia aristotelica ha fatto uno sforzo di sistematizzazione e raccolta dell’intero sapere umano,
gettando le basi per lo sviluppo della scienza ellenistica.
- Platone: cittadino ateniese
- Aristotele: meteco di Stagira. Fu legato ai Macedoni nemici di Atene (fu precettore di
Alessandro)
Entrambi furono ostili verso la democrazia ateniese.
Queste scuole filosofiche erano riservate a ricchi privilegiati.
Atene divenne una grande città universitaria.
Isocrate: figlio di un ricco ateniese, lavorò come logografo (= scrittore di discorsi giudiziari).
Fondò una scuola di retorica che ebbe enorme successo. Costosissima, raccolse la classe
dirigente di tutta la Grecia.
Diffuse anche idee politiche, lanciando l’idea di una crociata panellenica contro i Persiani. In
politica interna privilegiava l’idea di una democrazia moderata.
Ebbe grande importanza nel campo dell’educazione: i suoi metodi di insegnamento sono incentrati
sulla retorica.
Peso del passato: nel 387 vennero rappresentate ad Atene le tragedie di tre grandi autori del V
secolo (Euripide, Eschilo e Sofocle). Questi testi erano diventati classici cioè si ammetteva
l’impossibilità di crearne altri così validi e significativi.
Questo è un esempio del peso del passato sulla vita ateniese.
La storia della grandezza di Atene era stata mitizzata.
Anche a Sparta è successo qualcosa di simile: Agesilao cerca di riprodurre l’antico stile di vita.
PARTE QUINTA
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L’ETA’ ELLENISTICA
24. ALESSANDRO MAGNO (336-323)
24.1 IL MITO DI ALESSANDRO
Azione di conquista che riunì nelle mani di un solo uomo il controllo di un territorio immenso (dalla
Grecia al bacino dell’Indo).
Si assiste al crollo dell’impero persiano che era stato il principale interlocutore delle città greche e il
termine di confronto politico e ideologico.
La Grecia delle poleis sperimenta l’autorità di un monarca assoluto la cui volontà è legge in virtù
della sua forza militare.
La libertà e l’autonomia soffrono delle limitazioni ma questo non implica la morte delle poleis.
Nasce un modo nuovo di concepire la politica internazionale: la diplomazia avrà un ruolo
fondamentale e il rapporto con il sovrano sarà uno scambio vantaggioso reciprocamente.
Alessandro:
- Razionalità che ne guidò le azioni
- Pothos, componente irrazionale, daimon che lo avvicinò alle culture orientali
24.2 LA SUCCESSIONE
336: morte di Filippo II.
Alessandro ebbe come precettore Aristotele che gli trasmise l’amore per il sapere e l’amore per la
cultura greca, soprattutto per Omero (Achille ispirò sempre le sue azioni).
Alessandro rivendicò subito il regno eliminando gli altri pretendenti.
Ottenne dal mondo greco gli stessi riconoscimenti che aveva ricevuto Filippo e i pieni poteri nella
guerra contro la Persia.
Operazioni militari in Macedonia, dove la scomparsa di Filippo aveva acceso il fermento.
335: rapida campagna che portò Alessandro fino all’Illiria.
Si diffuse in Grecia la notizia della sua morte riprese la resistenza antimacedone, sostenuta dal
Gran Re che voleva trattenere Alessandro in Grecia.
I centri della rivolta furono Atene e Sparta.
Ad Atene vennero fatti uccidere i capi del partito filomacedone.
Argo, Elide e Arcadia si unirono alla rivolta.
335: Tebe cadde. Alessandro fece distruggere la città vendendo come schiavi i superstiti e
dividendo il territorio tra le poleis vicine.
Fu una punizione esemplare perché la rivolta si spense.
Invece Alessandro fu mite nei confronti di Atene: i politici vennero processati dai tribunali cittadini.
