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Estratto del documento

Jerome Bruner.

Nacque nel 1915 e produsse testi per oltre 50 anni spaziando prima dal funzionamento mentale

adulto fino allo sviluppo del pensiero del bambino,sulle modalità e sull'influenza del contesto.

Recentemente si è interessato al rapporto tra mente e cultura,su i meccanismi di passaggio di

significato nelle due direzione che permettono la costruzione del Sé.

Bruner sviluppa un modello complesso del funzionamento mentale che espone nel libro La mente a

più dimensioni,dove sostiene la presenza di due modalità di pensiero,complementari e

qualitativamente diverse:il pensiero paradigmatico (o logico-scientifico) e il pensiero narrativo

(determinato dalla relazione tra l'individuo e l'ambiente storico-culturale).

Per conciliare queste due direzioni,la psicologia deve occuparsi dello studio dei modi in cui l'uomo

interpreta il mondo,se stesso e gli altri ovvero la capacità tipicamente umana di costruire,tramandare

e condividere significati.

Bruner sviluppa il pensiero di Vygotskij ed approfondisce i concetti di cultura e di soggetto.

Definisce soggetto come un essere immerso in un contesto culturale determinato. L'attenzione è

però spostata sulla manifestazione concreta della rappresentazione dell'interazione soggetto-

ambiente e sulle modalità della sua elaborazione. Un esempio sono i soliloqui spontanei di Emmy

(2 anni) che produce prima di dormire:Emmy è protagonista del proprio sviluppo mentale e

rielabora sistematicamente l'esperienza quotidiana. La costruzione del Sé passa attraverso la

narrazione,profondamente legata al linguaggio non solo come lessico e sintassi ma anche come

capacità di adattare regole narrative per costruire un discorso.

Il linguaggio è un sistema simbolico che impone un punto di vista sul mondo ma anche l'impegno

della mente verso il mondo. È un mezzo di comunicazione ma è anche il primo strumento di

rappresentazione della realtà e struttura il pensiero. La cultura,nel processo di costruzione del Sé,

non solo fornisce i contenuti simbolici e gli strumenti per comprenderli ed interiorizzarli,ma dà un

modello strutturale che influenza la costruzione del pensiero e il suo funzionamento.

Bruner ipotizza che durante lo sviluppo cognitivo,accanto alla costruzione di una teoria della mente

per comprendere i pensieri altrui,si formi una teoria della cultura che permette al bambino di dare

senso al mondo di significati in cui vive.

La cultura è la capacità umana di rappresentarsi in rapporto al mondo con un duplice ruolo:quello di

mondo cui adattarsi e insieme di modalità e strumenti per arrivare a tale adattamento. Lo scopo

della cultura diventa contenere i significati e gli strumenti per permettere alle persone di accedervi e

partecipare attivamente alla loro costruzione. Attraverso questo processo situato di significazione si

costruisce e si evolve la mente umana.

I processi di rappresentazione permettono di ordinare ed organizzare il mondo per dare dei

significati agli eventi. L'incontro con il mondo è sempre indiretto e la visione della realtà filtrata da

un sistema simbolico. La rappresentazione del mondo è costruita da convenzioni linguistiche che

implicano regole socioculturali:è evidente lo stretto legame tra la rappresentazione soggettiva della

realtà e il sistema simbolico di riferimento.

Per Bruner gli elementi che stanno alla base della cultura sono:la rappresentazione,la radice della

cultura individuale,interiorizzata con l'esperienza e la narrazione;il sistema simbolico che informa il

contesto culturale esterno. Il legame tra i due elementi permette il processo di comunicazione e la

negoziazione. La volontà di manipolare i significati implica la volontà di agire in prima persona nel

contesto e un reale coinvolgimento nella situazione. Entro questo il Sé individuale si struttura e si

evolve oltre a costruire e modificare la cultura.

Tra gli strumenti di significazioni,ce ne sono alcuni più antropomorfi:il linguaggio e il pensiero

narrativo;ad un secondo livello,il racconto autobiografico. I primi due interpretano gli eventi

quotidiani e li rendono comprensibili all'individuo,permettendogli di organizzarli. Il racconto

autobiografico è il principale strumento con cui,mediato dalla famiglia,viene trasmessa la cultura.

L'interazione madre-bambino e poi famiglia-sistema sociale ha il compito di promuovere lo

sviluppo delle capacità e competenze individuali e di introdurre il bambino nel sistema culturale di

riferimento.

Il processo di interiorizzazione ha 3 strumenti:

rappresentazione attiva,schema operativo che coordina i movimenti necessari al

• compimento di un determinato compito motorio

rappresentazione iconica,immagine o schema spaziale

• rappresentazione simbolica,sistema di riproduzione dell'esperienza attraverso sistemi

• simboli.

Ognuna della 3 tipologie usa specifici amplificatori sociali ovvero artefatti che facilitano o limitano

lo sviluppo di alcune modalità rappresentative. La costruzione del Sé non è più un processo

individuale ma ha una strutturazione flessibile,culturalmente determinata con ampi margini di

negoziazione per l'adattamento al contesto socioculturale. L'individuo,condizionato e determinato

dalla cultura,non è però un oggetto passivo ma agisce sulla cultura stessa attivamente. Utilizzando

gli strumenti forniti dalla cultura e integrandosi ad essi,li modifica e li trasmette alle successive

generazioni.

