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VIDEO – FEEDBACK E ATTACCAMENTO MATERNO:
La maggior parte degli interventi di video – feedback è basata su un’integrazione del modello
comportamentale con quello rappresentazionale.
Un esempio è il VIPP – R (video – feedback Intervention to Promote Positive Parenting and
Representations), che viene adottato nel secondo semestre di vita dei bambini.
Questo intervento amplia il VIPP, introducendo con la madre anche la discussione relativamente alle
rappresentazioni circa le proprie esperienze infantili rispetto all’attaccamento, avvalendosi dell’AAI e della
tematizzazione di argomenti connessi all’attaccamento.
Le discussioni sull’attaccamento riguardano alcuni temi specifici:
- le esperienze di separazione vissute dalla madre da piccola, i suoi sentimenti rispetto a quando è separata
dal bambino, i suoi pensieri rispetto a come il figlio viva le esperienze di separazione da lei;
- il comportamento dei propri genitori nella sua infanzia e il proprio comportamento attuale verso il bambino;
- il processo di distacco della madre dai genitori quando era adolescente, il cambiamento della relazione con
i propri genitori nel tempo e i desideri per il futuro del figlio;
- il rapporto tra “l’essere figlia dei propri genitori” e “l’essere il genitore del proprio bambino”, soprattutto
rispetto alle aspettative che la madre ha circa le esperienze che vorrebbe far vivere al proprio figlio.
VIDEO – FEEDBACK E APPROCCIO PSICODINAMICO:
Se sono presenti già disordini nella relazione tra genitore e bambino si può utilizzare il video – feedback
anche in una prospettiva a carattere psicodinamico.
In questo caso l’osservazione delle interazioni tra bambino e genitore si combina con l’esplorazione svolta
con quest’ultimo delle sue passate relazioni in modo da condurre il genitore a considerare le modalità attuali
di relazionarsi con il proprio bambino alla luce anche di tali esperienze.
Interessante è il modello di Beebe che combina video – feedback e approccio psicoanalitico rivolto a diadi
madre – bambino in cui sia già presente una distorsione nella relazione.
Questo intervento si fonda sull’uso congiunto dell’analisi microanalitica delle interazioni faccia a faccia tra
madre e bambino con l’analisi delle rappresentazioni materne circa le proprie relazioni passate, nonché dei
sentimenti e pensieri attuali che concernono la relazione con il proprio figlio.
L’intervento può durare dalle due alle quattro sedute ed è rivolto a diadi con bambini di età compresa tra i 5 e
i 9 mesi.
Nel secondo anno è prevista una seduta di follow – up attraverso la Strange Situation, a valutare
l’attaccamento del bambino.
Negli incontri è prevista una videoregistrazione dell’interazione faccia a faccia tra madre e bambino, che
nell’incontro successivo viene visionata con la madre, analizzando in modo dettagliato sia i momenti di
interazione positiva sia i momenti di rottura della comunicazione.
Inoltre è prevista la videoregistrazione di un’interazione faccia a faccia del bambino con un’estranea, al fine
di valutare se lo stile del bambino vari rispetto a quello adottato con la madre.
Durante gli incontri viene chiesto alla madre cosa ha provato nei vari momenti di interazione contenuti nel
video e cosa pensa abbia provato il bambino, con la finalità di aumentare la sua capacità di osservare se
stessa nell’interazione e di riconoscere ed essere più consapevole dei propri stati mentali e di quelli del
bambino.
L’”HOME VISITING”:
L’home visiting è un programma di intervento domiciliare diretto prevalentemente a famiglie
multiproblematiche per lo più a rischio psicosociale e fondato sul loro monitoraggio nel contesto familiare.
In generali tali interventi adottano un approccio prevalentemente di tipo psicoeducativo, fornendo
informazioni e indicazioni ai genitori sulle pratiche genitoriali e monitorandoli nell’acquisizione delle abilità di
base necessarie per la cura del bambino nel corso dei primi anni di vita.
Spesso sono anche finalizzati ad incrementare l’autonomia dei genitori, favorendo il loro accesso a servizi e
strutture di sostegno.
Caratteristiche comuni a tutte le diverse tipologie di intervento home visiting:
- offrire ai genitori un supporto nel contesto del loro domicilio migliorando le loro competenze genitoriali e
influenzando a lungo termine il benessere dei bambini e il loro sviluppo socioemotivo e cognitivo.
- la possibilità di fornire un servizio personalizzato e individualizzato all’intera famiglia.
Per esempio permette di eliminare i costi dei trasporti per lo spostamento e il problema delle cure per i
fratelli, che non sono destinatari diretti dell’intervento; inoltre fornisce all’operatore una conoscenza più
approfondita del background familiare.
- gli operatori forniscono un supporto sensibile e incoraggiante, mostrandosi comprensivi ed empatici rispetto
alle difficoltà manifestate dai genitori, aiutandoli a riflettere sulla qualità della loro interazione col bambino e
sulle pratiche di accudimento adottate.
Solitamente le visite domiciliari vengono effettuate a intervalli regolari e frequenti da operatori che possono
essere infermieri, psicologi, assistenti sociali o volontari.
