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Le nuove terre scoperte dagli spagnoli permisero di acquisire

ricchezze rilevanti ed altre innovazioni scientifiche per i

contatti con altre civiltà. Ne parte anche un periodo particolare

che va dal tardo XVII seco al XVIII, l’illuminismo, dove si

sviluppano concezioni di libertà individuale prima sconosciute

e impraticabili, la rappresentatività politica e costituzionale

ecc. Quindi rispetto alla cina o altre zone, gli europei non

ebbero una superiorità oggettiva ma diversa opportunità e

margini di azione derivati in particolare dal commercio e dalla

vita quotidiana.

LA NASCITA DEGLI IMPERO EUROPEI E LA

TRASFORMAZIONE DELL’ECONOMIA-> con la razionalità del

pensiero scientifico e religioso si arrivò al generale spirito di

innovazione. Migliorarono le scienze, tecniche costruttive delle

navi con le quali l’UE conquistò il mondo conosciuto per trarne

profitti commerciali. Le tecniche agricole anche furono

rivoluzionate; ciò portò allo sviluppo di grandi coltivazioni e

all’abbandono dei villaggi da parte dei contadini con afflusso

alle città. Il denaro e il profitto diventano più importanti del

titolo di nobiltà. La direzione era ormai verso

l’industrializzazione del capitalismo.

L’INVENZIONE DEL NAZIONALISMO E LE SUE CONSEGUENZE

Stati agrari= potee sui sudditi

Stati kderni= contratto con i sudditi

L’innovazione culturale e sociale orta al nazionalismo

moderno. Nelle società agrarie l’innovazione culturale e

sociale era appannaggio delle ristrette elites, negli stati

modenri e contemporanei viene richhiesto e offerto un

rilevante grado di appartenenza che si rivela un vero e proprio

contratto tra le parti. Con il nazionalismo europeo ci sono lue

lati meno positivi: 1.ritorna la competizione tra stati; 2.si

trasforma in arma pricolosa ( totalitarismi che interpretano la

democrazia in modo diverso dal governo rappresentativo,

l’importante è difendere ad ogni costo la nazione).

4.CAPITOLO

Per capire l’età moderna basta comparare alcuni semplici dati

della popolazione del mondo: in età premoderna la

popolazione mondiale si stima triplicata ogni 15.000 anni;

nell’era agraria si triplica ogni 1500 anni; in europa la

popolazione è triplicata nello stesso secolo, il XIX, nel XX c’è

stato poi un boom demografico. Tra il 1950 e il 1980 la

produzione pro-capite è anch’essa triplicata nei paesi più

sviluppati (mentre in america latina è solamente duplicata). La

modernizzazione ha effettivamente cambiato la società.

Occorre temere presente anche che il comportamento così

rapido ha avuto effetti sconvolgenti sulle società coinvolte. Le

stesse elites politiche, religiose e intellettuali che producono

ideologie attraverso le quali la società interpretano il mondo,

sono state restie ad abbracciare a modernizzazione.

I CICLI INDUSTRIALI-> nessun cambiamento economico può

essere datato con precisione, si può però affermare che tra il

1760 e il 1800 si verificarono in inghilterra grandi cambiamenti

nella produzione di cotone da separare quella

precedentemente andava per la maggiore, il lino e la lana. La

serie di innovazioni migliorarono la produzione e l’inghilterra

cominciò a rifornire tutti i mercati del mondo. Ci fu la prima

fase dell’era industriale, dal 1780 al 1850 basata quindi sul

miglioramento dell’industria tessile, ma gia nel 1820 iniziarono

le prime crisi periodiche di sovrapproduzione e saturazione del

mercato. I produttori meno efficienti fallirono. Ci furono

conseguenze sociali sia in inghilterra nel 1820-1830 e in

europa occidentale nel 1840. Marx comincia le sue teorie sul

fallimento del capitalismo (miglioramenti tecnologici sempre

maggiori, fruttano però meno profitto, per reggere la

competizione ci fu l’ abbasso dei salari, lavoratori più poveri o

disoccupati e meno consumi, alla lunga piccoli imprenditori

falliscono, dando vita ad una popolazione più povera.. battaglia

finale= rivoluzione contro il sistema e verso il socialismo

situazione dove si ristabiliscono gli equilibri e lo stato non

serve più). Senza rivoluzione però la situazione sarebbe anche

peggiore di quella delle società agrarie dove almeno i contadini

erano protetti dalle comunità rurali e dai rapporti del vicinato.

La visione di marx in verità è abbastanza simile a quella

cristiana, anche marx in origine teneva all’uguaglianza perfetta,

al forte senso di comunità e professava un ‘paradiso terrestre’

per un futuro migliore. In realtà la contrarietà alla religione di

marx dipendeva dal fatto che lo stesso forniva un sostituto

della fede.

Altra importante invenzione tecnologica è la ferrovia. Divenne

k motore di una nuova e enorme crescita. Era un’opportunità di

trasporto rapida, economica e funziona, per persone e beni.

La seconda fase dell’industrializzazione si ha nel 1840 e il 1870

con il ciclo del ferro e della ferrovia e l’inghilterra continuò a

denominare il mondo. All’inizio del 1870 però ci fu un'altra crisi

economica (bancarotta di tante aziende per il disordinato

sviluppo delle economie di tutti i paesi sviluppati all’epoca). In

più i movimenti operai si sollevano (verso una rivoluzione

socialista) in modo tale da spaventare i governi.