Il pensiero di Bruner si può riassumere:

influenza reciproca o co-costruzione tra mondo interno del soggetto e mondo esterno

• concetto di artefatto come elemento in cui si deposita la cultura e fattori che dà senso al

• comportamento

ruolo centrale dei processi psicologici individuali che ricevono,trasmettono e costruiscono la

• cultura con meccanismi specifici.

Natura e cultura:psicologia evoluzionistica e psicologia culturale.

Alla base della psicologia culturale ci sono interi filoni di pensiero e un acceso dibattito

sull'importanza dei fattori biologici e ambientale nello sviluppo del comportamento.

L'interazione tra fattori biologici e non biologici (socio-culturali) è un'esperienza comune e

affrontati in modo più o meno diretto dalla psicologia. Ma la psicologia evoluzionistica si occupa

specificamente di questo.

Secondo la psicologia evoluzionistica,il cervello della specie umana ha sviluppato,grazie a forze

selettive attive legate alla cultura,dei tratti psicologici adattativi,che sono elementi pan-

umani,costanti in ogni individuo. I tratti,in funzione degli stimoli presenti nell'ambiente,attivano dei

processi di adattamento che variano a seconda delle condizioni socioculturali e storiche.

L'intero processo è bioculturale:elementi biologici e culturali interagiscono sia nella formazione dei

tratti di base sia nella loro espressione nei diversi contesti storico e sociali. I tratti adattivi sono stati

selezionati perché permettevano il raggiungimento indiretto di obiettivi legati all'aumento della

fitness (possibilità di riproduzione e sopravvivenza).

Alla base dei tratti ci sono le emozioni:i tratti sono stati selezionati perché capaci di suscitare

emozioni positive in caso di situazioni adattative e negative in caso di situazione disadattative.

Il comportamento deriva da un processo di co-costruzione tra geni e cultura. Il genoma è

potenzialità:il patrimonio genetico implica differenza biologica tra gli individui ma non programma

le risposte di fronte a situazioni sociali ed ambientali diverse. C'è una doppia ereditarietà composta

da selezione naturale e selezione culturale. Le esperienze che avvengono nei contesti sociale e

culturali creano dinamiche di reciprocità tra cervello e comportamento. Il cervello è un processore

di informazioni aperto e dinamico rispetto alle influenze culturali.

Un modello tipico dell'approccio bioculturale è quello proposto da Massimini che riprende

precedenti spunti teorici. Nel modello la cultura influenza i processi psichici e il comportamento,

sempre in relazione ai fattori biologici ed ambientali. L'equazione adattativa estesa è riassumibile

in:

C=f(G,CI,n)+(AN,CE,n)+I(G,CI,CE).

Ogni comportamento umano dipende dall'interazione e dalla co-azione di un ristretto numero di

fattori. Un primo gruppo concerne l'individuo:sono istruzioni e vincoli comportamentali depositati

nel sistema nervoso centrale comprendenti le istruzioni genetiche trasmesse nel DNA (G=istruzioni

genetiche) e le istruzioni culturali intrapsichiche frutto dell'apprendimento ed elaborazione

individuale (CI=cultura interna). La cultura interiorizzata è in relazione con la base biologica e le

istruzioni genetiche dei comportamento attraverso i diversi gradi di penetranza (n) o acculturazione

dell'individuo. La penetranza rappresenta l'importanza relativa tra i due tipi di istruzioni così come

si manifesta nelle situazioni comportamentali.

Un secondo gruppo riguarda il mondo esterno. Sono istruzioni e vincoli comportamentali depositati

all'esterno dell'individuo,da un lato nell'ambiente esterno (AN) e dall'altro nella cultura esterna o

extrasomatica (CE). I due fattori hanno un'importanza relativa e una diversa penetranza

dell'ambiente naturale attraverso la cultura.

Un terzo gruppi è connesso al tempo:sono le istruzioni comportamentali biologiche o della cultura

intrapsichica individuale o della cultura extrasomatica che erano utili in passato ma al momento non

lo sono più. Essi però restano a disposizione del comportamento per inerzia (i).

I due sistemi di informazione,l'attuale e il passato,hanno due possibili destini:possono integrarsi con

nuove configurazione psichiche e culturali,aumentando la complessità psichica e sviluppando il

comportamento e la cultura;possono entrare in conflitto con varie forme di disagio.

L'equazione adattativa è utile perché sottolinea come il comportamento umano abbia sia una base

biologica che culturale e perché il mondo intrapsichico si costruisca in stretta relazione con

l'ambiente esterno e la cultura.

Il contributo dell'antropologia alla psicologia cultura e le definizioni di cultura.

La psicologia culturale e l'antropologia sono legate da una complessa relazione sviluppatasi nel

mondo anglosassone dagli anni Venti.

F. Boas è il caposcuola dell'antropologia americana proseguita con i suoi allievi E. Sapir,R.

Benedict e M. Mead. La scuola sviluppò studi e una nuova attenzione scientifica per il concetto di

cultura, per le relazione tra processi psicologici e culturali,per le concezioni e le definizioni di

personalità,de Sé e dei processi mentali.

Due sono i punti fondamentali:la localizzazione individuale o collettiva della cultura e la divis

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
27 pagine
8 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LaTita di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale ed ambientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Inghilleri Paolo.