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CREATI DAGLI ANIMALI

James Rachels

Rachels si oppone a due posizioni:

1. Teoria di Darwin non parla di morale. Ha solo intento descrittivo, esplicativo.

Visione importante perché consente di applicare i concetti della selezione naturaale anche nei paesi in

cui si faticava ad accettare la teoria perle sue implicazioni morali. Non ci si deve così preoccupare

dell’immoralità della dottrina.

2. Teoria di Darwin ha implicazioni morali, ma la morale che se ne riceva è negativa.

Per Rachels: la visione del mondo darwiniana obbliga a cambiare idee morali. È una rivoluzione. La morale

ora può essere molto migliore di quella precedente.

Nemici di Rachels:

- Scienziati: non vogliono sentire implicazioni morali perché la loro carriera si basa sulla

sperimentazione animale.

- Creazionisti/finalisti

La nuova morale secondo Rachels.

- Legge viene dall’esperienza: poiché capiamo la sofferenza che può generare un comportamento

su un individuo, viene vietato per legge quel comportamento.

- Utilitarismo edonistico: la bontà o no di un’azione si determina in base al piacere o dolore che

provoca nelle persone coinvolte.

Il fatto di sentirsi fieri per aver compiuto un’azione piuttosto che l’altra dipende dal fatto che tu abbia

prodotto una situazione di piacere o di dolore negli altri.

La morale della virtù invece è una morale impropria (si incentra sulla persona che compie l’azione e

non sugli altri che ne subiscono gli effetti; si parla di “sporcarsi l’anima”).

- Consequenzialismo: valutazione in base agli effetti prodotti  no morale assoluta. La moralità

dipende da caso a caso. Non basta l’applicazione di regole ferree.

- Deontologia: non c’è un obbligo indipendente dalle situazioni (opposto a Kant)

Come si valutano le conseguenze di un’azione?

In base al piacere o dolore provocato negli altri: valutazione edonistica.

Non edonismo di breve durata, ma con lungimiranza.

Piacere e dolore servono alla sopravvivenza, hanno funzione evolutiva.

Se il criterio è la sensibilità o meno al dolore  anche gli animali provano dolore e quindi anche verso di loro

bisognerebbe applicare la stessa morale.

Gli animali hanno la capacità di soffrire (lo sappiamo perché fuggono il dolore)  non possiamo affermare con

certezza che solo l’uomo sia un animale morale.

Un animale che fugge il dolore ha tutto ciò che serve per distinguere bene e male (è senziente e questo

basta).

In cosa l’uomo è diverso?

Si può parlare di una graduazione di consapevolezza della nozione di bene/male.

L’uomo ha capacità simbolica (sa provare dolore o piacere anche non fisicamente). Ma le sensazioni basilari

uomo/animale sono le stesse.

Conseguenze:

- il concetto di sacralità della vita è inaccettabile. Non si cerca la vita ma la cessazione del dolore,

quindi la vita è desiderabile solo se promette nuovi piaceri.

- Ghigliottina di Hume: non si può derivare ciò che dovrebbe essere da ciò che è.

Rachels replica: una variazione nel mondo dei fatti può minare dei valori nel senso che sottrae loro

le ragioni che li sostengono. Non c’è più distinzione ciò che è/ ciò che dovrebbe essere. La morale

non è il modo in cui ci dovremmo comportare in base al ragionamento o al senso del dovere. Deriva

dall’empatia, da azioni che ci dovrebbero venire da sé.

- Importanza dell’individualismo: piacere e dolore sono sempre individuali. Quindi bisogna usare un

comportamento morale valutando caso per caso i singoli individui. Quando si inseriscono regole

universali si rischia di essere ingiusti.

Come si deve intendere l’eguaglianza?

Equità = favorire tutti nello stesso modo, porre su un piano di uguale piacere tutti. Trattare tutti nello stesso

modo a parità di condizioni (a meno che non ci siano particolari ragioni per trattarli diversamente). Se due

esseri sono uguali sotto un certo punto di vista, sotto quel punto di vista devono essere trattati nello stesso

modo.

Nel trattamento contano le differenze individuali, non l’appartenenza a un gruppo.

Un’azione è giusta o sbagliata a seconda del caso preso in considerazione.

Ridere: sintomo di superiorità nei confronti di qualcuno. È ritenere ridicola la pretesa di eguaglianza di

qualcuno.

Rachels chiama “specismo” il fatto che la differenza di trattamento sia giustificata dal fatto di appartenere a

una specie piuttosto che l’altra.

Giustificazioni date al diverso trattamento uomo/animale e relative confutazioni:

1. Gli uomini godono di privilegi rispetto agli animali perché sono razionali.

Questa affermazione viene messa in dubbio da Rachels:

- Non tutti gli uomini sono razionali  es. bambino che nasce con danni cerebrali non viene ucciso

perché si fa riferimento a una categoria, al fatto che appartenga alla specie Homo sapiens o si

pensa che possa sviluppare in potenza la razionalità.

- Davvero è rilevante la razionalità in caso di esperimenti e uccisioni?

2. Uomini possiedono il linguaggio.

Non tutti.

Alcuni animali manifestano disperazione quando stanno per essere uccisi.

3. Con gli animali non si possono stringere patti: visto che gli animali non hanno obblighi morali verso

di noi, noi non dobbiamo averne verso di loro.

