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Cusani nel celebre programma Un giorno in pretura, in onda su rai3 nel 94. E’

emerso come fosse l’opinione pubblica italiana a giudicare dal punto di vista

morale la propria classe dirigente. Dal punto di vista sociologico il caso

Cusani rappresenta un singolare esempio di mediatizzazione del diritto: sono

personaggi della vita politica italiana che assumono ruoli morali o amorali e

come tali vengono interpretati dal pubblico. A seconda del rapporto tra testo

mediale e lettore vi sarà totale accettazione, completo rifiuto o rinegoziazione

tra realtà mediale proposta e realtà sociale a cui si appartiene: ciò fornirà

produzione di nuovi significati, nuove norme sociali, che dinanzi ad un

mutamento culturale perseguono una formalizzazione. La percezione del

diritto in tv può risultare distorta a causa dell’immaginario collettivo lontano

dalla realtà. Se è vero che i media hanno un importante ruolo di mediazione

tra soggetto e rappresentazione del diritto, è altrettanto vero che guidano la

costruzione di un immaginario relativo al mondo della legge. Si crea la

necessità di regolare il rapporto tra coscienza collettiva e coscienza

individuale (Durkheim, 1971). 3

CAP.2 – Le dinamiche processuali come linguaggio televisivo. Il caso italiano

Il processo è una rappresentazione drammatica. Secondo Vincenzo Tomeo il

mutamento tra opera letteraria e prodotto cinematografico è dovuto alla

diversità funzionale: i fini, il rapporto funzionale che lega quei fini, gli

strumenti espressivi ed il pubblico cui si rivolgono. Il film è prodotto

dell’industria culturale di largo consumo, ma si alimenta continuamente dalle

opere letterarie: basti pensare al western, al cui centro ci sono il problema

della legge e l’uomo della legge, lo sceriffo, che assume spesso il ruolo del

giudice. Tomeo fa riferimento al genere giudiziario nel cinema italiano. Film

come In nome della legge, Processo alla città e Un giorno in pretura, sotto

prospettive e con risultati diversi toccano il rapporto tra cittadino e legge, tra

società e legge. I primi presentano il giudice con problemi e conflitti che

riguardano il suo ruolo senza che la vicenda del privato interferisca con la

funzione sociale; l’ultimo mette in luce un divario tra funzione pubblica e vita

privata. La tv è lo spazio mediale privilegiato e la rappresentazione tv del

diritto è interpretazione degli eventi stessi. Secondo Debord lo spettacolo è il

cuore dell’irrealismo della società reale. Da qui lo spettacolo diventa la forza

alla base della costruzione di ogni relazione sociale e instaura un sistema che

si fonda sul potere delle immagini. Gli avvocati sono visti come piccoli eroi tv,

ma mentre all’inizio sono soprattutto avvocati della difesa, col passare del

tempo le serie raccontano le contraddizioni del sistema, la legge non è

infallibile e la verità non sempre emerge. Perry Mason, avvocato penalista

protagonista di intrighi che si originano da un omicidio e vengono risolti in

tribunale appare per la prima volta in tv italiana il 3 settembre 1959. E’

coadiuvato dalla segretaria Della Street, dall’investigatore privato Paul Drake

e dal procuratore distrettuale Hamilton Burger. Lo spettatore è coinvolto dalla

trama e per la prima volta entra in contatto con le formule dei tribunali

americani. Alla prima parte dedicata all’azione segue il racconto del processo

e la soluzione del caso. Il protagonista interpretato da Raymond Burr è

carismatico. 9 serie dal 57 all’87 più repliche da fine anni 80. Si raccontava

una legge sempre in grado di smascherare la violenza e l’illegalità. La

promessa del trionfo della razionalità e della giustizia, legata alla verità Vera è

alla base del patto comunicativo che lega questa serie al suo pubblico, la

certezza del lieto fine rende rassicurante la suspence che garantisce il

coinvolgimento nella trama. Si dà un’immagine del sistema giuridico

americano narrativizzato, che da una parte esalta la macchina narrativa, con

la necessità dell’uso del dibattimento, dall’altra non perde mai di vista

l’autorità morale che dovrebbe animare ogni interazione che si svolge in uno

scenario normativo. L’intreccio investigativo si esprime per la prima volta nella

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formula del legal-drama e la cornice del tribunale(decoro personaggi,

abbigliamento, volume e tono di voce) rassicura sulla risoluzione della

controversia. Dà il via a tutto quello che vediamo oggi nei talk show. L.A.

Avvocati a Los Angeles tratta di vicende di uno studio legale e appare per la

prima volta in tv italiana nell’88 su rai2. Intrighi più complessi, storie parallele,