Ci fu una serie di altre innovazioni che stabilirono equilibrio e

iniziò una terza fase di industrializzazione (1870-1918) basata

sulla chimica organica , acciaio (rimpiazzò il ferro) e l’energia

elettrica (rimpiazza la macchina a vapore). Nella terza fase

avvenne qualcosa di diverso dalle precedenti: serviva

manodopera più specializzata rispetto alle masse di operai non

qualificati. I paesi come germania e stati uniti che investirono

molto in tecnologia in proporzione di aumento di sviluppo

superarono l’inghilterra. La competizione internazionale

(crescita forte della germania) sfociò in tensioni che associate

alle ideologie di stampo darwiniano (evoluzione della specie),

furono interpretate dal regime totalitario tedesco con assurda

caratterizzazione razziale ed etnica. Scoppia la 1 guerra

mondiale (1914-1918)

La quarta fase di industrializzazione iniziò negli USA negli anni

1920-1930 con automobili, petrolchimica e beni di consumo di

massa ad alta tecnologia (frigo, radio, ecc ) mentre in europa

imperversa una nova ondata di crisi di sovrapproduzione (la

grande depressione degli anni 30). Poi nuove tensioni

competitive che portano al 2 conflitto mondiale (1939-1945) che

segnò un’interruzione della fase si espansione, anche se nel

1950 l’economia riprese grazie al piano marshall degli USA che

rimise in sesto l’economia mondiale, estendendo i benefici a

varie parti del mondo. Nel 1970 altre crisi sia per aspetti

petroliferi che per la concorrenza dei paesi emergenti, il

capitalismo sembrava al declino.

La quinta fase di industrializzazione, basata sull’elettronica,

biomedica e altre tecnologie sofisticate a partire dagli anni

1970. Tecnologia applicata a tutti gli altri precedenti settori

mediante una nuova scienza l’informatica ( ma siamo ancora

nella 5 fase, in piena crisi).

In genere ogni ciclo industriale porta nuovi prodotti che

diventano nubi bisogni e risollevano le sorti dei settori in crisi.

Il modo di produzione e il mercato trovano nuovo equilibrio.

LE CONSEGUENZE-> le conseguenze sociali sono molte: forte

urbanizzazione, aumento demografico, crescente

alfabetizzazione, comportamento individualista più influenza

dal mercato, benessere materiale, nuclei familiari più ristretti,

legami parentali più deboli, previsione finanziarie entrate nella

quotidianità. Il modo di produzione è cambiato.

LA CLASSE: già nelle società agrarie si era modificato il

modello di stratificazione sociale ma con la rivoluzione

industriale è nuovamente misurata la distribuzione dei poteri e

privilegi delle società. Nuove classi economiche hanno

sostituito quelle precedenti, si è formata una nuova classe di

burocrati e dirigenti di medio basso livello, idem per gli

impiegati ( classe inferiore con aspirazioni più elevate) e come

ultima classe gli operai che hanno fornito la maggior parte del

lavoro nella rivoluzione industriale. In tale epoca la classe

media era molto numerosa, istruita e politicamente

consapevole di poter accedere a diritti e privilegi prima mai

ottenuti. SI alleavano con i potenti dell’economia (banchieri,

industriali, capitalisti) e chiedevano mercati sempre più liberi.

Tutti avevano la caratteristica di un accentuato nazionalismo e

scarsa fiducia nelle classi più basse. Caratterizzati da uno stile

di vita che si cominciò a imporre alla società; duro lavoro,

parsimonia, autocontrollo sessuale, famiglia come perno della

vita sociale e calcolo economico. La cultura borghese fu

fortemente adattiva e vincente nelle società moderne e in più

crearono quell’autocontrollo necessario al funzionamento dei

sistemi industriali. Resta il fatto che la distribuzione per classe

della popolazione non spiega in modo chiaro quei modelli di

stratificazione sociale.

I CETI(NUOVI): i discendenti delle vecchie aristocrazie persero

l’importanza politica come classe ma mantennero il prestigio

come ceto e come soprattutto campo militare (codice d’onore e

comportamenti) venivano imitati dalle classi più ricche dell’alta

borghesia.

“ma ancora ne la distribuzione per le classi, ne quella per i ceti

spiega in modo chiaro quei modelli di stratificazione sociale”

NUOVI POTERI: gli amministratori pubblici quindi sono

diventati una classe a sé nonostante posseggano mezzi di

produzione, ma preservano potere e privilegi. Anche i politici

con il potere possono arricchirsi a discapito dell’interesse dei

cittadini più facilmente.

Un italo-tedesco roberto michels nel XX sec ha formulato la

legge ferrea dell’oligarchia osservando il comportamento dei

partiti socialisti. Quando i partiti furono diretti da politici di

professioni, questi ricercavano il potere come obiettivo

primario e per radicarsi. Solo in modo residuo portavano

avanti le istanze di coloro che dovevano rappresentare. E’ una

tendenza universale comune a tutti i sistemi politici più

democratici. I partiti politici diventano macchine di potere per

goderne i frutti.

L’unico modo per preservare la democrazia è il ricambio con

elezioni periodiche. E’ questa la principale differenza politica

tra le società moderne del X

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
12 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/12 Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vanderwoodsen di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia del mutamento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bonizzoni Paola.