Nonostanti tutti questi elementi condivisi, i programmi di home visiting possono differire rispetto ai loro
approcci.
Gli approcci di home visiting variano a seconda:
- dei destinatari
- del periodo su cui si focalizzano (gravidanza, periodo perinatale, infanzia, periodo prescolare)
- del focus (funzionamento familiare, problemi comportamentali del bambino)
- del tipo di servizi offerti
- dell’intensità delle visite
- degli operatori che svolgono l’intervento
Il capostipite dei programmi di home visiting è il NFP (Nurse Family Partnership) rivolto a madri primipare
con basso reddito, che copre il periodo della gravidanza fino ai 2 anni del bambino.
L’intervento è costituito da visite domiciliari con cadenza settimanale e poi bisettimanali e mensili e gli
operatori coinvolti sono infermiere.
Il programma si basa su tre obiettivi principali:
- migliorare l’esito della gravidanza
- sostenere i genitori nel mettere in atto comportamenti di cura più responsivi e adeguati nei confronti dei figli
per favorire uno sviluppo più positivo dei bambini
- cercare di condurre i genitori a un’autonomia sociale ed economica, che li renda in grado di progettare il
proprio futuro.
MODELLI DI INTERVENTO INTEGRATI:
Negli ultimi anni i programmi di intervento non sono più caratterizzati dall’impiego di una tecnica prevalente,
ma dall’utilizzo di approcci che combinano modalità di intervento differenti mirando contemporaneamente a
una presa in carico più globale e intensiva dell’intero sistema familiare.
Questi programmi infatti hanno il duplice obiettivo di
a) sostenere le modalità di parenting a livello comportamentale e di contribuire a ridefinire le
rappresentazioni mentali dei genitori.
b) potenziare la funzione riflessiva del genitore, intesa come capacità di comprendere e rispecchiare gli stati
mentali ed emotivi del bambino, contribuendo a cerare in lui un’immagine di sé coerente e ad acquisire la
capacità di attribuire a se stesso e agli altri stati emotivi e cognitivi.
IL PROGRAMMA STEEP:
Questo programma è rivolto a famiglie ad alto rischio ed è collegato allo studio longitudinale intitolato “The
Minnesota Study of Risk and Adaptation from Birth to Adulthood” e volto ad analizzare in un campione ad
alto rischio il ruolo svolto dall’attaccamento sullo sviluppo del soggetto considerato fino all’età adulta.
Il modello di intervento è basato sull’integrazione della tecnica del video – feedback con l’utilizzo dell’home
visiting a cadenza bisettimanale.
Le mamme coinvolte nel progetto partecipano anche a gruppi di sostegno periodici composti da mamme con
bambini della stessa età.
Il programma considera centrale il ruolo dell’operatore che segue la famiglia.
IL “CIRCLE OF SECURITY”:
È un intervento diretto a famiglie a rischio con bambini di età compresa tra 1 e 4 anni e prevede la
partecipazione del caregiver a incontri settimanali di gruppo per la durata di 20 settimane.
L’intervento è basato sulla teoria dell’attaccamento e utilizza un approccio individualizzato per
l’identificazione del nucleo problematico di ciascuna diade.
A differenza di altri protocolli, la valutazione del pattern di attaccamento dl bambino è il punto di partenza e
non di arrivo per iniziare l’intervento, che è infatti rivolto a genitori con bambini che abbiano compiuto un
anno di vita.
Durante gli incontri viene utilizzato un approccio psicoeducativo, attraverso cui si illustrano ai genitori i
principi fondamentali della teoria dell’attaccamento.
Questi insegnamenti sono mediati da illustrazioni che con un linguaggio semplice rappresentano il
comportamento del bambino, caratterizzato dall’alternanza tra esplorazione e attaccamento, e le relative
funzioni genitoriali.
Si cerca inoltre di affinare le capacità dei genitori di prestare attenzione ai segnali del figlio attraverso la
visione di alcuni filmati “addestrandoli” a interpretare correttamente i segnali di esplorazione e di
attaccamento che il bambino esprime.
In una fase successiva, attraverso la tecnica del video – feedback vengono forniti dal terapeuta commenti
positivi e correttivi sul comportamento del genitore osservato nel filmato.
La finalità principale dell’intervento è quella di aiutare i genitori a comprendere che un’interazione armoniosa
con il bambino può anche andare incontro a fraintendimenti e fallimenti che richiedono di essere “riparati” e
che è questa a caratterizzare una relazione di attaccamento sicura.
“MINDING THE BABY”:
Negli ultimi anni, l’intervento si è focalizzato sulla funzione riflessiva della madre, ovvero sulla sua capacità di
“tenere a mente il bambino” comprendendo i suoi stati interni, le sue emozioni, i suoi pensieri e le sue
intenzioni.
Questa capacità risulta correlata sia all’attaccamento sicuro del bambino che all’adeguatezza della
responsività materna.
Tra questi programmi di intervento troviamo il Minding the Baby (MTB), messo a punto da Slade, che
consiste in un protocollo di intervento fondato sull’home visiting.
Esso è volto, oltre che ad aumentare la capacità di mentalizzazione genitoriale, anche a migliorare il legame
di attaccamento tra madre e figlio, la salute mentale fisica della madre e lo svil