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PER USCIRE DALLA CRISI I WELFARE DEVONO RIVOLGERSI ALLA

SOCIETÀ CIVILE. Devono coinvolgere i cittadini per attivare legami e connessioni

sociali che si affidano a dono e reciprocità e non alla merce.

CAPITOLO 7: FAMIGLIA E SERVIZI NEL WELFARE

MUNICIPALE 29

1. LA “RISCOPERTA” DELLA FAMIGLIA COME AGENZIA DI

MEDIAZIONE

è necessario affrontare il problema delle politiche familiari seguendo l'ottica sia della

promozione e della valorizzazione del lavoro di cura e delle funzioni di mediazione

sociale e culturale sia correttiva (contrastare processi di frammentazione e

indebolimento delle reti familiari).

I fattori che hanno evidenziato la funzione di mediazione sociale e culturale svolta

dalla famiglia sono due:

la crisi dello stato sociale si è tradotto in una riduzione delle politiche di de-

 familiarizzazione del lavoro di cura che portano all'aumento dei carichi

familiari. → Viene garantito il mantenimento di standard assistenziali a favore

di soggetti più deboli da parte delle famiglie tramite il ricorso ai servizi privati o

alla solidarietà delle reti familiari. Riguardo la carenza di servizi per bambini

hanno risposto leve di “giovani nonne” che si occupano dei nipoti

accelerazione dei processi di riduzione dell'ampiezza media delle famiglie e

 della semplificazione delle strutture familiari con un aumento di coppie

caratterizzate da rinvio e disinvestimento nelle relazioni familiari.

Nel Libro bianco sul welfare del 2003 si sostiene sia necessario inserire la famiglia al

centro dell'azione politica partendo dal riconoscimento del ruolo che la famiglia svolge

nel welfare. → la famiglia è un ammortizzatore sociale che protegge i propri

componenti nei passaggi cruciali del ciclo di vita. La solidarietà e lo scambio

reciproco di aiuti tra genitori e figli è importante e svolge un ruolo centrale nelle reti di

aiuto informale.

Il Libro è uno strumento che detta le linee guida per una politica familiare esplicita e

diretta e a razionalizzare gli interventi da realizzare che vogliono fronteggiare alcune

problematiche familiari senza un quadro di riferimento.

2. LAVORO DI CURA, GENITORIALITÀ: RICOMPORRE BISOGNI E

COMPETENZE DAL BASSO

le problematiche riguardanti le politiche familiari non possono nascondere la

consapevolezza del legame esistente tra benessere familiare e benessere collettivo, tra

interesse della famiglia e interesse dello Stato sociale, tra capacità di funzionamento

dell'individuo e capacità di funzionamento della famiglia. → conseguenze: bisogna

fare scelte politiche a sostegno della funzione di mediazione della famiglia,

mediazione che si realizza solo a 4 condizioni:

1. scegliere la strada di una politica sociale per la famiglia accanto alla politica di

promozione e tutela dei diritti sociali individuali di cittadinanza

2. optare per una politica di tipo esplicito e diretto che elegga la famiglia come

destinataria di interventi specifici 30

3. selezionare alcuni obiettivi prioritari da raggiungere

4. individuare i livelli istituzionali di erogazione delle prestazioni → gli strumenti

di intervento sono molti e diversi e le competenze devono essere identificate in

un sistema di servizi regionalizzato per evitare doppioni e ridondanze.

Condizioni 1 e 2: fanno parte della sfera della politica. Bisogna mettere le famiglie in

condizione di poter svolgere al meglio i compiti, le funzioni che ne legittimano

l'esistenza a livello sociale.

Condizioni 3 e 4: fanno parte del dominio pratico-applicativo: rilevare bisogni,

conoscere le dinamiche familiari, individuare nodi critici di un buon funzionamento

familiare, predisporre interventi e azioni adeguate.

Essendo la famiglia un sistema che si evolve nel tempo, bisogna individuare le aree in

cui la mediazione familiare mostra maggiori difficoltà (cura e allevamento dei figli

piccoli, conciliazione tra lavoro per il mercato e lavoro di cura, carichi familiari).

In questo periodo ad avere maggiori problemi sono le famiglie “normali”, le famiglie

del ceto medio e medio-basso che hanno pochi figli; sono famiglie che mostrano

difficoltà a fronteggiare responsabilità familiari sino ad ora ritenute “normali”.-> le

loro difficoltà rappresentano il fattore che influisce maggiormente sulle condizioni di

vita di sempre più famiglie italiane.

Le azioni da compiere sono:

1. politica dei redditi: serve a ridurre le disuguaglianze nel trattamento tra chi ha e

chi non ha responsabilità familiari (es. detrazioni)

2. politica del lavoro: per una migliore conciliazione tra lavoro produttivo e lavoro

riproduttivo (es. congedi genitoriali per motivi familiari)

3. politica delle pari opportunità: consente a uomini e donne di realizzare strategie

di vita compatibili con le loro scelte di coppia e procreative.

