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2. PLATONISMO E SCETTICISMO? L’ACADEMIA NEI SECOLI ELLENISTICI

• Platonismo e scetticismo?

13 giugno 323 a.C.: morte di Alessandro Magno  iniziano i secoli dell’Ellenismo

Conquista dell’impero persiano cambia le partiche di vita del mondo greco: non contano più le

singole poleis ma i regni e le monarchie in cui Greci e altre popolazioni si mescolavano.

Anche la filosofia ne è influenzata.

268/264 a.C.: morte di Cratete  elezione di Arcesilao di Pitane  entra lo scetticismo

nell’Academia, rimane per tutto l’Ellenismo.

Si tende a considerare il periodo scettico come una parentesi.

Fin dall’antichità polemiche violente (accusa di nascondersi dietro nome di Platone senza

condividerlo, tradimento, defezione).

Proclo: scetticismo = fase buia del platonismo (impone incompatibilità fra platonismo e Academia

scettica).

Ma non potrebbe essere una conclusione affrettata?

- Academici ellenistici desiderano rivendicare il legame con l’eredità platonica

- Primi tentativi di organizzazione del corpus dei dialoghi

• L’Academia in epoca ellenistica

Carneade: uno dei filosofi più celebri del mondo antico. Con lui l’Academia raggiunge l’apice di

importanza.

Figure di maggior rilievo:

- Arcesilao di Pitane

Scolarca dal 268 al 241 a. C. Studia matematica e frequenta il Peripato con Teofrasto.

Passa all’Academia di Polemone, Crantore e Cratete (discussioni di carattere morale).

Diversamente da loro, polemizza contro la scuola stoica (sulle possibilità della conoscenza

e di azione umana).

Stoici approfittano di queste critiche per perfezionare le loro dottrine (in particolare Crisippo

di Soli).

- Carneade di Cirene

Nel confronto con le tesi stoiche dà prova di sottile intelligenza filosofica  grazie a lui

l’Academia acquista una posizione di centralità.

Diadoco nel 170 a.C.

Famoso per l’ambasceria a Roma nel 155 a.C.: tiene due conferenze, una che esalta la

giustizia, una che la critica.

Rinuncia alla carica di scolarca nel 137.

Con Carneade la Academia diventa la scuola più autorevole.

Diventa talmente autorevole che gli academici commentano prima Carneade che Platone e

Socrate.

2 principali interpretazioni di Carneade:

1. Di Clitomaco: adozione radicale dello scetticismo

2. Lettura più moderata  linea che si impone quando viene adottata da Filone di Larissa

(ultimo diadoco dell’Academia).

Classificazioni antiche parlano di 3 Academie (antica di Platone, media di Arcesilao, nuova di

Carneade) o di 5 (in più Filone e Antioco)  conferma della vivacità academica.

Vivacità segna anche la vita della città di Atene.

Ma rapporti scuola/Atene non sempre idilliaci: nel 306 legge che impedisce l’insegnamento della

filosofia (abolita un anno dopo).

Nel 124 le tre scuole (academica, epicurea e stoica)  riconosciute centri educativi.

I due personaggi più significativi (Arcesilao e Carneade) non hanno scritto niente. Però ci sono

giunte testimonianze di Cicerone e Sesto Empirico.

- Cicerone : difende e spiega le tesi scettiche dell’Academia al pubblico romano, ostile alle

sottigliezze scettiche

- Sesto : avversario, cerca di dimostrare che le tesi academiche non possono essere

considerate pienamente scettiche.

Informazioni biografiche da:

- Vite dei filosofi di Diogene Laerzio

- Index Academicorum di Filodemo di Gadara: utile per ricostruire storia dell’Academia

ellenistica

- Altri autori polemici o poco attendibili (Numenio, Plutarco, Agostino).

• Il discorso sul metodo

Arcesilao e Carneade rivendicano il legame con Socrate:

- Non scrivono niente

- Importanza alla dialettica

- Impegno nelle strategie argomentative

È fondamentale perché non espongono tesi proprie, ma devono verificare la tenuta di tesi altrui.

I due però agiscono con metodi diversi:

- Arcesilao

Riprende il metodo di confutazione socratica ma si discosta dalla professione socratica di

ignoranza (affermazione di sapere di non sapere rischia di ostacolare la ricerca)  questa presa di

distanza è il primo esempio di esigenza di un maggior formalismo.

Mette a punto la discussione in utramque partem: Socrate chiedeva all’interlocutore di esporre la

sua posizione per mostrargli che era incompatibile con altre affermazioni fatte da lui stesso.

Arcesilao invita l’interlocutore ad esporre la sua tesi e gli contrappone quella contraria.

- Carneade

Stile argomentativo più raffinato.

Mostra gli argomenti a favore e contro una certa tesi.

Socrate mostrava la confusione nelle tesi dell’interlocutore ma non si poteva escludere che una di

esse fosse corretta.

Invece con Arcesilao e Carneade l’interlocutore è costretto a sospendere il giudizio.

• Il dibattito sulla conoscenza

Dovendo indagare le tesi altrui senza proporne di proprie, occorre individuare quali tesi sono un

degno oggetto di confronto.

Epicurei e stoici pretendevano di avere una soluzione al problema della conoscenza  academici

rapportandosi ad essi sviluppano le loro ricerche.

Stoici: la conoscenza si basa su sensazioni.

Alcune sensazioni sono diverse dalle altre perché riescono a rappresentare fedelmente l’oggetto

percepito  sono le rappresentazioni catalettiche.

Conoscenza = assenso a queste rappresentazioni.

