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Si distingue:
a) Sell in price: rappresenta una voce di costo di approvvigionamento da parte del retailer, e il comprator
esercita tutto il proprio potere contrattuale per abbattere questo costo a livello più basso possibile
b) Sell put price: che rappresenta una misura economica numerica del sacrificio percepito, lo shopper valuta
l’adeguatezza del prezzo richiesto e lo affronta come un onere da sostenere per acquisire il possesso e la
disponibilità della product offering.
- Dal punto di vista dei concorrenti il prezzo cui è posizionata una product offering chiarisce i seguenti punti: il
quadro dei concorrenti diretti effettivi in una determinata fascia di valore. Questa informazione aiuta il player a
operare un sostenibile posizionamento di valore sul mercato; i margini di manovra tattica che si possono
operare sul prezzo delle proprie product offering. Una posizione in fascia value è solitamente molto più sensibile
alle promozioni di taglio – prezzo; i margini che possono essere utilizzati nel condurre politiche di concorrenza
price based (è la scelta di portare la competizione relativa alla scelta dell’acquirente su prezzi più bassi. Postula
la capacitò di gestire un’efficienza superiore).
E’ perciò del tutto evidente che la funzione che l prezzo riveste nello scambio è cruciale e ha natura:
1. Economica, il prezzo può manifestarsi sotto forma di costo e di ricavo a seconda del player dello scambio
considerato
2. Finanziaria: la manifestazione monetaria effettiva di un costo o di un ricavo
3. Informativa, il punto – prezzo rappresenta una dichiarazione di valore con la quale il venditore accompagna la
propria offerta e che il compratore percepisce, e in quanto è utilizzata da tutti i player coinvolti e interessati nello
scambio.
15.2 Il prezzo e l’economia
La scienza economica fornisce al management i concetti fondamentali sulla struttura delle relazioni di mercato e sul suo
funzionamento.
15.2.1 Inflazione e competizione
A livello generale al decisore aziendale i prezzi interessano soprattutto in riferimento all’inflazione vigente e prevista. Un
contratto di fornitura prevede dei pagamenti dilazionati nel tempo: dato che il venditore non ottiene il pagamento in
contanti, ma con una dilazione di oafamento, eglimaturerò un credito verso il compratore locale. I alore nominale del
credito tende a diminuire nel tempo se l’inflazione crsce, e quindi il venditore dovrà garatnirsi contro questa eventualità.
La dottrina economica sottolinea che i margini di manovra sul prezzo per l’impresa cambiano a seconda dello stato
concorrenziale igente sul emrcato. Si è sviluppato un corpus di conoscenza considerevole sin dal principio del secondolo
scoso. Non è sfuggita all’attenzione degli studiosila circostanza che in bnumero di soggetti che offrono una medesima
categoria di prootto su un determinato mercato geogradico ne ingluenzi considerevolmente il prezzo e il valore
complessivo percepito, qualità del prodotto in primis. È evidente che se un’impresa si trovasse a essere la sola a offrire
un determinato prodotto condizione detta di konopolo, la sua tensione a migliorare la qualità del prodotto medesimo sarà
modesta. La presenza di più player che offrono una determinata categoria di prodotto sul mercato incentiva il
miflioramento del valore oferto dalla produt offering al cliente e inibisce condotte di prezzo predatorie. Questa semplice
constatazione è parte del pensiero liberista: senza stimoli l’essere umano tende a non migliorare e a trarre i massimo
beneficio dallo satus quo. Quando si è n monopolio i gradi di libertò nella fissazione del prezzo sono molto elevati per
l’impresa a meno che non interangono regole del decisore pubblico per calmierarli (public utilities – impresa di servizi di
pubblica utilità – traporti, ecc. per il particolare impatto dei loro prodotti sul benessere della fmaiglie, esse sono spesso
sottoposte a regimi di prezzi controlalti o imposti). Il conumatore solitamente percpisce un alto impatto di queste product
offering sulla propria qualità della vita, ma ciò è legao sostanzialmente alal sola funzionalità del podotto. Le cose
cambiano di poco nel caso dell’oligopolio indifferenziato, dove lniterdipendenza fra i concorrenti è elevatissima e la
percezione del differenziale di valore del prodotto offerto dai player è bassa. Le politiche di pricing tendno ad allineasi al
leader che fa il prezzo.
L’oligopolo differenziato vede salite il livello di itnensità competitia sul mercato e il ruolo del prezzo può determinare lo
spostamento di noteoli quote di domanda fr abrand ocnorrenti. La leva prezzo può essere manovrata con grande
intensità e freuqneza questa manova viene accompagnata da selte che mirano ad ccrescere la percezione di
differenziazione della product offering.
In concorrenza monopolistica vero territorio di elezione del marketing management, dove ess spirigiona tutta la prorpia
valenza competiva la differenziazione delle procut offering viene attuata afendo su tutte le componenti del valore. La
competizone si spsota dal versante del prezzo a quello della differenziazione percepita, cercando di creare nel
consumatore una situazione di monopolio psicologico della product offering. In concorrenza perfetta l’impresa non ha
alcun frado di libertà nel fissare il prezzo che sorge dal linberp gioco della domanda e dell’ggerta.
