Anteprima
Vedrai una selezione di 6 pagine su 23
Riassunto esame Storia della filosofia morale, prof. Mormino, libro consigliato Renè Girard: il confronto con l'altro, Mormino Pag. 1 Riassunto esame Storia della filosofia morale, prof. Mormino, libro consigliato Renè Girard: il confronto con l'altro, Mormino Pag. 2
Anteprima di 6 pagg. su 23.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia della filosofia morale, prof. Mormino, libro consigliato Renè Girard: il confronto con l'altro, Mormino Pag. 6
Anteprima di 6 pagg. su 23.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia della filosofia morale, prof. Mormino, libro consigliato Renè Girard: il confronto con l'altro, Mormino Pag. 11
Anteprima di 6 pagg. su 23.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia della filosofia morale, prof. Mormino, libro consigliato Renè Girard: il confronto con l'altro, Mormino Pag. 16
Anteprima di 6 pagg. su 23.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Storia della filosofia morale, prof. Mormino, libro consigliato Renè Girard: il confronto con l'altro, Mormino Pag. 21
1 su 23
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

DALLA SOCIETA’ MODERNA AL MONDO ARCAICO

➢ L’universalizzazione della teoria mimetica

in Menzogna romantica il desiderio mimetico deriva dalla promessa metafisica che la sostituzione

dell’uomo a Dio pare offrire al soggetto. Orgoglio che non accetta gli insuccessi della vita reale

spinge a desiderare il possesso della felicità (attribuito all’Altro) e imitare un modello invece che

seguire il proprio desiderio.

Questo meccanismo però pare limitato all’età moderna a causa del culto del soggetto e del

livellamento sociale. Non è applicabile alle società arcaiche in cui non domina l’individualismo.

Ma Girard punta a costruire un sistema del desiderio di portata universale.

Questo ampliamento si svolge lungo 4 linee direttrici:

1. Mimesi non è solo una funzione rappresentativa.

La filosofia ha visto nell’imitazione solo un’attività poietica (Platone), non ha considerato la

sua applicazione sociale pensando al desiderio come a un atto spontaneo.

2. Teoria mimetica matura ha come oggetto i comportamenti violenti.

Il principio dell’aggressività umana va ricercato proprio nel meccanismo che avvicina gli

uomini: l’imitazione.

3. Mimetismo è radicato nella natura stessa dell’uomo.

4. Teoria mimetica evolve verso una comprensione dei comportamenti collettivi (non più

solo dei comportamenti individuali).

Girard si avvale di tre modalità di prova:

1. Storico-letteraria

Studio della tragedia greca e della mitologia arcaica → porta alla prova che i processi

psicologici individuati nel romanzo non sono cambiati attraverso le epoche. Rimane il

metodo comparatistico.

2. Psicologica

Confronto con teoria di Freud sulla libido edipica: una spiegazione più semplice dei

fenomeni che essa intende spiegare si trova a partire dalla teoria mimetica.

3. Fisiologica (Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo)

Studio delle radici fisiologiche dei comportamenti violenti. Rapporto fra etologia ed

etnologia → scoperta di comportamento comune fra uomini e animali dotati di vita sociale.

La differenza è che l’uomo spinge la mimesi e i conflitti conseguenti all’estremo con

pericolo per la sopravvivenza della specie ma con possibilità di progresso.

Girard rimane comunque soprattutto interprete di testi → nuove letture su miti e riti servono per

l’applicazione della teoria mimetica al problema dell’origine della religione e della società.

Tra romanzo moderno e narrazioni mitiche resta una discontinuità che deve essere spiegata →

punto di congiunzione: tragedie greche.

In particolare studia il mito di Edipo: Edipo eroe romantico e Tiresia che cerca di aprirgli gli occhi.

Dall’esperienza romanzesca al mito di Edipo → legame tra prima e seconda fase della produzione

girardiana.