Gli stoici devono chiarire le caratteristiche di queste rappresentazioni:

1. Derivano da oggetti esistenti

2. Riproducono un oggetto in modo esatto

3. Non possono derivare da un oggetto che non esiste

Solo gli oggetti reali, in quanto esistenti, hanno la chiarezza per produrre una rappresentazione

vera.

“Catalettiche” = in grado di afferrare l’oggetto e di impadronirsi del soggetto per trascinarlo

all’assenso.

Servono le rappresentazioni catalettiche per conseguire la conoscenza  verso questo punto gli

academici indirizzano le loro critiche.

Le rappresentazioni non riescono a escludere che esistano sensazioni false uguali a quelle vere

dal punto di vista qualitativo.

Esempio di oggetti diversi che producono la stessa sensazione, allucinazioni e illusioni.

Punto centrale della critica degli academici: non esistenza di rappresentazioni vere, ma possibilità

di distinguerle da quelle false.

Risultato: akatalepsia = confutazione della pretesa stoica che vi sia qualcosa di catalettico  quindi

non è possibile conseguire la conoscenza.

Stoici: il saggio deve assentire solo alle rappresentazioni catalettiche, altrimenti cade nell’opinione.

Epoche = sospensione del giudizio. Deriva dall’impossibilità di distinguere sensazioni vere e da

esigenza di evitare l’errore  questo è l’esito a cui sono condannati gli stoici se vogliono restare

coerenti.

Via di fuga per lo stoico: diventare scettico (sospendere il giudizio e continuare la ricerca).

Problema: le argomentazioni di Arcesilao e Carneade devono essere intese in senso

dialettico o possono essere intese anche come prese di posizione personali?

Componente dialettica è prioritaria  appoggiandosi sulle tesi degli stoici gli scettici hanno

elaborato le tesi di akatalepsia e epoche.

Ma adottano le loro conclusioni anche come posizioni personali.

Saggio academico è chi prosegue instancabilmente la ricerca.

• Conoscenza, opinione e azione

La sospensione dell’assenso serve a non cadere nell’opinione. Ma Carneade sostiene che non è

possibile non avere opinioni.

Accusa di apraxia: se niente è conoscibile come possono vivere gli uomini?

Mancano i criteri per porsi in relazione con la realtà circostante.

Sembra che gli scettici si smentiscano nella misura in cui le loro tesi non impediscono loro di agire

concretamente nella vita quotidiana.

Carneade: anche se non si può mai essere sicuri della veridicità di una sensazione, niente

impedisce che queste sensazioni appaiano probabili.

Il saggio segue ciò che sembra convincente senza assentire a niente.

Probabilismo: permette di trovare un criterio anche in un contesto in cui niente è conoscibile.

Si tratta di approvazione, non di assenso.

Gli stessi stoici avevano detto che si possono avere diversi tipi di sensazioni e che alcune possono

essere considerate false.

Così si può decidere di compiere un’azione senza considerare vera la sensazione che l’ha

causata.

Scettico si comporta come tutti gli altri senza compromettersi con affermazioni dogmatiche 

saggio deve opinare se vuole vivere.

• Altre polemiche con gli stoici: la libertà e il destino, gli dei, l’etica

Altri obiettivo degli attacchi academici:

- tesi stoica per cui tutto è determinato dal destino.

Zenone: problema è conciliare questa tesi con la responsabilità umana. Propone una soluzione:

sostiene che l’assenso dipende da noi.

Arcesilao: questa soluzione non è coerente. Se il fato determina tutto, gli assensi non sono in

nostro potere e non si può parlare di biasimi o di lodi  siccome questa conclusione è difficile da

sostenere è meglio dire che non accade tutto per opera del fato.

Concezioni diverse sul determinismo tra stoici e academici  concezioni diverse di uomo e realtà.

Stoici avevano accusato gli academici di apraxia, ma la loro visione di destino paralizza l’azione

umana.

- Concezioni teologiche

Stoici hanno cercato di dimostrare l’esistenza di Dio in due modi:

1. Ordine e finalità dell’universo

2. Prova per gradi: dove ci sono esseri migliori di altri devono esserci esseri migliori di

tutti: gli dei.

Carneade risponde:

1. Il mondo potrebbe essersi creato da sé e potrebbe non avere nessun fine (da una tesi di

Stratone di Lampsaco)

2. Impossibile stabilire cosa sia migliore e cosa peggiore. Supporre che esistano esseri

migliori di altri non ne prova l’esistenza.

Inoltre gli stoici cercano di:

1. difendere il carattere provvidenzialista della divinità

2. conciliare l’esistenza di un solo Dio con il politeismo popolare considerando i diversi dei

come attributi della divinità unica.

Carneade:

1. contro il provvidenzialismo: incompatibile con esistenza del male (se si afferma che Dio è

benevolo e onnipotente)

2. se si accetta la mitologia tradizionale si rischia di diluire all’infinito la nozione di divinità: tutti

rischiano di essere considerati come dei.

- Etica: sul sommo bene da conseguire per essere felici

Stoici distinguono tra intenzione e realizzazione effettiva: il saggio si preoccupa di fare tutto il

possibile per raggiungere il bene senza preoccuparsi del suo effettivo conseguimento.

Carneade: non curarsi di ottenere effettivamente un bene significa riporre la felicità in qualcosa di

indifferente.

• Filone di Larissa e la svolta moderat

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Publisher
A.A. 2015-2016
35 pagine
14 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/07 Storia della filosofia antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher noemicalgaro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bonazzi Mauro.