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Riassunto esame ricerca sociale contemporanea, prof. Ciampi, libro consigliato La sociologia visuale in Italia. Vedere, osservare, analizzare, Ciampi Pag. 1
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Per Mead l'identità individuale e la società sono due polarità inseparabili. Blumer, uno dei più fedeli

discepoli di Mead, divide l'osservazione sul campo in due momenti, la fase esplorativa e quella

ispettiva: la prima ha l'obiettivo di indagare l'oggetto di studio, la seconda è guidata da ipotesi

generale ed ha obiettivi specifici.

L'approccio etnometodologico è influenzato dalla metodologica di Schutz. Questa disciplina ha

come fondatore H. Garfinkel e studia il patrimonio di conoscenze di senso comune (etno) usato

(metodo) dagli individui per definire e determinare praticamente la loro realtà sociale. Il fenomeno

relazionale tra individui acquista significato sociologico in virtù del condizionamento proveniente

dal contesto sociale e culturale in cui si sviluppa: perchè l'interazione possa svilupparsi e avere

successo, gli attori devono utilizzare gli stessi schemi di comportamento, giungendo ad una comune

definizione della situazione.

La grounded theory, fondata da Glaser e Strass, accoglie la posizione dell'interazionismo simbolico.

La caratteristica fondamentale è l'immersione nel campo di ricerca senza che il ricercatore abbia

fondato precedentemente ipotesi.

Vi sono vari tipi di osservazione, ma la loro differenza fondamentale sta nel diverso grado di

struttura che l'osservatore impone all'ambiente (ambiente naturale o laboratorio artificiale,

strutturato e non strutturato). In un ambiente naturale l'osservatore non si nasconde (osservazione

partecipante), mentre nell'altro caso si. Gli ostacoli dell'osservazione partecipante sono i tempi, costi

e disponibilità dei ricercatori; in un ambiente artificiale invece il rischio è che il ricercatore non

partecipi alle attività di gruppo.

Nello studio sul campo esistono una serie di fasi tout court: problema, ipotesi, progetto, costrutti,

rilevazione, elaborazione, analisi, sintesi.

Il concetto di validità viene associato a quello della misurazione: qualunque fenomeno per essere

studiato ha bisogno di uno strumento che sia capace di determinare esattamente l'entità dello stesso.

Occorre quindi che sia efficace in base allo scopo per cui è destinato (validità).

L'osservazione diretta, rispetto all'indagine documentaria e alla raccolta dei dati tramite

questionario, sembra garantire una maggiore validità quando si intendano raccogliere dati sull'agire

dell'individuo, piuttosto che i suoi valori, opinioni, credenze. Esistono però alcuni fattori che

possono limitare la validità dell'osservazione diretta: la mancanza di anonimato, imparzialità del

ricercatore (tende a vedere quello che si aspetta), mancanza di strutturazione dello strumento di

osservazione (con ripercussioni sulla validità e replicabilità), distorsioni dei sensi (udito e vista). Per

Geertz, il problema degli antropologi è quello di distinguere un buon racconto da uno cattivo; molto

più facile è determinare l'attendibilità nelle indagini che utilizzano schemi di osservazione

strutturati.

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Nel 1839 è ufficialmente nata la macchina fotografica. Ben presto diventò uno strumento essenziale

per le scienze umane e i positivisti, in quanto permetteva di ampliare la conoscenza. Essa nasceva

nell'età della scienza, nel clima positivista, in un clima fortemente correlato agli obiettivi del

capitalismo industriale. Ma proprio in quegli anni emergevano con forza i problemi sociali e la

fotografia, da attività prettamente borghese, testimoniò la disperazione e il degrado dei meno

abbienti (fotografia sociale). Le basi della sociologia visuale andranno ricercati proprio nella

fotografia sociale e nel foto-giornalismo di impegno civile. Contemporaneamente allo sviluppo

della fotografia e alle prime esperienze cinematografiche, la fine del secolo XIX vedeva anche il

consolidamento delle scienze sociali. Furono soprattutto etnologi e antropologi ad intuirne il grande

potenziale.

La fotografia infatti permetteva maggiore comprensione dei movimenti grazie alla possibilità di

“congelare” gli istanti, ma non poteva aiutare a comprende il movimento come continuum spazio-

temporale: fu il cinematografo a farlo (1895). uno dei primi pionieri fu Marey, che considerò la

cinematografia come un indispensabile strumento di indagine scientifica. Oltre a lui, nel 1888 fu

Edison a brevettare uno strumento in grado di registrare i suoni (dal grande valore antropologico).

L'esplosione del cinema fi quasi immediata. Il precursore dei film di ricerca sociale fu l'allievo di

Marey, Reganult, che presentò una sequenza della costruzione di alcuni vasi d'argilla da parte di

alcuni africani. Il film etnografico per eccellenza resta però Nanook of the north, sugli esquimesi

(reciproca collaborazione tra osservati e osservatori; solo poche scene costruite). Boas nel 1930 fu

uno dei primi a compiere una spedizione con fonografo e cinepresa. In generale la fotografia sociale

si è sviluppata come strumento di informazione, mentre il cinema si è trasformato in uno spettacolo

di massa.