➢ I paradossi dell’imitazione: Spinoza e Girard

Molti aspetti della teoria di Girard si trovano già in Spinoza (che Girard non cita mai).

Teoria dell’imitazione degli affetti di Spinoza → l’imitazione è al cuore della vita affettiva. La

cupiditas è espressione consapevole dello sforzo dell’uomo di perseverare nel proprio essere.

La mimesi di Spinoza quindi non è solo rappresentativa ma ci spinge ad agire imitando il desiderio

altrui e facendo dell’altro il nostro modello.

Girard non fa mai riferimenti diretti a Spinoza.

Questa è quindi una teoria così evidente da far sì che tanti autori ne parlino senza essersi ispirati gli

uni agli altri? A quanto pare sì. Girard non crede di aver formulato una teoria nuova ma solo di

averla estrapolata dai romanzi.

Seconda opzione è che Girard abbia volutamente ignorato Spinoza, esponente di tradizione

materialista e immanentista in cui vedeva sicuramente un avversario ideologico.

Girard si colloca su un terreno già battuto dalla filosofia occidentale.

Non citare Spinoza è stata per lui un’occasione persa di spiegare la sua teoria del desiderio

mimetico anche in termini scientifici.

Confrontiamo quindi le due teorie.

Fondazione del desiderio mimetico nella psicologia del bambino

Spinoza → fa riferimento a uno stato fisiologico del corpo umano per spiegare la genesi di una

passione. Il corpo dei bambini è in equilibrio, non sanno dove rivolgere il loro desiderio e quindi

imitano gli affetti altrui. Il bambino è incline ad essere modificato da qualsiasi affezione esterna

poiché in lui non agiscono ancora né ragione né pregiudizi. La costituzione fisiologica indirizza il

bambino verso ciò che casualmente lo circonda, è in uno stato affettivo puro, presociale.

Nell’adulto il meccanismo imitativo non cambia molto perché egli non conosce davvero i suoi

bisogni. Il desiderio imitato si manifesta qui come ambizione, aspirazione ad essere considerati

modelli, anche a costo di avere comportamenti masochistici.

Ambizione, causa di rivalità, viene proprio dal desiderio di piacere agli altri.

Alla base di tutto, nel bambino, deve esserci un riconoscimento dell’altro come simile per poter

ingenerare un desiderio simile → dal momento che c’è un’identificazione la rivalità non sarà mai

disgiunta da un affetto d’amore.

Girard → anche per lui la vita del bambino è paradigma per la vita dell’adulto. Il bambino imita

per natura. È uno strumento adattivo ma fa precipitare il bambino nelle conseguenze patologiche

della vita passionale. Manca però la coerenza di Spinoza: Girard in altre opere parla di libero

arbitrio probabilmente per porsi nel solco della tradizione cristiana.

Come Spinoza dice che le passioni negative non derivano da una originaria tendenza al male e che

sorgano non dall’individuo ma dalla relazione fra individui.

Mimesi pacifica e mimesi rivalitaria si distinguono solo per circostanze accidentali.

Girard a differenza di Spinoza però pensa che la compassione possa sorgere solo da una dimensione

religiosa. La dimensione conflittuale gioca per lui una dimensione maggiore che in Spinoza.

Componente rivalitaria nella mimesi emerge per impossibilità di condividere lo stesso oggetto e per

condizione psicologica del soggetto che imita: il bambino non prevede che può entrare in

concorrenza con il modello.

Esperienza che segna la vita del bambino è la contraddittorietà degli imperativi sociali, il double

bind che prima impone l’imitazione poi la proibisce (Gregory Bateson, “Imitami, non

imitarmi”).

Trasformazione del modello in ostacolo si deve a due dinamiche: il bambino è soggetto ai desideri

altrui e ciò determina la convergenza dei desideri in un unico oggetto + il modello trova

nell’imitazione del suo desiderio un motivo per volere ancora di più l’oggetto, divenendo così

imitatore dell’imitatore e quindi suo nemico.

