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III. TRAIETTORE DELLO SVILUPPO SOCIOEMOTIVO E INDICATORI DI RISCHIO

1. Cure genitoriali precoci, attaccamento e sviluppo socioemotivo

Dallo studio Minnesota di Sroufe e colleghi emerge con chiarezza l’impatto che il tipo di attaccamento del

bambino svolge sul suo sviluppo socio emotivo, nell’ambito di concatenazioni successive in cui le

competenze socio emotive e le caratteristiche di personalità acquisite dal bambino in relazione ai suoi legami

di attaccamento diventano a loro volta, combinandosi con altri fattori eventualmente intervenienti (eventi

stressanti e traumatici in famiglia, modificazioni del supporto coniugale e delle reti di supporto familiari ed

extrafamiliari ecc.), fattori determinanti di tale sviluppo. Un secondo punto cruciale delineato dallo studio di

Sroufe riguarda la possibilità di considerare l’attaccamento sicuro come un fattore di resilience rispetto alla

comparsa di comportamenti disadattavi dopo i 5 anni, collegati all’emergenza di specifici fattori di stress

nella vita del bambino (divorzio dei genitori, famiglia che diventa caotica, padre violento ecc.). Un terzo

punto riguarda l’aspetto di rischio insito nei diversi tipi di attaccamento insicuro rispetto allo sviluppo di

disturbi psicopatologici nel corso del ciclo di vita. L’attaccamento ambivalente appare predisporre, se

combinato con altri fattori di rischio, all’emergenza di disturbi prevalentemente internalizzanti, tra i quali

disturbi d’ansia e depressione, mentre quello evitante a disturbi esternalizzanti, vedi aggressività e disturbi

della condotta. L’attaccamento disorganizzato si delinea invece, anche in assenza di altri fattori, predittivo di

patologie soprattutto di tipo dissociativo, oltre che esternalizzante, che possono manifestarsi anche

tardivamente, nel corso dell’adolescenza.

2. Emozioni e interazioni nella relazione genitore-bambino: indicatori di rischio precoci

Il loavoro di Mantymaa e colleghi evidenzia come l’ostilità e/o l’intrusività materna nel primo anno di vita

siano predittive di comportamenti esternalizzanti da parte del bambino a 2 anni di vita, un dato confermato

anche per quanto riguarda la sensibilità paterna, che, se carente nel secondo semestre di vita, si rivela

predittiva di comportamenti esternalizzanti nel bambino di 8 anni. L’incremento di comportamenti aggressivi

osservato in bambini di 17 mesi sia accompagnato da un aumento delle modalità di controllo e di punizione

fisica esercitate dalla madre nello stesso periodo.

3. Emozioni positive e resilience

Vari lavori hanno sottolineato negli ultimi anni il ruolo protettivo svolto dalle emozioni positive sia nell’età

infantile che in quella adulta nei confronti di condizioni avverse. L’aver sperimentato emozioni positive è

una risorsa cruciale che aumenta la capacità di resilience del soggetto, intesa come capacità di fronteggiare

condizioni avverse. La sensibilità materna sperimentata nel primo anno di vita da parte del bambino ne

aumenti la capacità di resilience emotiva nelle fasi successive, concepita come capacità di generare emozioni

positive e di recuperare rapidamente rispetto alle emozioni negative.

4. Il segno delle esperienze precoci: cambiamento o destino

Le esperienze relazionali precoci, intese come esperienze prototopiche, codificate in modelli operativi di

attaccamento, costituiscono il cuore della personalità del soggetto, delineandosi come la base delle

successive traiettorie evolutive. In quest’ottica la qualità delle interazioni intercorrenti tra genitore e figlio in

epoche più tardive sarebbe in larga parte decisa da quelle più precoci. Il segno delle esperienze precoci

relative all’accudimento sembra inoltre giocare un ruolo di particolare rilievo nel determinare le modalità di

parenting del genitore, seguendo una legge di trasmissione intergenerazionale. Alcuni lavori evidenziano

l’esistenza, tra gli adulti sicuri valutati con l’AAI, di soggetti che riportano esperienze infantili difficili e che

per questo vengono definiti sicuri guadagnati. L’analisi dei fattori che possono aver contribuito a modificare

i modelli di attaccamento infantili, trasformandoli da insicuri a sicuri, è tuttavia ancora in corso. Alcuni

ricercatori ipotizzano a questo proposito che uno dei fattori di maggiore rilievo nel determinare la

trasformazione dei pattern di attaccamento sia l’incontro con adulti significativi con cui il bambino possa

aver sperimentato relazioni soddisfacenti e, almeno parzialmente, continuative. La più recente ricerca di

Zeanah svolta con un ampio campione di bambini rumeni istituzionalizzati di età compresa tra i 12 e i 31

mesi, ha evidenziato che la presenza di disturbi dell’attaccamento di tipo inibito o disinibito appare

significativamente maggiore rispetto alla popolazione normativa, e persistente nel tempo se i bambini

permangono nell’istituzioni. Ed è importante rilevare che lo stesso attaccamento organizzato dei bambini

presi in esame non sia paragonabile a quelli di bambini appartenenti alla popolazione non a rischio, in

quanto, valutandolo con una scala apposita, gli indicatori di attaccamento risultano molto più deboli rispetto

a quelli presenti nella popolazione normativa. Cure precoci grossolanamente inadeguate non compromettono

totalmente nei bambini che sperimentano la capacità di formare legami di attaccamento, probabilmente in

quanto i loro caregiver sono stati, almeno parzialmente, in grado di soddisfarne i bisogni basic di protezione

e accadimento; le stesse cure inadeguate sembrano invece colpire maggiormente la capacità di connessione e

di sintonizzazione intersoggettiva di questi bambini che è stata quasi completamente disattesa nel corso delle

interazioni sperimentata con caregiver multipli poco disponibili a intrattenere con loro relazioni

individualizzate e uniche.