alternarsi di registri stilistici, ironia e dramma. Le cause diventano spesso il

pretesto per riflettere su problemi di attualità come droga, minori,

razzismo,ecc. Capita di perdere le cause e che la passione individuale possa

avere la meglio sui principi etici. Personaggi: socio anziano a capo dello

studio legale Leland McKenzie, il cinico amministratore economico dello

studio Douglas Nrackman, il penalista tormentato dai vizi del sistema

giudiziario Michael Kuzak, la civilista Ann Kelsey ed il procuratore legale

Victor Sifuentes. Si tratteggia una nuova figura di avvocato: abile

professionista che spesso avrà come obiettivo il successo a tutti i costi e non

necessariamente la giustizia. Si passa da un’etica basata sulla ricerca della

verità ad un’etica basata sul rispetto delle regole del gioco. Lo stesso Steven

Bocho nel 2008 ha prodotto una serie dal titolo Raising the Bar dove si

narrano anche i rapporti che intercorrono tra giovani avvocati che durante il

tempo libero sono ottimi amici o ex colleghi universitari. Law & Order,

trasmessa su rai3 e fox crime, s’incentra sulle indagini di una squadra di

investigatori che si occupa dell’analisi criminale dei delitti e di un gruppo di

magistrati che cerca di far condannare i colpevoli degli stessi reati. Prima

parte dell’episodio si basa sul lavoro degli investigatori, seconda parte sul

lavoro del procuratore distrettuale e sul processo in aula. Primo episodio in

Italia nel settembre 90 ed ancora gode di buon successo. 3 spin off: Special

Victims, in cui una squadra speciale della polizia indaga su crimini a sfondo

sessuale, Criminal Intent che privilegia la linea del giallo al poliziesco, U.K.

che è un adattamento della serie americana alla realtà inglese. Si mostra

l’intero corso delle vicende giudiziarie. I crimini sono i protagonisti indiscussi

della serie e non sempre c’è finale lieto. Le procedure del sistema giudiziario

possono ribaltare le indagini della polizia sottolineando dualismo tra strade di

New York ed i ritmi meno serrati delle aule giudiziarie. In The Practice i

protagonisti eseguono il loro compito: vincere le cause ad ogni costo, anche

quando il cliente è colpevole. Traspare l’idea che ogni essere umano abbia il

diritto di essere ben rappresentato legalmente. Basta un dettaglio per

rovesciare ciò che accade in un certo modo. E’ ambientato a Boston, il

protagonista è Bobby Donnel, che difende colpevoli e le persone che non

hanno soldi per permettersi un avvocato. Spesso è costretto a venire a patti

con la propria etica e morale per garantire la miglior difesa possibile, in modo

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che trionfi la Legge e non la verità. Ally McBeal è un avvocato che finisce per

lavorare nello studio legale di un ex compagno di college, dove ritrova il primo

grande amore Billy ormai sposato con Giorgia, una collega avvocato.

Insicurezza della protagonista, donna in carriera, infelice, ma allegra ed

energica, trascinata dagli eventi della giornata tra la ricerca di un perfetto

fidanzato e la rivalità all’interno dello studio, nevrotica, quasi paranoica, ma

affascinante e folle. Tutto ciò che pensano i colleghi stravaganti viene

mostrato sullo schermo e questa comicità ha garantito il successo della

fiction. Lo studio legale diventa qualcosa di analogo a quanto è presente in

Raising the bar. Linguaggio tv innovato tramite effetti speciali stile cartoon

esilaranti. Giudice Amy narra storie basate su episodi reali. La protagonista è

stata una delle prime donne Giudice della Corte Suprema degli Usa. E’ una

donna divorziata che vive con la figlia e con la madre, assistente sociale per i

minori. Attorno alle vicende legate alla vita dei minori si concentra lo sviluppo

narrativo di questo prodotto tv. Vita privata e sentimentale delle protagoniste

si sviluppa seguendo intrecci paralleli all’evoluzione dei casi giudiziari. La

costruzione tv ci allontana quasi dalla giurisdizione della legge, per condurci

verso quella delle emozioni. Affronta questioni sociali e dipinge perplessità e

ferite dell’anima che una scelta presa in tribunale può determinare. Amy

esprime l’immagine di una legalità responsabile e problematica riuscendo a

giocare con i registri narrativi del dramma e della commedia. Forum è andata

in onda per anni su canale5 dall’ottobre 85. Debutta all’interno di Buona

domenica condotta da Corrado e Costanzo. Grazie al riscontro favorevole da

parte del pubblico dal 91 viene realizzato uno spin off con contendenti vip.

Dal 97 va su rete4 provvisoriamente, mentre oggi va in onda in fasce orarie

diverse su 4 e 5. Condotto da Rita Dalla Chiesa, ma anche Spaak e Perego.

Si presentano casi reali di fronte ad un arbitro e ad un pubblico, che discute il

caso votando. Poi l’arbitro giudica il caso emettendo una sentenza, lodo

arbitrale. Prima volta che il diritto intrattiene in un programma. Giuria popolare

o pubblico a casa saranno più propensi a dare ragione all’attore-contendente

che si presenta in maniera coerente al proprio personaggio a livello

argomentativo, linguistico-comunicativo e comportamentale. La trasmissione

rappresenta la giustizia in una prospettiva popolare e pertanto il giudizio

espresso dalla giuria popolare va inteso all’interno del senso comune.

Emergono le emozioni. Forum rivela i tratti caratteristici che trasformano uno

spettacolo che parla di diritto in rappresentazione spettacolarizzata della

giustizia. La scelta della controversia (condominiale, animali, coniugi) e dei

personaggi, assieme alla presenza della giuria popolare rende la

trasmissione spettacolarizzandola. La giuria popolare ancora prima di votare

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spiega il proprio voto e così i 2 contendenti devono apparire più credibili: si

sottopongono al giudizio tecnico giuridico e a quello emozionale. L’arbitro

utilizza nella sua sentenza un’idea di giustizia formale che spesso non

coincide con l’equità popolare che si basa su complessità non riducibile alla

pura giustizia formale. Nell&rsq

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
13 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher inzaghino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Carzo Domenico.