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7.5 UN QUADRO DI SINTESI: IL MODELLO M/M – E
Archer afferma la precedenza temporale del potere delle strutture rispetto a
quello delle persone. Tutte le persone operanti in un dato tempo si muovono
all’interno di vincoli e opportunità. Chi ha età diverse ha anche
responsabilità diverse chi è presente da più tempo più responsabilità
perché ha modificato più volte i vincoli, chi è presente da meno tempo
meno responsabilità.
categoria giovani suddivisa
La dei può essere in tre sotto - categorie: quelli
che non hanno autonomia e che non sono in grado di vivere senza il
NEONATI;
supporto degli adulti = quello che vivono una vita condizionata
BAMBINI; GIOVANI.
dagli adulti = e quelli che iniziano a fare le loro scelte =
SCHEMA MORFOGENESI/MORFOSTASI dell’Età modello M/M – E mette in
risalto alcune dinamiche:
- Il condizionamento strutturale e culturale: i giovani si trovano ad agire in
situazioni che sono state create dalle generazioni precedenti.
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- Il condizionamento dei legami sociali i vari gruppi di età dispongono
di relazioni che sono risorse per i loro progetti (es. i legami familiari e
d’amicizia).
- La mediazione riflessiva riflettendo sulla situazione, ciascun agente è
portato ad elaborare progetti d’azione.
- L’interazione sociale le azioni dei soggetti appartenenti ai vari gruppi
d’età si condizionano reciprocamente. Nelle società moderne, i
giovani = agenti primari = collettività che avendo interessi comuni
tende ad assumere stili di vita simili. Invece gli adulti adottano strategie
volte a raggiungere specifici interessi.
- Morfostasi/morfogenesi delle strutture d’età: conseguenza delle azioni
dei diversi gruppi di età è la riproduzione o trasformazione della
struttura sociale dell’età.
- Riproduzione/re - grouping dei gruppi di età e delle reti sociali: altra
conseguenza delle azioni è la riproduzione delle relazioni esistenti o la
ridefinizione delle forme associative o dei legami.
- Continuità/discontinuità delle carriere di vita: le azioni posso aver
favorito la continuità o la discontinuità ossia un cambiamento delle
relazioni e dei contesti.
La condizione giovanile = complesso insieme di vincoli e di opportunità
culturali e sociali che influenzano le azioni delle persone appartenenti ad
una specifica categoria d’età. Età personale = evoluzione nel tempo delle
caratteristiche fisiche, della riflessività della persona.
Le trasformazioni giovanili sono conseguenza sia delle azioni dei giovani ma
anche degli adulti origine endogena: azione intenzionale dei giovani,
origine esogena: se l’iniziativa è degli adulti.
31
CAPITOLO 8: movimenti demografici e de –
giovani mento della popolazione
italiana
primi decenni del dopoguerra incremento della popolazione
I di tutti i
paesi dell’Europa Occidentale dovuto a tre fattori: nascite, riduzione
mortalità infantile, e prolungamento della vita media.
anni 90: i giovani diminuiscono Oggi
Negli causa forte calo della natalità.
10% giovani mentre gli + 60 sono il doppio. Italia: si distingue dagli altri paesi
europei non tanto per il maggior numero di anziani ma per la minoranza di
giovani. I giovani sono meno, quindi contano anche meno.
Ma non è il numero ma le azioni messe in atto dai giovani a decretarne la
maggiore o minore incidenza sul piano sociale, politico e culturale.
8.1 DALLA FAMIGLIA TRADIZIONALE ALLA PLURALIZZAZIONE DELLE FORME DI
CONVIVENZA
Strutture familiari elemento fondamentale per la riproduzione sociale.
giovani: compito evolutivo
Posizione dei = costituire un nuovo nucleo
familiare.
Italia: innalzamento dell’età
In processo di nella quale i giovani formano un
nucleo familiare
nuovo quindi costante innalzamento dell’età media del
primo matrimonio. Cambiamento dovuto al prolungamento della durata
media degli studi e il ritardo nell’ingresso del mondo del lavoro.
Nei paesi dell’Europa meridionale: questo prolungamento fa si che una
quota consistente di giovani permanga all’interno della famiglia d’origine
GIOVANI – ADULTI
quindi nascono i = 25 – 35 anni che hanno raggiunto ruoli
adulti nel mondo del lavoro ma non hanno ancora lasciato la famiglia
d’origine.
Oggi le biografie dei giovani non sono un percorso ordinato sul piano
familiare, più convivenze rispetto ai matrimoni = fenomeno di pendolarismo
(fuori e dentro la famiglia d’origine senza certezze).
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Tendenze: riduzione numero dei componenti familiari, crescono le persone
sole, diminuiscono le famiglie numerose (con +5 componenti). Sotto i 34 anni
diminuiscono i matrimoni aumentano i matrimoni “maturi”.
Durata dei matrimoni nel dopoguerra separazione/divorzi rari.
Successivamente dopo gli anni 70 crescita. Crescita delle famiglie
ricomposte = dove uno dei due partner è già stato sposato in precedenza.
Queste tendenze sono più marcate nelle aree metropolitane e nel centro –
nord. FAMIGLIA NUCLEARE:
Nel boom economico e rivoluzione industriale
complementarità fra i ruoli e autorità genitori – figli. Periodo dell’elevata
presenza domestica femminile, della giovane età matrimoniale , elevao
tasso di nuzialità.