La sociologia visuale, negli ultimi anni, si è andata affermandosi sempre di più; spesso viene

identificata con il documentarismo o con la sociologia della fotografia, ma si tratta di un

riduzionismo. Essa nasce negli Stati Uniti, grazie alla tradizione documentaristica, al

fotogiornalismo, all'antropologia visuale e all'etnografia: la fotografia a sfondo sociale si era già

diffusa negli USA nell'ottocento grazie a Riis e Hine. Negli anni '30 la sociologia si sforzò di

migliorare i propri strumenti di ricerca, ma solo gli anni '70 possono considerarsi fecondi per la

sociologia visuale (periodo di grandi mutamenti sociali e recessione economica), quando sociologi

e documentaristi poterono finalmente unirsi nella denuncia su determinati fenomeni.

In Italia i primi contributi sulla sociologia visuale arrivarono negli anni '80 (1983), data che

coincide anche con la fondazione dell'Internationale Visual Sociology Association: il suo primo

convegno in Italia fu nel 1996. La tradizione italiana appare meno legata all'antropologia rispetto

alla corrente statunitense, ma molto più alla grounded theory, alla fenomenologia e alla sociologia

weberiana.

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L'utilizzo della fotografia ha suscitato fin da subito tre problematiche, riguarda la sua oggettività, la

sua soggettività e l'estetica: tali resistenze hanno ritardato l'ingresso della fotografia nelle scienze

sociali. Essendo immagini fedeli del mondo, le fotografie entrano a pieno nel mondo della scienza;

inoltre, nessuno fotografa allo stesso modo, per cui diverse fotografie ricalcano differenti visioni

della realtà. Altri fattori che pregiudicano la fotografia riguardano la sua bidimensionalità (la realtà

è tridimensionale). La fotografia è un atto selettivo, una rappresentazione della realtà, che mantiene

con essa un rapporto indicale. Essendo tuttavia anche uno strumento in mano ad un individuo, essa

può essere concepita anche come uno strumento soggettivo di costruzione della realtà.

Diverso è il caso delle arti figurative che si affidano all'abilità, alla creatività e alla memoria

dell'artista e in cui esiste un messaggio dell'autore, ma anche un messaggio interpretato dalla

società che lo interpreta. Rispetto a ciò Peirce distingue la fotografia, che è indice della realtà, dalle

arti figurative, che sono un'immagine-icona (somiglianza) della stessa: l'arte è qualcosa che sta nella

mente dell'artista, ma che non esiste necessariamente nel mondo reale.

Il valore sociologico di un'immagine non consiste nel suo contenuto, quanto nella metodologia di

creazione, utilizzazione e interpretazione dell'informazione visiva, che la contraddistingue dalla

fotografia o dal filmato come semplici prodotti culturali. In tale contesto, l filmato, rispetto alla

fotografia che può immortalare solo degli istanti, si presenta come uno strumento in grado

immortalare una successione di immagini e comportamenti sociali nella loro totalità.

Losacco individua una differenza tra i vecchi e i nuovi ricercatori: i primi sono soddisfatti di uno

strumento che credono infallibile, mentre i nuovi, consci dei propri limiti, cercano di integrare con

altri strumenti.

Il convengo del 1993 in Italia promosso dall'ais ha visto un autentico confronto tra sociologi

quantitativi e sociologi qualitativi. Con il tempo il dibattito si è affievolito, grazie anche alla

consapevolezza dell'indispensabilità delle due parti. L'approccio quantitativo affonda le proprie

radici nel positivismo. Nel dibattito Mattioli suggerisce la necessità di riprodurre immagini senza

mai deviare dalla logica della metodologia scientifica, cheimplica coerenza con le ipotesi, nella

corrispondenza dei concetti formulati, nella validità e attendibilità, nella possibilità del controllo e

dell'intersoggettività.

La sociologia visuale si muove principalmente nel campo dei microsistemi e dei subsistemi locali

(studio delle subculture e dell'integrazione sociale, studio della devianza e della marginalità,

sociologia della famiglia, sociologia urbana e delle comunità..). Il dato visuale riveste un ruolo

centrale in ciascuna delle 4 fasi di ricerca del ciclo metodologico dell'informazione, costituzione

dell'informazione, trattamento, interpretazione e diffusione.

L'intervista basata sul foto-stimolo può essere considerata una variazione dell'intervista semi-

strutturata, con la differenza che rispetto a quest'ultima, si basa sulle immagini e non su una traccia

di domande: l'immagine diviene il focus della comunicazione. La videoregistrazione dell'interazione

può riguardare una situazione d'intervista o una dinamica di gruppo: attraverso di essa è possibile

afferrare anche gli aspetti più fugaci o fungere da strumento per la memoria del ricercatore. La

produzione soggettiva di immagini consente che chi viene osservato produca del materiale visivo: è

fondamentale la concettualizzazione da parte di chi costruisce le immagini. La ripresa video-

fotografica è uno strumento che nell'osservazione partecipante affianca i taccuini e i registratori

audio; il contesto cui fa riferimento questa tecnica è la grounded theory.

Fino ad oggi le ricerche che hanno utilizzato materiale fotografico e audiovisivo sono state

classificate in due gruppi: le ricerche con scopi descrittivi che uniscono elementi iconici e quelle

totalmente organizzate con le immagini. Sociologia delle immagini = sociologia sulle immagini

(sociologia della comunicazione visuale).

In questi dieci anni la sociologia visuale ha offerto validi contributi, anche se esigui: ci&o

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A.A. 2015-2016
5 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Crash_9009 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ricerca sociale contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Ciampi Marina.