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INNOVAZIONI CULTURALI E CAMBIAMENTO SOCIALE
RITARDI E DIREZIONI CULTURALI
Il sociologo Americano Ogburn avanzò l’ipotesi del “Ritardo Culturale”; egli sosteneva che
era necessario distinguere due culture:
1. CULTURA MATERIALE: è proprio ciò che suona come tale, case, macchine, fabbriche,
materie prime, prodotti manufatti, sostanze alimentari e altri oggetti materiali.
Quando questa cultura materiale cambia, quella non materiale, che comprende
pratiche, costumi e istituzioni sociali, deve cambiare come risposta.
2. CULTURA ADATTIVA: è quella parte di cultura non materiale che si adegua alle
condizioni materiali. Ci vuole sempre un po' perché questo adattamento si realizzi
compiutamente, e questo scarto è il “Ritardo Culturale”.
Un esempio sono le foreste americane: in un primo tempo le condizioni materiali (grandi
foreste) erano ben integrate alle pratiche sociali (costruzioni in legno, disboscamento per
l’agricoltura). La distruzione delle foreste rappresentò un mutamento cruciale nella cultura
materiale americana, ma ci vollero parecchi anni perché si facessero seri sforzi al livello di
cultura adattativa diretti alla conservazione e alla riforestazione; da qui il ritardo culturale.
LE INNOVAZIONI CULTURALI
Sebbene le innovazioni possano realizzarsi casualmente e in forme non prevedibili, alcuni
elementi costanti appaiono evidenti:
1. Determinati periodi sono più favorevoli di altri alla produzione di innovazione;
2. Anche le innovazioni seguono alcune convenzioni;
3. Alcune innovazioni hanno più probabilità di altre di istituzionalizzarsi.
(1) La creatività culturale non si manifesta non si manifesta a ritmo costante, ma con
straordinari picchi e cadute. Vi sono periodi di cambiamento relativamente contenuto,
durante u quali le convenzioni sono stabilizzate, le idee sono generalmente condivise da
tutta la comunità; in altri periodi la creatività culturale esplode (i pensatori avanzano
nuove idee, gli artisti rifiutano le convenzioni dei loro generi, relazioni consolidate come
quelle tra i sessi, vengono rivoluzionate); i comportamenti cambiano in ogni settore,
dall’abbigliamento agli stili di vita alle mete occupazionali.
20
(2) I creatori culturali reagiscono tipicamente a convenzioni, più che ignorarle. Becker, per
esempio, ha distinto quattro tipi di artisti:
I. I professionisti integrati: riproducono le convenzioni del loro particolare mondo
artistico;
II. Gli individualisti ribelli: sfidano apertamente le convenzioni del mondo artistico, ma il
punto cruciale è che la loro non convenzionalità può essere riconosciuta solo da quanti
conoscono innanzitutto le convenzioni. Essi sono convenzionalmente non convenzionali,
come gli adolescenti che esprimono la loro non conformità ai valori degli adulti,
conformandosi ad un rigido codice di vestiario volto a creare sgomento nei più vecchi;
III.Gli artisti naif: non sono collegati ad alcun mondo di produzione collettiva, possono
dirsi innovatori indifferenti alle convenzioni, ma proprio la loro carenza di connessioni
sociali rende il lavoro di questi artisti praticamente sconosciuto; così le loro
innovazioni non hanno né pubblico né influenza;
IV. Gli artisti folk: seguono le convenzioni della loro arte.
(3) I creatori di cultura possono anche produrre qualcosa di nuovo, ma non tutte queste
innovazioni si consolideranno. Un nuovo simbolo o soprannome scomparirà a meno che non
vi siano condizioni che gli consentano di affermarsi, di essere usato, funzionale, adatto e
ripetutamente espresso 21
PRODUZIONE, DISTRIBUZIONE E RICEZIONE DELLA CULTURA
LA PRODUZIONE DELLA CULTURA
Richard Peterson considera la produzione di cultura un “complesso apparato interposto tra i creatori di
cultura e i consumatori”. Questo apparato comprende meccanismi di produzione e di distribuzione, tecniche
di commercializzazione come la pubblicità, l’utilizzo dei mass media, la creazione di situazioni che mettono a
contatto potenziali consumatori di cultura e oggetti culturali. Mettere scaffali di libri economici in un
supermercato, trovare un nuovo cantante per una casa discografica, organizzare una mostra di grande
richiamo in un museo, fare pubblicità ad una nuova moda: sono queste le attività che interessano a chi adotta
questo approccio.
IL SISTEMA DELL’INDUSTRIA CULTURALE
Hirsch ha elaborato un utile modello chiamato “SISTEMA DELL’INDUSTRIA CULTURALE”, espressione che
descrive l’insieme di organizzazioni che producono articoli culturali di massa, come dischi, libri di facile
lettura e film a basso costo. Secondo Hirsch questi oggetti culturali condividono alcune caratteristiche:
L’incertezza della domanda-> nessuno sa in anticipo quale sarà il mercato di un nuovo film;
Una tecnologia relativamente economica;
Una eccedenza di aspiranti creatori culturali-> tutti quei cantanti, autori e registi che si aggirano in una
società con le loro proposte in mano.
Dunque, il sistema dell’industria culturale opera per regolare e confezionare l’innovazione e dunque per
trasformare la creatività in prodotti commerciabili e prevedibili.