Poi discontinuità anni 60 – 70: referendum divorzio 1974 e aborto 1981.
FAMIGLIA SIMMETRICA: maggiore condivisione e intercambiabilità, uomini
attività domestiche e cura, donna anche ambito lavorativo quindi
sovraccarico donna, come moglie, madre, e lavoratrice.
FAMIGLIA LUNGA
Oggi maggiore permanenza dei giovani nel nucleo
famigliare, quindi 2 generazioni adulte all’interno. Causa: prolungamento
studi, ridotti sostegni per i giovani.
CONVIVENZA
Formazione nuove coppie: che crea dibattito sulle forme di
riconoscimento giuridico dei diritti delle coppie e inoltre dei diritti delle
coppie omosessuali. Difficoltà a generare nuove famiglia a causa della
mancata stabilità economica che derivano dal non avere un lavoro fisso.
8.2 I GIOVANI NEI FLUSSI MIGRATORI NEL DOPOGUERRA
Strategia delle fasce giovanili spostarsi alla ricerca di maggiori
opportunità. Seconda metà del ‘900 due flussi migratori:
dopoguerra
- Nell’immediato spostamenti sia all’interno che
Partenze: dal sud destinazioni:
all’esterno della penisola. e dalle isole,
nord
centro e – ovest, quindi spopolamento delle campagne e delle
aree montane. Picco del flusso negli anni 60, poi declino.
33
immigrazione:
- Processo di anni 90. Stranieri in Italia – incide la diversa
condizione sociale rispetto agli autoctoni. I giovani stranieri non
vengono considerati giovani, sono presenze silenziose sia a scuola che
al lavoro solo con la crescita delle seconde generazioni ci si accorge
che sono giovani anche gli stranieri.
crisi economica del 2008
La ha fatto ripartire le migrazioni interne dal Sud al
Nord, e le migrazioni del nord Italia verso i paesi del nord – europa i
FUGA DI CERVELLI.
migranti sono giovani con livelli di studio medio – alti =
CAPITOLO 9: ISTRUZIONE DEI GIOVANI: DA
PERCORSO ELITARIO A CONDIZIONE SOCIALE
DIFFUSA
9.1 LA MORFOGENESI CULTURALE DELL’ISTRUZIONE
Scuola e università alternano periodi di consolidamento (morfostasi) e
periodi di riforma (morfogenesi).
Fino agli anni 60 modello acquisitivo tradizionale
scuola: in funzione
professione. Riforma Gentile 1923 prevedeva: breve formazione di base
uguale per tutti (elementari), scelta degli indirizzi (medie) che vincolavano la
scelta delle superiori e l’università. Per i ceti meno abbienti scuola di
avviamento (superiori con corsi pratici).
1962: 1969:
scuola media per tutti fino ai 14anni. liberalizzazione degli accessi
alle università = tutti i diplomati delle scuole superiori quinquennali potevano
accedere a qualsiasi facoltà. problema dell’incongruenza tra
Verso la fine degli anni 70 dibattito sul
scuola e mondo del lavoro. Soluzione: processo di decentramento che
riduce il monopolio della scuola attraverso la moltiplicazione di agenzie e
luoghi che danno un’educazione ai giovani.
Trattato di Maastricht 1992 (processo di integrazione europea) chiede
l’armonizzazione dei sistemi d’istruzione formazione universitaria da ciclo
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unico a stratificazione (modello 3 + 2). Il singolo può scegliere di più e la sua
riflessività diventa una risorsa.
9.2 L’INCREMENTO DEGLI ACCESSI: SCUOLA E UNIVERSITA’ PER TUTTI
Crescita popolazione studentesca
della due motivi: cresce il numero di
giovani che va oltre la formazione dell’obbligo e aumento della durata degli
studi. tasso di istruzione è del 92%
Nel 2010 – 2011 quindi anche in Italia nel
dopoguerra incremento degli accessi alle scuole superiori e università. Dagli
anni 80 più della metà dei diplomati accede all’università. E il percorso non si
conclude con la laurea, ma la > parte continua con stage/dottorati.
Nonostante la crescita, il trend italiano è minore di quello europeo.
9.3 DISUGUAGLIANZE FORMATIVE
Non tutti quelli che accedono ai percorsi di formazione li portano a termine.
E non tutte le lauree vengono conseguite con lo stesso valore.
Ripetenze nella scuola secondaria 7% nel 2010. Per quantificare
l’abbandono scolastico early school leavers (ESL) = giovani tra i 18-24 anni
che sono solo in possesso della licenza media e non sono all’interno di
nessun corso di formazione. Italia 17% siamo al quart’ultimo posto nella
classifica europea.
DISPERSIONE SCOLASTICA: più maschi, famiglie livello medio – basso, negli
istituti professionali, al Sud e nelle isole, può essere una variabile anche
l’etnia.
Anche nell’università rapporto laureati e iscritti è troppo basso. Modello
3+2 del 1999 fatto per diminuire l’inefficienza del sistema. Su 100 iscritti 56
sono fuori corso.
Negli ultimi anni: fattore di disuguaglianza nel sistema scolastico essere
nati in Italia o all’estero. 35
9.4 L’EVOLUZIONE DELL’AUTORITA’ NELLE ISTITUZIONI FORMATIVE
Relazioni tra docenti e studenti modificate.
si sono 3 fasi:
fino agli anni 60:
- Inizio dopoguerra modello di istruzione trad