Sparta invece divenne antimacedone solo più tardi, quando Alessandro era già in Asia.
331: scoppiò una rivolta.
Agide assediò Megalopoli ma fu sconfitto dalle forze macedoni.
24.3 LA TERRA CONQUISTATA CON LA LANCIA: LA GUERRA CONTRO LA PERSIA
Filippo II aveva inteso la guerra contro la Persia come una campagna punitiva e un’impresa di
liberazione delle città greche dell’Asia Minore. Alessandro ereditò il compito.
334: l’esercito passò l’Ellesponto.
La guerra si sarebbe svolta soprattutto sulla terraferma.
Insieme al re viaggiavano anche molti storici, geografi, naturalisti e interpreti.
Fasi della conquista: primo scontro fu presso il fiume Granico nel 334.
L’esercito avanzò lungo le coste dell’Asia Minore portando sotto il suo controllo le città greche.
Fu opposta resistenza soprattutto ad Alicarnasso dove c’era il comandante Memnone.
Alessandro poi stabilì a Gordio gli accampamenti invernali.
Memnone morì improvvisamente e i piani di Alessandro furono agevolati.
333: scontro a Isso. Dario III fugge a Babilonia.
332: assedio di Tiro. Poi anche di Gaza.
Il satrapo in Egitto consegnò ad Alessandro la regione.
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331: fu fondata Alessandria (destinata a diventare uno dei porti più importanti e un centro di
cultura).
Esercito macedone si diresse poi verso l’Asia interna.
331: scontro a Gaugamela che spiana la strada alla conquista di Babilonia, Susa, Persepoli e
Pasargade.
Palazzo di Persepoli venne dato alle fiamme.
Organizzazione del territorio sottomesso: Alessandro è signore di un territorio vastissimo
abitato da popoli molto diversi, legati alle proprie tradizioni e che avevano mal sopportato il
controllo dei satrapi del Gran Re.
Alessandro fece valere il diritto delle armi: i territori conquistati diventarono sua proprietà e
avrebbero versato a lui il tributo.
All’inizio assegnò l’amministrazione delle satrapie a ufficiali macedoni.
Poi inizia a servirsi di satrapi macedoni affiancati da macedoni.
L’amministrazione finanziaria ebbe una gestione separata, anche come suddivisione territoriale: i
distretti finanziari coprivano più di una satrapia.
La liberazione delle città greche d’Asia Minore: il tema della liberazione delle poleis d’Asia
Minore era centrale nel dibattito politico greco.
Liberare le poleis greche significò eliminare il controllo persiano e sostituire i governi oligarchici
con altri democratici.
Vennero però posizionate guarnigioni macedoni per prevenire il ritorno dei Persiani e per fare
prelievi fiscali per le spese dell’esercito.
L’autonomia fu concessa, purchè non andasse contro il proseguimento della guerra.
Non furono stipulati contratti, trattati da pari a pari. Era il re a stabilire lo status delle città.
Le città “liberate” non entrarono neanche nella lega ellenica.
La libertà fu per loro sempre un dono concesso dall’alto.
24.4 NUOVE PROSPETTIVE: LA RICOSTRUZIONE DEL GRANDE IMPERO
PERSIANO
L’obiettivo di Alessandro era sostituirsi a Dario come legittimo re dell’Asia.
Questo poteva avvenire solo se Dario veniva sconfitto.
Quindi Alessandro lo inseguì fino a Ecbatana.
Dario aveva poi trovato rifugio presso il satrapo Besso.
Besso lo fece uccidere e si proclamò re con il nome di Artaserse IV.
Ora la guerra di Alessandro era contro un usurpatore e lo scopo era la vendetta del sovrano
legittimo di cui Alessandro si sentiva erede.
Ci furono tre anni di campagne durissime in cui Alessandro dovette cambiare l’assetto dell’esercito
e organizzarlo in unità più piccole e agili.
Besso tradito dai suoi, v