Iniziamo dagli ARTISTI CREATIVI, che sono gli artisti, i geni, i talenti; questi corrispondono al
✴ “Sottosistema Tecnico”. Si tratta di individui con diversi livelli di capacità creativa e ispirazione,
considerati come un sottosistema che fornisce input al resto del sistema. Bisogna considerare che c’è
eccedenza nel sottosistema tecnico, che contiene più aspiranti artisti (cantanti, registi, scrittori) di
quanti il sistema complessivo richieda.
Al confine dell’area di input, gli artisti creativi utilizzano gestori di confine, come agenti, per portare la
✴ loro opera all’attenzione delle organizzazioni produttive; oppure possono operare come agenti di se stessi;
un aspirante scrittore ad esempio invierà una proposta a un editore, descrivendo il romanzo che vorrebbe
scrivere e chiedendo all’editore se può essere interessato. Il “Sottosistema Manageriale” consiste di
ORGANIZZAZIONI che producono effettivamente il prodotto: case editrici, studi cinematografici, case
discografiche. A volte sono grandi aziende, a volte no. Nella posizione di output, l’organizzazione
produttiva utilizza gestori di confine per raggiungere i mass media con notizie circa il prodotto.
I GATEKEEPERS MEDIALI (“Sottosistema istituzionale”) comprende personaggi come presentatori di
✴ talk-show, recensori di libri e film. Nelle grandi aziende le pubblicità e gli uffici vendita coltivano relazioni
con i media, che sono un surrogato dei consumatori. C’è qui molto spazio per la corruzione.
Il “Consumatore Finale”, cioè il PUBBLICO, viene tipicamente a conoscenza di nuovi prodotti attraverso i
✴ media. Se le riviste specializzate danno un giudizio positivo ad un determinato film, i loro lettori saranno
più propensi a vederlo. Sebbene le organizzazioni produttive siano fortemente dipendenti da questa
esposizione ai media e lavorino duramente per ottenerla, esse si danno anche molto da fare per evitare di
averne bisogno.
Due tipi di FEEDBACK hanno luogo nel sistema dell’industria culturale.
✴ 1. Il primo proviene dai media e consiste di recensioni e della più generale attenzione che i media
riservano ad un prodotto.
2. Il secondo giunge dai consumatori ed è misurato dalle vendite dei biglietti, di dischi o di libri.
Le organizzazioni produttive interpretano entrambi i tipi di feedback per valutare la popolarità di un
artista, l’efficacia delle loro attività promozionali e le implicazioni per i futuri prodotti dello stesso
genere. 22
Hirsch ha sviluppato il suo modello specificamente per i prodotti culturali di massa tangibili, ma con poche
modifiche esso può essere applicato alla cultura alta, alle idee o ad ogni altro oggetto culturale.
MERCATI CULTURALI
I mercati influenzano la produzione culturale, ma non sempre escludendo un tipo di oggetto culturale a favore
di un altro. Ciascun sistema ha i suoi artisti, il suo mercato, il suo pubblico, così come il suo sistema di
valutazione critica. I membri di ciascun sistema provano un certo disprezzo per quelli dell’altro.
Indipendentemente da quanto possa essere stabile un sistema, i mercati culturali reagiscono al mutamento
sociale.
Sembra che ci siano alcuni periodi di “Agitazione” in cui sia il mondo sociale, sia gli oggetti espressivi che
chiamiamo cultura, cambiamo più rapidamente del solito. Questi sono periodi fertili per la produzione di nuove
ideologie e nuovi generi.
LA PRODUZIONE DI IDEE
I creatori producono una quantità in eccesso di tutti gli oggetti culturali, dall’arte alla teologia, dalla moda
alla poesia, dalle idee ai siti web. Questi oggetti culturali competono per l’attenzione del pubblico nello stesso
modo.
LA RICEZIONE
Il successo finale di un oggetto culturale dipende dai suoi spettatori, dai suoi ascoltatori, dal suo pubblico e
dai suoi consumatori, in altre parole, dai ricevitori culturali che ricavano da esso i loro significati. Perché
nonostante il significato di un oggetto culturale possa essere inizialmente suggerito dalle intenzioni dei suoi
creatori, chi riceve l’oggetto ha l’ultima parola.
Secondo Zerubavel, l’approccio sociologico alla ricezione è che la “Mente Sociale” elabora gli stimoli in arrivo.
Non dobbiamo concepire la mente solo come un cervello o solo come una mente individuale formata
dall’esperienza personale. Tra questi due punti estremi dell’universale e del particolare c’è la mente sociale,
una prospettiva di gruppo che evidenzia la nostra diversità cognitiva in quanto membri di diverse comunità di
pensiero. Esistono molti modi differenti in cui diversi tipi di persone (per esempio uomini e donne, gay ed
etero, musulmani e cristiani, adolescenti e genitori) vedono le cose, e queste differenze sono in buona parte
prodotti prevedibili della mente sociale.
I PUBBLICI E LE CULTURE DI GUSTO
Diversi tipi di persone guardano, comprano, amano, usano, leggono e credono in diversi oggetti culturali. Gli
amanti dell’opera tendono ad essere bianchi e di classe alta; chi beve champagne d’annata è probabile che
abbia un reddito familiare più alto di coloro che bevono birra.
Molti oggetti culturali, come per esempio i romanzi polizieschi e i programmi televisivi popolari, attraversano
i confini di classe, genere, etnia e religione.
Per questo Gans ha proposto di denominare il pubblico o i ricevitori di qualunque oggetto culturale “CULTURA
DI GUSTO”, senza presumere nulla circa le loro caratteristiche sociali o demografiche. In genere la classe
alta e media partecipa alla cultura più intensamente rispetto alla cla