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B.

L’abituazione e la violazione di aspettative: Baillargeon considera un aspetto particolare del concetto di

oggetto permanente: gli oggetti solidi perdurano nel tempo e non possono essere attraversati da altri 7

oggetti. Con bimbi di circa 4 mesi attraverso l’abituazione, presenta una tavoletta che ruota avanti e

indietro continuamente. Dopo viene mostrato:

 O un “evento possibile” -> dietro la tavoletta viene collocata una scatola che ne interrompe il

percorso

 O un “evento impossibile” -> sempre una scatola dietro, ma con un trucco questa viene fatta

sparire per far si che la tavoletta sembra o che la attraversi o che non abbia continuità spazio-

temporale

I bambini che vedono l’evento possibile non mostrano segni di ripresa di interesse, invece gli altri

osservano la scena per tempi decisamente più lunghi dimostrando che c’è una violazione

dell’aspettativa e che possiedono il concetto di oggetto permanente nel tempo e solido già a 4 mesi

(per Piaget compariva a 12, errore probabilmente dato dal fatto che gli faceva svolgere compiti più

complessi).

L’età prescolare

Nuova forma di simbolizzazione: il disegno, deriva dallo scarabocchio, attività percettivo-motoria che

compare tra il 5-6 sottostadio, che richiede di coordinare vari schemi senso-motori (pressione matita,

contatto con il foglio, movimento del braccio, feedback visivo per regolare il movimento). Solo verso i 2

anni e mezzo compare un intenzione rappresentativa, prima non si vuole raffigurare nulla.

Il significato compare a volte dall’azione stessa del disegnare (es: emettere suoni che costruiscono un

gioco di finzione) ed in questi casi si parla di rappresentazione attraverso l’azione. In altri casi il bambino

può notare la somiglianza fra la forma che ha disegnato e qualche oggetto noto, in altri disegna

pensando a qualcosa pur se esce tutt’altro. C’è quindi una fase transitoria in cui è presente

un’embrionale intenzione rappresentativa. Le prime semplici forme schematiche appaiono tra i 3 ed i 4

anni (es: pupazzo testone, singola forma tondeggiante che rappresenta sia la testa che il corpo)

Fattori alla base della transizione dallo scarabocchio al disegno:

 Guida da parte degli adulti a comprendere il significato delle forme grafiche

 Capacità dei bambini di coordinare in memoria di lavoro l’immagine della forma che vogliono

produrre

 I segni grafici necessari a produrla

 Significato che essa rappresenta

Modi in cui i bambini rappresentano il mondo fisico, i fenomeni naturali, le relazioni tra cause ed effetti:

Animismo -> attribuire vita, coscienza o intenzioni a ciò che è inanimato (il muro mi ha picchiato)

Artificialismo -> credere che piante, animali o corpi celesti siano prodotti dall’uomo (chi fa la luna?)

Finalismo -> confonde la causa con il fine (perché le ruote della bici girano? Per fare presto!)

Per Piaget il pensiero infantile sarebbe caratterizzato da egocentrismo, cioè dalla difficoltà di adottare

punti di vista dal proprio, ricerche recenti evidenziano come i bambini in età prescolare comprendono in

modo corretto molti aspetti del mondo fisico e naturale.

Il bambino di 3 anni ha già qualche conoscenza della mente ma la comprensione delle rappresentazioni

mentali e delle credenze altrui emerge solo verso i 4 anni. In questo periodo il bambino acquisisce anche

un ampio repertorio di script, schemi mentali di sequenze di eventi tipici (cosa succede se arriva la

nonna) ed in questi casi sanno prevedere cosa accadrà dopo e si stupiscono se accade qualcosa di

diverso dalla sequenza tipica.

Inizia una conoscenza dei numeri: chiediamo ad un bambino di circa di due anni di darci un auto,

solitamente sarà in grado di farlo; chiediamo di darcene 3, ce ne darà una manciata. A circa 3 anni danno

risposte corrette fino al 2, a 3 anni invece fino a 3 oggetti, a 4 hanno l’abilità di contare fino ad un certo

punto (quindi hanno in se vari principi e sanno coordinarli fra loro, ad esempio non perdere di vista gli

oggetti o mettere sempre i numeri nella stessa sequenza). Caratterizza questa fase anche il passaggio

da rappresentazioni o simboli elementari a rappresentazioni molteplici da integrare fra loro.

L’età scolare

Le attività scolastiche hanno un impatto considerevole sullo sviluppo cognitivo. Uno degli aspetti più

studiati sono le operazioni di classificazione, dove in età prescolare si acquisisce un ampia varietà di 8

concetti senza che ci sia però l’abilità di ragionare su di essi. Piaget e Inhelder in un compito mostrano al

bambino un gruppo di forme colorate che comprende: quadrati rossi, blu e cerchi sono blu e gli viene

chiesto: “Tutti i quadrati sono rossi? Tutti i cerchi sono blu? Tutte le figure rosse sono quadrati? Tutte le

figure blu sono cerchi?”; Dopo i 7 anni i bambini riescono a rispondere correttamente, quindi intorno a

quest’età si sviluppa la capacità di classificare gli oggetti secondo 2 criteri contemporaneamente.

