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SOCIOLOGIA AMERICANA
SCUOLA DI CHICAGO—> molti sociologi resero famosa questa scuola per l'analisi dei
processi sociali innescati nelle metropoli americane dai influssi ininterrotti di arrivo di
immigrati. Gli autori legati a questa scuola sono interessati alla vita culturale nelle città
americane e studiano nuovi processi di integrazione, di comunicazione e mobilità sociale delle
realtà urbane.
Si ricollegano:
THOMAS—> È uno dei principali protagonisti di questo periodo. Nel “Contadino polacco in
Europa e in America”, analizza il processo attraverso cui la cultura di origine degli
immigrati polacchi incide sul modo in cui si inseriscono nella comunità di arrivo. Viene
valorizzato un nuovo metodo di indagine sociologica, vicino al metodo etnografico, basato
non solo su fonti statistiche, ma su materiale autobiografico, su documenti personali di
vario tipo, su registri di associazioni e verbali di processi, che consentivano di descrivere
espressione di valori, rappresentazioni e credenze comuni. Egli dunque utilizza materiale
autobiografico: circa 800 lettere di immigrati polacchi in America, lettere che
rappresentano 50 gruppi familiari, inoltre utilizza documenti reperiti e acquistati in
Polonia dagli archivi di un giornale polacco, da cui ha tratto notizie sulle comunità,
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movimenti e associazione di polacchi; utilizza ancora una autobiografia scritta da un
giovane polacco, che racconta sia l'esperienza americana che quella polacca precedente
alla sua immigrazione in America. Viene inoltre messo in luce il tentativo da parte degli
immigrati polacchi di mantenere una propria identità culturale anche nello sforzo di
integrazione nella società americana. La realtà sociale e dunque oggettiva, ma in certa
misura modificabile dal soggetto che l’interpreta e che la definisce secondo i propri
schemi. Questo tipo di ricerca sembra la più adatta a tratteggiare una realtà culturale in
mutazione, analizzata e studiata da un punto di vista soggettivo.
In quest'opera Thomas delinea la teoria dell’UOMO MARGINALE—> è colui che
sperimenta l'incongruenza tra il sistema sociale della comunità da cui proviene e quello
della società di arrivo, vivendola come una duplice perdita: di status, ossia di
riconoscimento del suo gruppo, e di senso proprio del sé, ossia di riconoscimento del suo
ruolo all’interno del gruppo. Egli è una sorta di ibrido inserito in una rete culturale di
relazioni, spesso contraddittorie, a cavallo di due mondi, di due società.
Si differenzia dal modello di Thomas la concezione del melting pot, ossia di un modello di
totale assimilazione culturale degli immigrati alla nuova situazione.
LYND—> I coniugi Lynd diedero avvio agli studi di comunità, non volgendo più l'attenzione
alla vita della metropoli, ma a quella di una città americana di medie dimensioni che
chiamarono, appunto, “Middletown”. Scelsero la cittadina di Muncie per definire la città e
società tipo della provincia americana. La loro analisi prevede uno studio molto
approfondito di ogni aspetto della vita in quella cittadina; la particolarità della loro
ricerca sta nel fatto che gli stessi coniugi e i loro collaboratori si trasferirono lì per due
anni, attuando, tramite l'osservazione partecipante, un approccio di contatto diretto e
fisico con le persone e il contesto, intervistando sia la classe operaia che la classe
imprenditoriale, reperendo informazioni da ogni individuo, famiglia, associazione,
istituzione, circa le loro relazioni. L’idea era quella che studiando una comunità media,
questa fosse rappresentativa della cultura americana nel suo complesso, in quanto
l'obiettivo era appunto provare l'unità della cultura americana nella sua globalità. Il
risultato del loro studio é che le grandi trasformazioni intervenute a livello tecnico ed
economico non si erano tradotte in un mutamento a livello culturale. Anzi, la popolazione
tendeva a resistere al nuovo ambiente accentuando il proprio conformismo.
PARK—> lui e altri studiosi esplorarono la straordinaria diversità culturale della vita
urbana americana, accentuando gli aspetti concettuali, le diversità di stili di vita,
credenze e pratiche sociali che caratterizzavano specifici gruppi del microcosmo urbano.
Nella ricerca intitolata “The city”, Park ho voluto mettere in evidenza i diversi stati
d'animo vissuti da una città, ovvero le tradizioni, i costumi, gli stili di vita, le pratiche
sociali. Dal loro punto di vista, la città è qualcosa di più di un ammasso di uomini e di
servizi sociali, come strade, edifici, lampioni e via dicendo; essa è anche qualcosa di più di
un semplice insieme di istituzioni e di strumenti amministrativi, come tribunali, ospedali,
scuole, polizia, ecc; la città è piuttosto uno stato d'animo, un corpo di costumi di
tradizioni, gli atteggiamenti di sentimenti organizzati entro questi costumi e trasmessi
mediante questa tradizione. In altre parole, la città possiede una propria cultura.
