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DALLA SOCIETA’ MODERNA AL MONDO ARCAICO
➢ L’universalizzazione della teoria mimetica
in Menzogna romantica il desiderio mimetico deriva dalla promessa metafisica che la sostituzione
dell’uomo a Dio pare offrire al soggetto. Orgoglio che non accetta gli insuccessi della vita reale
spinge a desiderare il possesso della felicità (attribuito all’Altro) e imitare un modello invece che
seguire il proprio desiderio.
Questo meccanismo però pare limitato all’età moderna a causa del culto del soggetto e del
livellamento sociale. Non è applicabile alle società arcaiche in cui non domina l’individualismo.
Ma Girard punta a costruire un sistema del desiderio di portata universale.
Questo ampliamento si svolge lungo 4 linee direttrici:
1. Mimesi non è solo una funzione rappresentativa.
La filosofia ha visto nell’imitazione solo un’attività poietica (Platone), non ha considerato la
sua applicazione sociale pensando al desiderio come a un atto spontaneo.
2. Teoria mimetica matura ha come oggetto i comportamenti violenti.
Il principio dell’aggressività umana va ricercato proprio nel meccanismo che avvicina gli
uomini: l’imitazione.
3. Mimetismo è radicato nella natura stessa dell’uomo.
4. Teoria mimetica evolve verso una comprensione dei comportamenti collettivi (non più
solo dei comportamenti individuali).
Girard si avvale di tre modalità di prova:
1. Storico-letteraria
Studio della tragedia greca e della mitologia arcaica → porta alla prova che i processi
psicologici individuati nel romanzo non sono cambiati attraverso le epoche. Rimane il
metodo comparatistico.
2. Psicologica
Confronto con teoria di Freud sulla libido edipica: una spiegazione più semplice dei
fenomeni che essa intende spiegare si trova a partire dalla teoria mimetica.
3. Fisiologica (Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo)
Studio delle radici fisiologiche dei comportamenti violenti. Rapporto fra etologia ed
etnologia → scoperta di comportamento comune fra uomini e animali dotati di vita sociale.
La differenza è che l’uomo spinge la mimesi e i conflitti conseguenti all’estremo con
pericolo per la sopravvivenza della specie ma con possibilità di progresso.
Girard rimane comunque soprattutto interprete di testi → nuove letture su miti e riti servono per
l’applicazione della teoria mimetica al problema dell’origine della religione e della società.
Tra romanzo moderno e narrazioni mitiche resta una discontinuità che deve essere spiegata →
punto di congiunzione: tragedie greche.
In particolare studia il mito di Edipo: Edipo eroe romantico e Tiresia che cerca di aprirgli gli occhi.
Dall’esperienza romanzesca al mito di Edipo → legame tra prima e seconda fase della produzione
girardiana.
➢ I paradossi dell’imitazione: Spinoza e Girard
Molti aspetti della teoria di Girard si trovano già in Spinoza (che Girard non cita mai).
Teoria dell’imitazione degli affetti di Spinoza → l’imitazione è al cuore della vita affettiva. La
cupiditas è espressione consapevole dello sforzo dell’uomo di perseverare nel proprio essere.
La mimesi di Spinoza quindi non è solo rappresentativa ma ci spinge ad agire imitando il desiderio
altrui e facendo dell’altro il nostro modello.
Girard non fa mai riferimenti diretti a Spinoza.
Questa è quindi una teoria così evidente da far sì che tanti autori ne parlino senza essersi ispirati gli
uni agli altri? A quanto pare sì. Girard non crede di aver formulato una teoria nuova ma solo di
averla estrapolata dai romanzi.
Seconda opzione è che Girard abbia volutamente ignorato Spinoza, esponente di tradizione
materialista e immanentista in cui vedeva sicuramente un avversario ideologico.
Girard si colloca su un terreno già battuto dalla filosofia occidentale.
Non citare Spinoza è stata per lui un’occasione persa di spiegare la sua teoria del desiderio
mimetico anche in termini scientifici.
Confrontiamo quindi le due teorie.
Fondazione del desiderio mimetico nella psicologia del bambino
Spinoza → fa riferimento a uno stato fisiologico del corpo umano per spiegare la genesi di una
passione. Il corpo dei bambini è in equilibrio, non sanno dove rivolgere il loro desiderio e quindi
imitano gli affetti altrui. Il bambino è incline ad essere modificato da qualsiasi affezione esterna
poiché in lui non agiscono ancora né ragione né pregiudizi. La costituzione fisiologica indirizza il
bambino verso ciò che casualmente lo circonda, è in uno stato affettivo puro, presociale.
Nell’adulto il meccanismo imitativo non cambia molto perché egli non conosce davvero i suoi
bisogni. Il desiderio imitato si manifesta qui come ambizione, aspirazione ad essere considerati
modelli, anche a costo di avere comportamenti masochistici.
Ambizione, causa di rivalità, viene proprio dal desiderio di piacere agli altri.
Alla base di tutto, nel bambino, deve esserci un riconoscimento dell’altro come simile per poter
ingenerare un desiderio simile → dal momento che c’è un’identificazione la rivalità non sarà mai
disgiunta da un affetto d’amore.