Per realizzare tali azioni a sostegno delle responsabilità familiari sono importanti:

individuazione degli obiettivi

 forte capacità progettuale

 significativa convergenza politica

 una adeguata e matura cultura organizzativa

Le varie esperienze sul territorio dimostrano che il raggiungimento di una elevata

qualità di vita dei cittadini non dipende solo dalle famiglie perché senza sostegno

istituzionale la mediazione sociale svolta dalle reti familiari fallisce. → la

municipalità, in Italia, si è dimostrata il traino per molte innovazioni nel campo dei

servizi per le famiglie. → la legge 285/97 ha favorito la nascita di laboratori di

sperimentazione di nuove azioni nel sociale e del mix di servizi istituzionali e di

servizi no profit a livello locale. La legge ha fatto emergere le linee guida da seguire in

tema di organizzazione dei servizi per le famiglie con figli e per le giovani coppie:

31

potenziare l'esistente: riqualificare i servizi già esistenti a favore della fascia

 giovanile della popolazione

organizzare servizi che accompagnino la famiglia lungo tutto il ciclo di vita

 durante il quale tempi, ritmi e contenuti del lavoro di cura si modificano

pluralizzare l'offerta: coinvolgere il terzo settore come produttore di servizi

 ripensare i contenitori, sia per la donna e la famiglia che per i bambini

 differenziare e pluralizzare le forme organizzative e le tipologie di servizi

 rispondere alle domande emergenti: mediazione familiare, mediazione

 interculturale.

Il welfare municipale ha avuto un impulso con la legge 328/00 la quale colloca nel

Comune il cuore delle politiche sociali in quanto ente più prossimo al livello in cui si

manifesta il bisogno.

3. LA FAMIGLIA NEL WELFARE MUNICIPALE

La legge 285 ha permesso di aprire nelle realtà territoriali dei servizi orientati alle

famiglie, servizi rivolti alle famiglie normali che non hanno bisogni specifici anche se

possono avere momenti critici di transizione.

La legge ha consentito di dare inizio alla politica locale per la famiglia, consolidare

l'esistente, ampliare la rosa di servizi, differenziare l'offerta, aprire nuovi servizi.

La legge ha delineato il quadro entro il quale ricondurre una politica sociale per la

famiglia a livello locale; alla base ci sono dei presupposti:

la genitorialità può essere considerata la “condizione” che contraddistingue la

 maggior parte della popolazione adulta; molti bisogni delle famiglie ruotano

intorno al problema della cura e allevamento dei figli

la genitorialità non è solo un atto procreativo ma una condizione di vita

 problema”.

quotidiana agìta e praticata che “fa Uno dei problemi principali è la

conciliazione tra lavoro di cura e lavoro per il mercato.

pluralizzazione degli stili di vita,

La società è contraddistinta dalla delle

 norme, dei modelli di riferimento: non solo i bisogni si differenziano ma anche

l'aspettativa di trovare risposte differenziate e personalizzate.

L'obbligo a procreare non ha più fondamento se non la motivazione

 individuale(scelta di maternità e paternità): a padri e madri di oggi si chiede di

mettere in campo competenze che non possono essere attinte né dal sapere

profano (istinto) né dal sapere delle vecchie generazioni, né da modelli di

riferimento chiari e condivisi. → c'è il bisogno di confronto, informazioni,

condivisione di esperienze. welfare mix,

Il modello del welfare è un un sistema di servizi che si regge sulla

 partnership pubblico-privato-terzo settore.

32

Il sostegno alla genitorialità è una occasione per la costruzione di un “sapere”, di una

competenza, di una routine che non può avere né il confronto della tradizione, ne

quello dell'istinto, né quello del puro affetto. È un sapere che richiede il concorso di

tutte le istituzioni sociali che producono benessere sociale attraverso la produzione di

beni e servizi.

Le esperienze innovative che sono state promosse sono riassumibili i 4 punti:

strutture:

1. centri per le famiglie e nuove tipologie. I centri per le famiglie sono

unità polifunzionali che funzionano come struttura di rilevazione dei bisogni

delle famiglie, centri di documentazione, sportelli informativi relativi alle

risorse presenti sul territorio. I Centri offrono gruppi i auto-mutuo aiuto per

genitori, mediazione familiare, ludoteche, spazi giochi per bambini e genitori.

Le nuove tipologie sono servizi nati a partire dai nidi perché risentono della cultura

della “cura dei più piccoli”. Sono nate lungo due direttrici: le prime iniziative sono

state pensate e realizzate come un ampliamento, un'apertura del nido, in giorni

particolari della settimana, a bambini non iscritti con o senza la presenza dell'adulto. In

seguito le nuove tipologie rispondono alle nuove esigenze delle famiglie: si parla di

micronidi, di educatrice domiciliare. Sono servizi formali in quanto il rapporto è

regolato dall'Ente pubblico che è garante dei requisiti professionali dell'educatrice.

target di riferimento:

2. c'è maggiore interesse per la famiglia in condizioni di

normalità per cui si qualifica il welfare municipale. A livello locale l'attenzione

si è rivolta alle famiglie che si pensava dovessero cavarsela da sole. L'attenzione

risponde alla necessità di sostenere uomini e donne nel lavoro di cura e di

accudimento delle nuove generazioni.

tipologie e strumenti di intervento:

3. servizi, attività informativa, consulenze e

“azioni nel sociale” sono gli elementi che caratterizzano il welfare municipale

che fa leva sulle competenze professionali, sulle risorse di terzo settore e di

quarto, politiche dei tempi utilizzando anche strumenti monetari. La Banca del

tempo si basa sul

Dettagli
A.A. 2015-2016
43 pagine
3 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sonia.filippini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della famiglia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Mesa Diego.