Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 12
Sunto di storia e filosofia della psicologia, prof. Sinigaglia, libro consigliato: So quel che fai di Rizzolatti e Sinigaglia Pag. 1 Sunto di storia e filosofia della psicologia, prof. Sinigaglia, libro consigliato: So quel che fai di Rizzolatti e Sinigaglia Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sunto di storia e filosofia della psicologia, prof. Sinigaglia, libro consigliato: So quel che fai di Rizzolatti e Sinigaglia Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 12.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sunto di storia e filosofia della psicologia, prof. Sinigaglia, libro consigliato: So quel che fai di Rizzolatti e Sinigaglia Pag. 11
1 su 12
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

3. LO SPAZIO INTORNO A NOI

Per prendere un oggetto bisogna raggiungerlo e per fare questo bisogna localizzarlo misurandone la

posizione rispetto alle parti del corpo interessate.

Una volta codificate le informazioni spaziali, tali informazioni possono essere trasformate in

opportuni comandi motori.

La maggior parte dei neuroni di F4 non si attiva solo durante l’esecuzione di atti motori, ma

risponde anche a stimoli sensoriali. Quindi questi neuroni possono essere divisi in:

neuroni somatosensoriali → sono attivati da stimoli tattili superficiali

• neuroni somatosensoriali e visivi = neuroni bimodali → sono attivati anche da stimoli visivi.

• Rispondono allo stimolo visivo solo se questo è presentato nelle vicinanze del loro campo

percettivo tattile.

Lo stesso neurone che scarica quando sfioriamo, scarica anche quando la nostra mano si avvicina a

una parte del nostro corpo ma non la tocca.

“La prossimità è già contatto per anticipazione della zona del corpo che sarà toccata”.

Grazie a questa anticipazione il corpo può definire lo spazio che lo circonda localizzando entro di

esso i propri organi e gli oggetti a questi visivamente prossimi.

I campi recettivi visivi della maggior parte dei neuroni bimodali restano ancorati ai rispettivi campi

recettivi somatosensoriali e risultano indipendenti dalla direzione dello sguardo.

Il campo recettivo visivo del neurone non dipende dalla posizione dello stimolo sulla retina.

Il fatto che i campi recettivi visivi dei neuroni bimodali siano localizzati intorno a quelli

somatosensoriali indica che lo spazio visivo è codificato da una molteplicità di sistemi di

riferimento corporei diversi.

La localizzazione anticipa il contatto cutaneo, così la mano non ha bisogno di toccare l’oggetto per

sapere dove si trova.

Perché si attivino i neuroni di VIP-F4 è necessario che lo stimolo visivo compaia entro lo spazio

circostante, cioè entro la regione spaziale che comprende tutti gli oggetti a portata di mano = spazio

peripersonale/vicino.

Il tipo di movimento controllato da questi circuiti comporta la distinzione fra uno spazio vicino e

uno spazio lontano.

Il circuito VIP-F4 codifica lo spazio in coordinate somatiche e la specificazione della posizione

spaziale dello stimolo rispetto alle coordinate somatiche non necessita dell’attività combinata di più

neuroni, ma avviene già a livello di singolo neurone.

I campi recettivi visivi dei neuroni bimodali sono ancorati ai rispettivi campi recettivi

somatosensoriali e quindi a determinate parti del corpo → quindi la localizzazione dello stimolo è

indipendente dalla posizione degli occhi. Questo facilita l’organizzazione dei movimenti.

La somiglianza fra l’organizzazione neurale della scimmia e dell’uomo non riguarda solo la

distinzione vicino/lontano ma anche il fatto che lo spazio peripersonale nell’uomo sembra essere

codificato come nella scimmia da un insieme di neuroni bimodali.

Lontana dall’essere una mappa unitaria, la rappresentazione corticale dello spazio appare rinviare a

forme e modalità di costituzione differenti determinate dall’attivazione di circuiti sensori-motori

distinti, ognuno dei quali è deputato all’organizzazione e al controllo di atti che presuppongono una

specifica localizzazione dell’oggetto rispetto all’effettore di volta in volta coinvolto.

Bisogna però chiarire la natura di questa rappresentazione, cioè il significato funzionale delle

risposte visuo-motorie.

In F4 e in VIP ci sono neuroni che scaricano sia durante i movimenti attivi sia in risposta a stimoli

visivi.

Vale per la costituzione dello spazio quanto è emerso nell’analisi della costituzione degli oggetti,

cioè che la scarica dei neuroni di F4-VIP riflette l’evocazione di un atto motorio potenziale diretto

verso quello stimolo e in grado di localizzarlo nei termini di una possibilità d’azione.

Nella distinzione fra vicino e lontano hanno un ruolo decisivo le proprietà motorie di tali neuroni

che ritgliano nell’informazione visiva un effettivo spazio per l’azione. Lo spazio peripersonale

infatti è l’insieme dei luoghi che possiamo raggiungere allungando la mano.

I punti dello spazio fisiologico sono scopi dei vari movimenti. A partire da questi movimenti il

nostro corpo mappa lo spazio che ci circonda.

Poincarè: sarebbe impossibile costruire qualcosa come uno spazio se non avessimo uno strumento

per misurarlo, cioè il nostro corpo.

Le relazioni degli oggetti con il nostro corpo indicano le possibilità motorie che ci consentono di

raggiungere gli oggetti che ci circondano.

La coordinazione dei movimenti è una conquista della specie.

Nel quadro dell’evoluzione: dicotomia vicino/lontano, connessione tra le varie possibilità motorie

delle varie parti del corpo, modalità di codificazione delle relazioni spaziali.

La codificazione dello spazio dipende dall’attività di circuiti neurali la cui funzione primaria è di

organizzare i movimenti che consentono di agire sull’ambiente circostante.