Park Punta l'attenzione sul VICINATO—> inteso come la più piccola unità locale che
rientra nell'organizzazione sociale e politica della città, con la sua relativa intimità e
stabilità. Egli descrive la differenziazione culturale dei sobborghi, dei ghetti di
immigrati, mostrando una realtà in cui si presenta una “città entro la città”, con proprie
regole e stili di vita culturali e sociali, anticipando di circa vent'anni il concetto di
subcultura. I moderni mezzi di trasporto urbano e le nuove forme di comunicazione, come
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il telefono e la radio, hanno generato un aumento della mobilità della popolazione, creando
possibilità di confronto e di scambio tra le persone impensabili fino a pochi decenni
prima. Inoltre le relazioni primarie, ossia quelle che implicano un rapporto diretto tra le
persone, faccia a faccia, sono state in gran parte sostituite da relazioni secondarie,
ossia indirette che non comportano la compresenza fisica tra le persone. Anche le forme
di controllo sociale si sono modificate; la pubblica opinione, creata dalla diffusione della
stampa e della pubblicità, sostituisce il pettegolezzo che nel villaggio rappresentava il
principale strumento di circolazione dell'informazione e il principale mezzo di controllo
sociale. L'efficacia di quest'ultimo era decisamente superiore in quanto penetrava nella
vita privata di uomini e donne, diventata invece tabù nella metropoli moderna.
Park, quindi, con questa sua ricerca identifica i tratti salienti della complessità culturale
con la moltiplicazione di stimoli che bombardano gli individui producendo una forte
individualizzazione.
MEAD—> sviluppa la teoria della “socialità della mente e dell’identità", secondo cui la
comunicazione umana è il principale aspetto simbolico. Egli parla di INTERAZIONISMO
SIMBOLICO, secondo cui la realtà sociale è esito dell'interpretazione e attribuzione di
senso dei singoli (Segni) creati a partire dalle relazioni stesse fra gli individui. Cioè
sostiene la necessità di inserire l'interpretazione e il comportamento degli individui
all'interno della realtà sociale alla quale appartiene, in quanto è dall'interazione con gli
altri membri che nascono i significati attribuiti alla società, è dall'interazione con gli
altri che attraverso il linguaggio riusciamo a richiamare in noi stessi il significato che
quel gesto vocale evoca negli altri con cui comunichiamo.
Ritornando alla sua teoria della mente egli considera che l'interazione con l'altro produce
comunicazione, scambio di pensieri e significati, che continuano ad aleggiare nella propria
mente producendo nuovi pensieri, quindi avviene una comunicazione anche dentro sé
stessi, una comunicazione rivolta al proprio mondo interno, oltre che al mondo esterno.
Interazione e dunque lo strumento attraverso il quale la realtà acquista significato.
SOCIOLOGIA FRANCESE
La Francia è uno dei paesi che ha segnato la storia dell'antropologia e della sociologia. La
scuola francese utilizza i dati etnografici della ricerca antropologica per formulare una teoria
sociologica generale dell'origine e della funzione delle rappresentazioni collettive e del
simbolismo sociale. La caratteristica principale della metodologia di questa scuola è di
considerare l'intera gamma dei fatti da studiare con l'ausilio del metodo dell'osservazione
empirica, al fine di garantire scientificità ad ogni fase dello studio e alle teorie che ne
derivano.
Si ricollega:
DURKHEIM—> ritiene che per diventare scientifica la sociologia deve studiare i fatti
sociali, ovvero quegli aspetti della vita quotidiana e sociale che influenzano le azioni degli
individui proprio con gli stessi metodi con cui si studiano i fenomeni scientifici. Per
Durkheim la società è da intendere come un sistema avente una vita propria,
indipendentemente dall'apporto delle singole coscienze. La società dettando le sue regole
dall'alto, costringe i suoi membri a conformarsi a tali regole. La società, quindi, non va
considerata come la semplice risultante delle singole coscienze, poiché le trascende
rappresentando una sintesi della loro fusione.
Il termine “sociologia” nasce in Francia e proprio a Durkheim è legato questo nome.
Durkheim attribuisce al termine cultura un posto centrale nella teoria sociologica.
Questo perché per Durkheim la società, qualunque tipo di società, ha fondamentalmente
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un carattere simbolico. Era arrivato a questa conclusione cercando di rispondere a un
quesito a cui i filosofi sociali del suo tempo non avevano saputo rispondere o avevano dato
una risposta insoddisfacente. Come è possibile che la società stia insieme, senza
disintegrarsi in una lotta di tutti contro tutti? Secondo Durkheim non sono la razionalità
e gli interessi individuali a tenere unita la società, ma qualcosa che viene prima e che
costituisce il loro fondamento. Egli riteneva che fosse la dimensione simbolica a
costituire il cemento della società. “Simboli” sono le credenze e i rituali condivisi in
quanto svolgono la funzione di raffigurare la società, di rappresentarla, e di consentire la
comunicazione tra i suoi membri. Essi generano un consenso morale e cognitivo che unisce
gli individui e che consente loro di identificarsi in una collettività. In questo senso si può
dire che ogni società si stabilisce e permane nel tempo in quanto riesce a diventare una
comunità simbolica.
Compresa l'idea di aggregato