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NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ: L’ATTACCAMENTO DISINIBITO:

Da alcune ricerche è emerso che i bambini ricoverati in istituto nei primi anni di vita presentassero una

percentuale elevata di attaccamenti atipici rispetto a quelli presenti nella popolazione normale. Questa

modalità di attaccamento è stata definita disturbo reattivo dell’attaccamento (RAD). Rispetto a questo

disturbo sono stati differenziati due sottotipi:

a) il disturbo dell’attaccamento ritirato ed emozionalmente inibito: caratterizzato da ipervigilanza e

preoccupazione unitamente alla difficoltà a utilizzare il caregiver come figura che consola e protegge.

b) disinibito con socievolezza indiscriminata: contraddistinto da un’eccessiva familiarità dimostrata nei

confronti di adulti sconosciuti o marginalmente conosciuti e dalla difficoltà a formare un attaccamento di tipo

selettivo verso figure specifiche.

Secondo i risultati di ricerca, nei bambini, una volta adottati o posti in affido, i segni del disturbo reattivo

dell’attaccamento inibito diminuiscono significativamente, mentre rimangono persistenti quello relativo

all’attaccamento disinibito i cui marker prevalenti appaiono la ricerca di contatto fisico e la familiarità

dimostrata verso adulti sconosciuti o scarsamente conosciuti, riassumibili in un atteggiamento

iperamichevole verso partner non familiari.

Ciò che appare intaccata dall’aver sperimentato relazioni precoci sfavorevoli non sembra la capacità di

formare nuovi legami di attaccamento, ma semmai quella, di matrice intersoggettiva, di intrattenere relazioni

sociali selettive con una valenza intima e approfondita. A questo proposito, alcuni ricercatori hanno proposto

di concepire solo il disturbo inibito come vero e proprio disturbo dell’attaccamento e di considerare invece

quello disinibito come un disturbo connesso alle diminuite capacità del soggetto di intrattenere relazioni

sociali selettive e intime.

CAPITOLO 4: ATTACCAMENTO, INTERAZIONI MADRE – BAMBINO E RISCHIO PSICOPATOLOGICO:

UNO STUDIO LONGITUDINALE:

è stato progettato un piano longitudinale suddiviso in due fasi (0 – 3 anni e 6 – 8 anni), volto ad approfondire

il ruolo svolto da alcune variabili precoci, costituite da una parte dall’attaccamento infantile e materno e

dall’altra dagli stili di interazione di madre e bambino valutati nel corso del primo anno di vita.

LO STUDIO 0 – 3 ANNI:

Nella prima fase, lo studio ha preso in esame lo sviluppo della relazione madre – bambino e il formarsi del

relativo legame di attaccamento, seguendo un gruppo di coppie madre – bambino nei primi tre anni di vita di

quest’ultimo.

Gli obiettivi in questa prima fase sono stati:

a) analizzare i modelli operativi interni di attaccamento delle madri e gli stili interattivi di madri e bambini

considerati a 3, 6 e 9 mesi di vita del bambino.

b) evidenziare la relazione di tali variabili con i pattern di attaccamento misurati nel bambino nel secondo

anno di vita.

c) evidenziare la possibile relazione di tutte le variabili considerate con eventuali disturbi dello sviluppo

valutati nel corso del terzo anno di vita del bambino.

Alla ricerca hanno partecipato 34 coppie madre – bambino tratte da una popolazione non a rischio. Le madri

avevano avuto tutte una gravidanza a termine e godevano di una relazione stabile con il loro partner. La loro

età era compresa tra i 28 e i 40 anni e il ceto socioeconomico era medio e medio – alto.

I bambini erano senza problemi organici alla nascita e il loro sviluppo cognitivo e motorio risultava nella

norma nelle misurazioni effettuate con le Scale Bayley a 5 e a 10 mesi, per quanto riguarda sia il punteggio

motorio sia quello cognitivo.

Nel corso della ricerca sono state valutate queste variabili:

1) a 3 mesi del bambino: i modelli operativi interni di attaccamento della madre con l’AAI

2) a 3, 6 e 9 mesi: gli stili interattivi di madre e bambino con il Care – Index.

3) dai 14 ai 16 mesi: i pattern di attaccamento del bambino con la Strange Situation

4) a 5 e 10 mesi: il livello di sviluppo sensomotorio e mentale del bambino con le Scale Bayley

5) tra i 24 e i 36 mesi: la presenza di eventuali disturbi nello sviluppo attraverso il sistema di classificazione

DC: 0 – 3.

Suddividendo gli stili della madre nelle categorie sensibile e non sensibile (comprendente lo stile controllante

e non responsivo) e del bambino nelle categorie cooperativo e non cooperativo (comprendente gli stili

difficile, passivo, compulsivo), le analisi dei dati relativi alle 34 coppie madre – bambino, seguite

longitudinalmente nei primi 3 anni di vita hanno evidenziato prima di tutto un’associazione significativa tra lo

stile interattivo materno e quello del bambino a 3, 6 e 9 mesi.

Infatti:

- lo stile interattivo sensibile delle madri è apparso associato con lo stile interattivo cooperativo dei bambini.

- lo stile interattivo non sensibile delle madri è apparso associato con lo stile interattivo non cooperativo dei

bambini.

Quindi i dati evidenziano il precoce adattamento reciproco che si instaura tra madre e bambino nel corso del

primo anno di vita sul versante sia dell’adeguatezza che del rischio.