È chiaro che lo spazio sia primariamente costituito in termini motori dal fatto che prima ancora di

nascere il bambino dispone di una rappresentazione motoria dello spazio.

all’inizio il neonato vede chiaramente solo gli oggetti a 20 cm da lui. Questo gli permette di

acquisire una rappresentazione dello spazio peripersonale.

Al terzo mese la maturazione della lente gli permette di raggiungere lo spazio lontano. Il bambino

comincia così a costruire il proprio spazio extrapersonale.

La parata permette di determinare la posizione spaziale di un oggetto che prima non ne aveva

alcuna essendo fuori dalla portata della mano.

Lo spazio però non può essere pensato in modo statico, ma in modo dinamico.

Per molti neuroni un aumento della velocità dello stimolo in avvicinamento produce un’espansione

in profondità dei loro campi recettivi.

l’estensione dei campi recettivi cresce al crescere della velocità dello stimolo. Quindi gli stimoli che

si avvicinano con maggiore velocità vengono segnalati e localizzati a una distanza maggiore di

quelli che si avvicinano più lentamente.

Vantaggio: prima il neurone scarica, prima evoca l’atto motorio.

Nel caso della locomozione lo spazio vicino non modifica i suoi confini relativamente al corpo, con

cui cammina insieme.

Possiamo piuttosto avvicinare gli oggetti impugnando qualche strumento.

I campi recettivi visivi dei neuroni bimodali possono essere modificati da azioni che comportano

l’impiego di uno strumento. Durante l’uso ripetuto di uno strumento i campi recettivi visivi sulla

mano si espandevano al punto da includere lo spazio intorno alla mano e intorno allo strumento.

Il prolungamento della mano comporta una ridefinizione di vicino e lontano: i neuroni che si

attivavano alla presenza di oggetti nello spazio peripersonale rispondevano anche a stimoli che

prima avevano codificato come lontani ma che ora, tramite l’uso dello strumento, diventavano

vicini.

La fisionomia motoria dell’oggetto e lo spazio delle possibili prese si costituiscono l’uno tramite

l’altro. Ma perché si dia un’effettiva prensione occorre che l’oggetto sia raggiungibile e quindi

localizzabile.

Lo spazio dell’oggetto si declina come posizione relativi ai vari effettori coinvolti ed è definito nei

termini dei loro possibili scopi d’azione.

Lo spazio prende forma a partire dagli oggetti e dalla molteplicità degli atti coordinati che ci

consentono di raggiungerli.

Dalla portata variabile delle nostre azioni dipende la possibilità di distinguere tra uno spazio vicino

e uno lontano, di cogliere la dinamica del confine che separa l’uno dall’altro.

Le negligenze spaziali finiscono per inibire anche un’adeguata percezione dell’oggetto.

Questo conferma l’interdipendenza della costituzione degli oggetti e dello spazio che traspare dal

comune rimando all’orizzonte primario dell’azione.

l’impossibilità di raggiungere gli oggetti va di pari passo con quella di mappare le varie regioni

dello spazio.

4. AGIRE E COMPRENDERE

la maggioranza dei neuroni di F5 si attiva durante l’esecuzione di specifici atti motori. Una parte di

essi risponde anche a stimoli visivi.

Essi hanno un ruolo decisivo nel processo di trasformazione dell’informazione visiva relativa a un

oggetto negli atti motori necessari per interagire con esso.

Questi neuroni sono stati chiamati neuroni canonici.

Inizio anni Novanta: i neuroni canonici non sono gli unici ad avere proprietà visuo-motorie.

Ci sono neuroni che rispondono sia quando una scimmia effettua una azione, sia quando osserva un

altro individuo compiere un’azione simile.

Questi neuroni sono chiamati neuroni specchio.

Dal punto di vista delle proprietà motorie i neuroni specchio sono indistinguibili dagli altri neuroni

di F5.

Le cose cambiano per quanto riguarda le proprietà visive.

I neuroni specchio non rispondono alla semplice presentazione di cibo. La loro attivazione è legata

all’osservazione da parte della scimmia di determinati atti compiuti da un altro che comportano

un’interazione effettore-oggetto.

Le scariche dei neuroni specchio risultano indipendenti dalla distanza e dalla localizzazione spaziale

dell’atto osservato.

È possibile suddividere i neuroni specchio in classi perché gran parte dei neuroni specchio di F5

risponde all’osservazione di un solo determinato tipo d’atto.

Vi sono vari gradi di congruenza tra l’atto motorio codificato da neurone e l’atto motorio osservato.

Due tipi fondamentali:

congruenza in senso stretto → un neurone mostra esatta corrispondenza tra azione osservata

• e azione eseguita

congruenza in senso lato → gli atti codificati dal neurone in termini visivi e motori appaiono

• chiaramente connessi pur non essendo identici. Alcuni neuroni infatti rispondono a un solo

atto motorio eseguito e a due atti motori osservati.

La maggior parte dei neuroni specchio risponde alla vista di atti come l’afferrare il cibo con la

bocca → neuroni ingestivi.

Questi sono simili ai neuroni specchio collegati alla mano. Scaricano solo quando vi è

un’interazione tra un effettore e un oggetto.

La semplice presentazione di un oggetto non sortisce nessuna risposta significativa.

Il comportamento dei neuroni specchio che rispondono all’osservazione di atti compiuti con la

bocca ma dotati di funzione comunicativa è diverso.

I neuroni comunicativi rispondono alla vista di atti intransitivi. Essi mostrano una non congruenza

tra risposta visiva e risposta motoria. Solo la risposta visiva è di carattere comunicativo, mentre la

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
12 pagine
7 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemicalgaro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Origini e storia della psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Sinigaglia Corrado.