Girard → anche per lui la vita del bambino è paradigma per la vita dell’adulto. Il bambino imita
per natura. È uno strumento adattivo ma fa precipitare il bambino nelle conseguenze patologiche
della vita passionale. Manca però la coerenza di Spinoza: Girard in altre opere parla di libero
arbitrio probabilmente per porsi nel solco della tradizione cristiana.
Come Spinoza dice che le passioni negative non derivano da una originaria tendenza al male e che
sorgano non dall’individuo ma dalla relazione fra individui.
Mimesi pacifica e mimesi rivalitaria si distinguono solo per circostanze accidentali.
Girard a differenza di Spinoza però pensa che la compassione possa sorgere solo da una dimensione
religiosa. La dimensione conflittuale gioca per lui una dimensione maggiore che in Spinoza.
Componente rivalitaria nella mimesi emerge per impossibilità di condividere lo stesso oggetto e per
condizione psicologica del soggetto che imita: il bambino non prevede che può entrare in
concorrenza con il modello.
Esperienza che segna la vita del bambino è la contraddittorietà degli imperativi sociali, il double
bind che prima impone l’imitazione poi la proibisce (Gregory Bateson, “Imitami, non
imitarmi”).
Trasformazione del modello in ostacolo si deve a due dinamiche: il bambino è soggetto ai desideri
altrui e ciò determina la convergenza dei desideri in un unico oggetto + il modello trova
nell’imitazione del suo desiderio un motivo per volere ancora di più l’oggetto, divenendo così
imitatore dell’imitatore e quindi suo nemico.
Stesse tematiche si ritrovano in Spinoza.
Principale differenza Spinoza-Girard → Spinoza esamina problema della nascita della religione a
partire da passioni individuali, mentre Girard a partire da dinamiche collettive.
➢ Edipo nel mito
Punto di partenza degli studi di Girard è Proust → in Jean Santeuil il protagonista rinviene lo
snobismo solo negli altri. La grandezza del romanziere avviene quando rinuncia a considerarsi
diverso dagli altri, morendo per risorgere diverso.
La natura dell’epico è, come nel romantico, il misconoscimento del desiderio mimetico.
Ogni scrittore emerge dall’epica per guadagnare il punto di vista romanzesco.
Nel 1965 Girard ha una prima intuizione della natura del mito: è il testimone vivente
dell’esperienza romanzesca.
Mito di Edipo: re Edipo cerca qualcun altro come responsabile della peste a Tebe, accusando anche
suoi rivali, fino a che non si scopre colpevole.
Rinuncia al punto di vista epico dà accesso alla scoperta del desiderio mimetico in tutti gli uomini.
A un certo punto Girard attribuisce la comprensione del punto di vista mimetico non al mito
tradizionale ma alla tragedia di Sofocle.
Nel mito infatti la presa di coscienza finale è data da fattori incontrollabili e accidentali, dalla
fatalità. La rivelazione non è frutto di un processo conoscitivo.
In Freud e Girard la comprensione è data da una presa di coscienza da parte dell’eroe.
Girard, a proposito del fatto che il tragediografo non può modificare troppo i materiali tradizionali
del mito, arriva a una intuizione sul rapporto tra mito e tragedia → il mito non è opera di un
autore, ma di un’intera civiltà, è il modo in cui la collettività interpreta il proprio passato.
Quindi le modifiche introdotte da Sofocle possono mostrare i cambiamenti intercorsi fra il passato e
l’epoca della tragedia → l’autore mostra la presa di coscienza della falsità del mito, la tragedia
compie un’opera di demitizzazione simile a quella dei romanzi.
Il pensiero mitico è fondato sulla presunzione di assoluta differenza fra sé e l’Altro. Esso è
impregnato anche di violenza.
Nei testi fondativi di una cultura è presente la violenza.
Fino a questo punto però Girard non pensa sia possibile svincolarsi del tutto dal mito perché non
esiste un pensiero che sia totalmente estraneo a quello mitico.
Quindi il pensiero di Girard è ancora in accordo con quello di Freud: nel mito edipico il figlio
desidera ciò che è di suo padre.
Ne La violenza e il sacro invece Girard giudica il mito dall’esterno avendo una posizione di
superiorità grazie alla teoria mimetica.
La tragedia è diversa dal mito perché sa insinuare il dubbio nelle certezze della tradizione.
La versione di Sofocle del mito di Edipo, grazie alle sue modifiche, permette di mostrare la
menzogna della tradizione per capire storicamente le lontane vicende della collettività.
Demitizzare il mito = cogliere in esso la narrazione di un reale fatto cruento e il bisogno dei
narratori di allontanare da sé la responsabilità della violenza perpetrata.
➢ Edipo nella psicoanalisi
Confronto tragedia greca – teoria del desiderio di Freud.
Due questioni su cui verte il dibattito:
• Desiderio della madre è un dato originario o la conseguenza della scelta del padre?
Teoria mimetica dice che la madre è desiderata solo in quanto oggetto del desiderio del
padre-mediatore.
Il desiderio ha natura intrinsecamente sessuale o si rivolge verso qualsiasi oggetto (Girard)?
• Il figlio è ostile fin dall’inizio nei confronti del padre (Freud)?
Girard: la rivalità c’è ma parte dal genitore e si propaga al figlio. Con la teoria mimetica si
spiega come una pulsione positiva originaria (ammirazione per il modello) si trasformi poi
in ostilità (modello