Stesse tematiche si ritrovano in Spinoza.

Principale differenza Spinoza-Girard → Spinoza esamina problema della nascita della religione a

partire da passioni individuali, mentre Girard a partire da dinamiche collettive.

➢ Edipo nel mito

Punto di partenza degli studi di Girard è Proust → in Jean Santeuil il protagonista rinviene lo

snobismo solo negli altri. La grandezza del romanziere avviene quando rinuncia a considerarsi

diverso dagli altri, morendo per risorgere diverso.

La natura dell’epico è, come nel romantico, il misconoscimento del desiderio mimetico.

Ogni scrittore emerge dall’epica per guadagnare il punto di vista romanzesco.

Nel 1965 Girard ha una prima intuizione della natura del mito: è il testimone vivente

dell’esperienza romanzesca.

Mito di Edipo: re Edipo cerca qualcun altro come responsabile della peste a Tebe, accusando anche

suoi rivali, fino a che non si scopre colpevole.

Rinuncia al punto di vista epico dà accesso alla scoperta del desiderio mimetico in tutti gli uomini.

A un certo punto Girard attribuisce la comprensione del punto di vista mimetico non al mito

tradizionale ma alla tragedia di Sofocle.

Nel mito infatti la presa di coscienza finale è data da fattori incontrollabili e accidentali, dalla

fatalità. La rivelazione non è frutto di un processo conoscitivo.

In Freud e Girard la comprensione è data da una presa di coscienza da parte dell’eroe.

Girard, a proposito del fatto che il tragediografo non può modificare troppo i materiali tradizionali

del mito, arriva a una intuizione sul rapporto tra mito e tragedia → il mito non è opera di un

autore, ma di un’intera civiltà, è il modo in cui la collettività interpreta il proprio passato.

Quindi le modifiche introdotte da Sofocle possono mostrare i cambiamenti intercorsi fra il passato e

l’epoca della tragedia → l’autore mostra la presa di coscienza della falsità del mito, la tragedia

compie un’opera di demitizzazione simile a quella dei romanzi.

Il pensiero mitico è fondato sulla presunzione di assoluta differenza fra sé e l’Altro. Esso è

impregnato anche di violenza.

Nei testi fondativi di una cultura è presente la violenza.

Fino a questo punto però Girard non pensa sia possibile svincolarsi del tutto dal mito perché non

esiste un pensiero che sia totalmente estraneo a quello mitico.

Quindi il pensiero di Girard è ancora in accordo con quello di Freud: nel mito edipico il figlio

desidera ciò che è di suo padre.

Ne La violenza e il sacro invece Girard giudica il mito dall’esterno avendo una posizione di

superiorità grazie alla teoria mimetica.

La tragedia è diversa dal mito perché sa insinuare il dubbio nelle certezze della tradizione.

La versione di Sofocle del mito di Edipo, grazie alle sue modifiche, permette di mostrare la

menzogna della tradizione per capire storicamente le lontane vicende della collettività.

Demitizzare il mito = cogliere in esso la narrazione di un reale fatto cruento e il bisogno dei

narratori di allontanare da sé la responsabilità della violenza perpetrata.

➢ Edipo nella psicoanalisi

Confronto tragedia greca – teoria del desiderio di Freud.

Due questioni su cui verte il dibattito:

• Desiderio della madre è un dato originario o la conseguenza della scelta del padre?

Teoria mimetica dice che la madre è desiderata solo in quanto oggetto del desiderio del

padre-mediatore.

Il desiderio ha natura intrinsecamente sessuale o si rivolge verso qualsiasi oggetto (Girard)?

• Il figlio è ostile fin dall’inizio nei confronti del padre (Freud)?

Girard: la rivalità c’è ma parte dal genitore e si propaga al figlio. Con la teoria mimetica si

spiega come una pulsione positiva originaria (ammirazione per il modello) si trasformi poi

in ostilità (modello

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
23 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemicalgaro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia morale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Mormino Gianfranco.