Le recenti scoperte in psicoacustica rivelano che Leibniz aveva ragione e
che noi inoltre abbiamo delle preferenze naturali per suoni che rispettano
determinate caratteristiche temporali o che sono legati a strutture
armoniche riconoscibili.
La scienza ha messo a disposizione del compositore nuovi suoni e timbri
ma ha anche migliorato gli strumenti tradizionali.
La psicoacustica individua le risorse e i limiti umani di fronte al suono e si
chiede:
1- esistono aspetti biologici nei criteri di consonanza/dissonanza?
2-c'è una base ontogenetica nella nostra preferenza verso l'armonia tonale?
3- da dove viene il nostro “sentire” certi intervalli musicali?
4- quanta importanza ha l'ambiente naturale e quello culturale e quanto
quest'ultimo può influenzare il primo?
5- come fa il nostro orecchio a collocare un suono complesso ad un'altezza
precisa sul pentagramma? (questo è un aspetto molto interessante perchè
aiuta a capire come il sistema nervoso elabora dei segnali provenienti dagli
organi periferici).
P. Boulez 50 anni fa disse che la musica non può progredire senza l'aiuto
della scienza e l'iniziatore dell'elettronica musicale J. Pierce aggiunse che i
geni della musica del passato incombono sui compositori contemporanei e
per non farsi schiacciare bisogna approdare a nuove conoscenze.
Elettronica ed informatica hanno aperto nuove prospettive timbriche e
sonore ma hanno contribuito anche a migliorare gli strumenti tradizionali
non solo nella progettazione costruttiva ma anche nella loro valutazione
oggettiva.
La psicoacustica aiuta a capire perchè la musica contemporanea viene
rifiutata dal vasto pubblico e interessa solo i pochi esperti.
Schoenberg disse che siamo vittime di un'assuefazione culturale ma ora ,
grazie alla scienza possiamo capire se ciò è vero o se in realtà ci sono
esigenza naturali della mente e del corpo.
Musica e scienza sono imparentate ( facevano parte delle arti del quadrivio
medioevale) e ancor prima Pitagora affermò che l'armonia è il frutto del
“magico potere dei numeri” (gli intervalli di VIII, IV e V perfetti hanno
frequenze che stanno tra loro in rapporti di piccoli numeri interi:
do-do'= 1:2 / do-sol= 2:3 / do-fa= 3:4 / quindi 1+2+3+4= 10 NUMERO
MAGICO).
Galileo verificò che i numeri pitagorici corrispondevano alla lunghezza
delle corde usate per quelle note e a fattori fisici specifici ossia onde che
s'insediano nelle corde.
Nel '700 Leibniz abbandona definitivamente la magia e la cabalistica, che
avevano influenzato per molto tempo i suoni musicali, affermando quanto
detto sopra. “musica è un esercizio aritmetico della mente che conta senza
sapere di contare”. Questa affermazione è quanto mai attuale e ci viene
confermata dalle moderne conoscenze scientifiche infatti lo stimolo sonoro
genera impulsi elettrici diretti al cervello che poi li organizza. Questa
capacità è naturale e appartiene anche ai non musicisti incapaci di leggere
la musica e di sentirne le raffinatezze.
Helmholtz
Helmholtz studiò nell'800 i problemi relativi alla percezione acustica e
visiva. Studiò in particolar modo la consonanza e la dissonanza
affermando che la dissonanza ha in se 2 suoni con frequenze molto vicine
che producono una sorta di ululato spiacevole all'ascolto (ma utili
nell'accordatura degli strumenti).
Prendiamo la quinta perfetta “do-sol” (esempio consonante) e la quarta
aumentata “do-fa# (il “diabolus in musica”), nel primo caso non accade
mai che due armoniche possano battere tra di loro, nel secondo caso questo
si verifica più volte : alla 3a,4a, e 7a armonica del do che battono con la
2a,3a, e 5a del sol e in più i due suoni non hanno nessuna armonica in
comune.
Pierce e Boulez
Intorno agli anni 1960-70 Pierce e Boulez dimostrarono però l'inesattezza
di queste teorie: per avere la consonanza non è necessaria l'assenza di
battimenti.
Essi non prendono in considerazione l'ottava naturale ma quella maggiore
escludendo che tra le note della scala ci siano rapporti armonici e lavorano
con strumenti che producono suoni sintetici.
Suoni con ottava espansa si ottengono solo con strumenti sintetici o col
computer perchè gli strumenti ad aria o a corde hanno una struttura
armonica naturale.
Ampliandosi tutti gli intervalli si riduce la possibilità di avere battimenti
quindi gli accordi consonanti dovrebbero diventare consonanti e quelli
consonanti rimanere immutati.
In realtà il risultato sonoro non è quello descritto:
la dissonanza diventa più percepibile, gli accordi vengono percepiti come
una sovrapposizione di frequenze riconoscibili individualmente e
disturbanti. Le cadenze perfette sembrano simili a quelle sospese.
Il gioco delle voci è quasi irriconoscibile.
Questi effetti negativi spariscono quando l'espansione dell'ottava viene
ridotta del 5% perchè in questo caso il nostro orecchio riesce di nuovo ad
assegnare un'altezza al suono e la musica riacquista significato.
In sostanza il suono risulta gradevole se ha queste caratteristiche:
-fusione delle frequenze da cui è formato
-timbro definito
-altezza identificabile
Possiamo raggiungere queste proprietà se:
-c'è la struttura armonica
-c'è una discreta periodicità nell'onda
Se manca la struttura armonica possiamo comunque avere una discreta
percezione ma a patto che si riesca ad assegnargli un timbro e un'altezza
con i quali possiamo giungere ad una serie armonica approssimata
(pensiamo ad esempio agli strumenti inarmonici come le campane tubolari
e i timpani con i quali possiamo intonare melodie e che sono inseriti in
orchestra).
Identificazione dell'altezza
Nel caso di suoni puri non formati da più frequenze, il cervello assegna un
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