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LE INTERAZIONI TRA GENITORE E BAMBINO
Nel corso degli ultimi trent'anni sono stai messi a punto diversi strumenti per valutare:
- sensibilità materna
- stili di interazione e di regolazione intercorrenti nella relazione tra g-b nella prima infanzia.
Fin dalle origini del pensiero psicoanalitico è stata attribuita grande rilevanza al ruolo svolto dalle prime
esperienze infantili, rispetto al successivo sviluppo, con particolare riferimento al rapporto tra bambino e madre a
partire dagli scritti di Freud sulle prime forme di identificazione del b con i genitori.
Autori quali, Winnicott, Bion e Klein hanno fatto ipotesi specifiche sulla responsività che la madre esercita nei
confronti del bambino.
Nel tempo diversi ricercatori nell'ambito della psicologia evolutiva hanno reso operazionali questi concetti, in
modo da renderli utilizzabili oltre che per la pratica clinica, anche per la ricerca e la valutazione, definendo in
modo specifico comportamenti e funzioni osservabili all'interno dello scambio comunicativo tra madre e
bambino.
In questa prospettiva è stato molto importante il lavoro di osservazione svolto negli anni sessanta dalla
Ainsworth, nell'ambito della teoria dell'attaccamento, per descrivere il comportamento responsivo materno
attraverso trascrizioni carta e matita.
A partire dalle sue osservazioni la Ainsworth ha messo a punto il primo sistema di valutazione della sensibilità
materna.
Questo sistema consta di 4 scale unidimensionali a cui si può attribuire un punteggio da 0 a 9 su una scala a 5
punti.
Le scale valutano anche la sensibilità materna in:
- un'ottica comportamentale come capacità di rilevare e rispondere in modo pronto ed efficace ai bisogni del b.
- un'ottica emotiva, legata alla disponibilità e all'attenzione prestata al b.
le scale sono:
1. sensibilità vs. insensibilità
2. cooperazione vs. interferenza con attività del bambino
3. disponibilità fisiologica e psicologica vs. negligenza e ritiro
4. accettazione vs. ritiro dei bisogni del bambino
grazie alla diffusione della videoregistrazione, negli anni successivi, è stato possibile registrare le interazioni fra
madre bambino.
Le registrazioni permettono due utilizzi diversi:
A- livello macroanalitico → definisce lo stile prevalente di interazione della diade attraverso l'analisi globale
dell'intero filmato, al fine di attribuire dei punteggi relativi a diverse scale o categorie.
Il livello macroanalitico è di natura qualitativa, poiché considera globalmente lo stile di interazione del genitore,
aspetto di cui il genitore può essere più consapevole.
Per quanto riguarda questo livello sono stati creati diversi sistemi di codifica, in grado di rilevare anche il
contributo singolo del bambino nella relazione diadica. Ne presentiamo alcune:
* Emotional Availability Scales (EAS) → messe a punto da Beringer: valutazioni costruite in relazione al costrutto
di disponibilità emotiva. Sono finalizzate a rilevare il comportamento espresso dall'adulto, la responsività e il
coinvolgimento attribuibili al bambino.
* Child-Adult Relationship Experimental Index (Care-Index) → sviluppata da Crittenden. Queste scale consentono
di valutare l'interazione g-b, considerando la sensibilità materna come un costrutto che può essere costituito da
qualsiasi configurazione di comportamento materno in grado di coinvolgere positivamente il bambino,
aumentando il suo benessere e la sua attenzione.
Questi due strumenti hanno avuto il merito di delineare un ambito importante di osservazione per quanto
riguarda l'individuazione precoce di fattori di rischio e di protezione rispetto allo sviluppo socioaffettivo infantile,
mettendo in luce collegamenti fra sensibilità materna e sviluppo dei legami di attaccamento.
* Atypical Maternal Behavior Instrument for Assessment and Classification (AMBIANCE) → di Lyons-Ruth. Serve a
valutare comportamenti materni atipici, caratterizzati da accentuata negatività, incoerenza emotiva e inrtrusività.
B- livello microanalitico →mirato a rilevare singoli comportamenti di g e b attraverso codifiche continue per
eventi o per intervalli di tempo. Questo approccio si pone ad un livello più quantitativo e obiettivo, consentendo
di suddividere lo stile interattivo nelle sue diverse componenti, individuando comportamenti impliciti inconsci del
g. Chiaramente in ambito di ricerca è preferibile utilizzare un metodo combinato.
I metodi di ricerca relativi a questo livello sono stati sviluppati a partire dagli studi della infant research, in
particolare da quelli di Sander.
Fondamentale è stato anche il lavoro di Beebe e Lachmann, che ha permesso di scoprire che le interazioni più
funzionali tra madre e bambino sono quelle caratterizzate da un livello di sintonizzazione e di contingenza
intermedia, piuttosto che da livelli elevati di sintonizzazione reciproca. Questa ipotesi è correlata a quella di
Tronick.
Le ricerche degli autori elencati hanno consentito di evidenziare come la comunicazione g-b sia governata da
processi di sintonizzazione reciproca (match),rotture della sintonizzazione (mismatch), a cui seguono riparazioni
della comunicazione volti a ripristinare livelli di sintonizzazione interrotti. Le ricerche che hanno utilizzato queste
griglIe di codifica hanno permesso di evidenziare come lo sperimentare riparazioni riuscite e ripetute
trasformazioni degli affetti negativi in positivi sia un processo fondamentale per lo sviluppo dei primi nuclei della
personalità del bambino, favorendo la strutturazione di un sentimento positivo relativo al proprio Sè; al contrario
le rotture non riparate portano ad un attaccamento insicuro o disorganizzato.
