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Nutella: un prodotto alimentare rivolto ad un target prevalentemente giovane. Accostata ad opere
architettoniche contemporanee, come nello spot in questione, la Nutella acquisisce maggiore valore di
novità. Conosciuta come prodotto prettamente italiano, ambientare lo spot a Barcellona le conferisce un
carattere internazionale. Non volendo mutarne il logo o l’etichetta, i pubblicitari decidono di accostarla a
qualcosa di inedito. Oltre a questo, l’obiettivo è quello di estendere il messaggio ad un target più ampio e
adulto. L’opera di Gehry e Calatrava è ripresa nella speranza di creare una associazione di idee: svuotarla
del suo significato e renderla un oggetto commerciale e popolare come Nutella. Ma a guadagnare prestigio
sarà solo il prodotto della ferrero, infatti le architetture sono presentate con un sottofondo musicale
favolistico e perdono il loro valore reale.
Santiago Calatrava per Mercedes Benz
Inquadratura iniziale, pochi secondi, viene mostrato un parcheggio quasi vuoto. Infondo un edificio che
ricorda un uccello preistorico. Si tratta in verità del terminal per i TGV progettato da Calatrava e situato
nell’aeroporto di Lione. La copertura dell’edificio è data da due ali ricurve simmetriche rispetto all’asse
longitudinale e sovrastano un copo in acciaio e in vetro. Lo spot prosegue con l’inquadratura delle due
enormi ali asimmetriche ed è qui che poi compare la vere protagoniste del minispettacolo, le Mercedes
Classe A. le due auto procedono affiancate, molto simili tra loro ma di differenti dimensioni, mentre in alto
si stagliano le due alti simmetriche. L’attenzione si sposta su di esse e si crea una duplice analogia: sia la
macchina che il terminal, con la loro forma ricurva, richiamano l’immagine di un guscio protettivo per il
viaggiatore.
Santiago Calatrava per Seiko
L’ orologio Sekio Kinetic Auto Relay viene affiancato all’Hemisferic, il planetario progettato dall’architetto
spagnolo per la Città delle arti e delle scienze di Valencia. L’immagine è montata per mettere in evidenza i
due componenti, sapientemente illuminati, che risaltano su uno sfondo scuro. L’immagine di uno rimanda
all’altro e viceversa. I due protagonisti sono presentati con le stesse caratteristiche, come se entrambi
riflettessero una luce. I materiali utilizzati per l’edificio (acciaio e vetro) sono gli stessi dell’orologio. Lo
slogan “abbraccia il futuro” è coloato in cima alla linea lungo la quale sono posizionate le immagini
dell’edificio e dell’orologio. Sono entrambi oggetti del futuro, simbolo di un perfetto matrimonio di design e
funzione.
Santiago Calatrava per Daewoo
La nuova pubblicità della Daewoo ribadisce il concetto di location contemporanea e viene ripresa infatti
un’architettura di Calatrava. Il nuovo modello presentato è la Kalos: viaggia velocemente su una strada
asfaltata che si materializza dal nulla sotto le ruote. Automobile e strada sono in competizione. Ma
destinata a vincere è la vettura, capace di superare ogni prova. Dal basso una donna osserva incuriosita
l’evento: l’auto sembra volare. Non si saprà mai l’esito della competizione, quasi fosse un segreto
aziendale. Nell’ultimo fotogramma compare il messaggio pubblicitario e la visuale dell’autovettura che
sfreccia all’interno di un’architettura futuristica che si perde nella sua prospettiva, nonché edificio di
Calatrava.
Santiago Calatrava e Mies Van der Rohe per Daewoo
Lo spot mostra un’auto che percorre un ponte disegnato da Calatrava. L’immagine è fugace. Una bambina
scende dall’auto seguita dal fratello e i due vanno in spiaggia mentre un nuovo, in ambiti sportivi, dopo aver
aperto la portiera si dirige verso un edificio: compare così la Montjuic Communication Travel di Calatrava, il
nuovo centro sportivo di Barcellona. Intanto una donna vestita elegantemente scende dall’auto e si dirige
verso la città. I 4 si troveranno poi al padiglione progettato da Rohe, dove hanno parcheggiato. Il mare, la
torre, il padiglione: tutta Barcellona. La Daewoo, koreana, si fa cos europea. Successivamente un secchio
di acqua viene rovesciato sulla macchina (l’acqua non può penetrare). Lo slogan pone l’accento sulla
progettazione. L’auto infatti è concepita come un’architettura e i tre elementi precedenti, con il quarto, sono
accumunati dall’essere architettura d’altra classe.
Mies van der Rohe per Alfa Romeo
Viene presentata la nuova Alfa 147, di rosso fiammante che risalta rispetto ai colori neutri
dell’ambientazione. L’alfa è parcheggiata davanti al padiglione di Barcellone progettato dall’architetto.
Entrambi hanno forti analogie e sono entrambi fotografati per intero. Sono due raffinati esempi di design e
alcune delle loro componenti brillano al sole. Poi compare una donna, un manichino forse, rigida. La
presenza di un’architettura così prestigiosa conferisce all’automobile un plusvalore culturale, l’alfa
troneggia di fianco ad un’opera artistica.