Ma non si può pensare che la morale sia solo un “do ut des” altrimenti anche gli uomini potrebbero

venire meno agli obblighi morali.

Non si può parlare di morale se si fa qualcosa solo in vista di un riconoscimento sicuro.

Inoltre il pericolo costituito dagli animali per l’uomo è stato amplificato: è molto più probabile che si

subiscano attacchi da altri uomini.

4. Gli uomini soffrono più degli altri animali.

Forse l’uomo è più capace di percepire se stesso, ma questo non rende nulla la sofferenza dell’animale,

non rende la sua vita pari a zero. La sproporzione è esagerata.

Cambiare morale è difficile.

Attenzione: per calcolare le conseguenze di un’azione bisogna prendere in considerazione tutto quello che

produce, non solo il fine ultimo. Non conta solo l’obiettivo finale per cui il fine giustifica i mezzi.

I mezzi sono conseguenze intermedie di cui bisogna tenere conto.

Utilitarismo: bisogna chiedersi il perché delle regole. Una volta individuata la motivazione si può anche

infrangere la regola nel momento in cui il motivo non sussiste. È necessario pensare di più di colui che

applica la regola in modo meccanico (bisogna pensare a tutte le possibili conseguenze).

L’utilitarista darwiniano, come Rachels, deve tenere conto anche delle modificazioni prodotte sull’ambiente.

Perché anche l’utilitarista accetta che ci siano delle regole?

La regola è un modo per semplificare il calcolo delle conseguenze delle azioni.

L’utilitarismo, come tutti i modi di rapportarsi all’etica, dipende da come viene realizzato.

L’etica dei doveri può degenerare se conduce all’applicazione rigida di regole.

Come si può impedire che l’utilitarismo vada alla deriva?

Bisogna formulare una definizione di utile.

Cos’è la coscienza?

È “gli altri”, quel qualcosa di esterno che vorrebbe che io agissi in un certo modo. Si conforma ai valori che ci

sono stati dati. È l’introiezione dei valori sociali.

RIASSUNTO:

Tesi principale: la scoperta del fatto che siamo parte del mondo naturale non è importante per l'etica nel

senso che deve spingerci a eleggere la natura a nostra guida assoluta nelle questioni morali, l'etica è un

campo di indagine che resta autonomo e ha suoi standard interni di giustificazione che possono benissimo

prescindere da ciò che è considerato prettamente “naturale”.

Rachels crede che la teoria darwiniana eroda in qualche modo le basi della dottrina della “dignità umana”

che è saldamente radicata nelle credenze di tante persone e che sosterrebbe sostanzialmente che la vita

umana ha maggiore dignità di quella animale (è “sacra”) per due principali motivi: l'assunzione religiosa della

“tesi dell'immagine di Dio” (gli umani sono stati creati a immagine di Dio) e la tesi in ambito secolare che

Rachels definisce come “tesi della razionalità” (i membri della nostra specie sono i soli esseri razionali).

In breve:

1. la moralità tradizionale dipende dall'idea che gli esseri umani si situino in una categoria etica

privilegiata perciò si ritiene che lo scopo primo della moralità debba essere la tutela degli esseri

umani

2. la teoria di Darwin non implica che l'idea della dignità umana sia sbagliata in assoluto, tuttavia il

darwinismo mina la dottrina tradizionale e in particolare l'idea dell'uomo fatto a immagine di Dio e

dell'uomo come unico essere razionale

3. Si propone quindi una diversa concezione di individualismo morale, ovvero si sostiene il fatto che il

solo fatto di essere umano non da titolo ad alcuna considerazione morale speciale. Questo comporta

che le vite non-umane non saranno più trattate con indifferenza a prescindere e la vita umana non

sarà più oggetto di quella superstiziosa reverenza di cui gode nel pensiero tradizionale.

Vita di Darwin (1809 - 1882)

Si può dire che egli abbia vissuto una vita abbastanza tranquilla e felice, la sua famiglia era benestante e

nutriva in lui grandi speranze, suo padre ero un medico illustre, sua madre morì quando lui aveva otto anni

ed era figlia di un famoso produttore di ceramiche. La sua giovinezza non sembrava molto promettente agli

occhi del padre, dato che Darwin spesso “andava in giro” per osservare la natura e questa agli occhi del

padre non era un'occupazione granché degna di un giovane di famiglia prestigiosa. Darwin tuttavia era molto

curioso e perseguiva nella sua passione per la natura, collezionare insetti (soprattutto scarafaggi) era un

hobby che lo appassionava molto, era un osservatore instancabile e registrava minuziosamente tutto ciò che

vedeva.

A 16 anni Darwin venne mandato a studiare a Edimburgo nella speranza che diventasse un medico come il

padre, in parte anche perché il giovane era molto impressionato dalle operazioni effettuate senza anestetici

(che ai tempi non erano ancora disponibili) e in parte perché essendo di famiglia benestante sapeva che in

fondo non avrebbe mai avuto particolare bisogno del denaro che la carriera medica poteva fornirgli. Perciò il

padre, Robert Darwin, gli propose la carriera ecclesiastica, dopo qualche riflessione il ragazzo accettò,

anche perché un'esistenza tranquilla come quell

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A.A. 2015-2016
8 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemicalgaro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Mormino Gianfranco.