IV. ATTACCAMENTO, INTERAZIONI MADRE-BAMBINO E RISCHIO PSICOPATOLOGICO:

UNO STUDIO LONGITUDINALE

Gli studi che abbiamo considerato forniscono indicazioni preziosi su alcuni dei fattori che nella prima

infanzia possono svolgere un ruolo di protezione o di rischio per lo sviluppo socio emotivo successivo.

Inserendoci in questo filone di ricerca abbiamo progettato un piano longitudinale suddiviso in due fasi (0-3

anni e 6-8 anni), volto ad approfondire il ruolo svolto da alcune variabili precoci, costituite da una parte

dell’attaccamento materno e infantile e dall’altra dagli stili di interazione di madre e bambino valutati nel

corso del primo anno di vita.

1. Lo studio 0-3 anni

Strumenti utilizzati nella ricerca:

- Adult Attachment Interview (AAI) è un’intervista semistrutturata, costituita per valutare lo stato della

mente del genitore relativo all’attaccamento. La codifica prevede l’assegnazione di una categoria principale

di attaccamento: sicuro autonomo, insicuro distanziante, insicuro preoccupante, irrisolto/ disorganizzato/

disorientato, non classificabile.

- Child-Adult Relationship Ezperimental Index (Care-Index) è uno schema di codifica applicabile a

videoregistrazioni delle interazioni tra caregiver e bambino. Fornisce una classificazione dello stile

interattivo materno e dello stile interattivo del bambino.

- Strange Situation Procedure (SSP) è una procedura standardizzata videoregistrata della durata di circa 20

minuti. La procedura permette di identificare il pattern di attaccamento del bambino rispetto alla figura di

attaccamento: sicuro (B), insicuro evitante (A), insicuro ambivalente (C) e insicuro disorganizzato/

disorientato ((D).

- Scale Bayley permette di identificare i soggetti con ritardo nello sviluppo e forniscono indicazioni per

pianificare l’intervento. Valutano il livello di sviluppo del bambino in tre domini: cognitivo, motorio e

comportamentale.

- Classificazione diagnostica 0-3 considera tutte le aree del funzionamento del bambino.

Suddividento in modo dicotomico gli stili della madre nelle categorie sensibile e non sensibile e del bambino

nelle categorie cooperativo e non cooperativo, le analisi dei dati relativi alle 34 coppie madre-bambino,

seguite longitudinalmente nei primi tre anni di vita, hanno evidenziato in primo luogo un’associazione

significativa tra lo stile interattivo materno e quello del bambino a 3, 6 e 9 mesi. L’analisi dei dati ha

confermando l’ipotesi della trasmissione intergenerazionale dei modelli di attaccamento formulata dalle

precedenti ricerche. I bambini con attaccamento insicuro presentavano in misura significativamente

maggiore problematiche concernenti la relazione con la madre dopo il secondo anno di vita rispetto a quelli

sicuri.

2. Lo studio 6-8 anni

Strumenti di valutazione utilizzati nella ricerca:

- Separation Anxiety Test (SAT) è un test semiproiettivo. Alle risposte viene assegnato un punteggio che

permette di classificare l’attaccamento del bambino secondo le categorie previste dalla Ainsworth: sicuro,

insicuro ambivalente, insicuro evitante e insicuro disorganizzato.

- Child Behavioral Checklist (CBCL) è un questionario self-report rivolto ai genitori che consente di

indagare le competenze sociali e i problemi comportamentali di bambini e ragazzi di età compresa fra i 6-18

anni. Gli item sono stati raggruppati in 8 scale sindromi che relative a differenti quadri problematici: Ansia/

depressione, Ritiro, Lamentele somatiche, Problemi sociali, Problemi del pensiero, Problemi di attenzione,

Comportamento delinquenziale, Comportamento aggressivo.

- Emotional Availability Scale (EAS) è finalizzato alla valutazione della disponibilità emotiva.

- TTest of Emotion Comprehension (TEC) è uno strumento che consente di valutare la comprensione della

natura, delle cause e della possibilità di controllo delle emozioni in bambini d’età compresa fra i 3 e gli 11

anni.

Dall’analisi è emerso che le madri valutati come non sensibili nell’interazione con il loro bambino a 6 mesi

corrispondono bambini che a 6 anni hanno punteggi più elevati nella scala Esternalizzazione e nella relativa

sottoscala Comportamento aggressivo rispetto a bambini con madri valutate come sensibili a 6 mesi di vita.

Per quanto riguarda la valutazione degli stili interattivi le madri classificate come non sensibili si

accompagnano bambini che a 6 anni presentano punteggi più elevati nelle scale Internalizzazione,

Esternalizzazione e Problemi totali rispetto a bambini con madri sensibili.

V. LE RAPPRESENTAZIONI GENITORIALI DALLA GRAVIDANZA ALLA NASCITA DEL

BAMBINO

L’esperienza della gravidanza, rappresenta un momento di forte svolta nel ciclo vitale dei futuri genitori, in

quanto li pone di fronte a una serie di compiti adattivi e trasformativi. Stern definisce costellazione materna

quella particolare organizzazione mentale che prepara e aiuta la donna a essere madre. Durante il breve

periodo in cui essa si afferma la vita della donna ne è completamente assorbita e ogni altr

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
10 pagine
15 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mary1789 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia delle relazioni familiari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Larcan Rosalba.