Daniel LibesKind per Jean Colonna
Viene rappresentato il padiglione in alluminio Eighteen Turns di Libeskind a Londra insieme ad una modella
con le gambe divaricate che seguono le linee direttrici del disegno geometrico, creato dalle lastre che
rivestono la costruzione. Per il resto ogni elemento corrisponde ad un opposto: il materiale riflettente della
costruzione stride con l’abito nero e allo stesso modo le forme rigide delle lastre contrastano con la
naturale morbidezza del tessuto. I pannelli metallici compongono una texture per uno sfondo omogeneo e
metallico su cui risalta la sinuosità e l’eleganza dell’abito disegnato da Colonna.
Frank Lloyd Wright per Hamilton
Viene rappresentato un orologio sovrapposto ad una veduta interna del Solomon Guggenheim di NY,
progettato da Wright. L’orologio in questione è un Hamilton, modello Ventura della linea Styles. Come
Wright che a cavallo di due secolo ha rivoluzionato l’architettura americana, anche l’Hamilton è diventato
un’istituzione americana e come il Solomon che è diventato un punto di riferimento per l’arte. Tutti e tre
sono tutti americani e conosciuti in tutto il mondo. L’immagine è in bianco e nero e in basso viene fatto
risaltare il logo aziendale con una striscia rossa e scritta bianca. Il quadrante dell’orologio, triangolare, si
incastra perfettamente con i lati arrotondati del museo, espressione perfetta di un’immagine sofisticata.
Minispettacoli
La pubblicità ha il compito di promuovere, prodotti, luoghi, oggetti di moda, una qualsivoglia cosa. Uno dei
suoi principali obiettivi è la seduzione: il successo si basa sulla persuasione ottenuta mediante strategie
comunicative. La seduzione non è altro che un processo che consiste nel captare i desideri altrui e di
riuscire a proporli: questa è la strategia utilizzata dalla pubblicità. La merce deve sedurre i potenziali
consumatori, deve rendere la propria immagine spettacolare sopra ogni misura con l’ausilio della pubblicità,
al fine di farsi notare tra la moltitudine di spettacoli in corso. Per perseguire tale obiettivo, è necessario
servirsi di ogni nuovo strumento, l’attrezzatura nuova diventa il fine e il motore del sistema. Gli scopritori di
location sono ovunque alla ricerca di paesaggi o edifici adatti ad esaltare un determinato oggetto; cercano
location da rendere ambientazioni affascinanti e che possano avere analogie di senso con ciò che si
pubblicizza. La città viene interpretata come una struttura costituita da un insieme di possibili elementi
pubblicitari che, manipolati ed estrapolati dal contesto, possono diventare simboli della produzione. Se si
utilizza ogni materiale che ci circonda come prettamente semiotico, si cancella automaticamente ogni suo
valore politico o culturale. A questo punto entra in gioco l’architettura, o meglio le costruzioni griffate che
vengono scelte per dare maggiore rilievo alle caratteristiche di specifici oggetti. Le opere più utilizzate dalla
pubblicità sono quelle di Gehry, Foster, Libeskind, Le Corbusier. Si tratta di edifici che non passano
inosservati per le loro caratteristiche tecnologiche e formali, nonché per la firma dell’architetto. Accanto a
questi edifici vengono reclamizzati principalmente oggetti tecnologici e meccanici, quindi automobili,
telefoni, fino ad arrivare a profumi e abiti. Ogni peculiarità architettonica degli edifici scelti viene messa in
evidenza per fondare la comunicazione pubblicitaria sull’associazione con le caratteristiche del prodotto in
questione; così, mostrando oggetti che possiedono le stesse qualità di rinomate costruzioni, la
comunicazione aspira ad accrescerne il valore rispetto agli altri prodotti della stessa categoria.
Paragonando oggetti ad architetture di tale calibro, si intende trasmettere ai prodotti quotidiani gli stessi
valori di prestigio e longevità propri dell’architettura. Le immagini che raffigurano queste architetture sono
studiate per esaltarne i particolari funzionali alla trasmissione del messaggio. Si tratta di immagine
decontestualizzate: non vi è riferimento alla funzione o al contesto urbano. Dal momento in cui vengono
utilizzate esclusivamente per il loro valore di scambio, perdono ogni valore derivato dal loro utilizzo e dal
contesto sociale e urbano, diventando oggetti astratti. Vengono sottolineate alcune tracce architettoniche,
che tolte dal loro contesto, vengono semplificate per essere equiparate a segni appartenenti ad altri oggetti.
Si va oltre il reale, per raggiungere un livello superiore che trascende, in modo positivo o negativo a
seconda dei punti di vista, ciò a cui si riferisce. Ci vengono mostrate semplicemente immagini di oggetti
puri: cioè di oggetti astratti dal loro uso, per assumere uno statuto puramente soggettivo.
3. I Pritzker architetti
Premio istituito nel 1979 dai Pritzker architetti, mentre stavano costruendo dappertutto i loro Hyatt Hotel e si
accorsero che la maggior parte della gente ignorava l’ambiente edificato in cui viveva. Quindi come rendere
più consapevoli le persone delle architetture che le circondano? La fondazione Hyatt, non contenta dei
premi già esistenti, decise di istituite questo premio, paragonabile al Nobel. Non servirà solo per stimolare
la creatività degli architetti, ma soprattutto per suscitare nel pubblico una maggiore consapevolezza.
Il Pritzker Prize tra Nobel e Oscar
Jay Pritzker istituisce nel campo dell’architettura un premio tanto importante quanto lo è il Nobel; si tratta,
appunto, del Pritzker Prize, un riconoscimento assegnato annualmente al migliore architetto. Il Pritzker
Prize si ispira apertamente al Nobel sia nelle modalità di selezione dei candidati, sia nel prestigio dei
membri della giu