15.2.2 Elasticità della domanda
La microeconomia misua se e in che misura una variazione del prezzo di una detemrinata product offering possa
incidere sulla quantitò domandata dalal medesima sul mercato.
Data una categoria di prodotto, ques’attitudine della quantità dmanda a regire alle variazioni di prezzo si chaiama
elasticità della domanda. E ci sono tre configurazioni possibili:
- Domanda elastica: la variazione percentuale della domanda in risposta a un incremento del prezzo è forte
- Domanda inelastica: la variazione percentuale della domanda in risposta a un incremento del prezzo è debole
- Elasticità unitaria: la variazione percentuale della quantità domandata è esattamente pari a quella del prezzo.
L’elasticità della domanda tende a essere superiore all’unità nel medio periodo, in quando nell’immediato i consumatori
possono non essere nelle condizioni di modificare le proprie scelte in risposta a un aumento del prezzo, cosa che invece
accade nel tempo. L’elasticità è anche influenzata dalla facilitò con la quale i consumatori possono effettivamente
sostituire le product offering il cui prezzo aumenta con altre marche.
Non è detto che l’elasticità della domanda di una determinata product offering possa tradursi automaticamente in un
aumento della quantità domanda a seguito di una diminuzione di prezzo: l’elasticità ci dice soltanto che questo risultato è
tendenzialmente possibile ma non certo. Problemi di non adeguata copertura distributiva del mercato, di non
conoscenza o bassa reputazione della marca possono vanificare l’abbattimento del prezzo e non generare la sperata
risposta di vendita. Il concetto di elasticità della domanda è alla base dello strumento di stimolo delle vendite
probabilmente più celebre e usato dalle imprese il taglia prezzo (abbassamento del prezzo solo in un determinato
periodo).
Esistono delle relazioni incrociate di domanda che influiscono sull’elasticità delle singole categorie di prodotto.
15,3 Gli obiettivi di prezzo nel lungo periodo
La microeconomia insegna che il prezzo è la risultante del gioco combinato di domanda e offerta sul mercato: l’incontro
della domanda e dell’offerta. Quel punto esprime il livello di prezzo al quale il prezzo che soddisfa gli obiettivi economici
finanziari del venditore e le necessitò del compratore. È chiaro che l’economica vera raggiunge la situazione teorica in
maniera non lineare: il gioco dello scambio varia molto a seconda delle situazioni contingenti nelle quali si realizza, del
momento in cui avviene.
Ogni impresa ben gestita, nel fissare il price point, si dà degli obiettivi di lungo periodo, che cioè considerano la
prospettiva temporale e non il momento contingente. Ciò consente numerosi vantaggi: aiuta a fare i conti e a equilibrare i
bilanci aziendali, costituisce un punto fermo nel quale applicare successivamente le necessarie politiche di prezzo di
breve termine e per il cliente, consente di governare la natura segnaletica del prezzo espressa dal posizionamento del
brand nella fascia di valore di pertinenza.
L’impresa deve chiarirsi preliminarmente quali siano gli obiettivi che intende raggiungere con la determinazione del punto
– prezzo. È utile ricordare a tal proposito che la funzione economia fondamentale è espressa dalla seguente relazione:
E’ chiaro che il prezzo si pone in relazione diretta nel senso che ne influenza il livello, con i ricavi totali, con le quantità
domandate e coi profitti, si pone in relazione indiretta, nel senso che ne è influenzato con i costi.
I suoi obiettivi di lungo periodo possono essere di tre tipi:
- Obiettivi di redditività: l’impresa si dà un obiettivo di ritorno sugli investimenti complessivi o di massimizzazione
dei ricavi e quindi del profitto, fissandone un livello – obiettivo. Questi obiettivi prevedono la manovra della leva
p in chiave interna all’impresa e presuppongono un’ottima capacitò di conoscenza dei costi totali e una
sostanziale marginalità dell’influenza competitiva di canale e orizzontale. Le grandi imprese conglomerate
(impresa di grandi dimensioni che opera in via integrate su più aree di business, con logica di diversificazione
dell’attività) spesso ragionano con questa logica, apprezzando il fatto che essa consente delle semplici
comparazioni fra le performance complessive delle diverse aree di attività.
- Obiettivi di volume: l’elasticità della domanda ci ha insegnato che esiste una relazione indiretta fra il prezzo e la
quantità vendute. Ciò è espresso dall’inclinazione negativa della curva. Al lancio di un nuovo prodotto ci si
attende che i volumi di vendita siano alti se si fisserà un prezzo di penetrazione (punta a far entrare la product
offering nelle case del più elevato numero possibile di clienti potenziali della categoria abbattendo la barriera del
prezzo) contenuti se si sceglierà l’opposta direzione del prezzo di scrematura (punta a selezionare i clienti,
imponendo una barriera di prezzo che escluda la quota maggiore di clienti potenziali della categoria).
Rientrano in questa categoria anche gli obiettivi di quota di mercato a volume: molte imprese si prefiggono lo
scopo di acquisire la leadership (il leader è il brand che h