Indagarono anche il confronto fra una classe e una sua sottoclasse (es: mazzo di fiori con 2 primule, “ci

sono più fiori o più primule?) e dagli 8 anni rispondevano correttamente. Ciò non vuol dire che gli 8 anni

siano un momento decisivo per la comprensione dell’inclusione, poiché facendo lo stesso trucco

utilizzando animali rispondevano correttamente dagli 11 anni dimostrando che quindi verso i 7 anni si ha

una svolta per la maggior parte delle operazioni logiche di classificazione, ma la difficoltà di ragionare

secondo una gerarchia di classi e sottoclassi dipende dalla caratteristica del compito, del materiale e da

altri fattori facilitanti o fuorvianti.

In questa fase si impara la capacità logica sull’uso di relazioni asimmetriche (della forma a<b); Piaget e

Inhelder presentano ai bambini di età diversa una decina di bastoncini di lunghezze diverse chiedendogli

di metterli in ordine crescente:

 Fino ai 6 anni in molti falliscono

 Dai 7 usano una strategia sistematica, cercando ogni volta il bastoncino più breve e

aggiungendolo alla fila (capacità di seriare)

Piaget riteneva che le operazioni logiche di classificazione e di seriazione, fossero alla base delle abilità

cognitive acquisite in questo periodo perciò parlava di stadio delle operazioni concrete, posizione molto

criticata e poi abbandonata e oggi si pensa che sia un’acquisizione come le altre.

Un altro aspetto è l’acquisizione di concetti numerici e quantitativi, intorno ai 5-6 anni il numero diventa

la base del ragionamento quantitativo. A quest’età si forma una rappresentazione mentale dei numeri

come una linea, in cui ogni numero rappresenta una precisa quantità e quanto più due numeri sono

distanti più è diversa la grandezza rappresentata. Uno dei segni più chiari della acquisizione del concetto

di linea dei numeri interi è costituito da un cambiamento di strategia nelle addizioni, per calcolare 2 + 3

un bambino si può limitare a contrare tre numeri dopo il 2 mentre in caso contrario si rappresenterebbe

tutte le unità su un foglio e poi le conterebbe.

Griffin e Case hanno studiato il costituirsi di una struttura concettuale dei numeri interi e le sue fasi

evolutive:

- 5-6 anni: concezione lineare dei numeri

- 7-8: i bambini comprendono decine e unità come due dimensioni distinte e con ruoli diversi

- 9-10: padroneggiano nella sua interezza il sistema posizionale delle cifre e iniziano a porre le

basi per la costruzione di una nuova struttura concettuale, quella dei numeri razionali

(decimali, percentuali, frazioni)

Si sviluppa anche la comprensione dell’invarianza delle quantità fisiche e numeriche rispetto a

trasformazioni che possono essere anche molto salienti sul piano

percettivo.

Piaget e Inhelder mostrano al bambino due palline fatte con la

stessa quantità di plastilina. Di fronte al bambino che osserva, si

deforma una delle due palline e si chiede al bimbo se c’è ancora la

stessa quantità. Il bimbo che ha in se il concetto dell’invarianza

risponde correttamente, e Piaget chiama questa acquisizione

conservazione della sostanza. L’idea della conservazione si applica

anche al numero, mostrando al bimbo due file di 6 pedine bianche

e due di nere perfettamente allineate; spostando però alcune

pedine nella fila davanti (esempio 1° fila 9 nere 2° fila 3 nere)

costituendo così una linea più lunga solo il bimbo che ha in se

questo concetto risponderà correttamente, e ciò avviene intorno ai

6-7 anni [NB: conservazione sostanza 7-8; conservazione peso 9-10;

conservazione volume 11-12].

Per il disegno cambia completamente l’organizzazione spaziale: in età prescolare (5 anni) colloca le 9

figure in modo disordinato o sul margine inferiore del foglio e nella parte superiore colloca il cielo o il

sole, a 7 anni circa comincia a muoversi su due dimensioni aggiungendo l’asse verticale, che viene usato

per rappresentare la distanza (più si disegna in alto più sono lontani gli oggetti). In questo periodo

sviluppa anche l’abilità di raffigurare altre relazioni spaziali, per esempio la cosiddetta occlusione

parziale (disegnare solo la parte visibile di un oggetto nascosto in parte da un altro). Ad età successive si

sviluppa la capacità di tenere conto di più relazioni spaziali nel disegno e quindi di coordinare in modi

sistematici la rappresentazione delle 3 dimensioni dello spazio nelle 2 dimensioni del foglio.

Nel pensiero narrativo in età prescolare i bambini amano ascoltare storie e ne imparano molti dettagli

ma se gli si chiede di raccontare o inventare una storia nuova il racconto spesso si riduce ad un solo

episodio. McKeough descrive lo sviluppo in questo arco di età proprio da questa abilità:

 A 6 anni la struttura prevalente è costituita da due diversi episodi o situazioni, spesso

caratterizzate da un diverso tono emotivo (prima protagonista triste, poi protagonista felice)

 A 8 anni la struttura è tripartita: una situazione iniziale problematica, uno o più episodi

caratterizzati dai tentativi dei protagonisti di risolvere il problema, una situazione conclusiva in

cui il problema si risolve

 A 10 anni si possono già trovare storie in cui uno dei tentativi di soluzione ha maggior rilievo con

la nascita quasi di una seconda linea narrativa che si inserisce nella prima

Il bambino in età scolare sviluppa un certo grado di conoscenza meta cognitiva, cioè di consapevolezza

pratica di come funzionano i processi cognitivi (a 4 anni si pensa di poter ricordare tutto, ad 8 si ha una

certa abilità nel prevedere cosa si ricorderà). Il bambino in età scolare s

Dettagli
A.A. 2015-2016
25 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carolina_caldana di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Raccanello Daniela.