Rilevante è a questo proposito una recente ricerca di Beebe, che analizzando a livello microanalitico le
contingenze interattive tra g-b, ha reso possibile individuare già a quattro mesi di vita alcune configurazioni che
sono risultate predittive rispetto ai diversi tipi di attaccamento sviluppati da questi ultimi a 12 mesi.
Importante sottolineare come la valutazione dello scambio diadico tra g-b, sia stata fonte di ispirazione anche
nell'ambito degli approcci psicodinamici interessati a esplorare l'influenza delle fantasie e delle rappresentazioni
che costellano il mondo interno del g rispetto alla sua relazione con il b, e i processi di identificazione proiettiva.
Inoltre l'osservazione dell'interazione adulto-bambino ha influenzato in modo significativo la riflessione relativa ai
trattamenti rivolti all'adulto, portando i clinici a considerare centrali nel lavoro terapeutico le modalità di
interazione tra pz e terapeuta.
1. valutare la disponibilità emotiva
prospettiva evolutivo-funzionalistica → le emozioni svolgono funzioni di segnalazione e comunicazione
intersoggettiva e intrasoggettiva. È qui che si può collocare il concetto di disponibilità emotiva introdotto da Emde
e Biringen.
La disponibilità emotiva = capacità del genitore di essere emotivamente aperto nei confronti dei segnali del b,
inteso come soggetto attivo e responsivo a livello comunicativo.
La definizione di questo costrutto prende in parte spunto dal concetto proposta da Mahler, Pine e Bergman, per
descrivere la funzione di presenza supportiva svolta dal genitore nei confronti del b quando egli inizia a esplorare
l'ambiente.
Il genitore non deve necessariamente fare qualcosa: deve essere aperto e pronto a cogliere i segnali del figlio.
La disponibilità emotiva è stata valutava tramite degli esperimenti riguardanti il fenomeno del riferimento sociale,
dai quali è emerso che il b, fin dalle metà del 1 anno, a fronte di situazioni incerte sul piano dell'interpretazione,
sia in grado di decodificare le espressioni mimiche del volto materno per sciogliere l'ambiguità. Possiamo
riscontrare questo fenomeno anche nel corso dei primi mesi di vita del b, quando la madre, in dubbio rispetto ai
bisogni infantili, si riferisce alle espressioni del b per impostare le modalità di accudimento.
Sperimentare la disponibilità emotiva materna e la condivisione degli affetti è fondamentale poiché, attraverso
l'internalizzazione di queste esperienze, si promuove il sorgere di strutture affettive motivazionali in grado di
guidare il comportamento e l'esperienza soggettiva del b.
le ripercussioni di questa capacità sono riscontrabili anche nell'ambito del trattamento con gli adulti, nei termini
della capacità del terapeuta di accogliere stati emotivi espressi dal pz.
Bowlby e Ainsworth → nella definizione della sensibilità genitoriale hanno posto enfasi principalmente sugli
aspetti comportamenti che la concernono, intendendola come capacità dell'adulto di rispondere in maniera
appropriata ai bisogno del b rispetto a quella di essere disponibile emotivamente nei suoi confronti.
La prospettiva di Biringer nasce dall'unione del filone psicoanalitico e del filone della teoria dell'attaccamento: con
il concetto di disponibilità emotiva infatti attribuisce al contempo particolare rilevanza al contributo della madre e
al contributo del bambino.
Le differenze rispetto alla teoria dell'attaccamento:
- osservazione dello scambio g-b in contesti naturali in cui non è necessario attivare condizioni stressanti (come
invece nella Strange Situation)
- rilevazione all'interno delle scale di dimensioni non contemplate dal concetto di sensibilità: non-ostilità e
funzione di strutturazione svolta dal genitore rispetto all'attività del b.
La Biringer ha appositamente creato un sistema di valutazione della disponibilità emotiva (EAS), che consta di 4
scale per l'adulto, 2 per il bambino.
Viene utilizzato con bambini fino ai 14 anni e consiste in:
- registrazione di un video di almeno 15/20 minuti
- codifica a doppio canale:
* questionario a risposte chiuse → scoring sheet: codifica bottom-up
*scelta della definizione del manuale, da parte del decodificatore, che meglio si avvicina a quanto osservato per
ogni scala del sistema: livello top-down.
Le riprese possono essere effettuate in qualsiasi contesto.
Le scale permettono di distinguere tra livelli di disponibilità emotiva:
- adeguati
- marginalmente adeguati
- non adeguati
scale del genitore:
- sensibilità
- strutturazione
- non intrusività
- non ostilità
scale del bambino:
- responsività
- coinvolgimento.
Punteggi massimi indicano un'interazione ottimale. Da notare: un adulto non può essere valutato come
pienamente adeguato senza considerare contemporaneamente la risposta del bambimo. La sensibilità materna
per essere effettiva deve coinvolgere positivamente il bambino. Mentre l'adulto può simulare e modificare il
proprio comportamento rispett