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Gotico. Le avvisaglie di questo cambiamento erano già
presenti nella chiesa abbaziale di Cluny III, che fu
consacrata dal papa nel 1130. Essa si discostava, infatti,
dalla severa essenzialità dell’architettura romanica più
tipica sia nella pianta, arricchita da cappelle a raggiera
intorno al coro, sia nell’elevato, che esibiva navate svettanti
ad altezze vertiginose grazie all’uso di volte e archi a sesto
acuto.
L’architettura religiosa
Come per il Romanico, fu l’architettura religiosa il campo
di sperimentazione in cui si concentrarono le più peculiari
soluzioni innovative del Gotico. Queste si possono
riassumere nella tendenza a un verticalismo sospinto verso
altezze sempre più vertiginose, grazie a un efficientissimo
potenziamento del sistema di sostegno delle coperture, e al
parallelo svuotamento delle pareti, tra pilastro e pilastro, in
modo da installare vetrate amplissime, capaci di far entrare
una quantità di luce fino ad allora inimmaginabile in quegli
spazi interni che le poderose mura romaniche
condannavano alla penombra o addirittura a un buio quasi
completo. Questo, però, è solo un aspetto della questione.
L’altro, e non meno importante, è lo stretto rapporto che si
venne a stabilire tra la prodigiosa evoluzione tecnologica
realizzata dagli architetti gotici, che portarono alle più
ardite conseguenze alcuni elementi del sistema costruttivo
romanico, e quell’aspirazione a sviluppare tutte le
potenzialità umane, tecniche ed economiche che aveva
innescato e alimentato la svolta epocale del ii millennio,
con la rinascita delle città, il grande impulso dato alle
attività manifatturiere e ai commerci, la nascita dei liberi
comuni e l’inizio del processo di laicizzazione della società
e della cultura. Quest’ultimo aveva introdotto un elemento
di tensione dialettica tra la visione religiosa della mentalità
medievale, tutta volta alla trascendenza, e la vita concreta
delle comunità socialmente più dinamiche. L’architettura
gotica fu dunque anche, e forse soprattutto, acquisizione di
una tecnica edilizia audacissima, capace di superare i limiti
imposti dall’uso delle coperture a volta, e della sua
orgogliosa esibizione in formidabili costruzioni di
prodigiosa altezza e luminosità.
Modelli planimetrici e soluzioni costruttive
Pur con le inevitabili differenziazioni regionali, le chiese
gotiche derivarono da quelle romaniche numerosi elementi,
come la facciata stretta ai lati da torri quadrangolari, le
coperture con volte a crociera, la pianta longitudinale con
tre o cinque navate, spesso introdotta da un portico
d’ingresso, il transetto più o meno pronunciato e il coro
provvisto di deambulatorio e cappelle radiali.
Completamente nuovo fu invece il sistema di bilanciamento
e distribuzione delle forze e delle spinte determinate dalle
strutture dell’edificio, che si avvalse dell’uso combinato di
vari elementi. All’interno delle chiese, gli archi a tutto sesto
furono sostituiti da archi a sesto acuto, più alti e slanciati e
soprattutto più resistenti, perché la loro forma a cuspide fa
sì che il peso si scarichi più direttamente sui piedritti,
gravando meno sulla sommità dell’arco ed esercitando una
minore spinta laterale di quelli a tutto sesto. Nelle volte a
crociera divenne costante il ricorso a costoloni (o nervature)
aggettanti, posti in corrispondenza dei quattro archi
perimetrali e dei due diagonali. La resistenza fu
ulteriormente aumentata facendo uso di volte ogivali, in cui
cioè tutti e sei i costoloni hanno la forma di archi acuti. Fra
le navate, il posto dei pilastri compositi e delle colonne fu
preso di norma da imponenti pilastri a fascio, detti anche
polìstili perché costituiti da fasci di colonnine, ognuna delle
quali assorbe la spinta trasmessa da un singolo costolone
delle crociere soprastanti. Le innovazioni più appariscenti
furono introdotte però all’esterno delle chiese, dove fecero
la loro comparsa gli archi rampanti, ovvero archi
asimmetrici appoggiati con l’estremità superiore a un
contrafforte posto sul muro delle navate o dell’abside e con
l’altra su un poderoso pilastro collocato fuori dall’edificio .
Scopo evidente degli archi rampanti è di aumentare la
capacità dei contrafforti di contrastare le spinte verso
l’esterno delle volte a crociera. Al fine di accrescere
ulteriormente la tenuta di pilastri e contrafforti, su di essi
furono costruiti alti pinnacoli, con il loro peso comprimono,
convogliandole verso il basso, le spinte laterali trasmesse
dagli archi rampanti. I muri perimetrali vennero quindi
traforati fino al punto di essere interamente sostituiti, tra
una nervatura e l’altra, dalle vetrate, con il loro diafano
mosaico di superfici coloratissime, scompartite dal delicato
ricamo fiorito di cuspidi, rosoni polilobati e altre fantasiose
combinazioni di figure geometriche.
L’architettura civile Castelli e residenze fortificate
che insieme alle mura avevano caratterizzato l’architettura
civile di età romanica, continuarono a essere costruiti in
gran numero anche in epoca gotica. Accanto alle rocche,
poste su alture strategiche per adempiere alle tradizionali
funzioni militari di presidio del territorio, divennero però
sempre più numerosi i castelli costruiti in zone meno
impervie, per consentire ai feudatari di controllare le attività
agricole o di dedicarsi alla caccia e ad altri svaghi
cavallereschi. Questo secondo tipo di dimore, pur
mantenendo qualcosa della foggia poderosa e turrita dei
manieri tradizionali, si ingentilì nell’aspetto esterno, ma
soprattutto in quello interno, dotandosi di logge, giardini
fioriti e lussuosi appartamenti forniti di ogni comodità, in
modo da svolgere appieno la propria funzione di residenza
signorile.
Il palazzo pubblico
Nelle città, dove già in età romanica avevano fatto una
prima, ma ancora timida, comparsa nuove tipologie di
edifici, connessi a funzioni politico-amministrative,
mercantili e finanziarie, le magistrature cittadine e le
sempre più potenti corporazioni, si dotarono di sedi
prestigiose e idonee all’esercizio delle proprie funzioni
pubbliche e di rappresentanza. L’edificio civile più
importante fu il palazzo pubblico, denominato in Francia
Hôtel de Ville, nelle Fiandre Stadhuis e nei territori
germanici Staatshaus. Come le cattedrali, i municipi gotici