Per quanto riguarda i modelli di attaccamento di madri e bambini misurati, rispettivamente, utilizzando l’AAI a

3 mesi e la Strange Situation a 14 mesi di vita del bambino, l’analisi dei dati ha mostrato un’associazione

significativa tra i modelli, suddivisi in sicuri ed insicuri, di madri e bambini, confermando l’ipotesi della

trasmissione intergenerazionale dei modelli di attaccamento formulata nelle precedenti ricerche.

I dati hanno anche messo in evidenza come i pattern di attaccamento dei bambini (sicuri/insicuri) siano

significativamente associati agli stili interattivi delle loro madri (sensibili/non sensibili) a 9 mesi.

Al contrario, gli stili interattivi adottati dai bambini nei confronti delle madri durante il primo anno di vita

(cooperativi/non cooperativi) non avevano alcuna associazione significativa con i loro pattern di

attaccamento.

Questo indica che la responsività materna ha maggior peso rispetto allo stile di interazione infantile nella

formazione dei legami di attaccamento.

Inoltre si è evidenziato che i pattern di attaccamento sicuri e insicuri dei bambini appaiono associati alla

stabilità della qualità degli stili interattivi delle madri valutata a 3, 6 e 9 mesi.

Infatti, si è delineata un’associazione significativa tra lo stile interattivo della madre che nel corso delle tre

interazioni rimane sempre sensibile o sempre non sensibile e il futuro pattern di attaccamento del bambino:

le madri sempre sensibili tendono ad avere bambini sicuri, mentre quelle sempre non sensibili bambini

insicuri.

L’instabilità della sensibilità materna non è invece risultata associata a specifici pattern di attaccamento.

Questo dato implica l’importanza di monitorare la responsività della madre a più riprese nel corso del primo

anno di vita del bambino.

Infine l’analisi ha evidenziato un’associazione significativa tra i pattern di attaccamento dei bambini e la

presenza di problematiche cliniche o subcliniche nella relazione madre – bambino rilevate dopo il secondo

anno di vita con la scala di valutazione globale della relazione genitore – figlio PIR – GAS relativa alla

classificazione DC: 0-3.

Infatti, i bambini con attaccamento insicuro presentavano in misura significativamente maggiore

problematiche riguardanti la relazione con la madre dopo il secondo anno di vita rispetto a quelli sicuri.

In sintesi:

I dati emersi appaiono significativi per l’individuazione di indicatori di rischio precoci, che si possono

evidenziare:

a) nella qualità dei modelli di attaccamento materno: c’è associazione significativa tra i modelli di

attaccamento materni insicuri e quelli infantili

b) negli stili interattivi materni nel primo anno di vita: c’è associazione tra stabilità della sensibilità/insensibilità

materna e qualità dell’attaccamento infantile

c) nei pattern di attaccamento dei bambini: c’è associazione tra insicurezza dei pattern di attaccamento e

presenza di problematiche cliniche o subcliniche relative alla relazione, valutate nel bambino dopo i 2 anni.

LO STUDIO 6 – 8 ANNI:

In una seconda fase dello studio le indagini si sono svolte a 6 e 8 anni con lo stesso gruppo di diadi madre –

bambino considerate nella fase precedente 0-3.

L’obiettivo della studio è stato:

1) valutare la relazione tra le variabili considerate nello studio 0-3 e la qualità dell’attaccamento del bambino

e la presenza di eventuali problematiche emotive e comportamentali a 6 anni.

2) esaminare la relazione tra le stesse variabili 0-3 e la qualità delle interazioni madre – bambino a 8 anni

considerate unitamente alla competenza emotiva del bambino misurata nello stesso periodo.

Le variabili 0-3 considerate erano:

a) attaccamento materno e infantile valutati con l’AAI e la Strange Situation

b) stili di interazione madre – bambino a 3, 6 e 9 mesi valutati con il Care Index.

Le variabili utilizzate a 6 anni erano:

a) attaccamento del bambino valutato attraverso il Separation Anxiety Test (SAT).

b) eventuali problematiche emotive e comportamentali del bambino esaminate con la Child Behaviour

Checklist (CBCL).

Le variabili utilizzate a 8 anni erano:

a) qualità dell’interazione tra madre e bambino con l’EAS.

b) livello di competenza emotiva del bambino con il test di comprensione emotiva (TEC)

Le analisi dei dati relativi agli 8 anni sono ancora in corso di completamento.

Per quanto riguarda gli stili, sono state mantenute le dicotomie della mamma sensibile/non sensibile

(controllante, non responsivo), e del bambino cooperativo/non cooperativo (passivo, difficile, compulsivo).

Considerando la relazione tra questi stili e i punteggi alle scale CBCL dei bambini a 6 anni, sono emerse

associazioni significative rispetto a tali punteggi per quanto riguarda gli stili di madre e bambino rilevati a 6 e

9 mesi.

In particolare, alle madri valutate come non sensibili nell’interazione con il loro bambino a 6 mesi

corrispondono bambini che a 6 anni hanno punteggi più elevati nella scala Esternalizzazione e nella relativa

sottoscala Comportamento aggressivo, rispetto ai bambini con madri valutate come sensibili a 6 mesi di vita.

I bambini valutati come non cooperativi a 6 mesi durante l’interazione diadica con la madre a 6 anni

presentano punteggi più elevati rispetto ai bambini valutati come cooperativi nella scala Internalizzazione (e

nella relativa sottoscala Lamentele somatiche), in quella Esternalizzazione (e nelle relative scale

Comportamento delinquenziale e Comportamento aggressivo) e nella scala Problemi totali (e nella

sottoscala Problemi di attenzione).

Per quanto riguar

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
46 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ali7877 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo socio affettivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Riva Crugnola Cristina.